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STESSA SPIAGGIA, STESSO MARE: L’EQUA REMUNERAZIONE AI BALNEARI. SANZIONI DELL’UE?

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L’ultima scadenza, tassativa e inderogabile, era stata fissata al 31 dicembre 2023. Poi, il governo ha concesso una deroga di un anno in caso di “difficoltà oggettive e documentate da parte dei Comuni costieri”. Ma è passato anche il 2024 e ora si attende entro il 31 marzo l’approvazione del decreto attuativo sugli indennizzi ai gestori degli impianti balneari che dovrebbe sbloccare l’impasse (la foto in alto è tratta dal sito “Mondo Balneare”).

La questione delle concessioni era stata già definita nel 2006 dalla direttiva europea firmata dal commissario Frits Bolkestein, in forza della normativa sulla concorrenza. Ed è relativamente semplice: le spiagge appartengono al demanio di ciascun Paese e quindi vanno messe a gara. Altrettanto chiaro è il fatto che gli ex concessionari hanno diritto a un indennizzo economico per gli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati.

Ma ora il governo, nella bozza del decreto predisposto dal ministero delle Infrastrutture, stabilisce che venga aggiunta anche l’equa remunerazione su quelli effettuati negli ultimi cinque anni, sfidando le indicazioni di Bruxelles. Una sorta di indennizzo supplementare, insomma, per i balneari che perderanno le proprie concessioni in seguito alle gare. La Commissione europea, invece, nelle sue osservazioni al testo del decreto aveva chiesto all’Italia di concedere solo la copertura degli investimenti non ammortizzati.

In Italia, i vari governi che si sono succeduti dal 2006 a oggi non hanno fatto altro che prorogare di anno in anno la scadenza originaria. E di fronte a questi continui rinvii, è intervenuta anche l’Agcm, la nostra Autorità di garanzia sul mercato e sulla concorrenza, per dichiarare che non era più ammessa alcuna deroga.

Ma, evidentemente, la “lobby dei balneari” è tanto forte sul piano elettorale da indurre il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a cavalcare la protesta predisponendo un decreto “salva-infrazioni” in modo da individuare i criteri per una “equa remunerazione” e tutelare gli interessi dei gestori. Con questo provvedimento, il governo punta a disporre che le gare pubbliche per l’assegnazione delle concessioni vengano indette entro il 30 giugno 2027.

A rimetterci, in questo braccio di ferro, sono sicuramente i cittadini che si apprestano ancora una volta ad affrontare la nuova stagione estiva senza la certezza di poter disporre liberamente delle spiagge e di pagare i servizi (ombrelloni, sedie a sdraio, lettino, bagni e docce) il giusto prezzo stabilito dal mercato. Con oltre ottomila chilometri di coste, l’Italia sarebbe in grado di offrire un’adeguata ospitalità al popolo dei vacanzieri e dei turisti. Ma bisogna individuare anche una percentuale corretta dei lidi da assegnare in concessione rispetto all’intero litorale.

Non è un mistero per nessuno che finora i gestori degli stabilimenti hanno versato canoni irrisori allo Stato. E nel 2024, in base all’inflazione, sono stati più bassi del 4,5% rispetto all’anno precedente: il canone minimo è sceso da 3.377,50 euro a 3.225,50 all’anno. Ma il ministero ha precisato che questi dati riguardano solo un numero esiguo di concessioni e non si riferiscono agli stabilimenti balneari, bensì altre tipologie di utilizzo di micro-porzioni di demanio marittimo, come per ormeggi, gavitelli, vialetti d’accesso al mare e attività no-profit.

Fatto sta che lo Stato incassa in totale poco più di 100 milioni di euro all’anno, mentre il giro d’affari complessivo dei gestori è stato stimato intorno ai 15 miliardi. Un esempio per tutti: il lido “L’Ultima Spiaggia” di Capalbio, fra i più conosciuti della Toscana, un ombrellone costa sui 55 euro al giorno, che per quattro mesi estivi di stagione balneare corrispondono a un incasso di oltre 6 mila euro. Secondo i dati di Legambiente, il canone annuo che lo stabilimento corrisponde allo Stato è di 6.098 euro.

È solo l’apertura al mercato e alla concorrenza, dunque, che può determinare costi e ricavi più equi per tutti. Ma, dalla direttiva Bolkestein a oggi, sono ormai quasi vent’anni che l’Italia non si adegua. E intanto aumenta il rischio di procedure d’infrazione da parte dell’Unione europea, con conseguenti sanzioni a carico dell’Italia.

ALLE GALLERIE D’ITALIA OPERE E FOTO D’ARTE A PASQUA E FINO AL 1° MAGGIO CON INTESA SANPAOLO

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Festività di aprile alle Gallerie d’Italia, polo museale di Intesa Sanpaolo. Dopo l’apertura gratuita di domenica 6, le quattro sedi di Milano, Napoli, Torino e Vicenza saranno regolarmente aperte nella giornata di Pasqua, domenica 20; e in via straordinaria anche lunedì 21 e propongono l’ingresso gratuito per la giornata di venerdì 25 aprile. Le quattro sedi saranno regolarmente aperte anche giovedì 1° maggio.

MILANO – Alle Gallerie d’Italia in piazza della Scala, fino al 13 aprile è possibile visitare la mostra fotografica Enzo Sellerio. Piccola antologia siciliana, realizzata in collaborazione con l’Archivio Enzo Sellerio (foto sopra). L’esposizione, curata da Monica Maffioli e Roberta Valtorta, intende rendere un piccolo ma prezioso omaggio a uno dei più interessanti intellettuali italiani del secondo Novecento.

In occasione dell’edizione 2025 di miart dedicata al celebre artista statunitense Robert Rauschenberg nel centenario della nascita, il caveau ospita eccezionalmente tre opere (foto sopra) dell’artista selezionate dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati: Scripture, 1974; Gulf, 1969 e Clearing, 1969. Dal 4 al 6 aprile sono organizzate visite guidate esclusive, con prenotazione obbligatoria alla e-mail: milano@gallerieditalia.com

NAPOLI – nell’ambito della rassegna L’Ospite illustre, il programma di scambi con importanti musei italiani e stranieri avviato dal 2015, è possibile ammirare il capolavoro di Raffaello Sanzio, Dama col liocorno, in prestito dalla Galleria Borghese di Roma.

Napoli – Grallerie d’Italia: Quadro di Raffaello Sanzio “Donna con Liocorno”
ph: Roberto Della Noce

Prosegue anche la mostra, a cura di Luca Massimo Barbero, Andy Warhol. Triple Elvis. Nel percorso espositivo si può percepire l’evoluzione dell’artista americano negli anni Sessanta e nei primissimi anni Settanta attraverso tre importanti cicli grafici ineditamente esposti insieme: Marilyn, Mao Tse-Tung e Electric Chairs.

TORINO – prosegue la mostra Olivo Barbieri. Spazi Altri, a cura di Corrado Benigni. Uno sguardo sulla Cina attraverso le immagini del grande fotografo Olivo Barbieri realizzate in un arco temporale di trent’anni, che colgono le polarità e i contrasti di un Paese tra nette antitesi. Fino al 15 aprile l’acquisto del catalogo di mostra, edito da Allemandi, darà diritto ad un biglietto d’ingresso gratuito.

Dal 17 aprile sarà possibile visitare Carrie Mae Weems: The Heart of the Matter, una nuova grande mostra fotografica dedicata all’artista di fama internazionale, nota per le sue indagini fotografiche sui temi dell’identità culturale, del sessismo e dell’appartenenza di classe. La mostra, realizzata in collaborazione con Aperture e con la curatela di Sarah Meister, già capo del dipartimento di fotografia del MoMA di New York, è parte del programma principale della seconda edizione di EXPOSED Torino Foto Festival.

VICENZA – Alle Gallerie d’Italia è possibile ammirare la preziosa raccolta di arte veneta del Settecento. Oltre al capolavoro di Francesco Bertos la Caduta degli angeli ribelli, celebre è il corpus di dipinti di Pietro Longhi e seguaci, che raffigura la società veneziana dell’epoca in tele di piccolo formato dai colori vivaci e con un gusto spiccato per la cronaca.

A partire dall’11 aprile sarà aperta la nuova mostra Ceramiche e nuvole. Cosa le antiche ceramiche greche raccontano di noi, curata da Associazione Illustri. Un inedito progetto scientifico-didattico dedicato alla valorizzazione della collezione di ceramiche attiche e magnogreche di Intesa Sanpaolo, fonte di ispirazione per i quattro artisti del fumetto Elisa Macellari, Fabio Pia Mancini, Lorenza Natarella e Gio Quasirosso che hanno reinterpretato temi attuali, universali e contemporanei, della mitologia.

AREZZO – La Casa Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi, parte del patrimonio di Intesa Sanpaolo, che custodisce l’eclettica collezione dell’illustre aretino ideatore della Fiera Antiquaria, sarà aperta gratuitamente domenica 6 aprile. A Pasqua, domenica 20 aprile, sarà regolarmente aperta, e in via straordinaria anche lunedì 21 aprile e giovedì 1° maggio. Il 25 aprile l’ingresso sarà gratuito.

PRATO – La Galleria di Palazzo degli Alberti, dove è possibile ammirare capolavori di Giovanni Bellini, Filippo Lippi e Puccio di Simone, nell’ambito di una collezione di grande valore identitario per la città, sarà regolarmente aperta domenica 6 aprile e nella giornata di Pasqua, domenica 20 aprile, e in via straordinaria lunedì 21 aprile, venerdì 25 aprile e giovedì 1° maggio, sempre con ingresso gratuito.

 

OLTRE TRECENTO VOLONTARI ENEL RIQUALIFICANO PARCHI URBANI E SPIAGGE CON LEGAMBIENTE

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I volontari Enel insieme a Legambiente Volontariato Aziendale riqualificano parchi urbani e spiagge per rafforzare il legame con il territorio e creare valore per le comunità locali. In totale, durante l’iniziativa che si è da poco conclusa, sono stati raccolti oltre sei quintali di rifiuti indifferenziati, quattro di vetro, quattro di metalli e oltre due di plastica, più trenta chili di mozziconi e cartacce.

La nuova attività, svolta nell’ambito del programma di Volontariato aziendale targato Enel, ha coinvolto oltre 300 dipendenti schierati al fianco di Legambiente nelle iniziative di Park, Beach Litter e Riqualificazione Urbana. I dieci appuntamenti si sono svolti su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle città di Ameglia (La Spezia), Milano, Catania, Catanzaro, Napoli, Padova, Palermo, Sassari, Pescara e Torino.

La collaborazione tra Enel e Legambiente Volontariato Aziendale dimostra che la sinergia tra aziende e associazioni può generare benefici concreti e duraturi. E contribuire così alla costruzione di comunità più consapevoli e sostenibili, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu.

Le giornate di volontariato per l’ambiente rappresentano, inoltre, un’opportunità per i volontari Enel di ricevere una formazione sul campo e approfondire il valore dell’economia circolare, il rispetto per i luoghi pubblici e l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente e del contesto che ci circonda.

 

 

INTESA SANPAOLO NELLA CLIMATE “A LIST” 2024 DI CDP PER TRASPARENZA E CONTRASTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

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Intesa Sanpaolo è stata inserita nella Climate “A List” di CDP, organizzazione non profit che fornisce un sistema globale di misurazione e divulgazione di informazioni relative all’impatto ambientale. Questa lista internazionale comprende le società che si sono distinte per la trasparenza e i risultati nel contrasto al cambiamento climatico.

Nel 2024 circa 25.000 società, rappresentanti l’80% della capitalizzazione europea e il 66% di quella mondiale, hanno partecipato alla valutazione di CDP. Questo iter è ampiamente riconosciuto dal mercato come il gold standard per le tematiche ambientali: l’analisi si basa su dati e informazioni fornite dalle aziende, valutate in una scala da A (migliore) a D-.

Sempre in ambito climatico, Intesa Sanpaolo – unica banca italiana – ha ricevuto a fine gennaio la validazione dei suoi target di decarbonizzazione da parte di SBTi. La Science Based Targets initiative nasce da una collaborazione tra CDP, United Nations Global Compact, World Resources Institute (WRI) e il World Wide Fund for Nature (WWF) e basa le valutazioni su una metodologia scientifica indipendente.

Questi riconoscimenti si aggiungono alla recente conferma dell’inclusione della Banca – l’unica italiana – negli indici finanziari Dow Jones Best-in-Class World Index e Dow Jones Best-in-Class Europe Index1, che comprendono le società leader globali della sostenibilità valutate in base a criteri di governance, ambientali e sociali di lungo termine.

TRANSIZIONE ENERGETICA, ENEL PROMUOVE PERCORSI DI FORMAZIONE AD ALTA SPECIALIZZAZIONE PER PREPARARE I GIOVANI AL MONDO DEL LAVORO

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Il Gruppo Enel promuove percorsi di formazione ad alta specializzazione tecnologica dedicati alla transizione energetica. Sono stati avviati nuovi anni accademici delle Fondazioni ITSEL di Civitavecchia e dell’ITS di Macomer, per offrire un’ulteriore opportunità a tanti giovani che, al termine della scuola superiore, optano per una formazione didattica altamente aderente alle esigenze del mondo delle imprese e del lavoro.

Gli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy) sono una realtà ancora poco conosciuta in Italia. Ma sono in grado di favorire concretamente l’inclusione lavorativa, secondo una strategia fondata sulla connessione delle politiche d’istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali. Si tratta di percorsi di eccellenza, ad alta specializzazione tecnologica dopo il diploma, finanziati da fondi pubblici, che prevedono l’erogazione – tramite fondazioni appositamente costituite – di un corso biennale di circa 1.800 /2000 ore, di cui una parte svolta in tirocinio presso le aziende.​

Attraverso le collaborazioni con  Fondazione ITS Academy Energia Sardegna  (NU) e Fondazione ITSEL (Istituto Tecnologico Superiore per l’Energia del Lazio) di Civitavecchia, Enel intende offrire un’opportunità per un futuro da protagonisti del settore dell’energia. Ai percorsi formativi collaborano anche alcune aziende dell’indotto Enel, con docenze e tirocini. Inoltre, alcuni dipendenti Enel in qualità di volontari di competenza ed esperti ANSE (Associazione Nazionale Seniores Enel), con il loro bagaglio professionale e culturale difficilmente reperibile sul mercato, saranno a disposizione per alcuni moduli formativi. Circa la metà delle ore di formazione viene erogata da esperti provenienti dal mondo aziendale e i percorsi didattici possono essere aggiornati ogni anno in base alle mutate esigenze del contesto.

Foto di Roberto Caccuri/Contrasto

Per quanto riguarda il corso già attivo, gli studenti del primo biennio di Macomer hanno sostenuto l’esame di specializzazione su fonti rinnovabili e sistemi di accumulo; mentre a Civitavecchia 24 studenti stanno proseguendo il percorso formativo iniziato a novembre 2023 in efficienza energetica ed energie rinnovabili. Nel 2024 hanno preso il via i corsi del nuovo biennio, a cui si è aggiunto anche un corso di specializzazione con sede ad Albano Laziale.

Si tratta di una grande opportunità che rappresenta anche un significativo investimento per il futuro. Dal rapporto INDIRE 2024, basato su dati 2022, l’87% (87,9% nel comparto energia) dei diplomati ha trovato occupazione entro un anno in un settore quasi sempre coerente con i propri studi. Alcune aziende dell’indotto e del territorio contribuiscono all’accoglienza dei ragazzi in tirocinio e alcuni studenti sono stati accolti da società del Gruppo Enel.

 

ALLE GALLERIE D’ITALIA ULTIMI GIORNI DELLA MOSTRA “IL GENIO DI MILANO” (DOMENICA 16/3 INGRESSO GRATUITO)

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Fino al prossimo 16 marzo 2025 sarà possibile visitare alle Gallerie d’Italia – Milano di Intesa Sanpaolo, la mostra Il genio di Milano. Crocevia delle arti dalla Fabbrica del Duomo al Novecento a cura di Marco Carminati, Fernando Mazzocca, Alessandro Morandotti e Paola Zatti. La mostra ha registrato un grande successo di pubblico con oltre 100mila visitatori nel suo periodo di apertura.

In occasione dell’ultimo giorno di esposizione, domenica 16 marzo l’ingresso al museo di piazza della Scala sarà gratuito per tutti i visitatori. L’esposizione, dal forte carattere identitario per la città di Milano, è stata realizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in partnership con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, con la collaborazione delle più importanti istituzioni culturali milanesi.

Il genio di Milano vuole idealmente e ambiziosamente raccontare, per episodi salienti e con un taglio specifico di indagine, la storia artistica della città dagli anni dell’inaugurazione della Fabbrica del Duomo verso la fine del Trecento fino alla metà del Novecento. Organizzato in sezioni tematiche e cronologiche, il percorso espositivo presenta 140 opere tra dipinti, marmi, manoscritti, disegni, sculture, partendo  parte dal Medioevo, quando l’attività del grande cantiere del Duomo era guidata da maestranze tedesche e d’oltralpe, per giungere fino al Novecento, quando un sistema di gallerie ed esposizioni unico in Italia e di respiro internazionale attraeva verso il capoluogo lombardo grandi personalità da tutto il mondo con nuove idee, decisive per aggiornare il gusto, le tradizioni locali e la realtà artistica milanese.

Questo fervore creativo viene illustrato attraverso dieci episodi significativi che, nel corso della storia, hanno fatto di Milano un’officina privilegiata delle innovazioni: La cattedrale degli stranieri; Leonardo, un fiorentino a Milano; La Milano di Federico Borromeo; La Milano di Sebastiano Ricci; La nuova Milano di Piermarini; I maestri di Brera e Appiani; Romanticismo; Dal divisionismo al futurismo; Il Novecento; Wildt, Fontana e Melotti. Ne risulta non solo un originale viaggio nel tempo, ma anche un omaggio alla città di Milano e alla sua straordinaria vita artistica, vivace e articolata, caratterizzata da una dimensione multiculturale che è uno dei principali fattori della sua originalità.

In continuità ideale con la mostra, il 21 marzo alle ore 17, presso la Sala delle Accademie della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, si terrà un convegno intitolato “Cultura ed economia: Milano e il suo genio per la civitas di domani”. Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, terrà un saluto di benvenuto e interverranno il Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, il cardinale José Tolentino de Mendonça insieme a Paolo Grandi di Intesa Sanpaolo. Il convegno metterà in evidenza come la città di Milano sia un luogo in cui, alla luce della storia passata e anche per il futuro, la cultura e l’economia possono intrecciarsi in maniera proficua per la vita civile.

 

STOP AL RADDOPPIO DELL’ALTA VELOCITÀ FERROVIARIA SULLA LINEA TRA SALERNO E REGGIO CALABRIA

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La notizia è destinata ad alimentare le polemiche sulle Ferrovie dello Stato, scoppiate negli ultimi tempi per le interruzioni sulla rete, i maxi-ritardi, le cancellazioni e i presunti “sabotaggi”. E, indirettamente, l’annuncio può riaccendere anche quelle sul controverso progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina. La decisione di cancellare il raddoppio della linea ad alta velocità sulla Salerno-Reggio Calabria, di cui ha dato notizia Marco Ponti, responsabile BRT Onlus, sul quotidiano Domani non fa che buttare sul fuoco delle polemiche in entrambi i casi.

Questo doveva essere il più grande progetto infrastrutturale previsto dal Pnrr: il doppio del Ponte. E il Gruppo FS s’era già messo il fiore all’occhiello. Ma, senza studi di fattibilità alle spalle, alcune analisi indipendenti ne hanno rimesso in discussione la fattibilità, sia per motivi economici sia costruttivi. E non si fa fatica a immaginare quale responso tecnico riceverebbe il Ponte sullo Stretto se non fosse condizionato dagli interessi politici.

Il fatto, però, è che sia il ministero dei Trasporti sia quello dell’Economia avrebbero dovuto accorgersi prima delle difficoltà che ora bloccano il raddoppio dell’AV sulla Salerno-Reggio Calabria. Un collegamento fondamentale per “allungare” lo Stivale e per aiutare in particolare il Mezzogiorno a crescere.

Avrebbe dovuto preoccuparsene in primo luogo Raffaele Fitto, l’ex ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il Pnrr, “espatriato” ora a Bruxelles per fare il vicepresidente esecutivo della Commissione europea. E soprattutto, per occuparsi della politica regionale e di coesione. All’esordio da ministro, invece, Fitto si affrettò a mettere le mani avanti, dichiarando che i 209 miliardi di fondi europei ottenuti dall’ex premier Giuseppe Conte, erano “troppi” e non sarebbero stato possibile spenderli tutti.

Da meridionale e responsabile del governo per il Sud, Fitto avrebbe dovuto invece dare la precedenza al raddoppio dell’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, mettendo allo studio eventuali modifiche e perfezionamento. Sta di fatto che ora, alla chetichella, il progetto viene praticamente abbandonato.  Mentre si tratta di un’opera fondamentale per collegare la Calabria alla Campania e a tutto il resto d’Italia. E senza la quale, per di più, anche il Ponte sullo Stretto rischia di risultare inutile o addirittura controproducente.

In tutto questo, è singolare il silenzio-assenso delle Ferrovie dello Stato che hanno lanciato un piano da 100 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. A parole, il Mezzogiorno è sempre stato al centro di questi progetti. Ma di buone intenzioni, come si sa, è lastricata la via dell’inferno: anche dell’inferno ferroviario, in cui sta precipitando il nostro Paese per responsabilità dei politici e dei vertici del Gruppo FS.

Su “X”, Gennaro Carotenuto (@GenCar5) ha postato: “Questa storia la potremmo chiamare ‘164 anni di solitudine (and counting). Il governo Meloni/Salvini taglia in silenzio l’Alta Velocità da Salerno a Reggio Calabria, nonostante fosse per lo più finanziata dal Pnrr. Magari faranno il Ponte sullo Stretto, vedremo, ma né di qua né di là del faro ci saranno infrastrutture adeguate, monumento alla visione coloniale del Mezzogiorno che hanno al Nord”.

 

 

AL VIA LE ADESIONI AL PREMIO “WOMEN VALUE COMPANY-INTESA SANPAOLO” (1 MLD DI EURO)

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Al via l’adesione alla IX edizione del premio Women Value Company – Intesa Sanpaolo, nato dalla collaborazione con la Fondazione Marisa Bellisario e dedicata alle piccole e medie imprese capaci di promuovere la parità di genere, favorire lo sviluppo dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile, sostenere la diversità e l’innovazione nell’ambito del sistema produttivo. Il Premio si è consolidato in questi anni come un punto di riferimento nel valorizzare l’imprenditoria “in rosa”: in otto edizioni sono già state raccolte oltre 6.000 candidature, premiate circa 800 PMI, organizzati 20 eventi di valorizzazione sul territorio e assegnate 16 “mele d’Oro”.

Intesa Sanpaolo (nella foto in alto, la sede della Banca illuminata dal tricolore, a Milano) intende così portare avanti l’impegno per sviluppare il talento delle donne e l’inclusività nel mondo del lavoro, i cui effetti generano un contesto favorevole per la crescita dell’impresa e del business si traducono in produttività grazie al contributo delle donne lavoratrici ed imprenditrici. A tal fine viene messo a disposizione 1 miliardo di euro, rinnovando l’impegno lanciato nel biennio precedente che ha visto un pieno utilizzo delle risorse messe a disposizione a favore di investimenti sullo sviluppo dell’imprenditoria femminile.

Fino al 23 aprile è possibile candidarsi al bando della IX edizione del Premio Women Value Company Intesa Sanpaolo, compilando il questionario presente nella sezione Business al link www.intesasanpaolo.com oppure sul sito www.fondazionebellisario.org. Possono aderire imprese pubbliche e private di piccole e medie dimensioni con buone performance in relazione all’attuale situazione economico-sociale, che abbiano attivi:

  • servizi di conciliazione famiglia/lavoro e iniziative di welfare aziendale (benefit, voucher, asili nido interni);
  • politiche flessibili di organizzazione del lavoro;
  • politiche retributive di merito non discriminatorie;
  • piani di sviluppo e valorizzazione di competenze e carriere femminili, con donne in ruoli manageriali o apicali;
  • azioni a favore della cultura della diversità di genere .

Riceveranno la speciale “Mela d’Oro” nella categoria “Women Value Company – Intesa Sanpaolo” le due imprese vincitrici, una piccola e una di medie dimensioni, nel corso della cerimonia di premiazione della XXXVII edizione del Premio Marisa Bellisario, che si terrà il 27 giugno presso il Parco Archeologico del Colosseo e andrà in onda su Rai1. A tutte le altre imprese finaliste Intesa Sanpaolo assegnerà il riconoscimento “Women Value Company 2025 – Intesa Sanpaolo” nel corso di specifici eventi che premieranno e valorizzeranno le realtà che hanno implementato progetti e iniziative dedicate allo sviluppo delle imprese al femminile in Italia e nel mondo in coerenza con obiettivi del PNRR, assegnando anche varie menzioni speciali.

Dichiara Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese Intesa Sanpaolo: “In un contesto in cui l’ultima rilevazione del Report di genere dell’Inps evidenzia ancora come solo il 52% delle donne risulti occupata, la nona edizione del Premio Women Value Company rappresenta nuovamente una occasione per dare impulso all’imprenditoria femminile. Il nostro impegno di questi anni si è incentrato sull’individuare soluzioni e strumenti in grado di far crescere le imprese guidate da donne, favorendo l’occupazione femminile, puntando sull’innovazione, l’internazionalizzazione, oltre a politiche di welfare e inclusione sociale. Per questa ragione riserviamo un ulteriore miliardo per sostenere gli investimenti di queste imprese che valorizzano il talento femminile e sono decisive nella competizione nazionale e internazionale, valorizzando e raccontando i migliori casi di successo”.

IL PONTE DELLA CUCCAGNA: “NON SERVE E COSTA TROPPO”, DICE L’ECONOMISTA VIESTI. A RISCHIO 15 MILIARDI

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“Il bluff del Ponte”, abbiamo titolato il 9 aprile 2024 su Amate Sponde, pubblicando il testo integrale dello studio (53 pagine) con cui il Comitato scientifico aveva smontato il progetto sullo Stretto di Messina e segnalato ben 69 punti critici (https://www.amatesponde.it/il-bluff-del-ponte/). E “Il bluff del Ponte che non serve”, è il titolo dell’articolo a firma dell’economista Gianfranco Viesti, apparso il 3 gennaio sul Fatto Quotidiano. Con la competenza e l’autorevolezza che gli vengono comunemente riconosciute, il professor Viesti analizza le ragioni tecniche e geografiche che – a suo avviso – “dovrebbero far comprendere che i 15 miliardi (almeno) per questa grande opera potrebbero essere investiti in progetti più utili ai collegamenti Nord-Sud”. Uno spreco di Stato, dunque, per un’opera destinata probabilmente a restare incompiuta.

Il modellino del Ponte sullo Stretto di Messina

Perché il Ponte sullo Stretto – secondo l’economista – non è una buona idea? “Tanto per cominciare – risponde l’autore dell’articolo – ci sono ancora dubbi tecnici sulla fattibilità dell’opera, che ha caratteristiche che non si trovano in nessun altro caso al mondo”. E cioè: la lunghezza della campata unica (3.600 metri di cui 3.300 sospesi nel vuoto contro il record attuale di 2.023); la sismicità dei luoghi interessati; l’altezza del Ponte sul mare (due torri alte 399 metri); l’impatto dei venti che attraversano lo Stretto.

“Le grandi opere – osserva Viesti – possono avere un notevole fascino simbolico (si pensi all’Autostrada del Sole) nella vita di una comunità nazionale: ma solo se e quando si completano”. E lui stesso aggiunge: “In Italia sono già molte le dighe senza condotte, i binari senza treni”. Il peggio è che esiste “il rischio tangibile che il Ponte alla fine non si faccia, ma vengano intanto assicurati alle imprese coinvolte grandi benefici economici anche in caso di mancato completamento”. Una specie di “albero della cuccagna”, insomma, per tutti coloro che a vario titolo parteciperanno a questo progetto.

Ma, pur ipotizzando che i dubbi di carattere tecnico vengano risolti e superati, resta comunque il problema economico, con la domanda “sarebbe bene farlo?”. Risponde il professo Viesti: “Un elemento fondamentale di cui tenere conto è il suo costo: al momento quasi 15 miliardi, ma destinati assai verosimilmente a crescere molto; e che non si aggiungono ad altri interventi infrastrutturali, ma che in larga misura li stanno sostituendo”. Tuttavia, secondo l’economista, la vera domanda non è “sì o no al Ponte”, ma piuttosto “quale è il modo più opportuno di spendere 15 miliardi a vantaggio della Sicilia, della Calabria e quindi dell’intero Paese?”.

A suo parere, “puntando tutto e solo sul Ponte, tantissimi siciliani e calabresi resterebbero comunque isolati; impossibilitati, come sono ora, a raggiungere le stazioni delle città”. A sostegno della sua tesi, da docente di Economia applicata presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Bari, Viesti cita il “Rapporto Pendolaria” di Legambiente, per la quantità di fatti e di dati che offre. Un esempio per tutti: “Fra Caltagirone e Catania ci sono solo due treni al giorno, che impiegano circa due ore per percorrere gli scarsi 80 chilometri che le separano”. E dunque, “il Ponte avrebbe il paradossale effetto di rinviare molti miglioramenti a un futuro imprecisato”.

Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini

In polemica indiretta con l’euforia del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, per Viesti il progetto del Ponte sullo Stretto è l’esatto contrario di un confronto collettivo che all’insegna della trasparenza dovrebbe coinvolgere l’intera comunità interessata. L’economista elenca, infine, le incognite che gravano come un’ipoteca sul progetto: “La retorica degli annunci roboanti, l’inganno della soluzione facile, la ricerca del consenso immediato, l’ombra del grande intervento che oscura le difficoltà quotidiane di milioni di persone, l’opacità dei processi, gli interessi nascosti”.

Il rendering del Ponte sullo Stretto di Messina

Da registrare, in contemporanea, un dossier di Claudia Benassai e Fabrizio Bertè pubblicato sul settimanale L’Espresso sotto il titolo “Il Ponte che divide”. Un’opera della discordia su cui, a loro avviso, “piovono soldi e contenziosi”. Secondo i due giornalisti, “con la previsione di altri 1,5 miliardi il conto sale a 13,6, mentre parte il ricorso al Tar degli ambientalisti sulla valutazione di impatto naturalistico nell’area”. E loro stessi riferiscono la “levata di scudi contro l’opera compensativa prevista dalla società dello Stretto di Messina che punta a creare un lago per l’area di sosta degli uccelli migratori”, considerata dagli ecologisti “inutile e dannosa”.

Per riassumere: un Ponte “che non serve”, come dice Viesti. Ad alto rischio sismico. Troppo costoso. Di forte impatto ambientale. E, al momento, non si sa neppure se si farà mai.

INTESA SANPAOLO: UTILE NETTO DI 9 MLD NEL 2024 (+12,2%), UN ACCELERATORE PER LA CRESCITA DELL’ECONOMIA REALE ITALIANA

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Con un utile netto di circa 9 miliardi di euro, Intesa Sanpaolo chiude i risultati consolidati del suo bilancio al 31 dicembre 2024 (+12,2% rispetto al 2023). “Il solido andamento economico e patrimoniale dell’anno – si legge in un comunicato della Banca, guidata dal Ceo Carlo Messina – si è tradotto una ina significativa creazione di valore per tutti gli stakeholder e non solo per gli azionisti, fondata anche sul forte impegno ESG (Environmental, Social and Governance – ndr) del Gruppo”.

In particolare: 5,3 miliardi di imposte generate, in aumento di 700 milioni rispetto all’anno precedente; espansione del programma “cibo e riparo” per le persone in difficoltà (54,1 milioni di interventi nel periodo 2022-2024); rafforzamento delle iniziative per contrastare le disuguaglianze e favorire l’inclusione finanziaria, sociale, educativa e culturale (20,4 miliardi di credito sociale e rigenerazione urbana nel 2022-2024); contributo di circa 1,5 miliardi nel 2023-2027 per far fronte ai bisogni sociali (di cui 0,7 miliardi già negli ultimi due anni).

Carlo Messina, CEO e direttore generale di Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo si conferma così un “acceleratore” della crescita dell’economia reale in Italia. Circa 43 miliardi di nuovo credito a medio-lungo termine sono stati erogati a famiglie e imprese nel 2024. Circa 3.100 aziende sono state riportare in bonis l’anno scorso e circa 144.000 dal 2014, preservando rispettivamente circa 15.500 e 720mila posti di lavoro.

Per il futuro, come spiega il comunicato della Banca, i punti di forza che contraddistinguono il Gruppo sono: la redditività resiliente; la solida patrimonializzazione; lo status di banca a “zero NPL” (segnali di crediti deteriorati – ndr); i significativi investimenti in tecnologia e l’elevata flessibilità nella gestione dei costi operativi.

Per quanto riguarda la qualità del credito, l’incidenza dei crediti deteriorati sul totale complessivo corrisponde all’1,2% al netto delle rettifiche e al 2,3% al loro. Il costo del rischio è pari a 30 centesimi di punto, 26 escludendo le rettifiche di valore addizionali. L’elevata patrimonializzazione, infine, risulta largamente superiore ai requisiti normativi.

A fronte delle 4.000 uscite volontarie entro il 2027, previste dall’accordo sindacale firmato a ottobre 2024, Intesa Sanpaolo assumerà 3.500 giorvani entro il primo semestre 2028, di cui 1.500 come Global Advisor per le attività commerciali nella rete e in particolare nel Wealth Management & Protection.