PER CHI SUONANO OGGI LE CAMPANE DELLE NOSTRE CHIESE: POLEMICHE DA NORD A SUD

PER CHI SUONANO OGGI LE CAMPANE DELLE NOSTRE CHIESE: POLEMICHE DA NORD A SUD

In altri tempi, la notiziola avrebbe meritato una di quelle “brevi”, come si chiamavano una volta, che riassumevano in poche righe un fatto curioso o insolito, arricchendo le pagine dei giornali, attirando i lettori e insegnando fra l’altro a scrivere ai giovani praticanti. Ma questa, nel tritacarne quotidiano dell’informazione, è stata generalmente ignorata o, forse, rimossa. La notizia è che a Caltanisetta l’intero quartiere di San Giuseppe s’è ribellato al parroco perché ha deciso di aumentare e intensificare i rintocchi delle campane di cui è dotata la sua chiesa, stretta fra i palazzi abitati (nella foto sopra): tanto da meritare un esposto denuncia per disturbo della quiete pubblica.

Non c’è bisogno di essere anticlericali per riconoscere che la questione non riguarda – come si suol dire – il sesso degli angeli. E, anche da credenti e praticanti, si può ammettere rispettosamente che il problema esiste: nei paesi, nelle località di villeggiatura e pure nelle città, grandi o piccole che siano. Anzi, nelle nostre giungle urbane fatte di asfalto e cemento, spesso quei rintocchi risuonano e rimbombano ancor più fra le quinte dei palazzi.

CAMPANE foto 3

Ai tempi della civiltà contadina, le campane servivano a richiamare la gente dalla campagna e ad avvertire i fedeli che stava per iniziare la messa o un’altra funzione religiosa. Erano un segnale, lanciavano un messaggio. Ma oggi, in piena società della comunicazione dominata dai pc e dai telefonini, sono ancora necessarie le campane per avvisare che in chiesa sta per cominciare una celebrazione? E, piuttosto, quanti credenti o miscredenti vengono svegliati, scossi o riscossi dal suono delle campane, soprattutto nelle prime ore del mattino, magari la domenica o nei giorni di vacanza?

Senza arrivare alla denuncia per disturbo della quiete pubblica, basterebbe attenuare la potenza o il numero dei rintocchi, in modo da non provocare reazioni avverse. O magari, in qualche caso particolare, rinunciare al rito delle campane: tanto più che ormai sono per la maggior parte a comando elettronico e vengono programmate da remoto. Chi vuole andare a messa, sa già a che ora si celebra o può informarsi via internet.

CAMPANE foto 2

Un modo democratico per risolvere la questione in maniera civile l’ha adottato, per esempio, don Paolo Boschini di Sant’Annapelago, una frazione di Pievepelago, in provincia di Modena. Il sacerdote ha pensato bene di ricorrere a un referendum sull’uso delle campane, in particolare di notte. La consultazione popolare era stata indetta su richiesta degli abitanti delle case di fronte alla chiesa. Ma qui il risultato è stato sorprendente: su 80 votanti, 11 si sono dichiarati favorevoli a zittire le campane nelle ore notturne, 68 contrari e un astenuto.

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