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SERENISSIMA CON TICKET: DAL 25 APRILE I TURISTI “MORDI E FUGGI” DOVRANNO PAGARE 5 EURO

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La prima data è il prossimo 25 aprile. Ma s’è già aperto il portale https://cda.ve.it/it/ per pagare online il contributo di accesso a Venezia. Il Comune della Serenissima ha deciso di introdurre un ticket di 5 euro, per disincentivare l’afflusso dei visitatori nelle giornate festive e in quelle di punta. La città lagunare è una “bomboniera”, con i suoi canali d’acqua, i suoi ponti e le sue strette calli, i palazzi storici e le chiese. E perciò va protetta dall’assalto dei forestieri che la invadono in particolare nella buona stagione e durante i weekend. Un turismo più sostenibile, insomma.

VENEZIA e turismo 1

Le giornate con il bollino nero sono indicate sul sito, attraverso il quale si può anche versare in anticipo il prezzo del biglietto. Sono esclusi dalla tassa d’ingresso coloro che entrano a Venezia per pernottarvi almeno due notti. L’obiettivo, insomma, è quello di frenare il turismo “mordi e fuggi” che mette a repentaglio la salvaguardia di questo patrimonio storico e artico, proteggendo anche la vita dei cittadini residenti: si calcola che vadano via più di mille abitanti all’anno. Non verranno installati, però, i famigerati tornelli per controllare il numero dei visitatori: nelle due aree di accesso alla città – la Stazione ferroviaria e Piazzale Roma – saranno gli steward a verificare le prenotazioni e le credenziali.

VENEZIA e turismo 2

Non si tratta, dunque, di un vero e proprio “numero chiuso”. Ma piuttosto di un numero per così dire programmato, per regolare e disciplinare gli ingressi giornalieri. Un intervento forse necessario che, però, comporta il rischio di trasformare Venezia in un museo a cielo aperto, riducendo le visite last minute.

CAPRI e turisti

Una soluzione analoga viene invocata per l’isola di Capri (nella foto sopra, la famosa Piazzetta). A differenza di quanto avviene per Ischia e per Procida, destinazioni che si possono raggiungere con un ticket pagato online per salire sul traghetto, per sbarcare nell’isola più famosa del Golfo di Napoli finora bisogna passare fisicamente per il molo Beverello. E perciò gli albergatori hanno protestato, denunciando una discriminazione ai danni della loro isola e delle loro strutture.

Voi che cosa ne pensate? Siete favorevoli o no all’introduzione del ticket per Venezia e per Capri? Oppure, solo per Venezia? È giusto far pagare il biglietto per entrare nelle Serenissima? Chi vuole può scrivere il suo commento sulla pagina Facebook di Amate Sponde oppure inviarlo direttamente per posta elettronica all’indirizzo del sito: info@valemedia.it Sarà un sondaggio volante fra i nostri follower.

AGRIBUSINESS E TURISMO IN TESTA AL NUOVO PROGRAMMA DI INTESA SANPAOLO PER PMI (120 MLD)

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Con il nuovo programma Il tuo futuro è la nostra impresa, Intesa Sanpaolo mette a disposizione 120 miliardi di euro fino al 2026 per accompagnare la progettualità di PMI e aziende di minori dimensioni, sistema vitale dell’imprenditoria italiana e delle filiere sui territori. Focus particolare su Agribusiness e Turismo, L’obiettivo è favorire nuovi investimenti per la competitività italiana accelerando la dinamica di buone performance del sistema produttivo e assicurando l’immediata attivazione di strategie sostenibili e di lungo periodo. Una serie di interventi che si inseriscono tra le azioni del Gruppo a sostegno della realizzazione degli obiettivi fissati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, per i quali sono stati stanziati complessivamente oltre 410 miliardi di euro, come annunciato dal CEO Carlo Messina (nella foto sotto).

 CARLO MESSINA (ISP)

La Banca intende accelerare così i processi di trasformazione necessari per rinnovamento industriale, transizione energetica e digitale delle imprese, facilitando loro l’accesso alle nuove misure del PNRR. Grazie alla rinnovata sinergia con SACE ed altri soggetti istituzionali, le possibilità di investimento e i vantaggi per le imprese verranno amplificati dalle misure messe in campo da Intesa Sanpaolo.

Dopo aver concluso con successo Motore Italia, il piano da 50 miliardi di euro messo a punto nel 2021 per sostenere la ripresa post-pandemica delle PMI, la nuova iniziativa della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo guidata da Stefano Barrese si focalizza su tre ambiti prioritari. Ecco di seguito i dettagli.

TRANSIZIONE 5.0 ED ENERGIA

La cornice normativa del piano Transizione 5.0 garantisce circa 13 miliardi di euro di crediti d’imposta a fronte del raggiungimento di obiettivi di efficientamento energetico. Insieme ai propri partner e Sace, Intesa Sanpaolo ha realizzato soluzioni di finanziamento dedicate e agevolate, consulenza per l’accesso alle agevolazioni fiscali e rilascio delle relative certificazioni e formazione con la finalità di integrare competitività e sostenibilità grazie a nuovi investimenti per lo sviluppo, il risparmio e la produzione energetica volti ad un consumo efficiente. Sempre sul fronte energetico, e con riferimento alla misura del PNRR relativa agli incentivi per le Comunità Energetiche Rinnovabili, il primo gruppo italiano mette a disposizione soluzioni dedicate per l’energia condivisa anche nella forma dell’autoconsumo collettivo, con finanziamenti specifici e agevolati, oltre a modelli di advisory per la costruzione di nuovi sistemi innovativi finalizzati al risparmio energetico.

CENTRI COMMERCIALI E PANNELLI

 

SVILUPPO ESTERO E NUOVI MERCATI

La ridefinizione delle geografie dell’export e la situazione geopolitica sono essenziali per accompagnare la spiccata propensione delle imprese a esportare le eccellenze del Made in Italy. Intesa Sanpaolo affianca soluzioni finanziarie e competenza delle proprie strutture specializzate. In virtù della sua radicata e capillare presenza internazionale, il Gruppo provvede all’individuazione dei migliori settori merceologici e dei nuovi potenziali mercati – in particolare Est Europa, India ed Emirati Arabi Uniti – oltre a offrire percorsi formativi specifici.

PROGRESSO DIGITALE E SICUREZZA

Processi e competenze digitali sono strategici per la competitività, ma sono al contempo indispensabili sistemi di sicurezza adeguati per la tutela del cliente, dell’impresa e della crescita. Per le aziende che guardano a nuovi business la Banca ha messo a punto strumenti di protezione e finanziari, tra cui il nuovo Cyber Loan. Con la collaborazione dei propri partner e dei Laboratori ESG presenti in tutta Italia, Intesa Sanpaolo coinvolge le imprese in percorsi di formazione digitale qualificata.

Nell’ambito del programma Il tuo futuro è la nostra impresa, risultano rilevanti in particolare i settori Agribusiness e Turismo, che presentano peculiarità uniche e necessitano di un accompagnamento specifico nella transizione verso modelli più innovativi, profittevoli e sostenibili. All’Agribusiness, in particolare, Intesa Sanpaolo ha dedicato dal 2021 una rete commerciale specialistica in grado di seguire l’intera catena produttiva, dalla produzione alla trasformazione. Una struttura con oltre mille professionisti che ha consentito di supportare il settore con erogazioni per circa 9 miliardi e il sostegno di oltre 180 filiere.

AGRIVOLTAICO

Con il nuovo piano nasce Cresci Agri, la nuova linea di finanziamenti con durata fino a 30 anni dedicata allo sviluppo della produzione modulabile sul ciclo produttivo della filiera di appartenenza, oltre a prodotti per la copertura dai rischi sulle materie prime e a soluzioni ad hoc per l’efficientamento energetico e la crescita internazionale. Un’attenzione specifica viene rivolta infine al Terzo Settore, che Intesa Sanpaolo supporta attraverso una Direzione dedicata con oltre seicento persone che seguono circa un terzo degli enti no-profit in Italia, affiancando le imprese impact su progetti di sviluppo e interazione costruttiva e integrata con il mondo profit. A questo settore Intesa Sanpaolo ha già concesso finanziamenti per oltre 1,5 miliardi.

 Dichiara Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo: “Le imprese che investono oggi possono ritagliarsi un importante vantaggio competitivo nel prossimo futuro. Il nostro ruolo è attivare risorse finanziarie e strumenti dedicati ad accompagnare le scelte di investimento e far cogliere le opportunità del PNRR e della Transizione 5.0. Ci rivolgiamo ad oltre 1,2 milioni di clienti tra PMI e imprese più piccole, per tutti vogliamo stimolare un approccio di rilancio verso la crescita con nuovi mezzi e nuovi obiettivi condivisi. Il mondo delle imprese deve affrontare un riposizionamento tecnologico, digitale, geografico e generazionale in una logica di medio – lungo periodo e Intesa Sanpaolo è pronta a sostenerlo con un piano da 120 miliardi da qui al 2026”.

 

ENEL, BALZO DELL’UTILE A 3,4 MLD (+104,4%). IL CEO CATTANEO: SOSTENIBILITA’ FINANZIARIA E AMBIENTALE

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Con un risultato netto ordinario a 6,5 miliardi di euro (+20,7%) e un Ebitda a 22 miliardi (+11,6%), il Consiglio di amministrazione di Enel – riunito sotto la presidenza di Paolo Scaroni – ha approvato il bilancio 2023. Il risultato netto del Gruppo registra un balzo a 3.438 milioni di euro (+104,4%), sui 1.682 del 2022, consentendo così di staccare un dividendo di 0,43 euro per azione (+7,5%). I ricavi sono stati di 95.565 milioni di euro (140.517 l’anno precedente): questo è dovuto principalmente ai minori prezzi medi di vendita in un contesto caratterizzato da una progressiva normalizzazione del settore energetico rispetto al 2022, nonché al differente perimetro di consolidamento.

Nel frattempo, l’indebitamento finanziario netto è sceso a 60.163 milioni di euro (-0,8%) contro i 60.663 del 2022. Mentre gli investimenti ammontano a 12.714 milioni di euro rispetto ai 14.347 dell’anno precedente (-11,4%). La variazione è riconducibile al differente perimetro di consolidamento nonché alla focalizzazione degli investimenti sullo sviluppo delle reti di distribuzione e della capacità rinnovabile.

ENEL Flavio Cattaneo (CEO)

Commenta Flavio Cattaneo, CEO del Gruppo Enel (nella foto sopra): “Abbiamo raggiunto tutti i target relativi al 2023 che avevamo già rivisto al rialzo lo scorso novembre”. E aggiunge: “Questi solidi risultati sono una chiara testimonianza dell’efficacia delle azioni messe in campo da parte del nuovo management nel corso del 2023, in linea con le nostre priorità strategiche di ottimizzazione del profilo rischio/rendimento, efficienza ed efficacia nonché sostenibilità, sia finanziaria che ambientale. Ribadiamo l’impegno verso il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi fissati in occasione della presentazione del Piano Strategico 2024-2026. In particolare, in linea con quanto annunciato lo scorso novembre, ci aspettiamo ragionevolmente che la remunerazione degli azionisti per il 2024 possa crescere ulteriormente”.

CASA, VERDE CASA: LIMITI E SCADENZE DELLA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA SU RISTRUTTURAZIONI

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Casa verde, seconda edizione. Fine delle caldaie a gas dal 2025. Taglio dei consumi domestici (-16%) entro il 2030. Stop dei combustibili fossili dal 2040.

In nome dell’efficienza energetica, e del contrasto al cambiamento climatico, il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la nuova direttiva sulla “casa green”, con 370 voti a favore, 199 contrari (tra cui i rappresentanti di FdI, Lega e Forza Italia) e 46 astenuti. Ora manca solo la ratifica del Consiglio d’Europa, in rappresentanza dei Paesi membri. Il provvedimento dovrà essere recepito entro due anni.

Le ristrutturazioni partiranno dalle abitazioni meno efficienti. In Italia, si stima che nei prossimi anni dovranno essere riqualificati cinque milioni di immobili. Ma la maggiore novità è che i singoli Stati dovranno preparare i piani di ristrutturazione, predisponendo anche le risorse necessarie. Gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero.

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Rispetto alla prima versione della direttiva, in cui si stabiliva una soglia minima di prestazione energetica da raggiungere entro il 2030 (classe E) ed entro il 2033 (classe D), viene introdotta una maggiore flessibilità: non sarà più Bruxelles a fissare i target dei piani di ristrutturazione, ma ciascun Paese dovrà preparare il suo decidendo su quali tipologie di abitazioni concentrarsi. Il provvedimento impone, però che “almeno il 55% della riduzione del consumo di energia primaria venga raggiunto attraverso il rinnovo degli edifici più energivori”.

In questa categoria, rientra il 43% di quelli con le prestazioni più basse nel patrimonio immobiliare nazionale. Ed è un obiettivo che riguarda in particolar modo il nostro Paese. In Italia, secondo i dati Istat, gli edifici residenziali sono circa 12 milioni: ciò significa che cinque milioni di questi saranno considerati prioritari. Sono previste, tuttavia, alcune deroghe. Potranno essere esentati gli immobili sottoposti a vincolo puntuale o a vincolo d’area, come quelli dei centri storici o dei parchi; quelli dedicati a scopo di difesa; quelli provvisori e religiosi; quelli sotto i 50 metri quadrati.

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Resta da sciogliere il nodo delle risorse: chi pagherà questi interventi? E che cosa accadrà se i proprietari privati non saranno in grado di provvedere? C’è già chi invoca un fondo europeo per la transizione ecologica. E anche chi chiama in causa meccanismi strutturali sul tipo del controverso superbonus 110%. Calcolando che gli interventi potranno andare dai 22mila ai 55mila euro, sarà necessario che il governo eroghi incentivi pubblici. Ma è facile prevedere fin d’ora che, all’atto pratico, non tutti gli obiettivi fissati dalla direttiva saranno realizzabili.

Non è un mistero che l’Italia ha il parco immobiliare più vecchio d’Europa. E quindi, il nostro Paese sarà interessato più degli altri dall’applicazione di questo provvedimento. Si tratterà di conciliare le esigenze della transizione energetica, in difesa dell’ambiente e del clima, con quelle della salute collettiva e delle disponibilità economiche. Più che una spesa, insomma, questo deve diventare un investimento nell’interesse generale della collettività. Lo Stato sarà chiamato, dunque, a fare la sua parte.

PARTE DA BRESCIA IL PROGRAMMA “INTESA SANPAOLO PER IL SOCIALE” CONTRO LA POVERTA’

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È la città di Brescia il riferimento dell’ampio programma per la riduzione delle disuguaglianze promosso da Carlo Messina, CEO e Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo. Da qui, nello storico Palazzo Negroboni di Piazza del Duomo, già sede del Credito Agrario (foto principale), si sviluppano in tutt’Italia le iniziative progettate e realizzate da “Intesa Sanpaolo per il Sociale”, la struttura dedicata al contrasto delle povertà e alla promozione dell’inclusione sociale attraverso percorsi di collaborazione e di creazione di reti virtuose del privato, privato sociale e pubblico.

ISP Carlo Messina e Isybank
Carlo Messina, CEO e Consigliere delegato di Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo, oltre a essere la prima banca del Paese, promuove un reale contributo sociale alla comunità con risorse per 1,5 miliardi di euro entro il 2027 e oltre mille persone che lavorano ogni giorno a questi obiettivi. Di questo impegno, e dell’identità sociale della Banca, è stato ispiratore Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo (nella foto sotto, il secondo da destra all’inaugurazione della sede di “Intesa Sanpaolo per il Sociale”).

ISP Brescia 3

L’impegno del Gruppo nel sociale risale a cinque secoli di filantropia e liberalità, ma è dal 2018 che è entrato nel Piano di impresa come obiettivo strategico della Banca, incluso quello in corso fino al 2025. Le persone che lavorano in “Intesa Sanpaolo per il Sociale” sono focalizzate su tre ambiti di sviluppo:

  • l’analisi dei bisogni sociali, l’indirizzo e il coordinamento delle molteplici iniziative del Gruppo, la creazione di reti con gli attori del Sociale per lo studio di azioni di sistema e di sussidiarietà ad alto impatto sociale;
  • la realizzazione di azioni concrete per rispondere ai bisogni primari e programmi di ampio respiro indirizzati all’inclusione e coesione sociale delle persone e delle famiglie in situazione di fragilità;
  • il contrasto alla povertà educativa attraverso programmi di formazione e di occupabilità rivolte soprattutto a giovani e persone in condizione di svantaggio.

Il modello operativo degli interventi adotta un approccio di co-progettazione e di lavoro congiunto, per realizzare ecosistemi di solidarietà caratterizzati da programmazione pluriennale, capacità di risposta al bisogno, pluralità di soggetti coinvolti e capillarità sui territori. Nel periodo 2022-2023, sono stati realizzati oltre 36,8 milioni di interventi di contrasto alla povertà dei 50 milioni obiettivo del Piano di Impresa.

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Brescia – Il pubblico alla cerimonia di inaugurazione del programma “Intesa Sanpaolo per il Sociale”

Carlo Messina ha voluto realizzare quello che è diventato il principale progetto di coesione in Italia, ponendo Intesa Sanpaolo come Istituzione al servizio del Paese per la promozione di una società più equa. Prima banca in Italia, ai vertici del settore in Europa, Intesa Sanpaolo ha un ruolo di rilevanza unica a beneficio della crescita economica e di una società inclusiva.

Nel 2023 il supporto di Intesa Sanpaolo per far fronte ai bisogni sociali ha visto l’espansione del programma “Cibo e riparo” per le persone in difficoltà, con aiuti concreti sul territorio in Italia e sostegno all’estero in relazione all’emergenza umanitaria in Ucraina. Sono stati oltre 36,8 milioni gli interventi effettuati tra il 2022 e il 2023, circa 30 milioni i pasti distribuiti, circa 3,3 milioni i posti letto allestiti, oltre 3,2 milioni i medicinali e oltre 446.000 i capi di abbigliamento messi a disposizione. Sono stati sviluppati, inoltre, progetti di occupabilità come il programma “Giovani e Lavoro” finalizzato alla formazione e all’accesso al mercato del lavoro italiano di oltre 3.000 giovani nell’orizzonte del Piano di Impresa 2022-2025: nel 2023 richieste di iscrizione da parte di oltre 6.300 studenti tra i 18 e i 29 anni, oltre 2.000 studenti intervistati e circa 920 formati e in formazione con 37 corsi (oltre 3.900 formati e in formazione dal 2019) e circa 2.400 aziende coinvolte dal lancio dell’iniziativa nel 2019; con iniziative per i giovani, l’infanzia, le donne, il social housing.

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Dichiara Paolo Bonassi, Executive Director Strategic Initiatives and Social Impact Intesa Sanpaolo (nella foto sopra), a cui fa riferimento la nuova struttura: “Brescia sarà il cuore e la mente del grande programma diffuso in tutto il Paese voluto da Carlo Messina. Guardiamo al futuro con grande senso di responsabilità: per una banca che ha ottimi risultati come i nostri, aiutare chi ha bisogno è un imperativo morale ed è un interesse concreto, una comunità forte e coesa è alla base della crescita del Paese. Con il lavoro di mille persone, risorse per 1,5 miliardi di euro entro il 2027 e continuità di azione negli anni, Intesa Sanpaolo è un’istituzione che non ha eguali per il suo contributo verso le comunità”.

FAMIGLIA E LAVORO: ENEL ANNUNCIA MISURE PER SOSTENERE I GENITORI CON BAMBINI PICCOLI

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Per un’azienda che fornisce luce e gas, entrando così quotidianamente nella dimensione familiare e domestica, contribuire all’armonizzazione tra vita e lavoro costituisce un obiettivo strategico. Perciò Enel sostiene da sempre la genitorialità tra i propri dipendenti. E ora, in occasione del 19 marzo, Festa del Papà, il Gruppo ha presentato alcune misure per promuovere la condivisione dei compiti di cura fra i genitori nei confronti dei figli.

Dal momento dalla nascita del bambino, Enel riconosce ai padri ulteriori dieci giorni di permesso retribuito in aggiunta al congedo obbligatorio previsto dalla legge, per un totale di 20 giorni che salgono a 30 in caso di parto gemellare. Durante il congedo di maternità obbligatorio, inoltre, è previsto un trattamento economico pari al 100% della retribuzione, grazie all’integrazione del 20% da parte di Enel oltre all’assegno dell’Inps che copre l’80%.

Misure migliorative aziendali riguardano anche i periodi di congedo parentale, fino ai 6 anni e fino ai 12 anni del bambino. In particolare, per un mese, viene riconosciuta alla madre o al padre, in alternativa tra loro, un’indennità pari al 90% fino al sesto anno di vita del figlio. Per la malattia del figlio di età tra i 3 e i 12 anni, poi, sono garantiti 10 giorni di permesso non retribuito all’anno. Durante il primo anno di vita del bambino, la lavoratrice madre o, a determinate condizioni il padre, hanno inoltre diritto a due periodi di riposo giornalieri di un’ora ciascuno, anche cumulabili nel corso della stessa giornata.

Un aiuto economico è previsto in caso di iscrizione dei figli fino a 3 anni di età al fondo pensione dei dipendenti Enel Fopen, con un versamento di 200 euro una tantum – a carico dell’azienda – sulla posizione di ciascun figlio. Enel garantisce inoltre l’accesso alla misura dei congedi parentali – il periodo di astensione dal lavoro facoltativo dopo la nascita di un figlio – anche alle coppie omogenitoriali unite civilmente, per offrire ai loro bambini le stesse opportunità di tutela riservate ai figli delle coppie eterosessuali.

TORINO, ALLE GALLERIE D’ITALIA: APERTURA NOTTURNA SABATO 18/5 PER CRISTINA MITTERMEIER

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Le Gallerie d’Italia – Torino, museo di Intesa Sanpaolo, aderiscono sabato 18 maggio alla Giornata Internazionale dei Musei e, in occasione della Notte Europea dei musei, la sede di Piazza San Carlo sarà straordinariamente aperta dalle ore 20 alle 24 (ultimo accesso ore 23:00) con ingresso ridotto a 1 euro per tutti i visitatori.

Sarà possibile visitare la mostra Cristina Mittermeier. La Grande Saggezza a cura di Lauren Johnston e in collaborazione con National Geographic. IN questa prima retrospettiva in Europa dedicata alla fotografa, sono esposte circa 90 fotografie e offre una panoramica sull’importante lavoro di ricerca di Cristina Mittermeier, fotografa, biologa marina e attivista che, nel corso degli anni, ha documentato la bellezza del nostro pianeta, dai paesaggi alla fauna selvatica in continua evoluzione, alle diverse culture e tradizioni delle popolazioni che vivono in simbiosi con la natura.

Dalle 20 alle 21, viene proposta una visita guidata. Sarà gratuita, escluso il biglietto d’ingresso, e sarà avviata al raggiungimento di un numero minimo di iscritti. La prenotazione è necessaria scrivendo a torino@gallerieditalia.com.

Il percorso espositivo, organizzato attorno ai tre grandi temi del mondo sottomarino, del mondo terrestre e dei popoli tribali, sviluppa l’idea dell’artista di enoughness come via per comprendere quale sia il nostro posto all’interno dell’ecosistema globale, invitandoci a una riflessione su quanto e cosa sia per noi “abbastanza” e a prendere in considerazione un’esistenza più sostenibile e consapevole.

Mittermeier collabora con comunità di tutto il mondo per raccontare il solido legame che ancora le unisce alla natura e la loro profonda comprensione del delicato equilibrio che sostiene l’ecosistema dell’intero pianeta. Attraverso le sue fotografie testimonia tradizioni, rituali e conoscenze tramandate di generazione in generazione e ci invita a riflettere sulla “grande saggezza” alla base del mondo.

Afferma Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo: “Cristina Mittermeier cattura nei suoi scatti momenti del pianeta di straordinaria bellezza che emozionano, suscitano meraviglia e ci invitano a riflettere sul rapporto con la natura. Anche in questo nuovo progetto le Gallerie d’Italia di Torino raccontano il presente con la forza positiva della fotografia, capace di coinvolgere e parlare a tanti pubblici, confermando l’importante ruolo sociale che ha un museo attuale, vivo e aperto”.

GALLERIE TO nostra Mittermeier foto 2

Le fotografie dell’autrice ricordano che gli esseri umani non sono creature isolate, ma membri di una società interconnessa. Utilizzare con saggezza le risorse limitate del nostro pianeta è fondamentale per il futuro dell’umanità: in particolare, la salute degli oceani ha un impatto diretto sul nostro clima, sull’aria che respiriamo e sul cibo che consumiamo. Ogni comunità sulla Terra è parte dell’ecosistema globale e le scelte fatte oggi possono plasmare collettivamente il futuro del pianeta. Guardando al futuro, l’umanità ha molto da imparare molto dalla “grande saggezza” del passato.

Cristina Mittermeier è co-fondatrice e presidente dell’associazione SeaLegacy, nata nel 2014 dall’unione tra fotografi, registi e scrittori di fama internazionale impegnati da quasi due decenni nella sensibilizzazione per la difesa degli oceani, dalla cui salvaguardia dipende la vita sulla Terra.

L’esposizione sarà affiancata da un ricco palinsesto di eventi di approfondimento ad ingresso gratuito per il tradizionale public program #INSIDE del mercoledì sera. A inaugurare gli appuntamenti un doppio incontro con Cristina Mittermeier in programma giovedì 14 marzo: alle ore 17,30 la fotografa incontrerà il pubblico presso il Bookshop del museo per firmare il catalogo della mostra realizzato da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira, disponibile in edizione italiana e inglese. A seguire, alle ore 18,30, Mittermeier sarà protagonista dell’evento #INSIDE: “A GREATER WISDOM” per approfondire i temi della mostra, insieme alla giornalista Giulia Zonca.

La mostra presenta inoltre una serie di contenuti audio scaricabili attraverso l’app Gallerie d’Italia, con approfondimenti dedicati.

INFORMAZIONI  

SEDE: Gallerie d’Italia – Torino, Piazza San Carlo 156, Torino

ORARI: martedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 9,30 alle 19,30; mercoledì dalle 9,30 alle 22,30; lunedì chiuso; ultimo ingresso: un’ora e mezza prima della chiusura.

TARIFFE: intero 10€, ridotto 8€, ingresso gratuito per convenzionati, scuole, minori di 18 anni e prima domenica del mese; ridotto speciale 5€ per under 26 e clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo

PRENOTAZIONI: http://www.gallerieditalia.com, torino@gallerieditalia.com, Numero Verde 800.1676

INQUINAMENTO, ITALIA ULTIMA IN UE PER LA MOBILITA’ SU FERRO E PRIMA PER USO DELLE AUTO

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Ultimi in Europa per la mobilità sostenibile su ferro, cioè tram e metropolitane; primi per l’uso di auto private. L’istantanea dell’Italia è contenuta nel report Pendolaria – Speciale aree urbane di Legambiente, diffuso nell’ambito della campagna Clean Cities. Ed è una fotografia impietosa sulla condizione del nostro Paese sotto la cappa del traffico e dello smog che avvelena in particolare i nostri centri urbani, minacciando la salute collettiva.

Per l’associazione ambientalista, è “un immobilismo quello delle città italiane, sempre più fragili e vulnerabili a causa della crisi climatica, che racconta anche quanto si stia investendo poco nei trasporti”. Occorre perciò “uno sforzo aggiuntivo” per realizzare nuove linee di metro e tram, incentivando la ciclabilità, e soprattutto “evitando di sprecare risorse per inutili opere faraoniche come gli 11 miliardi di euro stimati dal governo per realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina.

METRO MI

METROPOLITANE – A cominciare dalla Capitale, l’unica metropoli al mondo senza una vera rete metropolitana estesa in tutto il territorio urbano, il deficit infrastrutturale è grave. La Penisola vanta complessivamente una rete di appena 256 chilometri, contro i 680, 4 del Regno Unito, i 656,5 della Germania, i 615,6 della Spagna e i 389,8 della Francia. In pratica, la lunghezza totale delle nostre metropolitane è inferiore a quella di Madrid (291,3 chilometri) ed equivalente a quella di Parigi (225,2).

TRAM E FERROVIE SUBURBANE – I 397,4 chilometri di binari per i tram italiani sono di gran lunga inferiori agli 875 della Francia e tanto più ai 2.042,9 della Germania. Quanto alle ferrovie suburbane, utilizzate ogni giorno in tutt’Europa dai pendolari, l’Italia è dotata di una rete totale di 740,6 chilometri, rispetto ai 2.041,3 della Germania, ai 1.817,3 del Regno Unito e ai 1.442,7 della Spagna.

INVESTIMENTI SU FERRO – Sono praticamente fermi. Nel corso 2023, come ricorda il report di Legambiente, non è stato inaugurato nemmeno un chilometro di nuove tranvie, mentre l’unica aggiunta alla voce metropolitane riguarda l’apertura di un nuovo tratto della linea M4 a Milano. Negli ultimi otto anni, tra il 2016 e il 2023, sono stati realizzati appena 11 chilometri di tranvie e 14,2 di metropolitane, con una media annua risibile: rispettivamente, 1,375 e 1,775 chilometri. Poco più di uno all’anno, troppo poco per raggiungere le dotazioni degli altri Paesi europei.

SMOG 1

AUTO PRIVATE – In compenso, si fa per dire, abbiamo il parco automobilistico più grande (e anche più vecchio) d’Europa: 666 autovetture ogni mille abitanti, il 30% più della media rispetto a Francia, Germania e Spagna. Ma questa è, per così dire, l’altra faccia della medaglia, perché il trasporto privato è una delle fonti principali di inquinamento atmosferico. Al momento pesa, come spiega Legambiente nel suo rapporto, la mancanza di interconnessioni tra le varie linee di trasporto di massa, di Tpl (trasporto pubblico locale) e di mobilità dolce, di integrazione delle stazioni con il tessuto urbano pedonabile e ciclabile; anche se il Gruppo Ferrovie dello Stato italiane – come ha già riferito Amate Sponde – sta sviluppando un programma di intermodalità, per favorire appunto la connessione fra i vari mezzi pubblici e privati. https://www.amatesponde.it/ferrovie-europee-lad-di-fs-ferraris-una-mobilita-piu-sostenibile-ed-efficiente/).

FS treno bici

INQUINAMENTO – Più traffico, più smog. Nel 2023, secondo il rapporto Mal’aria di città della stessa associazione ambientalista, in Italia 18 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di PM10 (https://www.amatesponde.it/una-brutta-aria/). Frosinone detiene la “maglia nera” con 70 giorni di sforamento; seguita da Torino (66), Treviso (63) e poi Mantova, Padova e Venezia (62). In confronto ai i nuovi target europei, fissati al 2030, risultano fuorilegge il 69% delle città per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 50% per l’NO2, le emissioni più nocive per la salute. Sarebbero perciò oltre 50mila all’anno nella Penisola le morti premature dovute all’inquinamento atmosferico.

CRISI CLIMATICA – L’immobilismo delle città italiane contribuisce, purtroppo, anche ad alimentare il cambiamento climatico. Dal 2010 al 2023, certifica Legambiente, sono stati 182 gli eventi meteo estremi che hanno avuto un impatto sui servizi ferroviari con rallentamenti o interruzioni causati non solo da piogge intense e allagamenti; da frane dovute a intense precipitazioni, ma anche da temperature record e forti raffiche di vento. Le regioni più colpite sono, nell’ordine, Lazio (37), Lombardia (25) e Campania (17).

OLIMPIADI DI CORTINA: OLTRE 500 ALBERI TAGLIATI (COME IN 12 ANNI) PER LA PISTA DA BOB

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Il gioco di parole è fin troppo facile. Ma il fatto è che, per realizzare la pista da bob a Cortina d’Ampezzo per le Olimpiadi invernali 2026, stanno facendo proprio a pezzi la “perla delle Dolomiti”.

Cinquecento sessanta larici secolari, più 260 arbusti di varia natura, sono stati abbattuti in pochi giorni a Cortina per fare posto al nuovo impianto sportivo. Gli alberi sottoposti al taglio si trovano nel bosco di Ronco, alle pendici delle Tofane. L’abbattimento è iniziato il 21 febbraio scorso e, a causa della neve, i tronchi non sono stati ancora completamente rimossi.

Il primo sasso l’ha lanciato Cristina Guarda, consigliere regionale di Europa Verde, inviando un esposto alla Forestale perché verifichi l’estensione dell’area interessata. E l’allarme è stato ripreso nei giorni scorsi dal quotidiano online diretto diretto da Peter Gomez (da cui è tratta la foto in alto). Ma, secondo la rivista L’Altramontagna, gli alberi sacrificati saranno molti di più dei 500 inizialmente previsti dalla società Simico (Infrastrutture Cortina-Milano Spa): la stima iniziale infatti parlava di 2.200 metri cubi di legno, mentre le operazioni in corso minacciano di fare a pezzi il patrimonio boschivo della “perla delle Dolomiti).

CORTINA lavori pista bob

A Cortina, c’è un piano di Riassetto Forestale per l’estensione del Comune che prevede un programma decennale dal 2009 al 2020. I tagli degli alberi avrebbero dovuto produrre in totale 8.210 metri cubi di massa legnosa: in pratica, una media di 684 all’anno. Ma finora, per la pista da bob, ne sono stati abbattuti per circa 1.200. Appena cento metri cubi in meno di quelli programmati in 12 anni.

Nel frattempo, sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi ha ricevuto una lettera scritta a mano con minacce di morte, nel caso in cui non interrompa la costruzione della pista. E ha presentato una denuncia contro ignoti al Commissariato di Polizia. La notizia ha suscitato reazioni di solidarietà dalla stessa consigliere regionale, Cristina Guarda; da Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera; da Luca Zaia, governatore del Veneto, e da Andrea Martella, segretario regionale del Pd.

Sul caso, era già intervenuto in precedenza Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico e conduttore televisivo (nella foto sotto), con un articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa contro i “predatori di futuro che divorano l’Italia”. Cioè, degli scempi e degli sprechi che devastano il Malpaese: dalla pista da bob di Cortina fino al Ponte sullo Stretto di Messina.

MARIO TOZZI

“È una questione – spiega Tozzi – che va tenuta insieme alla distruzione della fauna selvatica, all’incapacità di foraggiare e rilanciare i parchi e la tutela dell’ambiente, all’asservimento delle grandi opere inutili come unico rilancio dello sviluppo e, infine, all’ignoranza dell’integrazione contenuta nei nuovi articoli 9 e 41 della Carta costituzionale”. Il primo, oltre a sancire che “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”, aggiunge anche che “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. L’articolo articolo, dopo aver stabilito che “l’iniziativa economica privata è libera”, avverte però che questa “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.

PISTA CESANA

A proposito della “querelle” di Cortina, come Amate Sponde aveva già riferito, l’autore dello stesso articolo ricorda che “c’è una pista già costruita in territorio austriaco a un’ora di auto, c’era la pista di Cesana (costruita nel 2005 in Piemonte, non utilizzata e vero monumento allo spreco) e si potevano valutare alternativa ambientali, se ci fosse stata una valutazione di impatto che non c’è stata” (nella foto sopra). Da qui, colate di cemento e taglio a raso dei boschi per costruire un impianto che costerà circa 120 milioni di euro, non si sa neppure se sarà finito in tempo per i Giochi Olimpici e che comunque non potrà essere convertito a nessun’altra destinazione d’uso pubblica, lasciando una “cicatrice” indelebile in quel territorio e nel suo ambiente naturale.

INVESTIMENTI “GREEN” E RINNOVABILI: ACCORDO TRA INTESA SANPAOLO E I CENTRI COMMERCIALI

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A supporto degli investimenti delle imprese italiane in sostenibilità ambientale ed energia rinnovabile e autonomia energetica, Intesa Sanpaolo ha sottoscritto un accordo con il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali. La finalità è quella di indirizzare le imprese aderenti al CNCC verso investimenti green e in energie rinnovabili, favorendo la diffusione delle Comunità Energetiche Rinnovabili e dell’Autoconsumo Collettivo, uno dei principali obiettivi del programma Motore Italia Transizione Energetica di Intesa Sanpaolo dedicato agli investimenti in impianti di energie rinnovabili e in interventi a supporto della transizione energetica.

L’accordo assume un significato rilevante per la numerosità di soggetti e le potenzialità di impatto di investimenti in fotovoltaico sulle superfici dei 1,274 poli commerciali. Questi dispongono in totale di 19,9 milioni di GLA (superficie commerciale utile), con oltre 40.000 attività complessive che impiegano 561.000 addetti. Il CNCC è, infatti, un’associazione che si propone di riunire in una unica realtà tutti gli stakeholder dell’industria dei centri commerciali, factory outlet, parchi commerciali e leisure centre che, con un volume di affari annuo complessivo di 171,9 miliardi di euro, contribuisce per il 4,6% al PIL nazionale.

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A fronte di questo accordo, le imprese aderenti al CNCC saranno accompagnate da Intesa Sanpaolo, e da partner specializzati, nei loro progetti di investimento in energie rinnovabili attraverso soluzioni dedicate: come S-Loan CER e S-Loan Progetti Green, che prevedono premialità sulle condizioni di tasso al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità condivisi tra banca e azienda. S-Loan CER, in particolare, è dedicata alla realizzazione di impianti di energia rinnovabile e alla conseguente messa a disposizione dell’energia così autoprodotta a favore della Comunità Energetica Rinnovabile di riferimento, mentre S-Loan Progetti Green sostiene tutte le tipologie di investimenti aziendali in grado di generare un impatto ambientale positivo su processi, infrastrutture, tecnologie, servizi e prodotti anche per configurazioni di Autoconsumo Collettivo.

Tra le soluzioni individuate a supporto della transizione energetica, assume inoltre particolare rilevanza il noleggio operativo dei pannelli fotovoltaici, proposte in collaborazione con la società RentforYou di Intesa Sanpaolo. In questo modo viene rafforzata la componente di sostenibilità e di circolarità, come soluzione alternativa o complementare all’investimento diretto nella logica dell’ottimizzazione finanziaria.

Tra i pilastri dell’accordo, anche l’aumento degli investimenti complessivi verso obiettivi ESG e l’accompagnamento nei percorsi di digitalizzazione grazie a S-Loan ESG, per le imprese che vogliono avviare un progetto ampio di sostenibilità sia ambientale che sociale o di governance; S-Loan Diversity, rivolto a garantire la parità e il miglioramento del ruolo femminile in azienda e a introdurre programmi di welfare aziendale; e Digital Loan, dedicato alla digitalizzazione delle imprese, che saranno supportate anche da un network di partner specializzati.

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Dichiara Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese Intesa Sanpaolo:  “Questo accordo unisce la forza delle soluzioni proposte dal nostro Gruppo alle potenzialità espresse dalle imprese aderenti al CNCC, che possono assumere un ruolo centrale di comunità energetica del territorio aggregando la domanda e investendo in impianti green, diventando sempre più consapevoli dei benefici della sostenibilità per il successo dell’impresa e per l’impatto che essa genera sull’economia locale. Nell’ultimo triennio abbiamo erogato quasi 10 miliardi di euro di finanziamenti alle Pmi italiane per investimenti in sostenibilità”.

Commenta Roberto Zoia, Presidente del Consiglio Nazionale Centri Commerciali: “Siamo molto soddisfatti di questo accordo che fornisce delle soluzioni concrete per aiutare i nostri soci ad agire con una maggiore efficienza nell’implementazione di iniziative volte alla transizione energetica, oltre a dare un contributo per il raggiungimento degli obiettivi sfidanti posti dalle norme EU. Il CNCC è da diversi anni impegnato nel supportare l’Industria in ottica di sostenibilità ambientale, a partire dalla realizzazione del ‘Manifesto per la sostenibilità’, così come nella definizione di clausole green per il rispetto dei parametri ESG. Questa importante e proficua collaborazione con Intesa Sanpaolo è l’ulteriore conferma di essere riusciti a creare un’opportunità di fronte ad una sfida, diventando sempre più un punto di riferimento per i nostri stakeholder e sul mercato”.

L’accordo si aggiunge a quelli già siglati da Intesa Sanpaolo con i primari player del mercato energetico e con ANCI (l’Associazione dei Comuni italiani), per promuovere la diffusione delle CER sui territori, oltre alla partnership strategica con Confindustria per il coinvolgimento delle PMI; i finanziamenti agevolati con garanzia SACE per progetti di produzione di energia green; la collaborazione con GSE a sostegno di sviluppo sostenibile e progettualità ESG.