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LA CASA, DOLCE CASA DIVENTERA’ SEMPRE PIU’ INTELLIGENTE

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Con la pandemia e i ripetuti lockdown, la Smart Home ovvero la “casa intelligente”, interconnessa e dotata di dispositivi in grado di funzionare ed essere comandati anche da remoto, torna al centro dell’attenzione degli italiani. Il mercato nazionale vale al momento 566 milioni di euro, ma si prevede che raggiungerà un miliardo nel 2023, a fronte di un mercato mondiale che vale 68 miliardi e arriverà a 110 miliardi entro due anni.

Sono dati e tendenze che emergono dal Rapporto “Internet of things nelle case italiane”, elaborato dal Centro Studi TIM. Sebbene il mercato nazionale abbia registrato una lieve frenata nel 2019 a causa dell’epidemia (-6%), la crescita media annua prevista è del 26% e nel 2023 il giro d’affari dovrebbe superare il miliardo di euro, grazie all’attenzione degli italiani alle proprie abitazioni derivante in parte anche dall’effetto comportamentale post-Covid.

A fare da traino sono gli smart speaker, altoparlanti dotati di assistenti vocali, che hanno registrato una vertiginosa crescita negli ultimi due anni (+59% nel 2019, +11% nel 2020). Tra gli altri dispositivi interconnessi per l’automazione della casa, collegati al web e gestibili da remoto, ci sono gli elettrodomestici smart piccoli e grandi e i dispositivi di controllo e connettività locale, quali gateway e hub, prese smart e comandi. Spazio anche a telecamere, sensori ed altri sistemi di sicurezza e protezione fino a home entertainment, illuminazione smart e sensori per migliorare il comfort domestico, sistemi e prodotti per il controllo dei consumi energetici domestici (nel grafico qui sotto, uno schema di installazioni domestiche).

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Per il 90% degli italiani intervistati dalla Doxa dopo il lockdown, la casa è in cima alla lista delle priorità. Ma quasi la metà degli italiani (48%) si dice non pienamente o solo parzialmente soddisfatto della propria abitazione, con una differenza legata all’età e al reddito oltre che alla tipologia di casa e al titolo di godimento dell’immobile. Il 23% degli italiani ritiene che la casa ideale è quella tecnologica, con un collegamento Internet veloce e stabile, è connessa con il Wi-Fi e controllabile dall’esterno attraverso lo smartphone, con sistemi di sicurezza avanzati e rilevatori di perdite e guasti.

Una “maison à la carte”

Le nuove esigenze legate alla pandemia hanno portato molte famiglie italiane a riconvertire le proprie abitazioni in uffici, aule per la didattica e perfino in palestre dove poter svolgere attività fisica: una “maison à la carte”, flessibile e mutevole in base alle attività, agli orari e agli interessi dei diversi componenti della famiglia. Grazie agli incentivi statali per l’efficienza energetica e alla diffusione delle connessioni broadband e ultrabroadband nel Paese, aumenta la consapevolezza dei consumatori sugli oggetti smart nelle case. La permanenza prolungata nella propria abitazione durante il lockdown, spesso connessa al fenomeno dello smart working, ha stimolato il ripensamento degli spazi domestici in ottica smart: il 46% delle persone che hanno risposto al sondaggio vorrebbe apportare modifiche alla propria casa; il 16% lo farebbe per migliorarne le dotazioni tecnologiche; mentre l’11% per aumentarne l’efficienza energetica.

Il fenomeno ha riguardato anche le aree meno abitate del Paese. Stanno emergendo, infatti, nuovi modelli di sviluppo territoriale grazie alla diffusione della banda larga e dello smart working. In alcuni borghi, le amministrazioni comunali hanno stanziato agevolazioni economiche dedicate agli smart worker mirate ad attrarre nuclei familiari interessati a trasferirsi in queste località per svolgere la propria attività professionale a distanza (smart working villages). Altre iniziative avviate in Comuni a rischio spopolamento hanno offerto in affitto o in vendita abitazioni in disuso a prezzi simbolici. Tra le iniziative più interessanti si possono citare quelle avviate dai Comuni di Irsina (nella foto sotto), in provincia di Matera; Palazzolo Acreide (Siracusa) e Otranto (Lecce).

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La Smart Home riduce le emissioni CO₂ fino a 2,5 milioni di tonnellate l’anno

Le “case intelligenti” possono contribuire a ridurre in maniera significativa il consumo energetico delle famiglie italiane e quindi le emissioni di CO₂. In particolare, i sistemi di energy monitoring della Smart Home possono generare un risparmio fra i 3 e i 3,5 miliardi di euro annui se usati in maniera massiva. Una riduzione del 10-15% dei consumi elettrici nazionali domestici legata ai dispositivi di energy management può portare inoltre ad una riduzione complessiva di CO₂ di circa 1,7- 2,5 milioni di tonnellate l’anno.

Benessere, efficienza e sicurezza le principali motivazioni di acquisto degli oggetti smart

Secondo una ricerca effettuata per Energy@Home, la Smart Home raccoglie l’interesse dell’85% della popolazione. I principali driver di acquisto sono la ricerca del benessere, dell’efficienza e della sicurezza, con diverso grado di coinvolgimento in base alla fascia di reddito, alla zona di residenza, al livello di istruzione e all’età. La presenza in casa di almeno un oggetto smart cresce all’aumentare dei componenti della famiglia, dal 28% del single fino al 56% di un nucleo di almeno 5 persone, mentre la propensione al primo acquisto sembra variare intorno al 40% in modo meno sensibile, con un picco del 48% per nuclei familiari di 3 persone.

In altri termini, le famiglie con figli, più giovani e mediamente più istruite hanno già almeno oggetto smart home. Con l’aumentare della numerosità del nucleo familiare aumenta la propensione ad avere oggetti smart. Al contrario i non interessati sono più numerosi tra i single.

Più oggetti intelligenti tra chi ha una connessione broadband/ultrabroadband

La presenza di connettività broadband e ultrabroadband nell’abitazione si lega a una maggiore propensione all’acquisto di un oggetto smart. Chi ha una connessione dati stabile e veloce possiede un oggetto smart nel 66% dei casi e intende acquistarlo nel 68% dei casi. Come primo acquisto, i kit sono spesso considerati la soluzione più semplice dagli italiani, specialmente da chi non ha ancora dimestichezza con gli oggetti smart, mentre l’acquisto del singolo prodotto è preferito da chi già possiede oggetti smart per una maggiore libertà di scelta delle caratteristiche dell’oggetto (88%) e la ricerca di un risparmio economico (83%).

La Smart Home accresce il valore del mercato immobiliare

Le nuove tecnologie hanno un notevole impatto sul mercato immobiliare, dove la “casa intelligente” viene percepita come fattore differenziante e attrattivo, capace di ridurre notevolmente i tempi di compravendita dell’immobile. Negli ultimi anni in Italia si è assistito a un generale decremento del prezzo delle abitazioni, che supera il 25% su base nazionale rispetto al 2012 per le abitazioni preesistenti. Prendendo a riferimento i mercati americano e britannico, più avanti dell’Italia nelle dinamiche di impatto dell’ultrabroadband sul patrimonio immobiliare, in media per l’acquisto di una casa con fibra ottica si paga un prezzo più alto fino al 3,8%, che arriva fino al 15% in caso di affitto. Per contro, le case senza connessione o con velocità di download ridotte, possono valere il 20% -24% in meno. Internet è ora la quarta utility dopo gas, elettricità e acqua.

Le dotazioni tecnologiche sono date per scontate per le case nuove e di lusso, mentre per le altre ogni soluzione smart installata porta un valore aggiuntivo dal 1% al 5%. Le case con sensori umidità e monitoraggio acqua, infine, subiscono oltre il 90% di danni in meno e quelle con servizi di videosorveglianza a larga banda subiscono meno furti.

La Smart Home fattore trainante del mercato assicurativo

In relazione al mercato assicurativo italiano, 7 società già offrono servizi bundle di assicurazioni e domotica. La Smart Home è ancora prevalentemente uno strumento di marketing associato alle offerte sugli immobili come elemento di differenziazione, che sarà valorizzata dall’adozione della sensoristica. Qualche esempio in questo senso viene dagli USA, dove le case con sensori di umidità e monitoraggio d’acqua subiscono il 90% di danni in meno. I consumatori americani vedono positivamente una polizza assicurativa collegata alla Smart Home: più della metà (54%) dei proprietari di casa e il 40% degli inquilini dichiarano che acquisterebbero una polizza assicurativa collegata alla Smart Home e pagherebbero il servizio a fronte di alcuni incentivi.

Cybersecurity, privacy e interoperabilità le prossime sfide del mercato

Lo sviluppo del mercato italiano della Smart Home sarà accompagnato dall’implementazione di strumenti e servizi che garantiranno alti standard di sicurezza: un italiano su due (55%) preferisce non condividere i propri dati personali anche a casa, analogamente a quanto vale per inglesi (52%), francesi (53%) e tedeschi (47%). Anche per questo motivo si arricchisce il livello di sicurezza delle nuove tecnologie di connessione wireless tramite le quali i dispositivi della smart home si scambiano le informazioni (per esempio, standard WiFi 6), si sperimentano nuove soluzioni assicurative e si rafforza il livello di sensibilizzazione dei cittadini attraverso campagne informative mirate delle istituzioni europee e nazionali.

Direttamente collegato per gli italiani è il tema privacy, in particolare rispetto agli Smart Speaker che ascoltano e apprendono dall’interazione con le persone e che abitualmente vengono collocati in salotto, cucina e perfino in camera da letto. Contestualmente è necessario affrontare temi legati all’integrazione di dispositivi e soluzioni proprietarie attraverso una maggiore interoperabilità dei sistemi e dei prodotti di domotica delle diverse aziende produttrici.

Un primo passo importante in questa direzione, probabilmente incoraggiato dagli ultimi interventi regolamentari in corso di approvazione (come quello sul Digital Market Europeo) volti a promuovere l’interoperabilità e ad aumentare la concorrenza, è rappresentato dall’accordo raggiunto a fine 2019 dai tre colossi Amazon, Apple e Google in collaborazione con la Zigbee Alliance (Progetto CHIP Connected Home over IP), che annovera tra i suoi membri non solo imprese digitali ed elettroniche, ma anche di settori dell’arredamento (come per esempio IKEA) e dell’illuminazione, comparti storici del Made in Italy. Per non perdere competitività nel mercato, anche le imprese italiane di settori storici dovranno riuscire a fondere design e qualità con l’innovazione digitale e proporre soluzioni per il segmento delle smart home.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RIAPRONO LE GALLERIE D’ITALIA: TIEPOLO PROROGATO

Le Gallerie d’Italia – museo di Intesa Sanpaolo, in piazza della Scala a Milano –  riapriranno al pubblico da lunedì 26 aprile 2021, dopo l’attribuzione della fascia di rischio gialla alla Lombardia. La prenotazione durante i giorni feriali è consigliata, mentre è obbligatoria il sabato e nei giorni festivi attraverso il sito www.gallerieditalia.com. Le visite si svolgono secondo le misure previste, tra cui ingressi scaglionati e contingentati e la misurazione della temperatura con termoscanner.

Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, dichiara: “Siamo lieti di poter finalmente annunciare la riapertura delle Gallerie di Piazza Scala e della mostra Tiepolo, che consentirà al pubblico di tornare ad ammirare la stupefacente pittura di uno dei maggiori maestri dell’arte italiana. Lo scorso autunno, nonostante l’evolversi incerto della pandemia, non abbiamo rinunciato ad allestire questa straordinaria esposizione, perché abbiamo ritenuto importante dare un messaggio di fiducia per il futuro, facendo leva sull’identità culturale e sulla ricchezza del patrimonio artistico del nostro Paese. L’opportunità che da oggi è nuovamente offerta di frequentare i nostri musei e le preziose collezioni d’arte premia il perseverante impegno di Intesa Sanpaolo nel sostenere la cultura e i valori che essa esprime. Merita di essere sottolineato il fatto che i risultati del lavoro di ricerca svolto in occasione della mostra su Tiepolo, e le novità che ne sono emerse, consegnano al mondo degli studi importanti approfondimenti sull’opera del grande pittore”.

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Prorogata fino al 2 maggio 2021, la grande mostra Tiepolo. Venezia, Milano, l’Europa, a cura di Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti, dedicata allo straordinario interprete del Settecento nei 250 anni dalla sua scomparsa. La mostra ripercorre le tappe essenziali dell’affermazione internazionale del Tiepolo, dagli anni della sua formazione a Venezia fino alla consacrazione presso le grandi corti europee, attraverso capolavori straordinarie ricostruzioni dettagliatissime (nella foto sotto, “Il naufragio di san Satiro”).

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Riapre anche la mostra Ma noi ricostruiremo. La Milano bombardata del 1943 nell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, a cura di Mario Calabresi, prorogata fino al 16 maggio 2021. Immagini emblematiche della vita della città, ritratte dai fotografi dell’agenzia fotografica Publifoto nella devastazione della seconda guerra mondiale, sono messe a confronto con gli stessi luoghi immortalati durante il lockdown della primavera 2020 dal fotografo torinese Daniele Ratti.

Nel Chiostro del museo, prorogata fino al 6 giugno 2021 anche l’esposizione Carlo Mari. Io Milano. Aprile 2020. La città vista dai Carabinieri attraverso l’occhio di un fotografo: 47 gigantografie in bianco e nero testimoniano la Milano ‘sospesa’ durante il lockdown dovuto alla pandemia nell’aprile 2020. Una città immersa nel silenzio, come mai si era vista prima, attraverso gli occhi dei Carabinieri, presenza discreta e rassicurante, che hanno accompagnato Milano in questo momento di difficoltà e dolore e ne hanno colto la desolazione ma anche la sua surreale bellezza.

GLI ORARI DI APERTURA DELLE GALLERIE D’ITALIA – PIAZZA SCALA A MILANO

Da lunedì 26 a giovedì 29 aprile 2021: dalle ore 10 alle 20 (ultimo ingresso ore 18,30)

Dal 30 aprile al 2 maggio 2021: dalle ore 10 alle 21 (ultimo ingresso ore 19,30).

Dal 3 maggio 2021: ingresso da Via Manzoni 10. Da martedì a domenica dalle ore 9,30 alle 19,30 (ultimo ingresso ore 18).

PRENOTAZIONI

Prenotazione consigliata nei giorni feriali sul sito: www.gallerieditalia.com

Prenotazione obbligatoria sabato, domenica e festivi, effettuata entro il giorno antecedente la visita in museo sul sito: www.gallerieditalia.com

 

TIEPOLO-VICENZA QUINTO EPISODIO DEL VIRTUAL TOUR INTESA SANPAOLO

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E’ online, da mercoledì 24 marzo, la quinta puntata di “Sotto un unico cielo. Alla scoperta dei territori del Tiepolo”, la mini-serie dedicata ai principali territori italiani in cui l’artista ha operato e ha lasciato testimonianze indelebili del suo talento. Ne seguiranno altre due, il 31 marzo da Vicenza e il 7 aprile da Este (Padova).

Alle porte di Vicenza, il quinto appuntamento della rassegna porta i visitatori all’interno delle ville i cui spazi interni sono stati trasformati dal pennello di Tiepolo in scrigni preziosi e unici di storie, personaggi, colori. Accompagnati da Denis Ton, esperto studioso del Tiepolo, ascolteremo la storia degli affreschi di Villa Cordellina, sede di rappresentanza della Provincia di Vicenza, e di Villa Loschi Zileri (nella foto sopra, un particolare degli affreschi). Da villa Cordellina (foto principale) interviene Francesco Rucco, presidente della Provincia e sindaco del Comune di Vicenza.

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L’iniziativa, realizzata da Intesa Sanpaolo in occasione della grande mostra “TIEPOLO. Venezia, Milano, l’Europa” in corso fino al 2 maggio alle Gallerie d’Italia a Milano, è un viaggio virtuale che celebra l’artista e le straordinarie bellezze del territorio italiano con approfondimenti condotti da importanti storici dell’arte ed esperti relatori.

Gli episodi saranno online sul sito group.intesasanpaolo.com ogni mercoledì alle ore 18 alla pagina dedicata SOTTO UN UNICO CIELO – alla scoperta dei territori del Tiepolo.

 I PROSSIMI EPISODI

31 marzo – VICENZA: Villa Valmarana ai Nani

7 aprile – ESTE: La Pala di Santa Tecla

Per approfondimenti sulla mostra “TIEPOLO. Venezia, Milano, l’Europa”: www.gallerieditalia.com, https://tiepolo.gallerieditalia.com/it/

 

INTESA SANPAOLO 34 MILIONI EURO PER EVA ENERGIE

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Un accordo a valere su un plafond di 30 milioni di euro è stato siglato da Intesa Sanpaolo e dal Gruppo Eva Energie Valsabbia per la cessione “pro soluto” da parte dell’azienda dei crediti fiscali Superbonus ed Ecobonus introdotti dal “Decreto Rilancio”, legati al rafforzamento strutturale e all’efficientamento energetico degli edifici. L’operazione conclusa con il primo gruppo bancario italiano prevede anche un’ulteriore linea di credito di 4 milioni di euro a sostegno delle esigenze di liquidità dell’azienda. L’accordo con Intesa Sanpaolo consente al Gruppo EVA di ottimizzare le risorse finanziarie, migliorare il cash flow e cogliere al meglio le opportunità offerte dagli incentivi fiscali come il Superbonus 110%.

EVA Energie Valsabbia con sede a Gavardo (BS), nasce nel 2001 con l’obiettivo di investire nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Il Gruppo realizza centrali idroelettriche e fotovoltaiche e vende la sua energia pulita a famiglie, a imprese e Comuni, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale ed economico dei propri clienti in modo costante ed efficiente. Il Gruppo EVA è attivo inoltre nella riqualificazione dell’illuminazione pubblica dei Comuni e nell’efficientamento energetico dei propri clienti. A oggi detiene 7 centrali idroelettriche e 30 impianti fotovoltaici per una potenza installata complessiva di 43 MWp.

Nel 2020 il Gruppo EVA ha acquisito il controllo di Agilex srl e Primaton SpA, società attive nell’ambito dell’information tecnology e del fintech, settori nei quali il Gruppo EVA intende far crescere i propri progetti e le proprie attività anche nell’ambito dell’ESG. Fondato dal Ceo Pietro Bonomini e presieduto da Chicco Testa, Eva presenta un organico complessivo di oltre 200 ingegneri attivi fra Italia e California.

La transizione sostenibile che riguarda gli interventi a favore dell’efficientamento e della riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano sono temi importanti per Intesa Sanpaolo che ha attivato, fin da agosto 2020, soluzioni per l’acquisto dei crediti fiscali legati al Superbonus previsto dal Decreto Rilancio. L’offerta prevede inoltre un’assistenza completa in tutte le fasi del processo relativo alla cessione del credito d’imposta e un eventuale finanziamento ponte funzionale all’avvio dei lavori. In pochi mesi il Gruppo ha raccolto richieste da parte delle imprese per oltre 13.000 progetti di riqualificazione per un controvalore di 1,8 miliardi di euro, che salgono a 35.000 includendo anche le richieste dirette da parte di privati e condomìni. In Lombardia son circa 400 i progetti di riqualificazione raccolti dalle imprese per un controvalore di oltre 490 milioni di euro, che sale a circa 560 milioni con le richieste di privati e condomìni.

Questa operazione rientra in “Motore Italia”, il nuovo programma strategico di finanziamenti e iniziative di Intesa Sanpaolo per favorire il rilancio delle pmi con un impegno orientato a un futuro sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. In particolare, “Motore Italia” prevede l’allungamento dei tempi di rientro del debito, consentendo alle aziende di pianificare gli investimenti che Intesa Sanpaolo è pronta a sostenere con nuovo credito.

LE ENERGIE RINNOVABILI SPINGONO GLI UTILI 2020 DEL GRUPPO ENEL (+20%)

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È stata la spinta sulle energie rinnovabili a produrre per l’ENEL un balzo del 20% degli utili nell’anno della pandemia, portandoli a quota 2,61 miliardi e riducendo le emissioni di CO₂. “I risultati per il 2020”, commenta IL CEO Francesco Storace, evidenziano il forte impegno per una crescita sostenibile, come dimostrano gli oltre 10 miliardi di euro investiti durante l’anno”. Oltre a promuovere la crescita nelle aree in cui è presente, infatti, il Gruppo ha ulteriormente accelerato la decarbonizzazione del mix di produzione. La generazione di energia da fonti rinnovabili si è confermata così il principale motore della crescita operativa, con 3,1 gigawatt di nuova capacità addizionale realizzata nel corso dell’anno, mentre si è ridotta di 2,8 gigawatt quella a carbone.

Oggi la produzione di energia degli impianti Enel risulta così composta: 51% da rinnovabili, 37% da termoelettrica e 12% da nucleare, come mostra il grafico qui sotto.

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In particolare, la produzione da fonti rinnovabili, includendo anche i volumi da capacità gestita, è stata  ampiamente superiore rispetto a quella termoelettrica, raggiungendo i 115,3 TWh (109,6 TWh nel 2019, +5,1%), a fronte di una produzione da fonte termoelettrica pari a 75,9 TWh (103,5 TWh nel 2019, -26,6%). La produzione a zero emissioni ha raggiunto il 63% della generazione totale del Gruppo, considerando unicamente la produzione da capacità consolidata, mentre è pari al 65% includendo anche la generazione da capacità gestita. L’obiettivo a lungo termine del Gruppo Enel resta la “decarbonizzazione del mix” entro il 2050.

Nel 2021, secondo il suo piano strategico, il Gruppo proseguirà su tre direttrici:

  • accelerazione degli investimenti nelle energie rinnovabili, soprattutto in America Latina e Nord America, a supporto della crescita industriale e nell’ambito della politica di decarbonizzazione adottata;
  • crescita degli investimenti finalizzati al miglioramento della qualità e della resilienza delle reti di distribuzione, specialmente in Italia e America Latina, nonché nella loro ulteriore digitalizzazione;
  • incremento degli investimenti dedicati all’elettrificazione dei consumi, soprattutto in Italia, con l’obiettivo di valorizzare la crescita della base clienti, nonché degli investimenti dedicati al continuo efficientamento, sostenuto dalla creazione di piattaforme globali di business.

 

 

 

 

 

MILANO, NUOVA MOSTRA ALLE GALLERIE D’ITALIA SULLA PITTURA ANNI ’80

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Il titolo della mostra – Painting is back – è già un paradosso, poiché la pittura in Italia in realtà non è mai tramontata. A oltre un quarantennio da quei polimorfi e vitali anni Ottanta, le Gallerie d’Italia-Piazza Scala, museo di Intesa Sanpaolo a Milano, propongono dal 2 giugno al 3 ottobre 2021 una prima indagine sui protagonisti di quel decennio: artisti che hanno provocatoriamente inteso la pittura come capacità felice e rapace di dipingere il mondo delle immagini con una vitalità nuova, ottenendo subito una visibilità e una fama internazionali. La mostra, a cura di Luca Massimo Barbero, è dedicata in particolare al pubblico delle nuove generazioni e procede per affondi, certamente non esaustivi ma rivelatori, della trasversalità vissuta dai nostri pittori in quegli anni.

Commentando la storica mostra berlinese Zeitgeist, nel dicembre del 1982, il New York Times nota come “the Italians […] turn up everywhere” (“Gli Italiani […] sono dappertutto”): un commento sagace che testimonia l’energia internazionale condivisa dai nostri artisti in quegli anni, nonché la loro forza dirompente rispetto a un sistema che comincia a definirsi come globale. Questo non solo per i nomi più ricorrenti nella memoria, legati alla fama della Transavanguardia lanciata, quasi con modalità da manifesto avanguardista, da Achille Bonito Oliva dalle pagine di “Flash Art” (La Trans-avanguardia italiana, 1979), ma anche per artisti che si muovono in continuità con la generazione precedente, come Mario Schifano, presente con grandi tele, inedite e singolari, dai colori quasi tanto disperati quanto pirotecnici (foto in alto); o Salvo con i suoi paesaggi fatti di rovine mai così vitali e palpitanti, e ancora Franco Angeli, qui ricordato con un Notturno romano (1985-1988) di quasi due metri in omaggio alla sua città o alla vitalità degli echi dal sapore antropologico e multietnico di Aldo Mondino.

Questa mostra prende avvio con opere eseguite fra il 1977 e il 1980, lavori sorprendenti poiché germinali, di Gino De Dominicis, Luigi Ontani e Mimmo Paladino ad attestare una libertà creativa che affonda le proprie radici nella tradizione visiva italiana e se ne fa interprete anche attraverso il disegno, il supporto fotografico sino alla riproposizione di una monumentale video-istallazione del 1984, IL NUOTATORE (va troppo spesso ad Heidelberg), di Studio Azzurro. Gli Anni Ottanta non più intesi come un’ortodossia di movimenti, ma come la ricostruzione di un dialogo aperto tra i protagonisti dell’epoca, dove si ritrovano autori come Mario Merz, maestro della riscoperta dei grandi miti dell’umanità o Carol Rama con una pittura visionaria e sensibile legata alla propria soggettività.

Si confronteranno opere fondamentali di Sandro Chia con il Pittore del 1978 e, nello sviluppo della mostra in una sorta di controcanto, dipinti di Mimmo Germanà insieme ad Ernesto Tatafiore. Francesco Clemente presenta opere storiche come il Senza titolo del 1980 di collezione Intesa Sanpaolo; mentre nel volgere di questi anni Nicola De Maria che affronta la pittura murale e i grandi temi poetici affiancati alle irriverenti e giocose composizioni di Aldo Spoldi o al percorso articolato di Enzo Cucchi, che apre idealmente la mostra con Le stimmate (1980).

Personalità differenti, in dialogo fin da quegli anni fianco a fianco nelle grandi mostre internazionali; dalla Biennale di Venezia a Documenta di Kassel o in mostre che hanno segnato la storia dell’arte a partire dagli anni Settanta, come Europa79 a Stoccarda (1979), A New Spirit in Painting alla Royal Academy di Londra (1981) e Zeitgeist a Berlino (1982). Va ricordato, in questo frangente, come gli Anni Ottanta assistano alla nascita di un nuovo “sistema dell’arte” che unisce le grandi gallerie di New York, Colonia, Zurigo alle gallerie delle città italiane come Modena, Napoli, Milano o Torino in un tessuto italiano particolarmente vitale ed attivo, anche nella sua provincia.

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La mostra dà conto anche del rientro in Italia di protagonisti di quegli anni come Mimmo Rotella (foto qui sopra) o Valerio Adami o di quella figura di grande intellettuale, traduttore, critico che fu Emilio Tadini. A Enrico Baj è dedicata un’intera sala costruita su quattro rari dipinti di collezione Intesa Sanpaolo, realizzati tra gli anni Cinquanta e Sessanta, che accompagnano il visitatore in una maturazione del linguaggio pittorico e del meccanismo creativo dell’artista, per condurlo poi allo spettacolare Il mondo delle idee: una tela di 19 metri di lunghezza, dipinta a spray, quasi un graffito contemporaneo eseguito nel 1983 e oggi di sorprendente attualità (foto sotto).

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Contemporaneamente alla mostra verrà pubblicato e distribuito un numero speciale della rivista “Flash Art”, che in una nuova veste riunirà articoli, interviste, documenti legati agli artisti in mostra, restituendo la ricchezza critica di quegli anni Ottanta di cui fu uno degli strumenti fondamentali della cultura artistica italiana internazionale.

 

 

PARCO D’ABRUZZO SOTTO MINACCIA DEL CEMENTO

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Una colata di cemento minaccia di abbattersi sull’Abruzzo, definito un tempo la “Regione Verde d’Europa” con il 30% del suo territorio tutelato dal sistema dei Parchi. L’allarme è stato lanciato dall’ambientalista Fulco Pratesi, fondatore del Wwf Italia, con un articolo apparso sulle pagine romane del Corriere della Sera.

Istituito nel novembre del 1921 con regio decreto-legge e inaugurato a Pescasseroli il 9 settembre dell’anno successivo, il Parco nazionale d’Abruzzo fu esteso poi al Lazio e al Molise. Nel 1989 si aggiunse quello del Sirente-Velino, a cui sono seguiti nel 1995 quello del Gran Sasso (2912 metri) e della Maiella, con l’unico ghiacciaio appenninico rimasto; e successivamente le Riserve naturali del Monte Genzana, quella delle Gole del Sagittario, gestita dal Wwf e altre ancora.

Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise si estende su una superficie complessiva che sfiora i 50.000 ettari (ultimi dati ufficiali 2010) a cavallo delle tre regioni. Ha un territorio prevalentemente montano e comprende diversi gruppi e sottogruppi di rilievi. È attraversato dal fiume Sangro (122 chilometri di lunghezza) che, per mezzo di una diga, genera con le sue acque il lago di Barrea (nella foto qui sotto).

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La Posizione centrale del Parco nella penisola italiana ne ha fatto un prezioso serbatoio di specie floristiche rare ed endemiche, diventando così il luogo di protezione degli ambienti naturali più tipici e meglio conservati di tutto l’Appennino. E perciò la riserva ospita una varietà di grandi mammiferi, come l’orso bruno marsicano (nella foto qui sotto), il lupo appenninico, la lince, il camoscio d’Abruzzo e il cervo, oltre a diversi mammiferi minori. Un “paradiso terrestre”, insomma, nel cuore dell’Italia.

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Ora, come scrive il vicepresidente del Wwf Dante Caserta citato da Pratesi nel suo articolo di denuncia, “inquietanti progetti investono vari settori”. In primo luogo, l’assalto alle aree protette che hanno alimentato il boom turistico dell’Abruzzo: tra questi, il minacciato taglio di circa 8.000 ettari del Parco regionale del Sirente-Velino. Osteggiata dal mondo ambientalista che ha già raccolto quasi 125mila firme, tra cui quella della scrittrice Dacia Maraini, la proposta si somma ad altri progetti impattanti sulle montagne abruzzesi, come la “riproposizione del vecchio modello del Circo Bianco, con nuovi impianti di risalita”, nonostante il calo del 78% degli innevamenti in tutto il mondo a causa del riscaldamento globale.

“Ma la maggiore preoccupazione per i difensori della natura – scrive ancora Pratesi – è il progetto di una strada che dal Piano delle Cinque Miglia, presso Roccaraso, tagliando foreste e aprendo tunnel nelle gole rocciose, passando per Scanno arriverebbe a Ortona dei Marsi sul versante del Fucino, con un costo di 750 milioni di euro”. E questo, sottolinea il fondatore del Wwf Italia, sarebbe in netto contrasto con gli obbiettivi ecologici del Next Generation Ue e del New Deal, concepiti per favorire un “risorgimento ecologico” contro i cambiamenti climatici e in difesa del Pianeta. Un caso non solo nazionale, dunque, ma di dimensione europea.

 

 

 

 

INDAGINE CENSIS PER TIM: IL 92% Sì ALLA DIDATTICA DIGITALE

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Gli insegnanti guardano ai nuovi strumenti tecnologici come a una grande opportunità per rendere la didattica digitale ancora più coinvolgente ed efficace per l’apprendimento a distanza ma anche in presenza. È quanto emerge da un’indagine del Censis rivolta ai primi 5mila iscritti al corso gratuito “Nuovi Docenti Digitali – La didattica integrata per le scuole aperte”, svolto da WeSchool nell’ambito del progetto Operazione Risorgimento Digitale in linea con il protocollo d’intesa triennale fra TIM e il Ministero dell’Istruzione, finalizzato ad accelerare il processo di digitalizzazione delle scuole italiane. Una trasformazione che, con la pandemia, ha registrato un forte incremento, coinvolgendo migliaia di docenti e studenti nel passaggio dalla didattica a distanza a quella digitale integrata. In particolare, il corso ha supportato i docenti nell’applicazione delle “Linee guida per la didattica digitale integrata”, emanate dal Ministero dell’Istruzione per arricchire l’insegnamento attraverso le tecnologie digitali e nuove metodologie didattiche, applicabili sia in presenza che da remoto.

L’indagine Censis ha raccolto, tra i docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado che hanno seguito i diversi moduli del corso, le opinioni in merito alle difficoltà incontrate nella didattica a distanza e le competenze digitali di cui avvertono il bisogno. L’elemento più forte emerso dall’indagine riguarda la percezione delle modalità di svolgimento della didattica: il 92,1% dei corsisti ha opinione favorevole e ritiene che le nuove tecnologie digitali siano capaci di rendere più efficaci e coinvolgenti le lezioni frontali. La consapevolezza che la didattica digitale integrata possa risultare più efficace di quella tradizionale sembra ormai consolidata.

Per l’86,7% dei docenti l’insorgere della pandemia pur avendo provocato uno “shock” al sistema formativo, ha determinato un’accelerazione del processo di digitalizzazione delle attività didattiche. È molto forte, però, il desiderio di una “nuova normalità”: insostituibile la didattica in presenza, ma sostanziale unanimità nella necessità di integrarla con gli strumenti digitali (89,4%). Una presa di coscienza importante, che vede i docenti interessati a un’evoluzione delle proprie competenze digitali per applicarle nel rapporto con gli studenti e nelle metodologie di insegnamento innovative.

 

“TIM ha sempre sostenuto la scuola e in un momento come questo non potevamo far mancare il nostro sostegno ai docenti per accompagnarli verso l’evoluzione digitale del sistema educativo”, dichiara Andrea Laudadio, Responsabile TIM Academy & Development: “Con Operazione Risorgimento Digitale vogliamo contribuire alla costruzione della scuola di domani attraverso un approccio metodologico, strutturato e con percorsi di formazione personalizzati. Una scuola nuova che integra le tecnologie digitali nei processi di apprendimento: una grande opportunità per l’intero sistema, perché riguarda il futuro dei nostri giovani”.

LA PENISOLA SI ACCORCIA: ALTRI 20 MILIARDI PER LE FERROVIE

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L’Italia si accorcia, la Penisola diventa più corta e lo Stivale più stretto. Già previsto nel Recovery Plan predisposto dal precedente governo Conte, sotto il titolo “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, il piano per “promuovere il trasporto ferroviario di merci e passeggeri” aumenterà nelle intenzioni del governo Draghi dai 20,3 miliardi di euro iniziali a 32. L’obiettivo è quello di accelerare i collegamenti sui binari lungo gli assi Nord-Sud ed Est-Ovest del Paese, accrescendo così la capacità delle linee e dei nodi di scambio principali. Ne riferisce in dettaglio un articolo del giornalista Jacopo Orsini, pubblicato il 15 marzo su Il Messaggero, quotidiano di Roma.

Il governo, come si legge nel documento che verrà presentato a Bruxelles entro il 30 aprile, punta in particolare alla “decarbonizzazione e riduzioni delle emissioni attraverso lo spostamento del traffico passeggeri e merci dalla strada alla ferrovia” e quindi a una “maggiore connettività e coesione territoriale grazie alla riduzione dei tempi di percorrenza”. Si prevede, inoltre, la “digitalizzazione delle reti di trasporto e il miglioramento della sicurezza di ponti, viadotti e gallerie”, con il conseguente “aumento della competitività dei sistemi produttivi del Sud attraverso il miglioramento dei collegamenti ferroviari”.

Mentre avanzano i lavori per l’installazione della banda ultralarga nelle regioni meridionali, e TIM annuncia che la Puglia è la prima regione italiana coperta interamente dal 5G, vengono aggiunti 20 miliardi per le infrastrutture materiali e la rete ferroviaria. Dalla gomma al ferro, si diceva una volta, per sollecitare appunto lo spostamento del traffico dall’auto ai treni. E questa impostazione coincide con le indicazioni della Commissione europea, secondo il Next Generation Ue, a favore della transizione ecologica.

Al momento, infatti, in Italia il traffico passeggeri si svolge per il 90% sulle strade, mentre quello ferroviario rappresenta appena il 6% contro una media del 7,9 in Europa. Quanto al trasporto delle merci, il 51% viaggia su gomma (1,05 miliardi di tonnellate nel 2019) e per il 13% sui binari contro il 18,7 dell’Ue. Oltre a ridurre il divario infrastrutturale fra le “due Italie”, il piano è anche uno strumento per promuovere la transizione verde e digitale, abbattendo l’inquinamento.

Entro il 2026, dunque, questo consentirà alla Rete ferroviaria italiana (Rfi) di ridurre i tempi di percorrenza e di aumentare la sua capacità complessiva. Lo sintetizza efficacemente lo “specchietto” riassuntivo pubblicato dal Messaggero (vedi link: specchietto-treni-il-messaggero). Due esempi per tutti: da Napoli a Bari, in treno ora occorrono 3 ore e mezza che diventeranno in futuro solo 2 e quindi si potrà andare a Bari a Roma in 3 (vedi grafico qui sotto); sempre al Sud il piano prevede di accorciare di 60 minuti la percorrenza sulla tratta Palermo-Catania e su quella Roma-Reggio Calabria.

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A questo proposito, in un’intervista rilasciata a Emanuele Imperiali per il Corriere del Mezzogiorno, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Enrico Giovannini dichiara: “Se c’è una priorità di questo governo per il Sud è quella di ridurre significativamente il gap infrastrutturale per migliorare la qualità della vita delle persone e mettere le imprese nelle condizioni, anche logistiche, di contribuire alla ripresa del Paese”. Lo stesso ministro ricorda poi che il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) prevede 48 miliardi di investimenti in infrastrutture e trasporti: 22,6 pari a circa il 47% sono destinati al Mezzogiorno. Oltre alle linee ad alta velocità, secondo Giovannini, le distanze si riducono anche potenziando le ferrovie regionali: in questa direzione, il Pnrr stanzia 2,7 miliardi a cui se ne aggiungono altri 2,4 per le tratte di interesse regionale della Rete ferroviaria italiana.

 

 

 

 

 

 

ROMA E FONDAZIONE TIM, MAUSOLEO DI AGUSTO RIAPERTO AL PUBBLICO

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Riapre al pubblico nel cuore della Capitale il Mausoleo di Augusto, il più grande sepolcro circolare del mondo antico, emblema della magnificenza architettonica della romanità. Il monumento torna così accessibile a tutti (nella foto, una veduta dall’alto del centro storico di Roma).

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La prima giornata ufficiale di visita al Mausoleo di Augusto è stata tenuta a battesimo dalla Sindaca Virginia Raggi), che ha voluto condividerla con le rappresentanze delle categorie di cittadini particolarmente colpite dalle conseguenze della pandemia: commercianti e commessi, baristi, ristoratori, operai, lavoratori in cassa integrazione, medici, infermieri, volontari della Protezione Civile e sacerdoti, sempre in prima linea per dare supporto durante l’emergenza, e infine studenti e professori dei Centri di Formazione Professionale capitolini, che con grande impegno e sacrificio hanno portato avanti l’anno scolastico superando tutte le difficoltà (nella foto qui sotto). Il Mausoleo era chiuso dal 2007 per la partenza delle indagini archeologiche preliminari alla realizzazione del grande progetto di recupero e restauro eseguito da Roma Capitale.

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Finalmente riapre il Mausoleo di Augusto, un gioiello del patrimonio storico dell’umanità che restituiamo al mondo intero dopo tanti anni di chiusura. Abbiamo lavorato a questo traguardo con impegno e tenacia, sostenuti dal mecenatismo della Fondazione TIM, che ci ha permesso di fare un bellissimo regalo ai cittadini, con la generosità di un’imprenditoria illuminata, sensibile al valore incommensurabile del nostro patrimonio storico, artistico e culturale. Questa prima giornata di visita è il simbolo importante di una ripartenza per la città e per il Paese. Per questo, abbiamo voluto dedicarla alle persone messe a dura prova dall’emergenza sanitaria: Roma valorizza il suo passato, per guardare al futuro insieme ai cittadini”, dichiara la sindaca Virginia Raggi.

 Il presidente della Fondazione TIM, Salvatore Rossi, commenta: “Siamo orgogliosi di aver lavorato insieme con Roma Capitale per il recupero di uno dei luoghi più importanti dell’archeologia mondiale. Fondazione TIM ha aderito da subito al progetto di restauro e valorizzazione del Mausoleo di Augusto, impegnando complessivamente 8 milioni di euro, per ridare vita a quello che pensiamo sarà uno dei siti più visitati al mondo. È importante che anche mecenati privati collaborino a conservare e promuovere il patrimonio storico e culturale del Paese; è uno degli obiettivi della Fondazione TIM. Lo stiamo facendo mettendo a disposizione non solo denaro ma anche tecnologia: daremo a cittadini e turisti la possibilità di vivere una innovativa esperienza multimediale, che renderà ancora più affascinante e spettacolare la visita del Mausoleo”.

Contestualmente ai lavori di completamento del percorso museale e di riqualificazione della piazza, diretti Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’area di piazza Augusto imperatore è stata resa fin d’ora più vivibile dallo spostamento dei capolinea dei bus e dall’eliminazione dei parcheggi, con un conseguente guadagno di spazi a tutto vantaggio dei cittadini e della fruibilità dell’area. Il Mausoleo potrà essere visitato gratuitamente da tutti fino al 21 aprile, giorno in cui si celebra il “Natale” di Roma.

Le prenotazioni, già sold out, saranno nuovamente possibili dal 1° marzo – per il periodo dal 22 aprile al 30 giugno sul sito www.mausoleodiaugusto.it, dove si potrà anche pre-acquistare il biglietto d’ingresso. Dal 22 aprile prossimo, e per tutto il 2021, l’accesso resterà sempre gratuito per i residenti a Roma, mentre sarà a pagamento per i non residenti, secondo le tariffe previste per l’anno in corso (€4,00 intero; €3,00 ridotto +€1,00 di prevendita).

Le visite, della durata di circa 50 minuti, si svolgeranno dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 16 (ultimo ingresso alle 15), in ottemperanza alle indicazioni del DPCM vigente che prevede la chiusura dei luoghi della cultura nel fine settimana. Coloro che hanno prenotato il sabato e domenica saranno contattati e ricollocati in altre date.  A partire dal 22 aprile 2021, inoltre, la visita al Mausoleo sarà arricchita da contenuti digitali, in realtà virtuale e aumentata, realizzati dalla Fondazione TIM. I servizi museali saranno gestiti da Zètema Progetto Cultura.

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Dopo la prima fase di restauro conservativo terminata nel 2019 e realizzata mediante un finanziamento pubblico di 4.275.000 euro (di cui 2 milioni versati dal Mibact e 2.275.000 da Roma Capitale), è attualmente in corso la fase di valorizzazione del monumento grazie allo stanziamento fornito dalla Fondazione TIM. Dopo gli interventi di restauro del Mausoleo realizzati finora, con la sistemazione di numerose concamerazioni interne e l’avvio dell’allestimento del percorso museale, è stato possibile anticipare a marzo 2021 la fruizione del monumento rispetto ai termini previsti per il completamento delle opere di musealizzazione. Anche con il cantiere in corso (foto sopra) , il pubblico potrà quindi effettuare una visita dell’area centrale e accedere agli spazi in sicurezza.