AMBIENTE, 6 PRIORITA’ SECONDO IL NEO-MINISTRO DELLA TRANSIZIONE

AMBIENTE, 6 PRIORITA’ SECONDO IL NEO-MINISTRO DELLA TRANSIZIONE

Sono 6 le priorità per l’Ambiente, secondo il neo-ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, fisico, scienziato e manager che opportunamente accorperà anche le competenza sull’Energia, amministrando – secondo le direttive dell’Unione europea – il 37% dei 209 miliardi complessivi di euro destinati all’Italia dal Recovery Fund (circa 70 miliardi). Ecco la lista degli obiettivi principali che lo stesso ministro illustra ai lettori della sua rubrica su “Green & Blue”, riassunti in altrettanti titoli, sospendendo la collaborazione a causa dei nuovi impegni di governo:

  • L’intelligenza globale ci salverà
  • Valutare in anticipo gli effetti collaterali dell’innovazione
  • Energia: urgente la transizione verso le rinnovabili
  • Un nuovo modello per le città
  • Effetto serra: applicare subito gli Accordi di Parigi
  • L’insostenibile pesantezza dell’aria

Il perno di questa articolata strategia della sostenibilità per il nostro futuro ecologico è evidentemente la “questione energetica”: cioè il passaggio dallo sfruttamento delle fonti fossili inquinanti (come il carbone e il petrolio) all’utilizzo di quelle alternative, “pulite” e rinnovabili (come l’eolico e il fotovoltaico, vento e sole). Intorno a questo tema centrale, s’intrecciano problemi economici, sociali e sanitari.

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“Ogni anno – ricorda il ministro – l’inquinamento dell’aria causa tra i sei e i sette milioni di decessi nel mondo: poco più della metà di queste morti, tra i 2,4 e i 3,8 milioni, si concentra nelle zone sottosviluppate del pianeta ed è dovuta all’inquinamento degli ambienti casalinghi, dove la penuria di carburanti puliti costringe l’uomo a utilizzare materiali nocivi per cucinare e riscaldarsi.  Le altre vittime, invece, sono il frutto di inquinamento atmosferico esterno, dovuto, tra le altre cause, all’uso di fertilizzanti chimici e ai problemi connessi all’urbanizzazione massiccia, inclusi il traffico, la carente gestione dei rifiuti e la concentrazione produttiva. Secondo le Nazioni Unite, la perdita di benessere globale dovuta all’inquinamento dell’aria ammonta a 5.100 miliardi di dollari, pari a circa il 6,6% del Pil mondiale”.

Da qui, appunto, la necessità e l’urgenza di passare alle fonti rinnovabili nella produzione di energia, dall’industria ai trasporti e agli usi domestici. Sono i gioco il riscaldamento globale del pianeta, provocato dall’effetto serra; la salute collettiva del genere umano; la riduzione delle disuguaglianze fra Paesi ricchi e Paesi poveri. Occorre, perciò, una maggiore consapevolezza da parte di tutti, Stati e cittadini, come la dura lezione della pandemia prodotta dal Covid-19 sta purtroppo dimostrando (nella foto qui sotto, la drammatica immagine dell’ospedale di Bergamo nella prima ondata del coronavirus).

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Avverte il ministro Cingolani: “Negli ultimi decenni, il modello energetico di Sapiens, che è stato la forza propulsiva del suo sviluppo, è diventato una fonte di insostenibilità ambientale e sociale, scavando un solco di disuguaglianza tra le nazioni, portando al riscaldamento del pianeta e all’inquinamento della sua atmosfera. La finestra di opportunità per intervenire si sta riducendo: per riavvolgere il nastro è necessario cominciare già oggi una transizione energetica verso fonti rinnovabili. Più aspetteremo, maggiore sarà il colpo di frusta della frenata”.

Il testo integrale della lettera si può consultare a questo link:

https://www.greenandblue.it/argomenti/Sapiens

 

 

 

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