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LE “DUE ITALIE” DEI RIFIUTI: TARI, 94% AL NORD E 77% AL SUD. UN GETTITO DI 10,5 MILIARDI DI EURO

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Le “due Italie” non sono divise soltanto da ragioni economiche e sociali, ma anche dai rifiuti urbani. A documentarlo è uno studio di 31 pagine redatto dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), secondo cui il Nord riesce a incassare il 94% della Tari dovuta, mentre al Sud arriva appena al 77%. La riscossione della tassa sui rifiuti diventa così un ulteriore termine di paragone per misurare l’attualità della “questione meridionale”, attraverso il gap fra la parte più avanzata e progredita del Paese e quella ancora più arretrata.

Con il suo gettito annuo di 10,5 miliardi di euro, calcolati dall’Upb, la Tari segna così forti disparità territoriali nei costi di gestione dei rifiuti. E la causa principale è il deficit d’impianti che nel Mezzogiorno provoca più costi e meno incassi. Tant’è che il 71,5% dei rifiuti viene trattato al Nord, il 9,7 al Centro e il 18,8 al Sud, dove dominano le discariche che ne raccolgono il 43,4% contro il 26% delle regioni settentrionali.

 

“La mancata riscossione – come scrive Gianni Trovati sul Sole 24 Ore – finisce per scaricarsi almeno in parte sulle bollette di chi invece paga puntualmente, per la clausola che impone la copertura integrale dei costi di servizio”. Un po’ come avviene, insomma, nei condomini dove i morosi penalizzano i più virtuosi. Questi “buchi” cumulano poi una mole di residui attivi (entrate accertate ma non ancora riscossa) di 15,2 miliardi di euro nei bilanci del Comuni.

La Tari è, infatti, il secondo tributo comunale per importo dopo l’Imu. L’imposta municipale dovuta per il possesso dei fabbricati, esclusa la prima abitazione. E, naturalmente, più i Comuni sono grandi e meno riscuotono la tassa sui rifiuti. Una situazione che si ripercuote di conseguenza sulla loro capacità di spesa e quindi sulla qualità dei servizi prestati ai cittadini (dalla scuola pubblica ai trasporti locali).

Osservano nel loro focus gli esperti dell’Ufficio parlamentare di bilancio: “Il superamento dei divari territoriali nella dotazione impiantistica delle regioni nel Centro e nel Sud, che è tra gli obiettivi del PNRR, è cruciale per far sì che la Tari diventi uno strumento efficace per ridurre le quantità di rifiuti prodotti, per rendere l’imposizione equa tra diverse aree del Paese e per aumentare la capacità degli Enti locali di coprire i costi del servizio”.

Qui torna in ballo, dunque, la vexata quaestio dei termovalorizzatori: quegli impianti, cioè, che non solo “bruciano” o inceneriscono i rifiuti, ma soprattutto li valorizzano ricavandone energia. A Brescia, per esempio, funziona da molti anni un impianto che seleziona i rifiuti e li utilizza per erogare il teleriscaldamento. Altrettanto, intende fare il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, per risolvere i problemi che affliggono la raccolta urbana nella Capitale, dove spesso i cassonetti sono stracolmi e a volte i cittadini abbandonano televisori, frigoriferi o materassi per strada. Ma non mancano le contestazioni e le polemiche da parte degli ambientalisti, preoccupati dal sospetto che poi questi impianti possano immettere nell’aria sostanze tossiche e inquinanti.

Un buon esempio viene dall’estero, da diverse città – come Lisbona – che hanno installato impianti interrati per il deposito differenziato dei rifiuti: carta, vetro, plastica e metallo. Questo consente, fra l’altro, il recupero delle materie prime con il riciclo e un risparmio nella loro riproduzione. Una soluzione certamente più efficiente e igienica, oltre che esteticamente apprezzabile.

“UNA COLLEZIONE INATTESA”: LA NUOVA ARTE DEGLI ANNI ‘60 ALLE GALLERIE D’ITALIA – MILANO (60 GRANDI OPERE)

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Alle Gallerie d’Italia- Milano Intesa Sanpaolo apre al pubblico fino al 5 ottobre 2025 l’esposizione “Una collezione inattesa. La Nuova Arte degli Anni Sessanta e un Omaggio a Robert Rauschenberg”. La mostra, a cura di Luca Massimo Barbero, curatore Associato delle Collezioni di Arte Moderna e Contemporanea della Banca, presenterà un omaggio al grande artista americano Robert Rauschenberg e un itinerario inedito sull’arte contemporanea degli anni Sessanta.

L’esposizione conta oltre 60 opere e si sviluppa nelle monumentali sale delle Gallerie d’Italia di Milano, offrendo al pubblico un viaggio ricco e articolato che attraversa la grande sperimentazione radicale degli anni Sessanta, per arrivare agli sviluppi più significativi del decennio successivo. Il percorso si arricchisce di intensi dialoghi tra opere rappresentative della cultura visiva concettuale, sia europea che americana. Le Collezioni di Intesa Sanpaolo si rivelano ancora una volta al grande pubblico in modo inatteso e sorprendente, grazie anche al fondamentale contributo della Collezione Luigi e Peppino Agrati, oggi parte del patrimonio artistico della Banca. Un’occasione unica per esplorare l’evoluzione dell’arte contemporanea, attraverso una selezione di lavori raramente esposti.

GIOVANNI BAZOLI 

Afferma Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo: “Le raccolte di arte moderna e contemporanea di Intesa Sanpaolo formano un corpus unico in Italia per ampiezza, importanza e internazionalità, un patrimonio straordinario che la Banca desidera condividere con il pubblico delle Gallerie d’Italia. A tal fine, abbiamo avviato un progetto di progressiva conoscenza delle opere, dando occasione in particolare di approfondire e apprezzare il prezioso nucleo della Collezione Luigi e Peppino Agrati. Questo nuovo allestimento, dedicato alle ricerche artistiche più radicali degli anni Sessanta, arricchito da un omaggio a Rauschenberg, accosta per la prima volta oltre 60 lavori di grandi artisti italiani e americani. Un percorso emozionante e ricco di capolavori, che identifica le Gallerie di Piazza della Scala come uno dei luoghi di eccellenza per l’arte del Novecento”.

La selezione di opere si apre con capolavori significativi che esplorano il monocromo, uno degli aspetti centrali della ricerca artistica tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta. In questo contesto, la presenza di artisti come Yves Klein, Lucio Fontana e Piero Manzoni risulta fondamentale, rappresentando emblematicamente la ricerca europea di quel periodo. Queste opere si confrontano, in un dialogo vivace e serrato, con le nuove generazioni di artisti le cui ricerche aprono gli anni Sessanta, tra cui spiccano due rare opere di Giulio Paolini, un monocromo di Robert Ryman e una giovanile quanto sorprendente opera in piombo di Richard Serra.

Come in un azzeramento della superficie, il curatore propone un confronto tra i grandi maestri dell’arte contemporanea provenienti da due sponde opposte dell’Oceano, in un dialogo tra minimalismo e monocromia. L’esposizione offre l’opportunità di ammirare opere di Carl Andre, protagonista della scultura minimalista americana, affiancate da due importanti lavori di Robert Mangold, artista raramente visibile nelle collezioni europee. A queste si uniscono due capolavori di Enrico Castellani: Superficie bianca (Omaggio all’alba) e Superficie bianca. Dittico.

Un momento di approfondimento del nuovo immaginario degli anni Sessanta si sviluppa nella sala successiva, dove due leggii di Giulio Paolini – la cui presenza punteggia l’intero percorso di mostra – dialogano con due opere specchianti di Michelangelo Pistoletto, rispettivamente del 1967 e del 1979, e si intrecciano simultaneamente con il lavoro giovanile del maestro Jannis Kounellis del 1960. Questo spazio, creando un gioco di rimandi e riflessi ideali e concettuali, arricchisce la comprensione dell’evoluzione dell’arte in quegli anni cruciali di ricerca.

Successivamente, in uno spazio concentrato e intensamente significativo, sei disegni realizzati con polvere da sparo introducono il pubblico all’opera del grande maestro californiano Edward Ruscha e si confrontano con tre opere in piombo di Jasper Johns, lo stesso artista che appare ritratto nell’opera di Giulio Paolini del 1967. Questo dialogo diventa così emblematico dello scambio serrato – sia concettuale che pittorico – che ha caratterizzato gli anni Sessanta, mettendo in relazione le esperienze artistiche dei due continenti.

A questa selezione risponde la grande sala d’angolo, che, grazie all’ingresso della Collezione Luigi e Peppino Agrati nel patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo, offre per la prima volta a Milano l’opportunità di ammirare le tre serie di dieci serigrafie originali di Andy Warhol: Marilyn, Electric Chairs e Mao Tse-Tung. Queste opere su carta costituiscono una riflessione sulla bellezza, sulla caducità del tempo e sulla potenza della comunicazione. In aggiunta, sarà possibile ammirare Waco, Texas di James Rosenquist, un’opera che arricchisce ulteriormente il percorso espositivo, rappresentando anch’essa un capitolo significativo della cultura pop.

Il dialogo sul nuovo immaginario degli anni Sessanta si sviluppa anche nelle due ultime sale perimetrali del Salone Scala, dove sono esposte opere raffinate e intime di Roy Lichtenstein. Tra queste, spicca Mirror #2 del 1970, un pezzo silenzioso e quasi minimale, che, insieme a Brushstroke del 1965, diventano un simbolo emblematico della cultura Pop americana.

Il dialogo prosegue con la figura di Jean-Michel Basquiat, che, ancora giovanissimo, espone sotto lo pseudonimo di SAMO nella galleria Mazzoli di Modena. L’artista intrattiene anche un profondo legame con l’Italia e con Napoli, grazie anche al gallerista Lucio Amelio, sodale di Peppino Agrati. Il ponte culturale tra Italia e Stati Uniti trova simbolicamente espressione anche grazie alla presenza di Francesco Clemente che, nel 1984, lavorò nel celebre lavoro collettivo a quattro e sei mani proprio con Basquiat e Andy Warhol, qui rappresentato con la serie Vesuvius.

Il cuore della mostra è il Salone Scala, interamente dedicato all’omaggio del grande artista Robert Rauschenberg. Il 2025 segna il centenario della sua nascita e, in questa occasione speciale, viene celebrato per la prima volta il suo profondo legame con l’Italia e con Peppino Agrati, amico e collezionista. Grazie a questo legame, è possibile presentare insieme un nucleo di 17 opere, tra cui il capolavoro Blue Exit del 1961. Questo tributo si ricollega a uno degli aspetti fondamentali della ricerca di Rauschenberg, che, fin dai suoi esordi con la monocromia degli anni Cinquanta, ha ridefinito il concetto di Neo-Dada, diventando uno dei protagonisti assoluti della cultura visiva internazionale degli anni Sessanta. Particolare rilevanza anche in questo caso riveste il legame tra Peppino Agrati e Lucio Amelio, rappresentato in mostra dall’opera Trasmettitore Argento Glut del 1987 e proveniente dalla storica esposizione organizzata dal gallerista napoletano. Accanto alle grandi opere e ai disegni, la mostra include litografie straordinarie che raccontano non solo l’evoluzione tecnica che Rauschenberg ha reso innovativa, ma anche il suo rapporto con le immagini e i temi della società e della politica dell’epoca. Questa è la prima volta che l’intero nucleo di opere di Robert Rauschenberg proveniente dalle Collezioni Luigi e Peppino Agrati viene esposto al pubblico. Un’occasione unica per sottolineare l’importanza che il maestro americano ha attribuito alla composizione e alla grafica, elementi fondamentali del suo linguaggio artistico.

Il percorso espositivo rappresenta una nuova straordinaria opportunità per approfondire e valorizzare i numerosi temi, autori e movimenti presenti nelle Collezioni Intesa Sanpaolo.

Dopo la donazione da parte del cavaliere Luigi Agrati, Intesa Sanpaolo è custode di una delle più importanti raccolte d’arte del secondo Novecento esistenti in Italia, la Collezione Luigi e Peppino Agrati. Con questa mostra prosegue la valorizzazione della Collezione nelle Gallerie d’Italia, dopo le mostre “Arte come rivelazione. Opere dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati” nel 2018 e “Una Collezione Inattesa: Viaggio nel contemporaneo tra pittura e scultura” nel 2023.

In occasione del finissage della mostra, Allemandi pubblicherà un volume di approfondimento sul nucleo di opere di Rauschenberg della Collezione di Luigi e Peppino Agrati. L’esposizione sarà accompagnata da appuntamenti del palinsesto #INSIDE, gratuiti e aperti alla cittadinanza.

ENERGIA EOLICA: IL GRUPPO ENEL AUMENTERÀ DI 285 MW LA SUA CAPACITÀ RINNOVABILE CONSOLIDATA NEGLI STATI UNITI

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Il Gruppo Enel aumenterà la sua capacità di energia rinnovabile consolidata negli Stati Uniti. La società interamente controllata Enel Green Power North America (“EGPNA”) ha firmato un accordo di swap con Gulf Pacific Power (“GPP”).

Per effetto di questa intesa, la partecipazione indiretta di EGPNA in alcune società titolari di impianti eolici salirà al 51% in cambio delle sue partecipazioni, una del 100% e altre indirette di minoranza, in diverse società titolari di impianti eolici, e di un corrispettivo per cassa. Al perfezionamento dell’operazione, la propria capacità installata netta consolidata di Enel negli Stati Uniti crescerà di 285 MW.

L’accordo prevede che EGPNA pagherà un corrispettivo netto per cassa di circa 50 milioni di dollari USA, soggetto a un meccanismo di aggiustamento tipico per questo tipo di operazioni. A seguito di questo accordo, si stima un effetto netto positivo per anno sull’EBITDA ordinario consolidato del Gruppo Enel pari a circa 50 milioni di dollari USA (equivalenti a circa 44 milioni di euro). L’operazione ha un impatto negativo complessivo sull’indebitamento finanziario netto del Gruppo stimato a oggi in circa 20 milioni di dollari USA (equivalenti a circa 18 milioni di euro).

Il perfezionamento dell’operazione è soggetto al soddisfacimento di alcune condizioni sospensive, tra cui l’autorizzazione da parte della Federal Energy Regulatory Commission degli Stati Uniti e il consenso dei Tax Equity Partner. L’operazione è in linea con la strategia di crescita della capacità di generazione da fonti rinnovabili del Gruppo Enel anche attraverso l’acquisizione di asset già in esercizio (Brownfield). Nel primo trimestre 2025, la capacità rinnovabile consolidata installata netta totale di Enel negli Stati Uniti ammontava a 11.620 MW.

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NAPOLI, ALLE GALLERIE D’ITALIA LA MOSTRA DI JR “CHI SEI, NAPOLI?”: 606 FOTORITRATTI D’AUTORE

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Le Gallerie d’Italia portano a Napoli l’artista francese JR, tra i più importanti rappresentanti della scena artistica contemporanea, famoso in tutto il mondo per le sue opere che uniscono fotografia, arte pubblica e impegno sociale. Il nuovo progetto, intitolato  “Chi sei, Napoli?”, ottavo capitolo delle della serie Chronicles che, dopo Clichy-Montfermeil (2017),  San Francisco (2018), New York (2018), Miami (2022), Kyoto (2024), tre città americane (Dallas, Saint Louis e Washington DC) per un murale sul tema delle armi in America (2018), e quindici città di Cuba (2019), giunge nella città partenopea con la prima installazione di questo tipo in Italia, realizzata con il patrocinio del Comune di Napoli.

L’opera site-specific di JR interessa la facciata della Cattedrale di San Gennaro, Duomo di Napoli, trasformata in un mosaico di volti locali, incarnando lo spirito comunitario, la resilienza, l’energia e l’anima polimorfa della città. Nel settembre 2024, l’artista francese JR ha iniziato a Napoli un’esplorazione profonda dell’identità culturale complessa della città. In una settimana, dal 23 al 29 settembre, sono stati protagonisti i cittadini di sette quartieri, con set fotografici allestiti a Piazza Sanità, Piazza Dante, Fuorigrotta, Mergellina, San Giovanni a Teduccio, Piazza Cavour e Borgo di Sant’Antonio.

Durante questo intenso periodo, sono stati raccolti i ritratti e le storie di 606 napoletani provenienti da diversi background sociali e culturali, catturando così l’essenza di Napoli. Se il progetto fosse stato fatto una settimana prima o dopo, sarebbe stato completamente diverso. È fatto delle persone che erano lì, in quel momento.

Il risultato del lavoro di JR è un collage fotografico monumentale sulla facciata del Duomo e raccontato nella sua composizione nella mostra alle Gallerie d’Italia in via Toledo, dove si potrà rivivere anche il “dietro le quinte”. In mostra verranno presentati, inolttre, tre murales della serie ‘Chronicles’, realizzata in Francia (Chroniques de Clichy-Montfermeil), a Cuba (Las Crónicas de Cuba) e in USA (The Gun Chronicles: A Story of America), per mostrare come l’arte di JR possa stimolare conversazioni creando un potente impatto visivo.

Napoli, con il suo carattere contrastante – raffinata e ruvida, poetica e caotica, sospesa tra mare e vulcano –, si è rivelata un luogo ideale per questa narrazione collettiva. Le donne e gli uomini che hanno partecipato al progetto – pizzaioli, vigili del fuoco, poliziotti, sacerdoti, scrittori, musicisti, turisti, nonne, studenti, e il sindaco stesso – hanno scelto come farsi rappresentare, e hanno raccontato la loro storia in italiano o in napoletano. I ritratti, realizzati tutti con la stessa luce, assegnano pari dignità a ogni persona coinvolta. Le registrazioni vocali sono disponibili sul sito jrchronicles.net.

JR ha un legame personale con Napoli e la sua cultura: il suo studio a Soho, New York, si trova a pochi isolati da Mulberry Street, cuore della comunità italiana e sede della Festa di San Gennaro. Nel 2014 ha realizzato “Unframed” sull’isola di Ellis, incollando immagini storiche di immigrati – molti dei quali napoletani – sull’ex ospedale dell’isola. Con il cortometraggio “Ellis”, interpretato da Robert De Niro, JR ha reso omaggio ai tanti che da Napoli sono partiti per cercare una nuova vita in America.

Attraverso “Chi sei, Napoli?”, JR invita ognuno a riflettere su come vorrebbe essere ricordato. L’opera, che unisce arte e partecipazione, passato e presente, intende stimolare nuove conversazioni, generare incontri inaspettati e restituire alla città un ritratto in cui ogni abitante possa riconoscersi.

Afferma Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo: “È stato straordinario tornare a lavorare con JR, artista e fotografo tra i più magnetici, conosciuti e seguiti, in un grande progetto di arte collettiva che dalle Gallerie d’Italia di via Toledo coinvolge tutta Napoli. Un enorme e sorprendente affresco racconta sulla facciata del Duomo, nel luogo simbolo della città, le storie di centinaia di napoletani, dando forma spettacolare al dialogo continuo fra persone, strade, monumenti e arte che è una delle bellezze più inconfondibili di Napoli. JR usa la creatività come azione sociale e trasforma l’arte in una forza contagiosa capace di raggiungere e unire le persone. Chi sei, Napoli? sottolinea in modo evidente la funzione pubblica delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo e rende l’impegno in cultura della più importante banca del Paese un collante tra istituzioni, realtà culturali e artisti, per dare vita a racconti ed esperienze uniche. Le cronache di Napoli sono la conferma del profondo legame tra le Gallerie d’Italia e la città, proprio in occasione del terzo anniversario dell’apertura del museo nel 2022”.

L’artista JR dichiara: “Naples is one of the most interesting cities in Europe because its bustling life, its energy cannot be found anywhere else. On the road for instance no one respects traffic law but everyone cares about each other. Technology hasn’t disconnected people, who ask help to each other on the streets. One can wonder how long it can stay like this Neapolitans are very proud of their city and to welcome us here. It is a warm and welcoming city, unique, even in Italy where everyone knows there’s a truth to this city that every other city has lost. I’m very honored to have been able to create The Chronicles of Naples here and to present it on the Duomo and at Gallerie d’Italia.”

Spiega il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi “L’arte pubblica ha un grande valore per le città, culturale e sociale, che v ad arricchire il patrimonio artistico di Napoli già di per sé straordinaria. E così, anche i luoghi di culto possono, proprio attraverso l’arte pubblica, esprimere nuovi significati e diventare veicolo di messaggi collettivi estremamente evocativi. La facciata del Duomo di Napoli diventa, con il lavoro dell’artista francese JR, un caleidoscopio di umanità e rappresenta, verso l’esterno, le anime della città”.

L’Arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, osserva: “Sono felice che il sogno artistico di JR e del suo staff sulla facciata della nostra Cattedrale in questi giorni trovi compimento: la facciata del nostro Duomo grazie a questa iniziativa nei prossimi giorni non sarà solo una parete decorata, ma un respiro collettivo, un mosaico di umanità che ci ricorda che siamo un popolo in cammino, non un’istituzione che si guarda allo specchio”. E aggiunge: “Desidero ringraziare di cuore JR per aver condiviso con noi il suo sguardo e la sua arte, e tutti coloro che hanno reso possibile questa bellissima opera, sostenendola anche con generosità. Grazie a chi ha creduto che l’arte potesse diventare parola viva, ponte tra il cielo e la terra, specchio della dignità di ogni persona.”

Il catalogo dell’esposizione è edito da Società Editrice Allemandi.

INFORMAZIONI

Sede: Gallerie d’Italia – Napoli | Via Toledo, 177 Napoli

Orari: da martedì a venerdì dalle 10 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 20; lunedì chiuso; ultimo ingresso: un’ora prima della chiusura.

Tariffe: biglietto intero 7€, ingresso speciale mostra JR 4€, ridotto 4€, ingresso gratuito per convenzionati, scuole, minori di 18 anni e clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo

PRENOTAZIONI: http://www.gallerieditalia.com, napoli@gallerieditalia.com, Numero Verde 800.167619

(Immagini di Salvatore Laporta)

 

CHI INQUINA, NON PAGA: RAPPORTO DI “ECOGIUSTIZIA SUBITO”. SOLO IL 65% DEL TERRITORIO RISANATO, A RISCHIO 6 MLN DI PERSONE

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Fu il socialista Giorgio Ruffolo, quando divenne ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica nel 1987, a coniare lo slogan “chi inquina, paga”. Era un principio – rivoluzionario, per quell’epoca – che puntava a responsabilizzare gli italiani, e in particolare gli imprenditori e gli altri operatori economici, nei confronti dell’inquinamento ambientale e della salute collettiva. Sono passati quasi quarant’anni e purtroppo dovremmo capovolgere quello slogan, per dire “chi inquina, non paga”.

Le bonifiche dei siti inquinati segnano il passo. Sono meno di 8mila ettari di territorio, su quasi 150mila, pari ad appena il 6% di suolo, quelli che risultano risanati. E ancor meno le falde bonificate, pari ad appena il 2%. Un’emergenza ambientale che mette a rischio la salute di 6,2 milioni di persone, oltre il 10% della popolazione nei siti nazionali e regionali.

A lanciare l’allarme è il rapporto “Ecogiustizia subito: nel nome del popolo inquinato” delle associazioni, laiche e cattoliche, che hanno promosso una campagna itinerante di denuncia in tutt’Italia: Acli, Agesci, Azione Cattolica, Legambiente e Libera. L’iniziativa è stata praticamente ignorata dai principali giornali italiani, con la lodevole eccezione di Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale, che ha pubblicato recentemente un nuovo articolo a firma di Luca Liverani. Sull’argomento è intervenuta anche Confindustria, rilevando che una grande operazione di risanamento potrebbe alimentare fino a 200mila posti di lavoro.

Più in dettaglio, dei 148.598 ettari di aree inquinate, in 41 Siti di interesse nazionale (Sin), solo 7.972 sono stati finora bonificati. E appena 6.188 ettari (5%) hanno visto approvato il progetto di bonifica o di messa insicurezza. Ancora peggio per le falde acquifere: solo il 23% di quelle sotterranee è stato “caratterizzato”, con la definizione della tipologia e dell’inquinamento; mentre appena il 7% ha un progetto di bonifica approvato.

Ma quali sono i motivi di questo degrado che penalizza il territorio nazionale e minaccia la salute pubblica? L’articolista di Avvenire li riassume così: gravi ritardi negli iter amministrativi da parte degli enti locali, “per mancanza di mezzi, capacità, volontà”; poi, “una media bassissima di ettari bonificati all’anno”; e infine “la frequenza di reati di omessa bonifica”. Per quest’ultima voce, se ne registrano 35 su 241 controlli dal 1° gennaio 2015, l’anno della legge sugli ecoreati, fino al 2023: in media, un reato ogni 6,8 controlli. La graduatoria delle regioni, in questo campo, assegna la “maglia nera” alla Sicilia (17 reati), seguita da Lazio e Lombardia (5 a testa), al terzo posto la Calabria (3) e quarta la Campania (2).

Per accelerare le bonifiche, il Rapporto delle associazioni propone anche un piano dettagliato d’intervento, indicando 12 priorità in tre ambiti: “governance con aspetti normativi e procedurali”; “integrazione degli aspetti sanitari”; “reindustrializzazione per i piccoli lotti”. Riguardo agli impatti sulla salute, nelle aree inquinate – secondo uno studio dell’Istituo Superiore di Sanità – si registra “un eccesso di mortalità e di ospedalizzazione rispetto al resto della popolazione”.

In una dichiarazione rilasciata ad Avvenire, Giuseppe Notarstefano, presidente dell’Azione Cattolica, avverte: “Non si può tornare indietro sulla visione della transizione ecologica, che mette insieme ciò che è utile con ciò che è giusto per un nuovo umanesimo”. E il presidente delle Acli, Emiliano Manfredonia, sottolinea che proprio l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco ha affermato il concetto di “ecologia integrale”: vale a dire, la difesa dell’ambiente legata alla giustizia sociale.

MILANO, MOSTRA FOTOGRAFICA DI JESS. T. DUGAN ALLE GALLERIE D’ITALIA (FINO AL 19 /10)

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Le Gallerie d’Italia – Milano di Intesa Sanpaolo ospitano dal 17 maggio fino al 19 ottobre “Look at me like you love me – Guardami come se mi amassi”, dell’artista statunitense Jess. T. Dugan, a cura di Renata Ferri, un progetto fotografico ideato e organizzato con la struttura Diversity, Equity & Inclusion della Banca e con la collaborazione di ISPROUD, la community interna LGBTQ+. La mostra, che apre nella Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, esplora i temi complessi della personalità, delle relazioni, dell’identità, dell’amore e della famiglia.

Attraverso la sua opera autobiografica, Jess T. Dugan ci conduce nel suo mondo: una comunità di corpi e volti, gesti e sguardi, in coppia o soli, narrata attraverso ritratti di grande formato capaci di ispirare una meditazione profonda e sensibile che sfiora i temi del desiderio, della solitudine e della relazione e di come queste esperienze modellino l’identità di ognuno di noi. Con una sequenza di fotografie e video, Jess T. Dugan porta la nostra attenzione su una delle più potenti e complesse forme di intimità, quella di vedere ed essere visti.

In mostra sono esposte 30 opere, di cui cinque completamente inedite, e due video. Il primo è “Letter to My Daughter, 2023”, un video di fotografie intervallate da suoi testi; nel secondo, “Letter to My Father, 2017”, viene esplorato il rapporto tra l’artista e il padre.

L’esposizione sarà accompagnata da quattro appuntamenti del palinsesto #INSIDE, gratuiti e aperti alla cittadinanza. Il primo evento è in programma il 16 maggio dalle ore 18,30 alle 19,30: un talk tra l’artista e la curatrice Renata Ferri sul tema “Un altro modo di guardare è possibile?”. Al termine, firmacopie del catalogo. Gli altri incontri sono previsti il 5 giugno, con Francesca Vecchioni, il 19 giugno con Josephine Yole Signorelli in arte Fumettibrutti e l’11 settembre con Vittorio Lingiardi. Prenotazione consigliata fino ad esaurimento posti a milano@gallerieditalia.com.

Il 16 maggio, dalle 19,30 alle 20,30, apertura in anteprima gratuita per tutti i visitatori.

Il catalogo della mostra è edito da Società Editrice Allemandi.

La sede espositiva di Milano, insieme a quelle di Torino, Napoli e Vicenza, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore Generale Gallerie d’Italia.

SCHEDA BIOGRAFICA

Il lavoro di Jess T. Dugan (Stati Uniti, 1986) esplora i temi dell’identità, della sessualità, del genere, delle relazioni e della comunità attraverso la fotografia, il video e la scrittura. I suoi lavori sono regolarmente esposti a livello internazionale e fanno parte delle collezioni permanenti di più di cinquanta musei.

Le sue pubblicazioni monografiche includono Look at me like you love me (MACK, 2022), finalista all’Aperture-Paris Photo Photobook Awards, To Survive on This Shore: Photographs and Interviews with Transgender and Gender Nonconforming Older Adults (Kehrer Verlag, 2018) e Every Breath We Drew (Daylight Books, 2015), grazie alle quali Dugan ha ottenuto il Pollock-Krasner Foundation Grant,  un riconoscimento ICP Infinity Award e la nomina di LGBT Artist Champion of Change dalla Obama White House.

INFORMAZIONI

Orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica: aperto dalle 9,30 alle 19,30; giovedì: aperto dalle 9,30 alle 22,30; lunedì: chiuso; ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.

TARIFFE

Dal 17 maggio al 29 maggio 2025 e dal 6 ottobre al 19 ottobre (ingresso Manzoni 10):

  • Ingresso intero 5 euro, ridotto 3 euro, gratuità per clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo e under 26; gratuità per convenzionati, scuole, minori di 18 anni e prima domenica del mese.

Dal 30 maggio al 5 ottobre 2025 (ingresso Piazza della Scala, 6):

  • Ingresso intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridotto speciale 5 euro per clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo e under 26; gratuità per convenzionati, scuole, minori di 18 anni e prima domenica del mese.

PRENOTAZIONI

http://www.gallerieditalia.com, milano@gallerieditalia.com, Numero Verde 800.167619

L’ITALIA E’ PIU’ BLU: AUMENTANO A 246 I LIDI PREMIATI CON LE “BANDIERE”. IN TESTA LIGURIA, PUGLIA E CALABRIA

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Con 246 Comuni rivieraschi, rispetto ai 236 del 2025, l’Italia conquista 10 Bandiere Blu in più rispetto all’anno scorso. Il riconoscimento ambientale, assegnato dalla Foundation for environmental education (Fee), attesta l’eccellenza delle condizioni del nostro mare negli ultimi quattro anni, l’efficienza della depurazione e della gestione dei rifiuti e nel complesso del territorio (in alto, una spiaggia di Ugento, in provincia di Legge – Puglia)

Ai lidi comunali, si aggiungono 84 approdi turistici (81), per complessive 487 spiagge che corrispondono a circa l’11,5% di tutti quelli premiati a livello mondiale. I litorali dei laghi scendono invece a 22, con un Comune in meno.

Sono 15 in totale le “new entry” che si aggiungono all’elenco dell’anno scorso, a fronte di cinque uscite. In dettaglio, la Liguria perde una bandiera e ottiene 33 località; la Puglia sale a 27 con 3 nuovi ingressi; poi c’è la Calabria con 23 Bandiere Blu che conquista tre vessilli in più.

Una spiaggia della Maremma – Toscana) (foto di Giovanna Nuvoletti – per gentile concessione dell’autrice)

Ecco l’elenco completo delle nuove Bandiere Blu Fee italiane: Torino di Sangro (Abruzzo), Cariati (Calabria), Corigliano Rossano (Calabria), Cropani (Calabria), Sapri (Campania), Cattolica (Emilia-Romagna), Formia (Lazio), Campofilone (Marche), Castrignano del Capo (Puglia), Margherita di Savoia (Puglia), Pulsano (Puglia), San Teodoro (Sardegna), Messina (Sicilia), Nizza di Sicilia (Sicilia), Marciana Marina (Toscana). Questi i cinque Comuni non riconfermati: Capaccio Paestum (Campania), Ceriale (Liguria), San Maurizio d’Opaglio (Piemonte), Ispica (Sicilia) e Lipari (Sicilia). I cinque Comuni non riconfermati sono Capaccio Paestum (Campania), Ceriale (Liguria), San Maurizio d’Opaglio (Piemonte), Ispica (Sicilia) e Lipari (Sicilia).

Il lago di San Maurizio d’Opaglio, in provincia di Novara (Piemonte)

La Bandiera Blu viene assegnata in base ai 32 criteri del Programma che vengono aggiornati periodicamente, in modo da indurre i Comuni partecipanti a impegnarsi per risolvere, e migliorare nel tempo, le problematiche relative alla gestione del territorio. Lo scopo è quello di favorire un’attenta salvaguardia dell’ambiente, come spiega la Fee Italia.

“Quest’anno – afferma Claudio Mazza, presidente della stessa Fondazione – abbiamo chiesto alle Amministrazioni comunali di redigere e presentare un Piano di Azione per la Sostenibilità, con le attività realizzate e programmate nel triennio 2025-2027”. Gli obiettivi individuati per il prossimo triennio, sono cinque: mobilità sostenibile; città e comunità sostenibili; vita sulla terra; vita sott’acqua; lotta contro il cambiamento climatico.

Uno stabilimento balneare, sulla riviera toscana

Se l’Italia diventa “più blu” per la qualità del mare, altrettanto non si può dire per la situazione generale delle spiagge. Resta ancora aperta – come Amate Sponde ha già riferito (https://www.amatesponde.it/caos-spiagge/ ) – la vertenza sulle concessioni balneari. Il governo Meloni le ha prorogate fino al 2027, ma il Consiglio di Stato ha ribadito invece che vanno indette le gare a livello europeo. Tra cause e ricorsi, già s’annuncia perciò un caos nel corso dell’estate ormai imminente.

 

 

UN LIBRO A CURA DI ALDO GRASSO RACCONTA L’IMPEGNO SOCIALE DI INTESA SANPAOLO IN 6 PAROLE CHIAVE

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Futuro, Fragilità, Cura, Persona, Nido e Metamorfosi sono le sei parole chiave che guidano il racconto del volume “Nessuno Escluso”, curato da Aldo Grasso (Editore Allemandi), in uscita il 27 maggio dopo la presentazione in anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino: storie vere di inclusione sociale resa possibile da Intesa Sanpaolo e dalla sua collaborazione con istituzioni, organizzazioni del terzo settore, imprese e comunità per realizzare progetti di equità sociale.

La Casa di Oz, a Torino, per bambini e ragazzi fragili

Il libro riporta alcune fra le più esemplari iniziative in ambito sociale realizzate dal Gruppo guidato dal CEO Carlo Messina, attraverso testimonianze che danno voce sia a chi ha progettato e realizzato questi interventi, sia a chi ne ha beneficiato. Ne emerge un ritratto che parla di un approccio autentico, serio e determinato alla riduzione dei divari. Formazione, lavoro, accesso alla salute, legalità, povertà primarie nel nostro Paese sono gli ambiti in cui muove la Banca attraverso un’area di governo dedicata al Social Impact.

Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo

Obiettivo del volume è anche diffondere consapevolezza e sensibilità presso cittadini, imprese, istituzioni e possibili beneficiari rispetto alla dignità delle persone e alla speranza in un futuro diverso. Il titolo del volume riprende l’evento “Nessuno escluso. Crescere insieme in un Paese più equo. L’impegno di Intesa Sanpaolo” dell’ottobre 2023 che ha confermato un contributo alla società senza eguali in Italia.

LE PAROLE CHIAVE E I PROGETTI RACCONTATI

FUTURO – Giovani e Lavoro: il futuro del lavoro per i giovani

“Giovani e Lavoro” di Intesa Sanpaolo offre percorsi formativi destinati a giovani disoccupati in funzione dell’esigenza precisa di aziende clienti. Oltre 4.850 ragazzi hanno partecipato ai corsi, con un tasso di occupazione dell’84%. Più di 2.480 aziende sono state coinvolte.

Progetto Emmaus

FRAGILITÀ Futura: trasformare la fragilità in forza

Il progetto “Futura”, realizzato da Intesa Sanpaolo con Save the Children, Forum Disuguaglianze e Diversità e Yolk offre oltre 300 ragazze e giovani donne piani formativi personalizzati per farle partire o ripartire sia nei percorsi scolastici che in quelli lavorativi, superando i difficili contesti da cui provengono.

CURA – Aiutare chi Aiuta: un sostegno alle nuove fragilità

Con il programma “Aiutare chi Aiuta: Un Sostegno alle Nuove Fragilità”, Intesa Sanpaolo, con il supporto di Caritas Italiana e delle Diocesi, si propone di fornire assistenza immediata a chi ha bisogno, anche costruendo una rete di solidarietà capace di sostenere le persone nel lungo termine, garantendo loro sia beni essenziali, sia percorsi di socializzazione per animare le comunità.

PERSONA Cibo e Riparo

Dal 2018 al 2024, con il programma “Cibo e Riparo per le Persone in Difficoltà”, Intesa Sanpaolo ha realizzato circa 81 milioni di interventi a favore delle persone in difficoltà, offrendo pasti, posti letto, farmaci e indumenti attraverso una solida partnership con il Banco Alimentare, con il Banco Farmaceutico e con molti altri soggetti del Terzo settore dedicati a rispondere ai bisogni primari. Il programma ha permesso di creare infrastrutture di relazioni affidabili e sostenibili per ridurre esclusione e povertà.

La cucina dell’Orto sociale

NIDO – Programma Intesa Sanpaolo per Bambini Lungodegenti

In collaborazione con l’Associazione Italiana di Emato-Oncologia Pediatrica (AIEOP), il Programma “Intesa Sanpaolo per Bambini Lungodegenti” offre gratuitamente servizi nido presso ospedali italiani ai bambini tra 0 e 3 anni affetti da patologie onco-ematologiche. L’obiettivo è far superare l’isolamento sociale e psicologico ai bambini lungodegenti e dare sollievo alle famiglie. Dal 2019 il programma ha coinvolto oltre 780 bambini in otto ospedali pediatrici in Italia.

La palestra di Bebe Vio, a Roma

METAMORFOSI – Ri-Pescato: dal mercato illegale al mercato solidale

Il progetto “Ri-Pescato: Dal Mercato Illegale al Mercato Solidale” ideato da Intesa Sanpaolo con il coinvolgimento di attori pubblici, privati e del Terzo Settore, si basa sulla trasformazione del pescato di frodo sequestrato dalle Autorità in risorse alimentari destinate a chi versa in situazioni di precarietà. Un’azione che permette di rigenerare l’illegalità a favore di chi ha bisogno, salvaguardando l’ambiente marino e sostenendo le economie locali.

IN MOSTRA A ROMA E MILANO LE FOTO DI MARIO GIACOMELLI: 300 STAMPE MOLTE INEDITE E MAI ESPOSTE

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In occasione del centenario della nascita di Mario Giacomelli, l’Archivio Giacomelli ha promosso una serie di iniziative per celebrare l’eredità artistica e culturale di uno dei più grandi maestri della fotografia italiana. Il cuore delle celebrazioni sarà un importante progetto espositivo che si svolgerà simultaneamente a Roma, presso il Palazzo Esposizioni (nella foto in alto) dal 20 maggio al 3 agosto; e a Milano, a Palazzo Reale dal 22 maggio al 7 settembre, offrendo due percorsi complementari che approfondiranno le molteplici sfaccettature del lavoro di Giacomelli.

Curato da Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli, il progetto espositivo proporrà una vasta selezione dell’intera opera fotografica del maestro, sottolineandone la straordinaria capacità di attraversare e contaminare diverse discipline artistiche. Entrambe le mostre saranno composte da circa 300 stampe originali, molte delle quali inedite e mai esposte.

A Roma, il focus sarà sulle relazioni tra l’opera di Giacomelli e le arti visive contemporanee. Milano, invece, dedicherà la mostra al profondo legame di Giacomelli con la poesia, evidenziando come la sua ricerca si intrecci con l’universo lirico, trasformando l’immagine in una forma di narrazione poetica.

La mostra a Palazzo Esposizioni Roma Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, si sviluppa come un percorso attraverso diverse stanze tematiche, proponendo una serie di dialoghi tra l’opera di cinque grandi maestri dell’arte e della fotografia contemporanea, Afro Basaldella Alberto Burri, Jannis Kounellis, Enzo Cucchi, Roger Ballen, e alcune serie fotografiche di Mario Giacomelli.

Al cuore del percorso espositivo, si trova una sala interamente dedicata alla celebre serie Io non ho mani che mi accarezzino il volto (1961-1963), che, nei primi anni Sessanta, ha consacrato Mario Giacomelli sulla scena internazionale. Concepita come una vera e propria installazione, la sala restituisce l’energia e il movimento circolare che animano la serie, esaltandone la dimensione performativa. Le immagini dei giovani seminaristi, sospese tra gioco e spiritualità, si fanno pura poesia visiva, capaci ancora oggi di emozionare e coinvolgere lo spettatore con la loro intensità senza tempo.

Palazzo Esposizioni Roma
via Nazionale 194
00184 Roma

tel. +39 06 696271

palazzoesposizioniroma.it

Il servizio di risposta via mail è attivo dal lunedi al venerdì dalle ore 9:30 alle 17.

 

Orari di apertura

Lunedì chiuso
Martedì 10:00__20:00
Mercoledì 10:00__20:00
Giovedì 10:00__20:00
Venerdì 10:00__20:00
Sabato 10:00__20:00
Domenica 10:00__20:00


L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura.

UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO: “LEGAMBIENTE” PREVEDE 250 KM DI RETE IN PIU’ (5,4 MLD)

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Arriva il tram. O meglio, ritorna. Questo mezzo di trasporto urbano – elettrico, sostenibile ed efficiente – si accinge a vivere una nuova stagione in Italia, e in molte città dell’Unione europea, secondo un ampio e documentato Rapporto di Legambiente. “A Streetcar named desire”, un tram chiamato desiderio, s’intitolava un celebre film del 1951 diretto da Elia Kazan e interpretato da Marlon Brando e Vivien Leigh, tratto da una pièce teatrale con cui Tennessee Williams aveva vinto il Premio Pulitzer nel 1948. E si chiamava desiderio perché venne accusato di essere una rappresentazione lasciva delle pulsioni carnali, considerata fuori luogo per i costumi dell’epoca (nella foto sotto, il manifesto originale e una scena in bianco e nero).

Ma oggi il tram non è più un “oggetto oscuro” del desiderio. Anzi, è un mezzo pubblico che sta tornando di moda, ai tempi della crisi energetica e della transizione ecologica. Sono 250 chilometri di rete in costruzione che si aggiungeranno agli attuali 397,4, riducendo il gap con gli altri grandi Paesi europei: la Germania ne ha 2.044,5 e la Francia ne ha 878,2. Seguono Spagna e Regno Unito, rispettivamente con 302,8 e 256,6. E in Portogallo, dove i chilometri sono 31 a Lisbona, il tram è anche un motivo di richiamo turistico a cominciare dal mitico “28” che attraversa la Capitale da un capo all’altro (nella foto sotto).

I progetti in cantiere nel nostro Paese ammontano complessivamente a 5,4 miliardi di euro. Provengono in buona parte dai fondi europei del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), anche se al momento – a causa dei ritardi di esecuzione – prevale l’incertezza in vista della scadenza del 2026 stabilita dall’Ue. Le città interessate all’estensione della rete tranviaria sono, nell’ordine: Palermo con 64,2 nuovi chilometri, Milano (35,9), Roma (34,2) Bologna (23,4), Padova (30,3), Firenze (25), Bergamo e Brescia (entrambe con 23,2), Cagliari (6,), Napoli (4,1) e Sassari (2,2).

Nel Rapporto, curato da Roberto Scacchi, responsabile nazionale mobilità di Legambiente; Simone Nuglio, coordinatore ufficio nazionale mobilità dell’Associazione; Giulia Verboso, ufficio nazionale mobilità; Amedeo Trolese, responsabile mobilità Lazio; e Gabriele Nanni, Ufficio Scientifico, si legge: “Un tempo i tram erano un pilastro del trasporto di massa nelle città europee. Oggi, questa ‘vecchia idea’ sembra essere un’ottima soluzione ai nuovi problemi. Nelle città europee, una nuova generazione di tram migliora la vita dei cittadini e la sostenibilità degli spostamenti”. A Firenze, per esempio, nel 2024 i passeggeri sono stati più di 39 milioni.

Si tratta, insomma di “una scelta che si sta dimostrando strategica ed efficace, non solo nel ridurre il traffico e la congestione assorbendo una buona quota di domanda di mobilità, ma anche nell’abbattimento dell’inquinamento atmosferico che soffoca le città”. Secondo gli esperti di Legambiente, “Il tram sembra infatti essere in grado di liberare lo spazio urbano dalle automobili, riqualificando e riconnettendo interi quadranti delle città, contribuendo così ad una radicale trasformazione dello spazio urbano verso un assetto più salubre e vivibile. Una vecchia idea in grado di vincere le nuove sfide”.

Non mancano, naturalmente, le polemiche (come a Roma, in merito al tracciato) e le incognite economiche. Osservano gli autori del Rapporto: “I tram non sono la risposta all’intera domanda di mobilità urbana, ma di certo si stanno dimostrando in grado di rispondere adeguatamente alle sfide della transizione. Per questo, l’attività di policy making deve essere guidata da una visione orientata a favorire sempre e prioritariamente il trasporto pubblico, senza dimenticare la necessaria risolutezza che questa visione richiede”.

Il testo integrale del Rapporto si può consultare cliccando su questo link:

https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2025/04/Dossier-Tramvie.pdf