Questo di fine giugno sarà il weekend più caldo dell’anno. Temperature a 40 gradi, allarme in Italia e in tutto il mondo: da New York alla Siberia. Tra sabato e domenica, sono una ventina le nostre città in cui scatterà il bollino rosso: una situazione di emergenza climatica, a dispetto di tutti i “negazionisti” che continuano a rimuovere il riscaldamento del pianeta, come se fosse un’invenzione degli ambientalisti. “Un mese – scrive Giacomo Talignani su Repubblica – che tra ondate di calore, il Mediterraneo a +5 gradi e gli attuali effetti di un persistente anticiclone subtropicale di matrice desertica, potrebbe risultare ancor più caldo di quello infernale e da record del 2023”.
Le punte massime si toccheranno in Puglia, in particolare a Taranto, e nell’entroterra della Sardegna. Ma anche la Toscana sarà colpita da questa “bomba di calore”, soprattutto a Firenze, Pisa e Pistoia, con 39 gradi. Appena un grado in meno è previsto a Roma e a Foggia. L’afa investirà la Pianura padana e il Basso Veneto, la Campania e la Basilicata. Bollino giallo solo a Bari, Cagliari, Reggio Calabria e Messina, con temperature leggermente inferiori. E tutto ciò minaccia di ripercuotersi negativamente pure sul turismo.
Scattano in contemporanea gli allarmi per gli incendi, specialmente in Sicilia e Sardegna. Ma ricordiamo che spesso i roghi, favoriti dal vento, sono dolosi e vengono appiccati da delinquenti che sarebbe sbagliato chiamare “piromani”. All’emergenza climatica si aggiunge quella idrica, a causa della siccità e delle inefficienze strutturali della nostra rete nazionale. Nel frattempo, i ghiacciai si sciolgono e ingrossano i fiumi.
Le previsioni annunciano che l’ondata di calore dovrebbe ridursi nei primi giorni di luglio. Già dal 5 la bassa pressione potrebbe portare un certo sollievo, con piogge e temporali estivi sulle Alpi. Poi, arriverà il mese di agosto con l’afa e il solleone che imperverseranno sulle vacanze degli italiani.
A conferma che non si tratta soltanto di un fenomeno locale, circoscritto alla nostra Penisola, un articolo di Stefano Montefiori pubblicato sul Corriere della Sera annuncia che “Parigi cuoce a 5° gradi”, tra “paure, progetti e follie”. Questa profezia catastrofica si riferisce al 2050, ma già in questo mese di giugno la Capitale francese ha registrato temperature analoghe a quelle italiane, arrivando a toccare i 35 gradi. La tempesta che è seguita ha provocato la caduta di decine di alberi e l’inondazione dei boulevard.
Ma l’allarme è globale e coinvolge tutto il pianeta: dagli Stati Uniti alla Cina. “Questa emergenza – scrive ancora Talignani su Repubblica – passerà, ma non a livello di crisi del clima”. Le emissioni che lo alterano hanno raggiunto, secondo gli esperti, i valori massimi. E la Terra sta subendo un riscaldamento superiore a quello previsto, anche per effetto dei mari che non riescono più a esercitare una mitigazione delle temperature. “Per invertire la rotta, dicono sempre i ricercatori, servirebbero scelte politiche drastiche”. Ma in America l’amministrazione Trump accelera sui combustibili fossili, altamente inquinanti e nocivi sia per l’ambiente sia per la salute collettiva. Mentre l’Unione Europea investe sempre più risorse sul riarmo e meno sulla transizione energetica ed ecologica: a Bruxelles il Green New Deal non è più di moda.