TICKET PER VENICELAND: IL BIGLIETTO D’INGRESSO FRA POLEMICHE E PROTESTE

TICKET PER VENICELAND: IL BIGLIETTO D’INGRESSO FRA POLEMICHE E PROTESTE

Ha avuto successo l’appello lanciato ai turisti da Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia, a non pagare il “contributo d’ingresso” nella città (5 euro), introdotto dal Comune per contenere l’afflusso di massa a partire dal 25 aprile. Era stato lui stesso a dire “questi sono pazzi!”, in polemica con il provvedimento. Nel primo giorno di sperimentazione, il ticket è stato pagato da 15.700 persone su 133mila registrate.

“Ma – scrive Leonardo Bison sul Fatto Quotidiano – il corposo sistema di controllo accessi messo in piedi dall’amministrazione, con varchi d’accesso, totem informativi e biglietterie intorno all’area della stazione e nei principali punti di sbarco, punta a creare senza dubbio un “prima” e un “dopo” nella storia della città, dove oggi vivono (ancora) 50 mila persone”. Il “contributo” resterà in vigore nel lungo ponte che arriva al 1° maggio e poi per altri 11 giorni dello stesso mese, fino al periodo estivo per un totale di 29 giornate. E si può pagare online attraverso il portale https://cda.ve.it/it/.

VENEZIA e turismo 2

Naturalmente, sulla scia di Cacciari, non sono mancate le polemiche: l’accusa principale è quella di voler trasformare la città in una “Veniceland”, cioè in una specie di parco divertimenti come Gardaland o Disneyland. Racconta ancora Bison nella sua cronaca del primo giorno: “I circa 75 steward, sparsi in 15 punti di controllo, hanno dovuto fare i conti non solo con i turisti poco informati della novità, ma anche con residenti restii a mostrare il documento e dimostrare di esserlo. Tantissima la stampa, nazionale e internazionale, presente per monitorare l’iniziativa. E qualche tensione con le forze dell’ordine quando il corteo del “no al ticket”, organizzato da attivisti per la casa, ma partecipato da centinaia di altri cittadini, molti anziani, uscendo dall’area autorizzata dalla questura (piuttosto isolata) ha occupato prima il ponte della Libertà e poi piazzale Roma, luogo d’accesso alla città, con l’obiettivo di attaccare i nuovi totem informativi: Venezia non è un circo, hanno urlato”.

Replica il sindaco Luigi Brugnaro: ““La paura del cambiamento è legittima, ma anche questa può servire per migliorare. Se però la paura blocca tutto non c’è progresso, non c’è futuro”. Il Comune della Serenissima spiega che l’introduzione del ticket punta a disincentivare l’afflusso dei visitatori e dei turisti nelle giornate festive e in quelle di punta. La città lagunare è una “bomboniera”, con i suoi canali d’acqua, i suoi ponti e le sue strette calli, i palazzi storici e le chiese. E perciò va protetta dall’assalto dei forestieri che la invadono in particolare nella buona stagione e durante i weekend. Un turismo più sostenibile, insomma.

Le 29 giornate con il bollino nero sono indicate sul sito, attraverso il quale si può anche versare in anticipo il prezzo del biglietto. Dovranno pagarlo tutte le persone al di sopra dei 14 anni di età, che entrano a Venezia “con qualsiasi vettore”: treno, aereo, bus, auto, moto o imbarcazione, compresi i turisti che scendono dalle navi da crociera dopo aver attraversato la laguna e attraccato al porto della Serenissima. E chi non lo paga, rischia una sanzione da 50 a 300 euro oltre al prezzo del biglietto. Sono esclusi dalla tassa d’ingresso coloro che vi pernottano almeno due notti.

VENEZIA Grandi Navi 1

L’obiettivo, insomma, è quello di frenare il turismo “mordi e fuggi” che mette a repentaglio la salvaguardia di questo patrimonio storico e artico, proteggendo anche la vita dei cittadini residenti: si calcola che vadano via più di mille abitanti all’anno. Non verranno installati, però, i famigerati tornelli per controllare il numero dei visitatori: nelle due aree di accesso alla città – la Stazione ferroviaria e Piazzale Roma – saranno gli steward a verificare le prenotazioni e le credenziali.

Non si tratta, dunque, di un vero e proprio “numero chiuso”. Ma piuttosto di un numero per così dire programmato, per regolare e disciplinare gli ingressi giornalieri. Un intervento forse necessario che, però, comporta il rischio di trasformare Venezia in un museo a cielo aperto, riducendo le visite last minute.

VENEZIA e turismo 1

Una soluzione analoga viene invocata per l’isola di Capri (nella foto sotto, la famosa Piazzetta). A differenza di quanto avviene per Ischia e per Procida, destinazioni che si possono raggiungere con un ticket pagato online per salire sul traghetto, per sbarcare nell’isola più famosa del Golfo di Napoli finora bisogna passare fisicamente per il molo Beverello. E perciò gli albergatori hanno protestato, denunciando una discriminazione ai danni della loro isola e delle loro strutture.

CAPRI e turisti

E intanto nelle isole Canarie, l’arcipelago spagnolo al largo della costa nord-occidentale dell’Africa, 15mila persone convocate dalle associazioni ecologiste sono scese in piazza per manifestare contro l’invasione del turismo di massa. A cominciare da Tenerife che è la più grande, con una popolazione di quasi un milione di abitanti su un’area di poco più di duemila chilometri quadrati. Canarias tiene un limite! è il grido della protesta.

Che cosa ne pensate? Siete favorevoli o no all’introduzione del ticket per Venezia e per Capri? Oppure, solo per Venezia? È giusto far pagare il biglietto per entrare nelle Serenissima?

Chi vuole intervenire ed esprimere il proprio parere, può scrivere il suo commento sulla pagina Facebook di Amate Sponde; oppure inviarlo direttamente per posta elettronica all’indirizzo del sito: info@valemedia.it Sarà un sondaggio volante per raccogliere e confrontare le opinioni dei nostri follower.

 

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