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INTESA SANPAOLO MAIN PARTNER A PIAZZA DI SIENA

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Nella splendida cornice di Villa Borghese, il “polmone verde” di Roma, s’è svolta sul suggestivo percorso di Piazza di Siena la Coppa delle Nazioni-Intesa Sanpaolo, gara centrale del concorso ippico internazionale: l’ha vinta il Belgio su uno schieramento di 12 squadre. Tra sport e spettacolo, è stata un’occasione per richiamare sui gradoni e sull’erba intorno a questo “anfiteatro” all’aperto gli appassionati e i curiosi che si sono aggiunti ai frequentatori abituali del più grande parco della Capitale. Per il quinto anno, Intesa Sanpaolo è stata Main Partner dello storico concorso che coniuga tradizionalmente agonismo ed eleganza, coinvolgendo cavalieri, amazzoni e spettatori italiani e stranieri.

La squadra azzurra è finita fuori dal gioco già al primo round, al decimo posto, distante anche dalle otto penalità che avrebbero consentito il ripescaggio fino alla nona posizione. Un risultato modesto che ha fatto rimpiangere a molti tifosi i trionfi conseguiti per tanti anni proprio a Piazza di Siena dai fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo.

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La premiazione della Coppa delle Nazioni: al centro, fra due cavalieri del Belgio, Pierluigi Monceri di Intesa Sanpaolo, Main partner della gara

Al termine della competizione, Pierluigi Monceri, responsabile della Direzione Regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo, premiando i vincitori, ha dichiarato: “Le grandi emozioni che regala Piazza di Siena hanno quest’anno il significato dell’ottimismo per la ripartenza. Da cinque anni siamo al fianco della Federazione italiana Sport equestri per sostenere questa competizione sportiva che mette Roma e l’Italia al centro dell’attenzione internazionale”.

INNOVAZIONE E INFORMATICA NUOVA SCUOLA DI TIM E LUISS

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Coltivare i talenti dell’innovazione per formare i professionisti che guideranno la trasformazione digitale del Paese. Con questo obiettivo nasce la partnership tra “Operazione Risorgimento Digitale”, la grande alleanza per la diffusione della cultura digitale promossa da TIM insieme a oltre 40 partner, e 42 Roma Luiss, la rivoluzionaria scuola di programmazione che permette agli studenti di sviluppare le abilità necessarie per competere a livello internazionale, anche attraverso l’esperienza di professionisti e di realtà aziendali.

Nata dal modello francese di École42, la scuola non prevede limiti di età e titoli di studio, ma solo impegno e passione per la programmazione informatica, il cosiddetto coding. Il percorso di apprendimento è innovativo e autogestito: alla base, lo scambio reciproco di competenze tra gli studenti ammessi e tanta pratica. Il campus è a Roma nel polo di innovazione “The Hub di LVenture Group”, in via Marsala 29H, aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

“Operazione Risorgimento Digitale” parteciperà attivamente al percorso formativo di 42 Roma Luiss proponendo agli studenti tutta l’esperienza del network di esperti di TIM e della rete dei partner del progetto. Il programma è arricchito, inoltre, con incontri e workshop formativi sulle competenze digitali per vincere le sfide dell’innovazione. Per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, è prevista anche la possibilità di svolgere stage e cimentarsi in project work.

 “Consideriamo questa partnership un importante banco di prova per lo sviluppo delle competenze digitali del nostro Paese, un nuovo strumento che permette di connettere conoscenze ed esperienze diverse anche attraverso la collaborazione con il tessuto imprenditoriale”, dichiara Luigi Gubitosi, amministratore delegato di TIM: Grazie a questa iniziativa accelereremo insieme a 42 Roma Luiss la crescita di talenti dell’innovazione, favorendo la diffusione e condivisione delle loro competenze nella collettività”.

 “Luiss con l’apertura della 42 ha portato in Italia un modello educativo rivoluzionario. Una vera e propria full immersion nel mondo del coding, senza gerarchie, strutturata secondo la logica del peer-to-peer e learning by doing: scambio reciproco e tanta pratica. 42 Roma Luiss dallo scorso gennaio offre a 150 ragazze e ragazzi le opportunità per costruirsi, gratuitamente, le competenze digitali necessarie per contribuire alla trasformazione tecnologica del nostro Paese. Avere a bordo ‘Operazione Risorgimento Digitale’ in questo grande progetto, come partner strategico, garantirà ai nostri studenti la possibilità di allargare il proprio percorso di studio con nuove esperienze professionali”, commenta Giovanni Lo Storto, direttore generale dell’Università Luiss Guido Carli.

“TERRE AVVELENATE”: LA CHIESA IN CAMPO CONTRO L’INQUINAMENTO

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La Chiesa italiana scende in campo contro tutte le “Terre dei fuochi” e promuove un patto per tutelare l’ambiente, la salute e la vita nelle aree avvelenate del nostro Paese. Sono ben 78 le Diocesi inserite nei 42 Siti di interesse nazionale, molte delle quali hanno partecipato al Convegno virtuale con base ad Acerra, coinvolte nella campagna “Custodire le nostre terre. Salute, ambiente, lavoro”. Non solo più, dunque, in quella che da vent’anni a questa parte è stata definita la “Terra dei fuochi” in Campania, a cavallo fra le province di Napoli e Caserta (nella foto qui sotto una manifestazione di protesta), ma in tutte le zone inquinate dalle discariche abusive sparse sul territorio, dall’interramento dei rifiuti tossici e dei rifiuti speciali, dall’innesco dei roghi che diffondo diossina e altre sostanze nocive nell’atmosfera.

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La notizia è stata pubblicata in prima pagina di Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, con un articolo intitolato “Italia contaminata, si muove la Chiesa” a firma di Antonio Maria Mira. È un atto di denuncia e anche d’impegno costruttivo. Nel documento finale, si legge che a causa di una mancata custodia “le nostre terre risultano contaminate da diversi fattori, con ampie conseguenze sulla salute, in particolare dei giovani e dei più poveri”. Da qui, appunto, “l’impegno a lavorare per favorire la conoscenza della Laudato Si’, aiutando le diocesi a educare alla salvaguardia del Creato, a offrire itinerari educativi e a motivare fino a far forma a uno stile di vita”, con la proposta concreta di costituire un coordinamento fra le 78 diocesi italiane proprio perché “la Terra dei fuochi non è un luogo circoscritto ma un fenomeno esteso all’intero Paese”.

Sottolinea il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei: “Può risultare riduttivo, quando non addirittura discriminante, parlare di ‘terra’ o di ‘terre dei fuochi’: perché dobbiamo piuttosto affermare con forza che siamo responsabile della custodia di tutte le terre”. Dall’arcivescovo di Taranto – la città martoriata dai “veleni” dell’ex Ilva ed ex Italsider (nella foto qui sotto) Filippo Santoro, arriva un’accusa precisa: “Molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale si sono fermati di fronte al negazionismo dei potenti. Abbiamo pertanto il dovere di smuovere le coscienze e di invitare i cattolici e tutta l’opinione pubblica a prendere parte a un movimento globale”.

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Il Convegno di Acerra, da cui parte questa mobilitazione della Chiesa contro l’inquinamento, avrà un seguito nell’edizione 2021 della Settimana sociale dei cattolici italiani, indetta proprio a Taranto dal 21 al 24 ottobre prossimo. Al centro di questo appuntamento, ci sarà il riconoscimento che “il cammino da percorrere è quello di una sostenibilità socio-ambientale nella prospettiva di una vera ecologia umana”. E il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, aggiunge: “Attraverso il coordinamento delle 78 diocesi, vogliamo raccogliere le buone pratiche esistenti verso una proposta pastorale più organica e un cammino sistematico”.

Nello stesso numero domenicale, a corredo di questo articolo, Avvenire pubblica tre ingrandimenti sui casi di Frosinone, Manfredonia e Vicenza. A Frosinone (Lazio), terra della Valle del Sacco che è uno dei 42 Sin, la diocesi ha già promosso iniziative per favorire l’installazione di pannelli fotovoltaici e l’impianto di una fattoria biologica, la raccolta dei rifiuti di apparecchi elettrici ed elettronici (Raee), la diffusione di detersivi ecologici, contribuendo così a creare nuovi posti di lavoro. Da Manfredonia (Puglia), dove il 26 settembre 1976 nello stabilimento petrolchimico che dava lavoro a 2mila persone esplose la torre dell’arsenico spandendo gas tossici, l’arcivescovo Franco Moscone denuncia che “l’area, inserita tra i 42 Sin, non è stata ancora bonificata”. E infine, a Vicenza la diocesi ha lanciato una campagna contro la diffusione degli acidi perfluoroacrilici nelle acque prodotti dalle industrie chimiche, con un filmato in cui varie madri spiegano che cosa sono questi Pfas e quali danni provocano alla salute dei loro figli.

 

 

 

 

UNO STOP AL PETROLIO DELL’ENI E DELLA TOTAL NEL “TEXAS D’ITALIA”

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“Stop al Texas d’Italia” ha titolato La Gazzetta del Mezzogiorno, quotidiano di Puglia e Basilicata, per annunciare con un articolo di Massimo Brancati da Potenza la sospensione dell’attività petrolifera sia al Cova Eni di Viggiano (nella foto) sia al Templa Rossa Total a Corleto Perticara. L’interruzione, motivata in entrambi i casi da esigenze di manutenzione, durerà 45-50 giorni con lo spegnimento completo delle torce e la chiusura dei pozzi. Ma sono proprio questi interventi a dimostrare una volta di più la particolare natura degli impianti e la loro pericolosità potenziale.

Per quanto al momento provvisorio, lo stop all’estrazione degli idrocarburi in Basilicata ridurrà la produzione nazionale di petrolio che proviene per circa l’80% dai giacimenti lucani in Val d’Agri e Valle del Sauro. Quello dell’Eni si fermerà per una manutenzione completa programmata con cadenza decennale. Per Templa Rossa, invece, si tratta di un intervento straordinario che s’è reso necessario a causa di ripetuti episodi di malfunzionamento.

Al Cova (Centro oli Val d’Agri), sono previste verifiche all’integrità delle apparecchiature e dei pozzi, interventi sulle condotte della rete di raccolta e operazioni di bonifica con più di cento accessi ai terreni confinanti. Ma in programma c’è anche il miglioramento tecnologico delle strutture attuali, per aumentare l’affidabilità, l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale dell’impianto. Qui l’Eni ha stanziato 140 milioni di euro, con il coinvolgimento di 170 imprese e un incremento di 1.200 lavoratori. Per lo stabilimento di Templa Rossa, invece, è stata la Regione Basilicata a imporre lo stop in seguito ad alcune fiammate anomale che hanno provocato preoccupazione e allarme nelle comunità vicine.

Resta il fatto comunque che, a fronte della transizione ecologica richiesta espressamente dall’Unione europea per concedere all’Italia i finanziamenti del Recovery Fund, i tempi per la “decarbonizzazione” del Belpaese minacciano così di allungarsi all’infinito, con tanti saluti alla tutela dell’ambiente, alla salute dei cittadini e anche allo sviluppo del turismo. La “Valle del petrolio”, nel cuore della Basilicata, è un’altra dimostrazione dello “sfruttamento” a cui sono state sottoposte nel corso del tempo le regioni meridionali. E piuttosto che utilizzare il sole e il vento per produrre energie “pulite”, l’Ente di stato continua a estrarre il cosiddetto “oro nero” che – come tutti gli idrocarburi – provoca l’inquinamento e contribuisce al riscaldamento del pianeta.

 

 

 

RIAPRONO LE GALLERIE D’ITALIA: VICENZA, MOSTRA SUL FUTURO

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Riaprono dal 27 aprile, dopo Milano, anche le Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari a Vicenza. La prenotazione durante i giorni feriali è consigliata, mentre è obbligatoria il sabato e nei giorni festivi attraverso il sito www.gallerieditalia.com. Le visite si svolgono secondo le misure previste, tra cui ingressi scaglionati e contingentati e la misurazione della temperatura con termoscanner.

Fino al 27 giugno sarà possibile vedere la mostra temporanea “Futuro. Arte e società dagli anni Sessanta a domani”: una riflessione di straordinaria attualità sul concetto di “futuro” attraverso le visioni dell’arte, dagli anni ’60 – decennio del boom economico, della crescita demografica, dell’ottimismo e del consumismo che nell’arte si traducono nell’era pop e nell’esplosione dei fenomeni giovanili – fino a una società che si è trovata a vivere contemporaneamente il cambio di un secolo e di un millennio, attesi con grandi aspettative e alcune paure.

L’esposizione presenta circa cento opere di artisti italiani e internazionali come Boccioni, Fontana, Christo, Boetti, Rotella, Warhol, Lichtenstein, Rauschenberg, Schifano, Hirst, provenienti da importanti collezioni private e dalla collezione Intesa Sanpaolo (nella foto sotto, “Krizia orange” di Andy Wahrol).

Saranno visitabili, inoltre, gli spazi interni ed esterni del meraviglioso palazzo barocco e le collezioni permanenti al piano nobile: oltre ai trenta dipinti del 700 veneto, testimoni dell’ultima, splendida stagione della Serenissima.

 

Con l’intento di valorizzare la collezione Intesa Sanpaolo di ceramiche attiche e magnogreche (V-III secolo a.C.), e allo stesso tempo di rendere omaggio allo spirito narrativo della decorazione ad affresco di Palazzo Leoni Montanari realizzata tra il XVII e il XVIII secolo, il palazzo presenta nelle sale rivisitate del piano nobile anche un nucleo di venti vasi – selezionati dagli oltre 500 che formano la collezione di ceramiche attiche e magnogreche di Intesa Sanpaolo, fra cui la famosa kalpis attica del Pittore di Leningrado del V secolo a.C..

 

IL VATICANO A GIUDIZIO PER UN MURALES

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Un piccolo murales e un francobollo celebrativo scatenano una vertenza giudiziaria fra la Santa Sede e un’artista di street art, Alessia Babrow, 42enne di origine italo-sudafricana. L’opera, ispirata all’Ascensione di Heinrich Hoffmann, pittore tedesco di fine Ottocento, era stata realizzata in forma anonima sulla balaustra di ponte Vittorio Emanuele, a Roma, poco distante dalla Città del Vaticano: rappresenta la figura Gesù con l’immagine anatomica di un cuore sovrapposta e il messaggio “Just use it” (nella foto, sullo sfondo di Castel Sant’Angelo).

Notata dal direttore dell’Ufficio filatelico vaticano, Mauro Olivieri, di passaggio per caso in motorino, è diventata all’insaputa dell’autrice il soggetto del francobollo emesso per la Pasqua 2020. Ma ora l’artista, dopo vari tentativi di farsi riconoscere in via amichevole i diritti d’autore, ha deciso di citare in giudizio il Governatore della Città del Vaticano, chiedendo 128.800 euro di risarcimento (36.800 per il danno morale e non meno di 92.000 per quello patrimoniale).

Questa inedita storia è stata raccontata da Paolo Frosina sul Fatto Quotidiano.it, dopo aver parlato direttamente con la protagonista e con i suoi legali, Mauro Lanfranconi e Luigi Marcucci. Nell’atto di citazione, l’udienza per la discussione della causa è stata richiesta per il 7 dicembre prossimo.

Eppure, a quanto riferisce l’articolo, l’artista avrebbe tentato di contattare l’Ufficio filatelico vaticano, ma senza ottenere alcun riscontro. Tramite un intermediario, le sarebbe stata offerta poi la partecipazione a un’udienza pubblica del Papa che lei dice di aver “cortesemente declinato”. Alla fine, dopo due ulteriori diffide a ritirare il prodotto dal commercio, ha deciso di uscire allo scoperto e di prendere l’iniziativa giundiziaria.

“Non è una questione di soldi, ma di principio”, ha dichiarato la Hoffman al giornalista. E ha spiegato: “Io posso anche lavorare gratis, l’ho fatto in passato, ma non accetto che altri si arricchiscano sfruttando il mio lavoro senza consenso”. A quanto pare, infatti, il “francobollo della discordia” è stato commercializzato sul portale filatelico del Vaticano con una tiratura di 80mila copie a 1,15 euro ciascuna che avrebbe prodotto un incasso pari a circa centomila euro. Ma, dopo il sold out, l’emissione speciale ha dato luogo a un’asta privata fra collezionisti e il prezzo è salito fino a 4 euro.

Secondo i legali dell’artista, la legge sul diritto d’autore garantisce all’autrice “il diritto esclusivo di sfruttamento economico dell’opera”, comprese le facoltà di riprodurla, comunicarla al pubblico, distribuirla e noleggiarla, in modo che “soggetti differenti dall’autore potranno sfruttare economicamente un’opera soggetta alla tutela autoriale solo previa autorizzazione scritta di quest’ultimo”. Il Governatorato pontificio, invece, “procedeva alla realizzazione, commercializzazione e vendita di francobolli ritraenti l’opera realizzata dalla sig.ra Babrow, in difetto di qualsivoglia autorizzazione”, e per di più con la dicitura “Città del Vaticano” e lo stemma dello Stato, “nonostante la piena consapevolezza dell’altruità dell’opera”.

 

 

 

 

 

 

 

RAPPORTO SUI DISTRETTI: DIGITALE E “GREEN” DECISIVI PER LA RIPRESA

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A un anno di distanza dallo scoppio della pandemia, qual è lo stato di salute dei distretti industriali italiani? Quali sono ancora le criticità da superare? E quali i fattori di resilienza su cui far leva e le priorità da affrontare, per un rilancio economico duraturo e sostenibile? A tutte queste domande, risponde la tredicesima edizione del Rapporto annuale che la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo dedica all’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali.

Il dossier, presentato dal Consigliere delegato della Banca, Carlo Messina, dal Chief Economist Gregorio De Felice e dal Responsabile della Ricerca Industry  Banking Fabrizio Guelpa, fornisce una serie di indicazioni interessanti sulle filiere produttive, tra cui risaltano le priorità del digitale e del green. Secondo le previsioni del Rapporto, dopo un calo di fatturato stimato pari al 12,2% nel 2020, per il 2021 è atteso un rimbalzo dei livelli produttivi, con un incremento dell’11,8%. Il recupero sarà parziale e lascerà il fatturato dell’aggregato distrettuale del 3% circa inferiore al livello del 2019. Pesano le difficoltà del Sistema moda e, più in generale, u1na prima parte dell’anno ancora penalizzata dalla pandemia.

La reazione è comunque significativa considerando che lo scorso anno il 25,2% delle imprese aveva avuto una marginalità negativa. Circa la metà di queste ha potuto contare sulla liquidità interna per appianare le perdite. Le altri hanno potuto attivare moratorie o finanziamenti garantiti a tassi agevolati.

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 La forza delle filiere

“Più elementi – si legge nel Rapporto 2021 di Intesa Sanpaolo – ci spingono a un cauto ottimismo e a pensare che le filiere distrettuali possano continuare a rappresentare un tratto imprescindibile del tessuto produttivo italiano”. In presenza di know-how e competenze diffuse, il “gioco” virtuoso di concorrenza e cooperazione continua tra attori della filiera ha consentito a molti distretti di competere con successo all’estero o di collocarsi stabilmente nelle catene globali del valore.

Dalla network analysis emergono segnali di una struttura gerarchica delle relazioni tra imprese, con la presenza di capofila che concentrano un maggior numero di transazioni. Spiccano però anche relazioni tra imprese che appartengono alla stessa classe dimensionale, a testimonianza dell’elevato spirito di collaborazione che anima le filiere distrettuali.

Le imprese distrettuali del Sistema moda sono ben inserite nelle filiere del lusso: rappresentano il 65% di addetti e fatturato. Al contempo, la filiera del lusso ha un peso rilevante per i distretti: coinvolge il 42% dei loro addetti e attiva il 51% del loro fatturato. Alcuni distretti della filiera della pelle sono divenuti la piattaforma produttiva del segmento del lusso, a servizio delle case di moda italiane e francesi. E’ questo il caso della Pelletteria e calzature di Firenze e delle Calzature della Riviera del Brenta.

Nei distretti sono presenti vantaggi di costo: l’abbondante offerta nei distretti si traduce in un grado di dipendenza contenuto da fornitori e costi di approvvigionamento. Non a caso nei distretti il 47% dei nuovi fornitori attivati durante la pandemia (pari nei primi nove mesi del 2020 al 19% in quantità e al 7,6% in valori) sono locali (entro i 50 Km) e hanno spesso sostituito forniture strategiche di prossimità. L’effetto netto è stato un lieve allungamento delle filiere distrettuali (+3,1 Km, un valore allineato ai non distretti), che tuttavia mostrano distanze di approvvigionamento significativamente inferiori rispetto alle aree non distrettuali (116 Km vs 157).

La localizzazione delle filiali produttive e commerciali conferma il maggior radicamento locale per le PMI distrettuali: non solo è più bassa la quota di imprese plurilocalizzate (11,2% vs 13,1% nelle aree non distrettuali), ma in queste una percentuale più elevata di addetti lavora nella provincia della sede operativa (78% vs 72%). Le grandi imprese distrettuali, invece, sono articolate su scala nazionale e sono aperte all’estero, portando i prodotti realizzati nei distretti anche al di fuori dei confini nazionali.

Le priorità: digitale e green

I prossimi anni saranno decisivi per il rilancio dell’economia italiana. Sarà fondamentale impiegare bene le risorse provenienti da Next Generation EU e far ripartire gli investimenti in macchinari 4.0, digitale, green, capitale umano. Le PMI distrettuali possono vincere queste sfide.

Sul fronte del digitale, nei distretti già prima della pandemia era in crescita l’incidenza di ICT e R&S sul totale degli acquisti di beni e servizi, salita nel 2019 al 4,1% (dal 3,7% del 2016), grazie al traino della meccanica (7,1% vs 5,7% delle aree non distrettuali, il 25% in più). I processi di digitalizzazione hanno subito un’accelerazione nel 2020, soprattutto nel lavoro a distanza e nei distretti. Restano però ritardi in modo particolare tra le imprese più piccole.

Nella meccanica, le aziende che adottano soluzioni 4.0 hanno importanti ritorni in termini di miglioramento della qualità (indicato dall’84% delle imprese), aumento della velocità di produzione (73%), flessibilità e personalizzazione della produzione (71%), miglioramento della sicurezza (69%), efficientamento del magazzino (61%), riduzione dei costi (59%). Chi invece produce macchinari 4.0 in 8 casi su 10 dichiara di poter aumentare la redditività della manutenzione sulle macchine vendute e raccogliere dati da utilizzare per R&S e innovazione.

Anche la tematica ambientale ha assunto un ruolo sempre più rilevante negli ultimi anni. Nei distretti l’incidenza di imprese con impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile e beneficiari degli incentivi del GSE (Gestore Servizi Energetici) è pari complessivamente all’11,8% (il 14% in più rispetto alle aree non distrettuali), con punte del 25,2% tra le aziende di grandi dimensioni, contro il 20,3% delle medie, il 13% delle piccole e il 6,4% delle micro. La crescita degli investimenti green si è accompagnata a un progressivo sviluppo tecnologico: tra le imprese distrettuali italiane la quota di brevetti green sul totale è salita al 6,3% negli anni più recenti (2014-2018), una quota più che doppia rispetto ai primi anni Duemila.

Un sistema innovativo ed educativo vicino alle imprese: i Competence Center e gli ITS

Formazione e trasferimento tecnologico sono le due chiavi per favorire l’accelerazione degli investimenti nel digitale e nel green. Competence Center (CC), Digital Innovation Hub, Istituti Tecnici Superiori (ITS) e Corporate Academy possono rappresentare la via italiana per sviluppare un sistema innovativo ed educativo che risponda alla domanda di tecnologia (digitale e green) e di capitale umano da parte delle imprese italiane.

Nel Rapporto si descrivono i primi anni di attività degli otto Competence Center italiani: Bi-Rex, SMACT, CIM 4.0, Artes 4.0, Start 4.0, MADE, MedITech, Cyber 4.0. La vocazione tecnologica di ognuno di loro è legata alle specificità dei territori in cui sono inseriti, essendo consorzi composti da enti di ricerca già attivi localmente. La maggior parte delle energie si sono finora concentrate su formazione e bandi di ricerca che hanno coinvolto anche PMI distrettuali e avviato gruppi misti di lavoro con ricercatori universitari. In alcuni casi sono state attivate linee pilota, esempi di fabbriche dove le nuove tecnologie 4.0 sono integrate con quelle tradizionali, in un ambiente digitalmente interconnesso. Nel medio termine, l’affermazione dei Competence Center dipenderà dal loro successo in campo industriale, ovvero dalla capacità di realizzare progetti di ricerca applicata e di trasferimento tecnologico, come avviene in Germania per i Fraunhofer (istituti di scienza applicata).

Un approfondimento è poi dedicato agli Istituti tecnici superiori: nati nel 2010 con l’obiettivo di colmare il mismatch tra offerta di lavoro dei giovani e difficoltà delle imprese nel trovare candidati con competenze adeguate, gli ITS sono un modello formativo terziario professionalizzante di eccellenza, con una buona diffusione nei distretti. Dal 2010 al 2020 sono stati attivati in Italia 1.631 percorsi ITS che hanno coinvolto complessivamente 41.086 studenti. I risultati finora conseguiti sono brillanti: nelle aree ad alta intensità distrettuale l’84,1% dei diplomati è occupato a 12 mesi dal diploma e il 94,4% di questi utilizzano in azienda le competenze acquisite. Tuttavia, è ancora lunga la strada da percorrere, soprattutto per aumentare il numero dei diplomati. Si può prendere ispirazione dal successo delle tedesche “Fachhochschulen” (le scuole universitarie professionali), investendo su comunicazione, orientamento e strutture fisiche, ma anche delineando un percorso professionalizzante che possa essere vissuto, sia dagli studenti che dal mercato del lavoro, come una scelta diversa e non inferiore.

 

 

 

 

GALLERIE D’ITALIA UN WEEKEND PER FAMIGLIE CON BAMBINI

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Un fine settimana interamente dedicato alle famiglie per far conoscere il patrimonio culturale, storico, artistico e scientifico italiano e per diffondere l’accessibilità della cultura a misura di bambino. Le Gallerie d’Italia, polo museale di Intesa Sanpaolo, aderiscono il 15 e 16 maggio a KIDPASS DAYS 2021. L’iniziativa prevede una maratona di eventi online e in presenza organizzati in simultanea, in collaborazione con musei, spazi culturali, castelli, planetari, parchi archeologici e associazioni in tutto il territorio nazionale.

Sabato 15 maggio (ore 15) le Gallerie d’Italia propongono il “Grande Gioco delle Gallerie d’Italia”, un appassionante viaggio virtuale che porterà a scoprire paesaggi e personaggi curiosi e affascinanti che hanno percorso secoli e città attraverso tre opere della collezione Intesa Sanpaolo che rappresentano vedute di Milano, Napoli e Vicenza. L’iscrizione si effettua con l’invio di una mail a info@gallerieditalia.com. I partecipanti riceveranno il link all’evento, che si terrà nella piattaforma Webex (nella foto sopra, un’immagine del virtual tour).

Domenica 16 maggio verranno proposti percorsi gratuiti nelle tre sedi museali di Intesa Sanpaolo a Milano, Napoli e Vicenza.

A Milano domenica 16 maggio. alle ore 11 e alle ore 15,30, verrà proposto “Da Canova a Boccioni andata e ritorno”: un percorso ricco di curiosità, di quando si poteva raggiungere il centro di Milano in barca, per bambini dotati di fantasia e voglia di esplorare. I bambini e le famiglie saranno invitati a una avventura fra storie antiche e fatti bizzarri, dal viaggio di Ulisse ai dipinti di Giovanni Migliara che “spostava chiese e palazzi” nell’Ottocento senza usare photoshop.

Ingresso e attività gratuiti per le famiglie, indicato per bimbi dai 6 ai 10 anni. Durata 60’, prenotazione obbligatoria entro sabato 15 maggio al numero verde 800.167619 o info@gallerieditalia.com

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A Napoli le Gallerie d’Italia proporranno domenica 16 maggio alle ore 11 e alle ore 17 “Un viaggio in cornice”: un emozionante viaggio nella città di Napoli, attraverso le vedute più rappresentative della collezione delle Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano, alla scoperta dei luoghi che hanno affascinato i viaggiatori del Grand Tour.

Ingresso e attività gratuiti per le famiglie. Durata 40’, prenotazione obbligatoria entro sabato 15 maggio al numero verde 800.454229 o info@palazzozevallos.com. L’attività sarà avviata all’iscrizione di un minimo di 5 partecipanti, fino a un massimo di 9.

A Vicenza le Gallerie d’Italia invitano domenica 16 alle 10,30 e 16.00 al Family Lab “Un futuro arcobaleno” in occasione della mostra FUTURO. Arte e società dagli anni Sessanta a Domani. Le proposte rientrano in un ciclo di percorsi sensoriali dedicati ai bambini (6-10 anni) e alle loro famiglie: ogni appuntamento svela i segreti di un colore (nero – blu – verde – rosso – bianco), associato ad alcune opere in mostra. I piccoli “esploratori” sono invitati a creare un proprio diario di bordo partendo dalle suggestioni vissute a contatto con i capolavori dell’arte contemporanea in mostra a Palazzo Leoni Montanari. Alle 10.30 Un futuro arcobaleno proporrà “La mia valigia piena di blu” mentre alle 16.00 protagonista sarà il colore verde con “Una verde cartolina dal mondo”.

Ingresso e attività gratuiti per le famiglie. Durata 30’, prenotazione obbligatoria entro sabato 15 maggio al numero verde numero verde 800.578875 o informazioni@palazzomontanari.com.

Le mostre in corso alle Gallerie d’Italia:

Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari,Vicenza 

  • Arte e società dagli anni Sessanta a domani

Fino al 27 giugno 2021

 Prorogata fino al 27 giugno 2021, la mostra Futuro. Arte e società dagli anni Sessanta a domani, curata da Luca Beatrice e Walter Guadagnini, apre una riflessione sul concetto di futuro attraverso le visioni dell’arte, dagli anni Sessanta fino al cambio di un secolo e di millennio, atteso con grandi aspettative e alcune paure. In mostra fra le altre, opere di Boccioni, Depero, Fontana, Boetti, Hirst, Vasarely, Warhol, Lichtenstein, Rauschenberg, Rotella, Schifano.

L’ingresso alle Gallerie comprende – oltre alla mostra temporanea – la visita alle collezioni permanenti del Settecento Veneto e ad una selezione di preziose ceramiche attiche e magnogreche. A disposizione dei visitatori (1 euro) l’app MuseOn che comprende approfondimenti sul palazzo barocco, sulle collezioni museali permanenti e sulla mostra temporanea, raccontata dai curatori.

 Gallerie d’Italia- Piazza Scala, Milano

 Ma noi ricostruiremo. La Milano bombardata del 1943 nell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo

Fino al 16 maggio 2021

Mostra a cura di Mario Calabresi. Immagini emblematiche della vita della città, ritratte dai fotografi dell’agenzia fotografica Publifoto nella devastazione della seconda guerra mondiale, sono messe a confronto con gli stessi luoghi immortalati durante il lockdown della primavera 2020 dal fotografo torinese Daniele Ratti.

  • Carlo Mari. Io Milano. Aprile 2020. La città vista dai Carabinieri attraverso l’occhio di un fotografo (fino al 6 giugno 2021)

Allestita nel chiostro delle Gallerie d’Italia, la mostra fotografica presenta 47 gigantografie in bianco e nero che testimoniano la Milano “sospesa” durante il lockdown dovuto alla pandemia nell’aprile 2020. Una città immersa nel silenzio, come mai si era vista prima, attraverso gli occhi dei Carabinieri, presenza discreta e rassicurante, che hanno accompagnato Milano in questo momento di difficoltà e dolore e ne hanno colto la desolazione ma anche la sua surreale bellezza.

 

 

SVOLTA “GREEN” DI FINCANTIERI: 84% DELL’ENERGIA DA RINNOVABILI

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Energia rinnovabile e smaltimento dei rifiuti. Svolta “green” di Fincantieri, la multinazionale italiana – presieduta da Giampiero Massolo – che controlla uno dei più grandi complessi cantieristici al mondo, leader della progettazione e costruzione di navi da crociera, navi militari, offshore, traghetti e mega-yacht. L’impegno dell’azienda sulla transizione ecologica, come ricorda l’amministratore delegato Giuseppe Bono nella lettera agli stakeholder, “è stato riconosciuto e premiato da vari enti indipendenti”, a partire da Carbon Disclosure Project, l’agenzia leader nel cambiamento climatico, che ha assegnato al Gruppo la fascia di merito più alta (A-).

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Dall’ultimo bilancio di sostenibilità, emerge che nel 2020 il 100% dell’elettricità necessaria per il fabbisogno dei siti produttivi e delle società italiane, così come quella dei cantieri rumeni, è stata acquistata ed è risultata proveniente da fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico, fotovoltaico). Considerando anche il contributo della controllata Vard, la filiale norvegese acquisita dal 2013 e specializzata nel mercato offshor hi-tech, l’asticella “verde” è pari all’84% dell’energia utilizzata dall’intero Gruppo.

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Un altro obiettivo rilevante per la sostenibilità è stato centrato nello smaltimento dei rifiuti. Nel 2020, Fincantieri ha consolidato la quota avviata al recupero: 186% sul totale dei rifiuti prodotti. Un risultato, sottolinea un comunicato dell’azienda, raggiunto attraverso una capillare raccolta differenziata dei residui di lavorazione.

Con oltre 230 anni di storia, l’azienda dispone di 18 cantieri, ha costruito finora più di 7.000 navi e ne ha 97 nel suo portafoglio. Il Gruppo opera in quattro continenti e ha oltre 20mila dipendenti. Solo in Italia i suoi fornitori sono più di 6mila. I ricavi ammontano a 5,9 miliardi di euro, con un carico di lavoro complessivo di 35,7 miliardi.

 

 

 

 

 

 

 

 

APICOLTURA URBANA: ENEL X “ADOTTA” 3 ALVEARI A ROMA

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Rispetto dell’ambiente e della biodiversità. Per sensibilizzare i cittadini ai valori dello sviluppo sostenibile, la sede di Enel X in viale di Tor di Quinto, a Roma, ospiterà 3 alveari gestiti da Apicolturaurbana.it. La business line del Gruppo Enel è un’azienda globale, con solide radici nel settore dell’energia, che guida la trasformazione del settore. Fin dalla sua nascita, ha posto grande attenzione al tema della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, impegnandosi nello sviluppo sostenibile delle città attraverso una gestione integrata delle risorse, al fine di generare valore nel tempo migliorando la qualità della vita delle persone.

“Adottando” questi 3 alveari, Enel X ha scelto di sostenere e promuovere l’apicoltura urbana, ormai diffusa sui tetti, terrazzi e giardini di uffici e aziende in numerose città del mondo. In collaborazione con l’associazione fondata da Mauro Veca – apicoltore urbano a Milano da oltre 10 anni – e da Giuseppe Manno (http://www.apicolturaurbana.it/baas), l’iniziativa punta a favorire la protezione di questi insetti e il monitoraggio ambientale, creando uno spazio anche nella Capitale per l’installazione degli alveari in occasione della Giornata mondiale delle api.

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Una fase dell’installazione degli alveari

 

“Sentinelle dell’ambiente”, le api sono esseri viventi fondamentali per l’ambiente e per la sopravvivenza del genere umano, soprattutto per il loro prezioso lavoro di impollinazione: Greenpeace ha stimato che 71 colture su 100 finiscono sulle nostre tavole grazie al lavoro delle api e che il valore aggiunto dell’impollinazione per le coltivazioni di interesse alimentare in Italia ammonta a 1500 milioni di euro all’anno. Negli ultimi tempi, però, l’inquinamento e l’uso sempre più massiccio di insetticidi, diserbanti e fitofarmaci e l’erosione della diversità biologica causata dall’agricoltura industriale stanno mettendo a dura prova le api e tutti gli impollinatori che sono alla base del delicato equilibrio dell’ecosistema terrestre. L’apicoltura urbana gioca, per questo, un ruolo di primo piano e costituisce pregio e valore aggiunto delle scelte aziendali: le aree urbane sono diventati luoghi sicuri per le api, lontani dall’inquinamento chimico legato all’agricoltura industriale e le città forniscono una gamma particolarmente diversificata di fonti che secernono il nettare, supportando efficacemente le specie impollinatrici.

“Superata la fase di scettiscismo iniziale, oggi i progetti di apicoltura urbana sono diffusi in tutto il mondo. Secondo le Nazioni Unite, sono a rischio estinzione il 40% degli alveari: fare apicoltura in città è possibile e vuol dire proteggerle. Per le api la città è diventata un ambiente protetto e, contrariamente a quello che si può̀ pensare, il miele urbano non è contaminato”, spiega Giuseppe Manno, co-fondatore e ideatore del progetto Apicolturaurbana.it.

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Anna Santucci di Enel X

Commenta Anna Santucci, Head of Environment global di Enel X: “Siamo orgogliosi di essere al fianco di Apicolturaurbana,it nel progetto a difesa delle api e del loro ecosistema, un’iniziativa virtuosa che preserva la biodiversità e rispetta l’ambiente. Crediamo che tutelare l’apicoltura in ambito urbano sia un’azione fondamentale per far sì che le api, attraverso l’impollinazione, possano continuare a svolgere il loro prezioso compito nella catena della vita. Per questo motivo abbiamo deciso di ospitare tre alveari presso la sede di Tor di Quinto, una scelta responsabile che conferma gli impegni di Enel X in termini di sostenibilità”.