La crescita sostenibile è sempre più al centro dei progetti di sviluppo della Unicalce, azienda di Lecco, principale produttore italiano di calce calcica, dolomitica e prodotti derivati con 11 stabilimenti su tutto il territorio nazionale. Una mission che ora si rafforza grazie al finanziamento di 10 milioni di euro erogato da Intesa Sanpaolo, nell’ambito dell’impegno del Gruppo bancario per accompagnare le imprese nella transizione ambientale e dare supporto agli investimenti legati al PNRR. Con queste nuove risorse, Unicalce mira a promuovere sostenibilità e innovazione tramite significativi investimenti per il risparmio energetico, l’utilizzo di combustibili ed energia da fonti rinnovabili e circolari, lo sviluppo di nuovi prodotti con ridotta impronta carbonica.
Intesa Sanpaolo ritiene fondamentale sostenere lo sviluppo di un’economia sostenibile, riconoscendo la rilevanza degli investimenti che vengono inquadrati nei tre criteri ESG. In questa ottica, il Gruppo ha messo a disposizione uno specifico finanziamento denominato S-Loan, in cui rientra l’erogazione a Unicalce, ideato per accompagnare gli sforzi delle imprese nella direzione di una maggiore sostenibilità sotto il profilo ambientale, sociale e di governance. Una tipologia di finanziamento che sostiene le esigenze del tessuto produttivo con condizioni dedicate agevolate, grazie alle riduzioni di tasso che saranno riconosciute al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento in ambito ESG.
Dichiara Luca Negri, Direttore Generale Unicalce: “In continuità con il nostro piano industriale, questo finanziamento contribuirà agli investimenti legati alla decarbonizzazione e digitalizzazione dei nostri processi”.
Commenta Daniele Pastore, Direttore Regionale Lombardia Nord Intesa Sanpaolo: “Questo finanziamento accompagna Unicalce nello sviluppo di un modello di economia circolare efficiente in grado di garantire una gestione virtuosa dell’energia e a basso impatto ambientale. Per le nostre imprese la sostenibilità è un asset irrinunciabile e Intesa Sanpaolo mette a disposizione tutte le risorse e gli strumenti necessari per sostenerne i piani di sviluppo volti a cogliere le opportunità presenti e di lungo periodo. A oggi, nell’ambito delle specifiche linee di finanziamento S-Loan e Circular Economy, abbiamo erogato alle imprese lombarde oltre 2 miliardi di euro per investimenti con obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale”.
In base a un’analisi sui dati di 750mila società italiane di capitali – elaborata dal Cerved, la società informatica di gestione fondata nel 1973 – sono 73mila le aziende più “esposte” al rischio climatico e agli eventi estremi. Lo riferisce Luca Orlando in un ampio articolo pubblicato sul Sole 24 Ore. E perciò queste imprese dovranno sostenere investimenti aggiuntivi per 226 miliardi di euro per decarbonizzarsi e raggiungere l’obiettivo “zero emissioni” entro il 2050.
Il rischio – come spiega lo stesso giornalista – attiene a due aspetti distinti, ma collegati fra loro: il rischio di transizione e quello ambientale. Il primo, relativo alla transizione energetica ed ecologica, riguarda gli investimenti e le relative risorse necessarie per un processo di aggiustamento verso un’economia a basse emissioni di carbonio. L’altro rischio misura il livello del potenziale impatto delle attività di ciascun settore sull’ambiente, a prescindere dalle eventuali azioni di mitigazione adottate in quattro ambiti: biodiversità, inquinamento, produzione dei rifiuti e consumo di risorse idriche.
Un impianto di raffinazione e produzione del settore OIL&GAS
Le aziende più esposte alle catastrofi provocate dal rischio climatico sono, nell’ordine, quelle del comparto Oil&Gas, sia nell’estrazione e produzione sia nella raffinazione e nel commercio. Seguono quelle che operano nella produzione di energia; quelle del cemento, del ferro e dell’acciaio; dei materiali da costruzione e nell’agricoltura. Quindi l’automotive, la chimica, il sistema moda, i trasporti e la logistica. Tutte insieme cumulano debiti complessivi per 207 miliardi di euro.
In media, secondo le stime del Cerved, ciascuna di queste aziende dovrebbe spendere oltre tre milioni di euro per arrivare al “net zero”. Ma soltanto 15 milia imprese (il 21,4% del cluster) sarebbe in grado di sostenere questi oneri, indebitandosi per 46 miliardi senza compromettere i propri bilanci. Dichiara al Sole 24 Ore il presidente esecutivo della società informatica, Carlo Purassanta: “Solo un’azienda su cinque è oggi in grado di coniugare sostenibilità e competitività, mantenendo la propria stabilità finanziaria”.
La quota maggiore degli investimenti aggiuntivi spetta all’Oil&Gas per oltre 122 miliardi (di cui 58,6 per exploration&production e 63,5 per refining&marketing). Al secondo posto, c’è il settore della produzione di energia con 74,7 miliardi. E quindi, trasporti e logistica (13 miliardi), ferro e acciaio (7,3), cemento (4) materiali da costruzione (1,8) e chimica (1,35). Ma, conclude l’articolo Orlando, “se in media solo il 21% del campione ha al momento margini gestibili per debiti aggiuntivi, è l’agricoltura il settore più a rischio, con una quota di aziende in sicurezza pari solo al 13%”.
L’alluvione in Emilia Romagna
È chiaro, dunque, che per non pregiudicare la tenuta di queste aziende, e di conseguenza i rispettivi livelli occupazionali, occorre una politica industriale nazionale improntata alla transizione ecologica e al contrasto dei cambiamenti climatici. Dato che la maggior parte delle imprese – a cominciare da un settore fondamentale per la filiera alimentare com’è l’agricoltura – non possono sostenere da sole tali investimenti, spetta al governo assumere la guida di questa trasformazione e sostenerla nell’interesse generale. Si tratta di comparti strategici per l’economia e per l’intera società. Sappiamo ormai tutti per esperienza, diretta o indiretta, che gli “eventi estremi” – piogge torrenziali, alluvioni, frane, smottamenti e quant’altro – sono purtroppo all’ordine del giorno e non possono essere più catalogati come “calamità naturali”.
Un recente rapporto di Legambiente registra un notevole aumento degli eventi meteo avversi in Italia: nel corso del 2024 se ne sono verificati 351, con un incremento del 485% negli ultimi dieci anni rispetto al 2015. Mentre – secondo il Wwf – gli eventi climatici estremi dall’inizio dell’anno sono stati complessivamente 1.899, di cui 212 tornado, 1.023 nubifragi e 664 grandinate, come attesta l’Osservatorio ANBIsulle risorse idriche, con tre alluvioni disastrose in Emila Romagna.
Intesa Sanpaolo è l’unica banca in Italia, la prima in Europa e seconda al mondo, tra le 100 società quotate più sostenibili al mondo, secondo la classifica di Corporate Knights, società leader nel settore dei media e della ricerca sui temi dell’economia sostenibile. In occasione del World Economic Forum di Davos, sono stati presentati i risultati di un’analisi che quest’anno ha valutato e messo a confronto circa 8.400 grandi aziende globali quotate in Borsa.
La classifica prende in esame le aziende con almeno un miliardo di dollari di fatturato, valutate sulla base di 25 indicatori di performance relativi a gestione del personale e delle risorse, gestione finanziaria, ricavi e investimenti sostenibili, fornitori. Vengono incluse solo le aziende che individuano nelle soluzioni sostenibili una parte fondamentale della propria offerta commerciale e che stanziano investimenti significativi per ridurre le proprie emissioni di carbonio.
Le 100 società individuate compongono il Corporate Knights Global 100 Index. Intesa Sanpaolo si è confermata tra i gruppi più attivi al mondo per lo sviluppo sostenibile: un risultato che riflette l’impegno del Gruppo rafforzato nell’ambito del Piano d’impresa 2022-2025, che prevede un posizionamento ai vertici mondiali per impatto sociale e un grande focus sul clima.
A fine 2024 l’impegno nella sostenibilità aveva già portato alla riconferma di Intesa Sanpaolo – unica banca italiana – nei Dow Jones Sustainability Indices (World e Europe).
Per un totale di 25 milioni di euro, Intesa Sanpaolo (nella foto in alto, la sedemilanese della Banca, illuminata con il tricolore) finanzierà i progetti di Vitali S.p.A. Società Benefit, leader in Italia nel settore delle infrastrutture e dello sviluppo urbano, imperniati sulla sostenibilità e sull’innovazione. Il programma dell’azienda di Peschiera Borromeo (Milano) è finalizzato alla produzione di energia da fonti rinnovabili, alla realizzazione di immobili green nel segmento digital e al rinnovamento del parco mezzi funzionali alla crescita del business.
L’operazione s’inserisce nell’ambito dell’impegno del Gruppo bancario per accompagnare le imprese nella transizione ambientale e dare supporto agli investimenti legati al PNRR. Finora, Intesa Sanpaolo ha erogato oltre 2 miliardi alle imprese lombarde per investimenti nel campo della sostenibilità ambientale, energetica e sociale.
Carlo Messina, consigliere delegato e CEO di Intesa Sanpaolo
La Banca, guidata dal consigliere delegato e Ceo Carlo Messina, ritiene fondamentale promuovere lo sviluppo di un’economia sostenibile, riconoscendo la rilevanza degli investimenti che vengono inquadrati nei tre criteri ESG (Environmental, Social, Governance). In questa ottica, il Gruppo ha messo a disposizione uno specifico finanziamento denominato S-Loan, in cui rientra quello a Vitali S.p.A. SB, per accompagnare gli sforzi delle imprese nella direzione di una maggiore sostenibilità sotto questi profili. Una tipologia di finanziamento che sostiene le esigenze del tessuto produttivo con condizioni dedicate agevolate, grazie alle riduzioni di tasso che saranno riconosciute al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento in ambito ESG.
Dichiara l’amministratore delegato di Vitali SB, Alesio Parolari: “La nostraè un’azienda di sviluppo e costruzione, verticalmente integrata, che opera nei settori delle infrastrutture – autostrade, aeroporti, energie rinnovabili ed infrastrutture digitali – e dello sviluppo urbano su larga scala. Con un backlog consolidato di circa dieci volte il fatturato, l’azienda ha come obiettivo di raddoppiare il fatturato nell’arco del prossimo triennio, accrescendo le risorse interne in ambito ingegneristico e mantenendo l’attenzione che ci ha sempre contraddistinto verso la redditività e la sostenibilità sociale e ambientale”.
Commenta Daniele Pastore, Direttore Regionale Lombardia Nord Intesa Sanpaolo: “Nel nostro ruolo di banca di riferimento per la crescita del territorio, c’è la volontà di promuovere gli investimenti per lo sviluppo e la competitività delle nostre imprese, con un’attenzione particolare alla sostenibilità come nel caso dell’azienda Vitali SB. Mettiamo a disposizione delle imprese risorse finanziarie e strumenti utili per cogliere le opportunità offerte dalle grandi trasformazioni in atto, dalla Transizione 5.0 a quella energetica e digitale fino alle ricadute del PNRR”.
È accertato ormai che il 2024 è stato l’anno più caldo della storia: o quantomeno, dal 1850 quando iniziarono le rilevazioni scientifiche sul clima. Lo attestano e lo documentano tutti i report ufficiali, a cominciare da Copernicus, il servizio meteo dell’Unione europea. E da questo punto di vista il 2025 non comincia, purtroppo, sotto un segno migliore (in alto, foto da “Green Me”).
Al di 10 di gennaio, si registra finora il 63% in meno di neve rispetto alla media 2011-2023. In pratica, la metà rispetto all’anno scorso. L’allarme è stato lanciato dal Sole 24 Ore, il quotidiano della Confindustria, con un articolo a firma di Davide Madeddu e Luca Salvioli. Ed è – per così dire – un doppio allarme: per la stagione turistica e sciistica invernale, ma anche per quella prossima estiva. La mancanza di neve minaccia mancanza di acqua e quindi, se la situazione non cambierà nelle prossime settimane, siccità nei periodi più caldi.
Già a dicembre l’andamento delle precipitazioni nevose sull’arco alpino era stato critico. Un po’ meglio è andata sugli Appennini, anche se a causa delle temperature più calde quella che è caduta è stata – come dicono gli esperti – una “neve effimera”: cioè, una neve che non si “posa” e non costituisce una base per future nevicate.
In valori assoluti, come scrivono gli autori dell’articolo, “le ‘scorte nivali’ presenti sul territorio italiano sono pari a un miliardo e 700mila metri cubi di neve, contro i 4,6 della media 2011-2023”. L’assenza di precipitazioni sta provocando l’assenza del manto nevoso, danneggiando l’industria dello sci e delle vacanze. E questo riduce la capacità delle Alpi come “serbatoio di acqua naturale”. Aggiungono i due giornalisti: “I dati storici dimostrano che un inverno povero di neve si traduce spesso in una ridotta portata dei fiumi nei mesi estivi, aumentando il rischio di siccità”.
EPA/LAURENT GILLIERON
La situazione migliore degli Appennini non lascia ben sperare. A dicembre la neve è stata abbondante, soprattutto in Emilia-Romagna, ma s’è sciolta rapidamente. E i gestori degli impianti sciistici sono corsi ai ripari “sparando” quella artificiale che, però, a sua volta consuma acqua da congelare.
Un segnale preoccupante viene dal bacino del Tevere. Nel giro di poche settimane, il livello dell’acqua è passato dalla media stagione a -88%. Un deficit che rischia di ripercuotersi in particolare sugli approvvigionamenti idrici del Lazio. A leggere i dati, insomma, “emerge che per molte regioni italiane l’inizio di questo inverno si colloca tra i peggiori per neve al suolo dal 2011”. E le stime stagionali di Ecmwf (l’European center for Medium-range Weather Forcasts) indicano un trimestre invernale più caldo della norma in tutta l’Europa, come sulle Alpi svizzere e francesi (sotto, foto da“Torino Today”).
Ha scritto il meteorologo Luca Mercalli sul Fatto Quotidiano: “Nei giorni intorno all’Epifania correnti umide e miti da Ponente hanno portato piogge a intervalli al Nord e su parte del versante tirrenico, anche copiose in Liguria, Appennino Tosco-Emiliano, Lombardia e Nord-Est (221 mm da domenica 5 a giovedì 9 gennaio sopra Sesta Godano, La Spezia; qualche frana nel Centro-Levante ligure), e sulle Alpi ha piovuto talora fino a 2000 metri. Dell’anomalia mite non si è accorto granché chi era nei grigiori della Pianura Padana – dove per diverse notti non ha gelato – ma altrove le temperature massime sono salite fino a 21 °C a Pescara martedì 7, e a 23 °C a Catania venerdì 10. Un cambiamento è in corso, brusco ma breve: venti freddi da Nord-Est portano molta pioggia al Sud e neve in Appennino, uno dei pochi ed effimeri sussulti di un inverno finora insignificante”.
L’annuncio di una nuova siccità, insomma, incombe sulla nostra Penisola. Se le precipitazioni naturali di pioggia e di neve non aumenteranno nelle prossime settimane, e le temperature non scenderanno, ai primi caldi la mancanza d’acqua si farà sentire da Nord a Sud. Per la popolazione, per l’agricoltura e per il bestiame.
I musei di Intesa Sanpaolo propongono un ricco programma di attività e promozioni per le feste previste nel mese di marzo, dopo quella della Donna. Per il Carnevale, le Gallerie d’Italia propongono a tutte le famiglie speciali iniziative per bambini e ragazzi: laboratori, racconti e percorsi ispirati alle opere delle collezioni permanenti e delle mostre temporanee.
In occasione della Festa del Papà, mercoledì 19 marzo, i padri che accompagnano i figli potranno usufruire di una riduzione sul biglietto d’ingresso. Tutte le sedi del polo museale della Banca, a Milano, Torino, Napoli, Vicenza, Prato e Arezzo, organizzano speciali visite guidate per bambini e famiglie, per scoprire divertendosi le mostre e le collezioni permanenti.
Napoli, la mostra di Andy Warhol
NAPOLI – Prosegue la mostra, a cura di Luca Massimo Barbero, Andy Warhol. Triple Elvis. Nel percorso espositivo si può percepire l’evoluzione dell’artista americano negli anni Sessanta e nei primissimi anni Settanta attraverso tre importanti cicli grafici ineditamente esposti insieme: Marilyn, Mao Tse-Tung e Electric Chairs.
Domenica 16 marzo alle ore 11 e mercoledì 19 marzo alle ore 16 si terrà la visita con laboratorio Papà portami al museo. Il racconto delle avventure di un ragazzino, Tobia, e di suo padre Tobi, legati da un amore sincero. Un’occasione per creare un libro tattile insieme al proprio papà. Il percorso è dedicato a bambini di età compresa tra gli 6 e i 8 anni e il costo è di 4€ a persona, incluso biglietto d’ingresso.
Per tutte le attività prenotazione obbligatoria al numero verde 800.167.619 o via mail all’indirizzo napoli@gallerieditalia.com
Torino, la mostra fotografica “Spazi altri” di Olivo Barbieri
TORINO – Alle Gallerie d’Italia è da poco aperta la nuova mostra Olivo Barbieri. Spazi Altri, a cura di Corrado Benigni. Uno sguardo sulla Cina attraverso le immagini del grande fotografo Olivo Barbieri realizzate in un arco temporale di trent’anni, che colgono le polarità e i contrasti di un Paese tra nette antitesi. Fino al 15 aprile l’acquisto del catalogo di mostra, edito da Allemandi, darà diritto a un biglietto d’ingresso gratuito.
Mercoledì 19 marzo alle ore 17 è in programma la visita per famiglie Ritratti di luce. Un’attività di laboratorio dedicata alla scoperta della luce nella fotografia: dopo una visita guidata alla mostra Olivo Barbieri. Spazi Altri, le famiglie saranno accompagnate in un atelier fotografico interattivo in cui potranno creare insieme un ricordo emozionante e indelebile. L’attività è consigliata per bambini da 7 a 12 anni. Il costo è di 5€ a persona, biglietto di ingresso gratuito.
VICENZA – Alle Gallerie d’Italia è possibile ammirare in particolare la preziosa raccolta di arte veneta del Settecento. Oltre al capolavoro di Francesco Bertos la Caduta degli angeli ribelli, celebre è il corpus di dipinti di Pietro Longhi e seguaci, che raffigura la società veneziana dell’epoca in tele di piccolo formato dai colori vivaci e con un gusto spiccato per la cronaca. Inoltre, fanno parte della collezione anche straordinarie vedute – di cui si ammirano la prospettiva e le suggestioni della luce – che ritraggono Venezia e altre città dell’Italia settentrionale, realizzate da grandi maestri quali Canaletto, Luca Carlevarijs, Francesco Guardi, Michele Marieschi, Francesco Albotto, Francesco Zuccarelli.
Mercoledì 19 marzo alle ore 16 è in programma il racconto animato per famiglie Alle Gallerie con papà. Un racconto speciale per scoprire le magnifiche avventure di un papà d’eccezione, il mitico Giove, re degli dei, e conoscere da vicino le fantastiche imprese di suo figlio Ercolino. Il costo è di 5€ a persona.
Prenotazione obbligatoria al numero verde 800.167619 o all’indirizzo vicenza@gallerieditalia.com
MILANO – Fino al 16 marzo, alle Gallerie d’Italia di piazza della Scala sarà possibile visitare la mostra Il genio di Milano. Crocevia delle arti dalla Fabbrica del Duomo al Novecento, realizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in partnership con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, a cura di Marco Carminati, Fernando Mazzocca, Alessandro Morandotti e Paola Zatti.
È stata recentemente aperta al pubblico, inoltre, la mostra fotografica Enzo Sellerio. Piccola antologia siciliana, realizzata in collaborazione con l’Archivio Enzo Sellerio. A chiusura delle celebrazioni dedicate al centenario della nascita del fotografo-editore, l’esposizione, curata da Monica Maffioli e Roberta Valtorta, intende rendere un piccolo ma prezioso omaggio a uno dei più interessanti intellettuali italiani del secondo Novecento.lie Al museo con papà. Una giornata particolare da vivere insieme in museo, animando le opere d’arte con il teatro, attraverso la voce, il movimento, la gestualità e l’improvvisazione, fino alla costruzione di vere e proprie scene. L’attività è indicata per curiosi dai 5 agli 11 anni. Il costo è di 5€ a persona, escluso biglietto d’ingresso.
Per tutte le attività prenotazione consigliata al numero verde 800.167619 o via mail all’indirizzo milano@gallerieditalia.com
Arezzo, la Casa dell’Antiquariato Ivan Bruschi
PRATO E AREZZO – In occasione della giornata internazionale dei diritti della donna e della festa del papà, anche la Casa dell’Antiquariato Ivan Bruschi di Arezzo propone l’ingresso ridotto per tutte le donne sabato 8 marzo e l’ingresso ridotto per tutti i papà che accompagnano i bambini al museo mercoledì 19 marzo.
Mercoledì 19 marzo alle ore 16,30 è in programma la visita animata per famiglie Caccia al tesoro di Ivan: una caccia al tesoro da svolgere in famiglia, dove bambini e genitori insieme dovranno risolvere divertenti enigmi legati alle opere del museo, per scoprire gli indizi e completare la missione.
L’attività è gratuita, escluso biglietto d’ingresso. La prenotazione è consigliata al numero 0575 354126 o all’indirizzo e-mail info@fondazioneivanbruschi.it
Proprio alla vigilia di Natale, mentre nella Capitale e in tutte le altre città s’innalzano gli alberi delle Feste, un grande pioppo di circa 20 metri è crollato a Roma nel “Parco Livio Labor”, in zona Colli Aniene, schiacciando Francesca Ianni, una donna di 45 anni seduta su una panchina, che aveva portato i figli a giocare all’aperto. Ferita gravemente un’amica che era con lei. Sono rimasti illesi, invece, i due bimbi di 10 e 12 anni e la bimba di 7.
L’area dell’incidente (dal Messaggero)
La Procura della Repubblica indaga per omicidio colposo. Ma non è purtroppo il primo albero sradicato dal vento nella Capitale, a causa dell’incuria e dell’abbandono in cui versa gran parte del suo patrimonio verde. Era già caduto nel cuore di Villa Borghese (foto in alto, da Repubblica) e altrove, per mancanza o carenza di manutenzione. E bisogna correre subito ai ripari, prima che possa accadere ancora.
“Quell’esemplare – dichiara l’assessora all’Ambiente, Sabrina Alfonsi in un’intervista concessa a Marina de Ghantuz Cubbe per Repubblica Roma – aveva superato a settembre le verifiche visive e non presentava segni preoccupanti tanto che non era stata richiesta un’indagine immediata”. Ma, evidentemente, questo non è bastato per evitare l’incidente. E lei stessa aggiunge: “Ereditiamo una lunga fase di abbandono”, annunciando che il Comune guidato dal sindaco Roberto Gualtieri sta investendo per digitalizzare i controlli e i test di stabilità.
Sopralluogo dei Vigili urbani (da Avvenire)
Secondo la ricostruzione riferita da Valeria Costantini sul Corriere della Sera, “dai rilievi effettuati sull’albero a terra si capisce che le radici sono state tagliate presumibilmente in occasione dei lavoro stradali risalenti a più di dieci anni fa e una parte delle stesse radici risulta completamente secca”. Com’è avvenuto anche a piazza Venezia, davanti al Vittoriano, il monumentale edificio che ospita l’Altare della Patria(nella foto sotto), durante le opere in corso per realizzare la nuova stazione della metropolitana. Da allora, però, nessuno è intervenuto per evitare altre cadute degli alberi-killer. Già un anno fa, in via Donna Olimpia, era morta un’anziana signora in circostanze analoghe.
A Roma, sono stati censiti circa 340mila alberi negli spazi pubblici: finora 150mila sono stati controllati, 120mila sono stati potati. E il Comune ha ricevuto molte critiche per i troppi abbattimenti degli alberi considerati instabili. Ora gli stanziamenti sono saliti da 6 a 30 milioni di euro, avviando un accordo quadro con ditte specializzate e creando una piattaforma con sorta di “cartella clinica” per ogni albero. Nel 2025, quando tutte le piante saranno state registrate, verrà adottato un modello digitale che permetterà di simulare prove di trazione e di verificare immediatamente se l’albero è a rischio o meno.
In concomitanza con i lavori stradali, il Comune di Roma ha rivisto anche il protocollo per il taglio delle radici. E oggi dispone di due strumenti: il primo è il Regolamento del Verde che proviene dall’amministrazione precedente ed entra molto nel dettaglio. Su questa base, è stato predisposto un masterplan delle alberature stradali insieme al CREA, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria che è il principale ente pubblico in questo settore, per definire le dimensioni e la forma delle “buche” nella terra che contengono e circondano gli alberi.
Ora spetterà alla magistratura accertare eventuali colpe e responsabilità penali in questo tragico “omicidio colposo” che ha funestato la vigilia di Natale a Roma. L’inchiesta deve servire, soprattutto, a prevenire ulteriori incidenti a danno dei cittadini e dell’ambiente urbano. La cura degli alberi non può essere considerata un optional nella gestione del verde pubblico che è patrimonio dell’intera collettività.
Per i giovani dell’area di Napoli Nord, Intesa Sanpaolo ha contribuito alla nascita dell’ecosistema educativo di Casoria (Napoli), realizzato dall’Istituto Mater Dei dell’Ordine delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli di Napoli con la Regione Campania. La Banca ha sostenuto gli interventi infrastrutturali di ristrutturazione e di manutenzione straordinaria dell’immobile che ospita le nuove aule didattiche, laboratori, centri di orientamento al lavoro e sportelli di assistenza per garantire ai giovani un luogo piacevole dove stare. L’iniziativa s’inserisce nell’impegno di Intesa Sanpaolo per il sociale che destina al sociale 1,5 miliardi di euro entro il 2027 e che è parte del Piano di Impresa 2021-2025.
Un’equipe di professionisti (educatori, psicologi, orientatori, personale amministrativo) sviluppa una comunità educativa che promuove progetti di vita lontani dalla criminalità destinati ai giovani, con percorsi di istruzione e formazione professionale, attività extra scolastiche, di supporto alla genitorialità attraverso il coinvolgimento delle famiglie, orientamento al lavoro. Con l’anno scolastico 2024-25 sono avviati percorsi triennali per l’acquisizione di qualifiche e diplomi professionali, tirocini lavorativi, assunzioni.
Il Polo, inaugurato a settembre 2024 con sede presso il Madrinato di San Placido di Casoria, è frutto di una co-progettazione con il territorio, la Regione Campania, l’Istituto Mater Dei dell’Ordine delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli di Napoli e Intesa Sanpaolo. L’obiettivo è il contrasto alla dispersione scolastica e alla criminalità, offrendo speranza di cambiamento e fiducia nel futuro a tanti giovani in una delle aree più svantaggiate in Italia.
Carlo Messina, consigliere delegato e CEO di Intesa Sanpaolo
Con il Piano d’Impresa 2022-2025 Intesa Sanpaolo ha consolidato il programma di contrasto alle povertà voluto dal consigliere delegato e CEO Carlo Messina fin dal 2018, costituendo un’Area di Governo dedicata, sotto la responsabilità di Paolo Bonassi e inserita nell’Area Sostenibilità guidata da Paola Angeletti. La Banca mette in relazione soggetti del Terzo Settore, aziende e istituzioni secondo un progetto che si distingue per capacità di individuare il bisogno, programmazione pluriennale, capillarità degli interventi e pluralità dei soggetti coinvolti.
Eolico, solare, idroelettrico e gas da depurazioni. L’Italia potrà ottenere 9,7 miliardi di euro per incentivare la realizzazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili mature. Si tratta del cosiddetto decreto FER X transitorio, a cui l’Unione europea ha dato finalmente il via libera: le risorse saranno a sostegno della produzione di energia green per promuovere un’economia a zero emissioni. Ne dà notizia un articolo a firma di Luigi Chiarello pubblicato in prima pagina su Italia Oggi, il quotidiano economico diretto da Pierluigi Magnaschi.
Il semaforo verde è scattato nell’ambito del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, adottato il 9/2/2023 e successivamente modificato fino al 2/5/2024. “L’Italia – commenta il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin – ora potrà rafforzare la sua sicurezza energetica, riducendo la dipendenza dall’estero e liberando tutto il potenziale rinnovabile”. Via libera, quindi, a pale eoliche, campi fotovoltaici, centrali idroelettriche e biogas.
Un campo di pannelli fotovolatici
Può essere una svolta importante non solo per la difesa dell’ambiente, contro l’inquinamento e il riscaldamento globale, ma anche sul piano economico per contrastare l’aumento dei prezzi sul mercato dell’energia innescato dalla guerra in Ucraina. È stato proprio il ricorso ai combustibili fossili, come gas e petrolio, a mettere l’Italia in condizione di dipendere dalla Russia per gli approvvigionamenti a basso costo.
I nuovi impianti – come si legge su Italia Oggi – dovranno entrare in funzione entro 36 mesi dalla data di concessione dell’aiuto. Secondo le stime di Bruxelles, potranno immettere in rete 17,65 GW di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.
Gli aiuti saranno concessi attraverso una procedura di gara: i beneficiari dovranno presentare un’offerta relativa alla tariffa incentivante necessaria per realizzare ogni singolo progetto. “L’aiuto – precisa il giornale -assumerà la forma di pagamento variabile nell’ambito di un contratto bidirezionale per differenza per ogni kWh di energia elettrica prodotta e immessa nella rete. La tariffa incentivante sarà versata su un periodo di 20 anni”. Il contratto sosterrà il 95% dell’energia prodotta da ciascun beneficiario, lasciando il 5% esposto al rischio di mercato.
Una centrale idroelettrica di Enel
Come verrà calcolato l’incentivo? Risponde l’autore dell’articolo: “L’aiuto sarà calcolato confrontando il prezzo d’esercizio con il prezzo di mercato dell’energia elettrica”. Un meccanismo, insomma, per evitare o contenere le speculazioni. Quando il prezzo di riferimento sarà superiore a quello di esercizio, i beneficiari dovranno corrispondere la differenza alle autorità italiane.
Al di là degli aspetti tecnici, si tratta evidentemente di un forte impulso allo sviluppo delle fonti rinnovabili nel nostro Paese. Si potranno costruire così nuovi impianti eolico onshore, di solare fotovoltaico, di idroelettrico e di gas residuati dai processi di depurazione. A condizione, naturalmente, che la burocrazia non ne rallenti o impedisca la realizzazione, per consentire di terminare i lavori entro i tre anni stabiliti dall’Unione europea.
Un protocollo di collaborazione tra Intesa Sanpaolo e il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, è stato firmato a Roma presso il Ministero dell’Interno.Il Gruppo guidato da Carlo Messina metterà a disposizione la sua esperienza per realizzare un modello di misurazione utile per valutare, a valore di mercato (fair value), opere d’arte, beni archivistici e librari di 862 chiese di proprietà del Fondo Edifici di Culto (FEC) operante presso il Dipartimento.
Carlo Messina, CEO del Gruppo Intesa Sanpaolo
Si tratta di un patrimonio diffuso su tutto il territorio italiano disponibile, alla fruizione di praticanti il culto e di turisti e oggetto di prestiti a istituzioni culturali nazionali e internazionali. Lo studio, condotto dal professor Guido Guerzoni (Università Bocconi), analizzerà anche possibili modalità di valorizzazione in termini gestionali e ricadute economiche e organizzative.
Nel 2017 lntesa Sanpaolo, nell’ambito del proprio Progetto Cultura, con la consulenza del professor Guerzoni, è stata la prima banca italiana che ha realizzato un’operazione di rideterminazione a fair value di 3.500 opere classificate come “di pregio” tra le 35 mila di sua proprietà. Da allora, il valore a bilancio dei beni di Intesa Sanpaolo viene aggiornato con cadenza triennale attraverso la misurazione e il monitoraggio costante del valore delle opere rispetto al mercato.
La sede del FEC
Nell’ambito del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, il Fondo Edifici di Culto è un ente patrimoniale dotato di personalità giuridica, le cui finalità istituzionali consistono nella conservazione, restauro, tutela e valorizzazione degli edifici di culto di proprietà. Il patrimonio del FEC è composto da beni culturali, artistici, naturalistici, immobili e terreni, tra cui 862 chiese, prevalentemente di riconosciuto interesse storico-artistico presenti in diverse realtà del Paese, oltre ad aree archeologiche e museali.
Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer di Intesa Sanpaolo
L’accordo è stato firmato da Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer di Intesa Sanpaolo e da Laura Lega, Capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Erano presenti il Prefetto Alessandro Tortorella, Direttore Centrale degli Affari dei Culti e per l’amministrazione del Fondo Edifici di Culto; Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore Generale Gallerie d’Italia; e il professor Guido Guerzoni, docente dell’Università Bocconi di Milano.
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