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INTESA SANPAOLO: PRELIEVI GRATUITI CON CARTA FINO A 250 € AL GIORNO SU RETE MOONEY

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Fino al 30 giugno 2025, i possessori di carte di debito fisiche emesse dal Gruppo Intesa Sanpaolo potranno prelevare gratuitamente fino a 250 euro al giorno dai punti di vendita abilitati della rete di prossimità Mooney. La banca amplia così la possibilità per i propri clienti di ritirare denaro contante su tutto il territorio nazionale, attraverso l’unico circuito in Italia per diffusione e gamma di servizi offerti ai cittadini che affianca quella delle sue filiali e dei suoi ATM.

ISP BANCOMAT

Grazie a questo nuovo accordo, il prelievo sarà disponibile per tutti i possessori di carte di debito fisiche emesse dal Gruppo – Intesa Sanpaolo, isybank, Intesa Sanpaolo Private Banking e Fideuram – dotate dei circuiti Maestro, Mastercard, Visa e Visa Electron. Il servizio è disponibile presso tutti gli esercizi Mooney abilitati – tabacchi, bar ed edicole – esibendo la tessera sanitaria per consentire la lettura elettronica del codice fiscale.

CARTA MOONEY

Attraverso il network Mooney, i clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo possono contare su un maggior numero di attività aperte anche in orari prolungati, presso le quali accedere in modo semplice, veloce e sicuro a un’ampia gamma di operazioni di pagamento, come bollette, ricariche di carte prepagate e telefoniche, e servizi come bonifici e MAV.

L’elenco aggiornato degli esercizi convenzionati è disponibile sull’App Mooney e sui siti web mooney.it e intesasanpaolo.com.

FINCANTIERI, AUMENTO DI CAPITALE PER 396 MLN: LA NAVE DEL FUTURO “GREEN” E DIGITALE

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Per un ammontare complessivo di 396 milioni di euro, pari al 99,2% delle azioni offerte, s’è concluso l’aumento di capitale di Fincantieri, il colosso italiano dell’industria navale. Con 230 anni di storia alle spalle, l’azienda pubblica è uno dei principali complessi cantieristici del mondo, l’unico attivo in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologica. E ora punta su una svolta ecologica, per produrre la “nave del futuro”, green e digitale.

Fincantieri è leader nella realizzazione e trasformazione di unità da crociera, militari e offshore nei comparti oil gas ed eolico, oltre che nella produzione di sistemi e componenti, nell’offerta di servizi post-vendita e nelle soluzioni di arredamento navale. Grazie alle capacità sviluppate nella gestione di progetti complessi, il Gruppo vanta referenze di eccellenza nelle infrastrutture ed è operatore di riferimento nel digitale e nella cybersecurity, nell’elettronica e sistemistica avanzata. Con più di 7.000 navi costruite, Fincantieri mantiene il proprio know-how e i centri direzionali in Italia, dove impiega 10mila dipendenti e attiva circa 90mila posti di lavoro, che raddoppiano su scala mondiale in virtù di una rete produttiva di 18 stabilimenti in quattro continenti e quasi 21.000 lavoratori diretti.

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“Il mare è il nostro elemento naturale, quello che conosciamo meglio e prima degli altri”, si legge nella presentazione dell’azienda: “In ogni epoca abbiamo costruito le navi dotate delle più avanzate soluzioni tecnologiche per navigarlo da nord a sud, da est a ovest. Oggi guardiamo avanti pronti a solcare nuove sfide per realizzare le navi da crociera, militari e offshore, i traghetti, e gli yacht di lusso che scriveranno la storia della marineria di domani. Perché quello che da sempre ci contraddistingue è il coraggio di cambiare”.

Il 25 marzo scorso Fincantieri, Eni e RINA, multinazionale specializzata in ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica, hanno siglato un accordo con l’obiettivo di promuovere iniziative congiunte per la transizione energetica. Questa collaborazione rappresenta un impegno concreto nel concepire e sviluppare progetti comuni, allineati alle strategie di tutti i partner, volti alla decarbonizzazione del settore marittimo nel medio e lungo termine, in linea con gli obiettivi di Net Zero entro il 2050.

FINCANTIERI yacht

 

Nel dettaglio, l’accordo prevede che le tre aziende collaborino per condurre un’analisi e una valutazione completa delle alternative più sostenibili in grado di supportare il processo di decarbonizzazione marittima. Ciò includerà lo sviluppo di soluzioni complementari ai combustibili già disponibili per altri settori per i quali la transizione risulta più ostica e difficoltosa. Tra le aree di interesse della partnership, vi sono anche l’analisi e lo studio del profilo infrastrutturale ed energetico esistente, nonché lo sviluppo di nuove strutture logistiche, con particolare attenzione agli investimenti necessari per tutto il settore marittimo.

Nel processo di decarbonizzazione, secondo l’AD Pierroberto Folgiero (nella foto sotto), l’azienda deve assumere un ruolo di leadership, adottando un approccio pionieristico, imprenditoriale e coraggioso. Il percorso verso la riduzione delle emissioni si estende per quasi tre decenni e comprende tappe fondamentali come il programma Fit for 55, che si propone di ridurre del 55% le emissioni entro il 2030, e il traguardo finale del Net zero, ovvero la neutralità delle emissioni entro il 2050.

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Pierroberto Folgiero, Ad di Fincantieri

Il sistema propulsivo delle navi riveste un ruolo cruciale nel contesto della riduzione delle emissioni. Con l’obiettivo di decarbonizzare il settore marittimo, Fincantieri ha sviluppato diverse soluzioni tecnologiche, in modo da identificare quelle più efficaci. Tra queste soluzioni vi sono motori diesel di ultima generazione, integrati con sistemi di depurazione dei gas di scarico, e l’adozione di batterie al litio che consentono di eliminare le emissioni in porto senza l’utilizzo del cold ironing (la fornitura di energia elettrica dalla banchina mentre i motori della nave sono spenti), riducendo così la necessità di utilizzare generatori diesel durante le soste. L’impiego di idrogeno, o in alternativa di ammoniaca, rappresenta una delle prospettive capaci di consentire al settore del trasporto marittimo di eliminare le proprie emissioni.

 

ACCORDO FRA INTESA SANPAOLO E ACEA SULLA GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE: 20 MILIARDI

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Un accordo per la salvaguardia e la gestione sostenibile dell’acqua nei processi produttivi delle aziende, anche in relazione alle misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che prevede lo stanziamento di circa 4,4 miliardi di euro per tutelare la risorsa idrica, è stato siglato da Intesa Sanpaolo e Acea. La prima banca italiana e il primo operatore idrico a livello nazionale puntano a sviluppare nuove iniziative sistemiche con soluzioni innovative per favorire un uso efficiente della risorsa acqua attraverso forme di advisory tecnologica, insieme a investimenti per il riuso delle acque depurate all’interno delle cosiddette comunità idriche, con impatti positivi per l’ambiente, i territori e le imprese stesse che potranno stabilizzare il proprio approvvigionamento di acqua. A tal fine Intesa Sanpaolo metterà a disposizione 20 miliardi di euro per supportare le iniziative delle aziende e degli operatori della filiera idrica, nell’ambito del più ampio plafond creditizio di 410 miliardi di euro annunciati dal CEO Carlo Messina per nuovi finanziamenti a sostegno delle iniziative del PNRR.

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Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo

In virtù di questo accordo, Intesa Sanpaolo e ACEA opereranno ciascuna con le proprie competenze e risorse per:

  • Offrire servizi e prodotti dedicati a supporto degli investimenti, come la soluzione finanziaria S-Loan Progetti Green per potenziare la trasformazione del modello di gestione della risorsa idrica: creazione di infrastrutture sostenibili per la produzione di acqua pulita o potabile, incentivare costruzione e ammodernamento strutture per il trattamento delle acqua reflue, interventi per fronteggiare eventi dovuti al cambiamento climatico tramite sistemi di drenaggio delle acque fluviali e altre forme di mitigazione delle inondazioni;
  • Accesso a servizi di advisory alle aziende interessate a interventi infrastrutturali facilitando la diffusione e l’adozione di tecnologie finalizzate alla valorizzazione della risorsa idrica da mettere a disposizione delle imprese, in particolare quelle operanti nei settori agricoli e industriali.
  • Con il Programma Sviluppo Filiere di Intesa Sanpaolo verrà offerto supporto ai progetti in chiave di gestione sostenibile all’intera filiera idrica. Verranno mappati gli attori strategici, le priorità e i bisogni, così da supportare efficacemente investimenti, progetti di innovazione e miglioramento del profilo economico-finanziario;
  • Attraverso la piattaforma gratuita Incent Now, verrà facilitato l’accesso delle aziende ai bandi europei e nazionali, in particolare quelli legati al PNRR;
  • Collaborazione nell’ambito della ricerca e della formazione al fine di diffondere una cultura sull’utilizzo sostenibile delle acque attraverso un’attività strutturata di divulgazione e informazione con la pubblicazione di un Osservatorio sul settore idrico;
  • Sostenere lo sviluppo di figure professionali adeguate promuovendo lo sviluppo di competenze nella “Water economy”;
  • Favorire il recupero dell’acqua tramite la promozione di “comunità idriche”, garantire un riutilizzo dell’acqua sempre più efficiente, e sviluppare una rete di distribuzione locale per fornire l’acqua depurata ai distretti agricoli e industriali limitrofi con interventi di adattamento degli impianti produttivi per garantire il pieno e corretto utilizzo della risorsa idrica trattata.
ACQUEDOTTO PUGLIESE
Una “galleria” dell’Acquedotto Pugliese

Il primo numero dell’Osservatorio sul settore idrico di ACEA e Intesa Sanpaolo è dedicato al tema del riuso delle acque reflue depurate, pratica che potrebbe contribuire significativamente alla riduzione dello stress idrico. Il Report analizza la situazione attuale e i vincoli che ne condizionano una maggiore diffusione. Nei prossimi numeri dell’Osservatorio saranno analizzati gli altri grandi “nodi”, infrastrutturali, normativi e culturali che rallentano il raggiungimento del livello di “Water Security” di cui ha bisogno il Paese.

Dichiara Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo: “La collaborazione con ACEA, oltre alla nostra disponibilità di credito da 20 miliardi per gli investimenti, stimola una nuova cultura della responsabilità – industriale, economica e personale di ciascuno – per un uso sostenibile ma soprattutto per il riuso delle risorse idriche, superando la logica della gestione emergenziale verso una prospettiva di riduzione degli sprechi e circolare”. E aggiunge: “È nostro comune obiettivo attivare tutti gli investimenti e le leve possibili per efficientare presto le infrastrutture idriche del Paese, incentivare processi produttivi in logica circolare e sostenibile, favorire le comunità idriche. L’impegno del Gruppo Intesa Sanpaolo è avviato da tempo verso la transizione ecologica, energetica e digitale grazie alle sinergie tra Banca dei Territori e Divisione IMI CIB e viene rafforzato oggi insieme al sistema delle imprese e ai partner industriali che ci accompagnano, consapevoli che efficienza e sostenibilità sono determinanti per lo sviluppo sociale ed economico, anche alla luce dei cambiamenti climatici e della riduzione di risorse disponibili”.

Commenta Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking Intesa Sanpaolo: “L’accordo segna un ulteriore passo verso la crescita e lo sviluppo sostenibile di un settore fondamentale per il nostro tessuto industriale e la collettività. Inoltre, chi investe in infrastrutture dedicate al settore idrico ha dimostrato un interesse crescente, anche nel nostro Paese; gli investimenti, infatti, sono aumentati del 15% nel 2021, con un incremento previsto del 10% annuo fino al 2025, soprattutto grazie a progetti di modernizzazione delle infrastrutture e dall’adozione di tecnologie digitali e sostenibili. La nostra Divisione è in grado di garantire un elevato grado di specializzazione e di personalizzazione alle aziende e alle utilities del settore che intendono promuovere investimenti green, circular e digitali per una gestione efficiente e sostenibile dell’intera filiera, così da attrarre anche fondi internazionali. Ciò si è realizzato anche grazie alla collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, che ha visto Intesa Sanpaolo partecipare a operazioni di finanziamento strutturati in risposta alle specifiche criticità riscontrate sul territorio. Per le PMI italiane, infine, l’impegno della Divisione IMI CIB, in questo caso a supporto della attività della Divisione Banca dei Territori, si è concretizzato sia con progetti dedicati alle filiere, sia tramite un’apposita unità dedicata al sostegno delle nostre mid cap per ideare soluzioni di Investment Banking, Finanza Strutturata e Capital Markets, in funzione delle specifiche necessità del cliente”.

“L’accordo siglato con Intesa Sanpaolo – dichiara Fabrizio Palermo, Amministratore Delegato di ACEA – tra il primo operatore idrico e la prima banca italiana, darà una forte spinta strategica a tutto il nostro sistema produttivo con ricadute positive sulla crescita economica del Paese, considerato che le risorse idriche abilitano il 40 per cento del Pil nazionale. Crediamo che questo accordo possa rappresentare una modalità particolarmente efficace per sostenere le imprese sia da un punto di vista finanziario che industriale. ACEA, infatti, metterà a disposizione le sue professionalità e le sue competenze per una gestione dell’acqua più efficiente e più sostenibile all’interno delle filiere produttive, alla luce della consolidata esperienza e del primato acquisito nell’intero ciclo idrico: dalla captazione all’adduzione fino alla depurazione”.

STRADE VERDI: 20 MILIARDI PER IL RISANAMENTO E LA MANUTENZIONE CON MATERIALI RICICLABILI

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Una base d’asta per appalti di circa 20 miliardi di euro; 70% obbligatorio di materiali riciclati o recuperati per il risanamento delle strade; 80% di componenti delle nuove strade che deve poter essere disassemblato per il riuso. In questi tre dati si riassumono i cosiddetti “Cam”, i criteri ambientali minimi previsti dal “decreto lavori” che sarà emanato nei prossimi giorni dal ministero dell’Ambiente per la progettazione, la costruzione e la manutenzione delle strade. Quelle nuove, in linea con le norme dell’Unione europea, dovranno durare almeno 20 anni per diventare più green e più sicure.

Il fatto che queste regole siano state annunciate con un grande titolo in prima pagina da Il Messaggero, il quotidiano di Roma che appartiene al costruttore e immobiliarista Francesco Gaetano Caltagirone, nulla toglie all’interesse di questo provvedimento. All’articolo di Giacomo Andreoli, il giornale ne ha affiancato un altro in pagina interna a firma di Francesco Pacifico e Giampiero Valenza, intitolato a sua volta “L’Italia che viaggia su asfalto groviera: poche manutenzioni e alti risarcimenti” e focalizzato sulla questione delle “buche” stradali che riguarda l’intera Penisola e in modo particolare la Capitale: quella “Caput mundi” per cui gli antichi romani costruirono dovunque tutte le strade che – come dice il proverbio – “portano a Roma”.

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Nel primo articolo, si spiega che “avranno più possibilità di aggiudicarsi gli appalti le aziende che usano materiali riciclabili”, qualificati come sottoprodotti del calcestruzzo e come il bitume “verde”. E poco più avanti, si legge ancora: “Se manca la documentazione che certifica il rispetto dei criteri ambientali quando viene presentata l’offerta, l’azienda viene esclusa dalla gara”. Per i trasgressori, sono previste sanzioni progressive: “Si arriva a multe fino a centinaia di milioni di euro per le grandi opere, rispettando il principio di proporzionalità”, dichiara allo stesso giornale Giuseppe Franco Ferrari, giurista dell’Università Bocconi.

Per ripianare le buche stradali, come si legge nell’altro articolo del Messaggero, soltanto la Capitale spende un milione di euro all’anno. Il Comune di Napoli sfiora i due milioni, mentre Milano arriva a 400mila euro. A Palermo, quattro anni fa, l’amministrazione comunale dovette approvare d’urgenza un debito fuori bilancio da sette miliardi per risarcire gli automobilisti.

Secondo l’Istat, infatti, nel 2022 si sono registrati 920 incidenti stradali che hanno provocato decessi o feriti gravi causati “da buche o altri tipi di usura delle strade”. Qualche anno prima “il gigante della riassicurazione Marsh aveva stimato che sei italiani su dieci hanno rischiato di finire fuori strada o di scontrarsi con un altro automobilista proprio per le disconnessioni del manto stradale”. E l’associazione dei consumatori Codacons calcolò che l’82% delle strade di Roma erano “tarlate”, con una buca ogni 15 metri.

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I progettisti, gli appaltatori e i produttori di asfalto – si legge ancora nell’articolo – spiegano che, se i materiali utilizzati sono buoni, il cosiddetto “tappetino” (vale a dire i cinque centimetri di conglomerato bituminoso) dovrebbero durare almeno cinque anni prima di deteriorarsi. “Ma molto spesso la strada si spacca o frana – racconta un imprenditore edile – perché si tappano soltanto le buche e non si interviene su tutta la sezione stradale”.

 

SCIENZE DELLA VITA, “NEVA SGR” (GRUPPO INTESA SANPAOLO) ENTRA NEL CAPITALE DI BIO4DREAMS

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Dal settore farmaceutico ai dispositivi medici, dal diagnostico all’E-Health fino all’Agri-foodtech e alla bioeconomia circolare. Neva Sgr, la società di venture capital del Gruppo Intesa Sanpaolo, è entrata nel capitale di Bio4Dreams Spa, incubatore italiano di startup innovative in fase very early stage che operano nel settore delle Scienze della Vita, tramite il proprio Fondo Sei – Sviluppo ecosistemi di innovazione. Interamente sottoscritto da Intesa Sanpaolo Innovation Center, la società del Gruppo dedicata all’innovazione di frontiera, il Fondo Sei è un fondo di investimento alternativo istituito e gestito da Neva Sgr che ha come obiettivo il sostegno della crescita dell’ecosistema italiano dell’innovazione tramite investimenti mirati in veicoli che attuano programmi di ricerca, selezione, accelerazione e professionalizzazione di startup promettenti.

Con l’ingresso del Fondo Sei di Neva Sgr e la collaborazione già avviata con Intesa Sanpaolo Innovation Center, Bio4Dreams consolida il posizionamento nell’ecosistema italiano dell’innovazione e punta a rafforzare la propria struttura interna, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo delle attività a livello internazionale. L’ingresso del Fondo Sei è un’ulteriore conferma dei risultati raggiunti da Bio4Dreams in sei anni di intenso lavoro in Italia e all’estero, un percorso che ha portato la società a diventare un punto di riferimento europeo per l’innovazione nel Paese, contribuendo attivamente all’evoluzione degli ecosistemi territoriali nell’ambito delle Life Science.

Dal 2018 a oggi, l’incubatore Bio4Dreams ha valutato circa 1600 progetti imprenditoriali provenienti dagli ecosistemi presidiati in Italia (Milano, Torino, Genova, Como, Bolzano, Trento, Trieste, Venezia, Siena e Napoli) e all’estero (Pécs in Ungheria, Cracovia in Polonia e Cambridge, Massachusetts negli Usa), avviando percorsi di incubazione personalizzati per 47 tra startup e pmi innovative e creando un portafoglio di 15 realtà partecipate dal valore complessivo di oltre 71 milioni di euro. Le realtà supportate dall’incubatore si posizionano nei principali settori delle Scienze della Vita. L’investimento del Fondo Sei prevede l’ingresso di un nuovo membro nel Consiglio di amministrazione di Bio4Dreams nominato da Neva Sgr.

Dichiara Mario Costantini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Neva Sgr: “L’investimento di Neva Sgr in Bio4Dreams mira a sostenere e accelerare l’innovazione nel settore delle Scienze della Vita in Italia. Il nostro Paese vanta numerosi ottimi ricercatori e startupper, ma spesso per sviluppare le loro idee e realizzare i loro progetti preferiscono andare all’estero. Con il nostro Fondo Sei siamo orgogliosi di poter sostenere Bio4Dreams nella sua crescita, un incubatore che contribuisce a trattenere e ad attrarre startup altamente innovative sul nostro territorio”.

Afferma Elisabetta Borello, Co-Founder, VP Strategy & External Relations di Bio4Dreams, afferma: “Siamo entusiasti e onorati di avere al nostro fianco Neva Sgr, tramite il Fondo Sei, e di collaborare con Intesa Sanpaolo Innovation Center. Le sinergie che Bio4Dreams potrà creare con i diversi attori del sistema dell’innovazione del Gruppo Intesa Sanpaolo saranno fondamentali per proseguire nel percorso di crescita, tracciare nuove rotte e affrontare le sfide che ci attendono nei prossimi anni”.

TRENITALIA LANCIA IL NUOVO BRAND “REGIONALE” PER I PENDOLARI: 700 CONVOGLI ENTRO IL 2027

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Mentre proseguono i lavori nei 1400 cantieri aperti per l’ammodernamento infrastrutturale della rete ferroviaria, causa dei rallentamenti e ritardi che si sono verificati negli ultimi tempi, procede anche il piano di potenziamento delle Ferrovie dello Stato per i collegamenti che interessano in particolare i viaggiatori pendolari. Nasce così “Regionale”, il nuovo brand che i passeggeri troveranno sui treni di Trenitalia – l’azienda guidata dall’amministratore delegato, Luigi Corradi – muovendosi nell’ambito territoriale della propria città o regione. Non solo un tratto distintivo che si propone di rafforzare l’attenzione del Gruppo FS verso pendolari, studenti, lavoratori e turisti, ma un nuovo stile improntato su sostenibilità, accessibilità, innovazione e attenzione alle persone che si muovono in treno.

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Luigi Corradi, amministratore delegato e direttore generale di Trenitalia

In 15 anni il trasporto regionale di Trenitalia ha vissuto una rivoluzione: non solo per quanto riguarda i nuovi treni, ma anche per i servizi, sempre più improntati sull’intermodalità, insieme a un maggiore comfort che nel tempo ha raccolto il giudizio positivo dei passeggeri e il riconoscimento degli stakeholder. Questi risultati sono il frutto di un impegno costante e della stretta collaborazione con le diverse Regioni coinvolte, che hanno portato alla stipula di Contratti di Servizio di lunga durata.

La sinergia ha consentito la consegna di 500 treni regionali, attraverso un processo costante di rinnovamento. Entro il 2027, il numero di nuovi convogli supererà quota 700 fra treni elettrici a doppio piano, monopiano e ibridi. Un investimento significativo che, dal 2018 al 2027, ammonta a oltre 7 miliardi di euro per il rinnovo della flotta, ai quali si aggiungono altri 3 miliardi destinati all’implementazione di tecnologie e alla manutenzione avanzata.

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Il nuovo brand “Regionale” è caratterizzato dal colore verde e da linee morbide e pulite, per definire un approccio semplice e orientato alla sostenibilità, valori distintivi del servizio. Il lancio della nuova identità e la completa rivisitazione delle livree dei treni rafforzano la fase di grande cambiamento e trasformazione che il trasporto regionale sta attuando. Testimoniano, inoltre, il lavoro svolto con l’obiettivo di guardare avanti, in linea con le esigenze di una generazione in movimento tra cambiamento, sensibilità verso i temi ambientali e trasformazione del modo di viaggiare.

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Nelle intenzioni del Gruppo FS, “Regionale” vuol essere un simbolo radicato nell’immaginario collettivo di chi viaggia, ma anche una scelta strategica che punta alla valorizzazione di comunità, territori e aree metropolitane, dove diventa fondamentale l’interconnessione con altre modalità di trasporto: dalla bici al bus. Con oltre 400 milioni di passeggeri all’anno e più di 6.000 corse giornaliere, “Regionale” si appresta ad accogliere le nuove sfide che guardano alla sostenibilità intesa nella sua accezione ambientale, economica e sociale.

 

ENEL GREEN POWER: A TRINO IL PIU’ GRANDE PARCO SOLARE DEL NORD ITALIA (160MILA PANNELLI)

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Da ex centrale nucleare a centrale fotovoltaica. Con un progetto innovativo di transizione energetica e di riqualificazione, portato a termine con successo e con il pieno supporto del territorio e della collettività, è entrato in funzione a Trino (Vercelli) il più grande parco solare del nord Italia. L’operazione è stata realizzata da Enel Green Power, che nel sito ha realizzato un impianto fotovoltaico integrato con le più moderne tecnologie di accumulo.

Una storia che racconta un primato rinnovabile e che conferma il ruolo di Trino come sito protagonista della storia energetica del Paese: fino al 1987, infatti, l’area ha ospitato una delle quattro centrali nucleari di seconda generazione attive sul territorio nazionale, poi è stata sede della prima centrale a ciclo combinato del Paese. Qui sono visibili ancora oggi le torri di raffreddamento del vecchio impianto termoelettrico, chiuso nel 2013. Adesso 160mila pannelli ricevono l’energia del sole per produrre elettricità a zero emissioni.

Il parco solare ha una potenza di circa 87 MW e produrrà circa 130 GWh ogni anno: in termini di impatto ambientale significa che il fabbisogno energetico di circa 47.000 famiglie potrà essere soddisfatto da energia verde, evitando l’emissione in atmosfera di 56mila tonnellate di CO₂ e l’utilizzo di 29 milioni di metri cubi di gas, che saranno quindi sostituiti con energia rinnovabile prodotta localmente.

L’impianto utilizza moduli fotovoltaici bifacciali con una tecnologia all’avanguardia che consente di massimizzare la produzione rinnovabile ed è integrato a un sistema di accumulo di batterie agli ioni di litio (BESS) con una potenza di 25 MW e una capacità di accumulo pari a 100 MWh che garantirà l’adeguatezza del sistema elettrico e fornirà servizi ancillari alla rete. Presso il sito si aggiungerà presto un ulteriore impianto di accumulo di maggiori dimensioni.

Trino si conferma così protagonista della produzione energetica e lo fa in maniera sostenibile e guardando al futuro, in linea con gli obiettivi nazionali, europei e globali di riduzione delle emissioni e di decarbonizzazione. Un risultato raggiunto anche grazie ai cittadini che hanno contribuito al finanziamento dell’opera attraverso la campagna di crowdfunding “Scelta rinnovabile” lanciata nel 2022 da Enel Green Power. L’ampia partecipazione ha permesso di raggiungere e superare ampiamente l’obiettivo di raccolta fondi, con un’adesione finale pari al 150% del target che era stato inizialmente fissato. Con l’entrata in servizio dell’impianto, i cittadini che hanno aderito all’iniziativa riceveranno una remunerazione sul capitale investito.

Il rapporto con il territorio è al centro dell’impegno di Enel Green Power. La società effettuerà una serie di interventi nell’area limitrofa al parco solare, tra cui lavori di rimboschimento e di recupero edilizio-architettonico di alcuni edifici storici localizzati nel Borgo Leri-Cavour, dove sorgeva in passato la dimora estiva di Camillo Benso Conte di Cavour.

La realizzazione dell’impianto rientra nell’ambito del più ampio percorso di Enel per incrementare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, obiettivo su cui il Gruppo prevede di investire a livello globale nei prossimi 3 anni oltre 12 miliardi di euro. Un percorso che Enel sta accelerando in modo deciso: nel primo trimestre di quest’anno a livello globale la produzione di energia elettrica emission free del Gruppo ha raggiunto il livello record dell’82%.

 

 

INTESA SANPAOLO E IL TENNIS: PARTNERSHIP CON JASMINE PAOLINI, FINALISTA A WIMBLEDON

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Dopo Jannik Sinner, numero uno al mondo e testimonial della campagna pubblicitaria di Isybank, la banca digitale del Gruppo, Intesa Sanpaolo avvia una partnership con la tennista Jasmine Paolini, 28 anni, prima italiana finalista a Wimbledon. L’accordo con la campionessa s’inserisce nell’ampio sostegno al mondo del tennis da parte della Banca, che è Host Partner delle Nitto ATP Finals di Torino, oltre a essere presente in numerose iniziative per il tennis giovanile e inclusivo. 

WIMBLEDON

Nata a Garfagnana, il 4 gennaio 1996, da padre italiano di Lucca e madre polacca, Jasmine è numero sette nel ranking mondiale. Finora ha vinto due tornei del circuito maggiore in singolare, tra cui il WTA 1000 di Dubai 2024, terza italiana dopo Flavia Pennetta e Camilla Giorgi – ad aggiudicarsi un torneo di tale categoria. Quest’anno, prima di entrare in finale contro la ceca Barbora Krejčíková nel prestigioso torneo di Wimbledon che si gioca sull’erba nei pressi di Londra, era già stata finalista sulla terra rossa del Roland Garros, a Parigi.

Aveva aperto la stagione prendendo parte alla United Cup dove ha esordito sconfiggendo la ex numero uno del mondo, la tedesca Angelique Kerber, al rientro dopo più di un anno e mezzo per maternità e perdendo poi in tre set il match con la francese Caroline Garcia. A febbraio, ha vinto il WTA 1000 di Dubai, battendo in rimonta all’esordio Beatriz Haddad Maia, per poi superare in due set Leylah Annie Fernandez e la top-10 Maria Sakkari.

Nei quarti di finale, beneficia del ritiro di Elena Rybakina. Nell’incontro valido per il titolo, s’impone in tre set sulla russa Anna Kalinskaja, l’attuale fidanzata del nostro Sinner. Si tratta della seconda vittoria di un’italiana a Dubai (la prima fu conseguita da Sara Errani nel 2016 quando il torneo apparteneva a una categoria inferiore). Paolini diventa, inoltre, la terza italiana della storia a trionfare in un torneo WTA 1000, dopo Flavia Pennetta (Indian Wells 2014) e Camila Giorgi (Montreal 2021). Successivamente raggiunge gli ottavi a Indian Wells, dove cede il passo ad Anastasija Potapova in tre set; a Miami, esce contro Emma Navarro al terzo turno.

Sulla terra rossa, arriva poi ai quarti di finale nel WTA 500 di Stoccarda, dove viene battuta dalla futura campionessa del torneo, la russa Elena Rybakina. A Madrid, si ferma al quarto round contro la giovane Mirra Andreeva. Agli Internazionali di Roma, cede a Mayar Sherif.

Al Roland Garros al terzo turno elimina l’ex campionessa Slam Bianca Andreescu. Ai quarti s’impone sulla top-5 prima di battere nella semifinale la russa Mirra Andreeva in due set, diventando la quinta tennista italiana della storia giungere all’atto conclusivo di un torneo del Grande Slam. In finale, viene superata dalla n. 1 del ranking mondiale, la polacca Iga Swiatek.

ENEL A FIANCO DELLA SOCIETA’ NAPOLI CALCIO COME NUOVO “ENERGY GLOBAL PARTNER” PER DUE ANNI

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Il Gruppo Enel scende in campo con tutta la sua energia al fianco della SSC Napoli guidato da Antonio Conte e diventa il nuovo Global Energy Partner della squadra partenopea per le prossime due stagioni. Nel ritiro estivo di Dimaro, in programma fino al 21 luglio, è già attivo il Napoli Summer Village powered by Enel, un’area dove i tifosi potranno partecipare ad attività di intrattenimento e scoprire, attraverso i prodotti e le offerte di Enel, come contribuire alla transizione energetica del Paese. L’azienda sarà presente anche nella seconda parte del ritiro della SSC Napoli come title sponsor del Summer Village di Castel di Sangro.

Ad agosto, con l’avvio della stagione, Enel farà il suo ingresso allo Stadio Diego Armando Maradona comparendo a bordocampo, sui maxischermi e nei backdrop utilizzati per le interviste pre e post match nelle partite casalinghe del club. Sarà l’occasione migliore per portare in uno degli stadi più iconici d’Italia il brand di un’azienda che da oltre sessant’anni è sinonimo di energia, sviluppo del Paese e affidabilità per gli italiani.

STADIO NAPOLI

Dichiara Nicolò Mardegan, Head of External Relations di Enel: “Grazie alla collaborazione con la SSC Napoli, coniughiamo i valori della sostenibilità con quelli dello sport e diventiamo il partner energetico di riferimento di una delle più importanti squadre del campionato italiano, nonché tra le più amate e conosciute all’estero”. E aggiunge: “Come la passione per il calcio raggiunge ogni parte d’Italia, l’energia di Enel arriva nelle case degli italiani attraverso reti sempre più moderne e intelligenti, fondamentali per accelerare il percorso che porta verso la transizione e l’indipendenza energetica del Paese”.

Commenta a sua volta Tommaso Bianchini, Chief Revenue Officer della SSC Napoli: “Siamo molto contenti di annunciare Enel come nostro nuovo Global Energy Partner un’eccellenza italiana nel mondo che sposa il nostro progetto in tutti i Paesi in cui è attiva. Questa partnership s’inserisce perfettamente nella nostra strategia globale ‘From Napoli to the World’ e segna un passo decisivo nella costruzione di progetti che guardano a temi di importanza fondamentale come la sostenibilità energetica”.

INTESA SANPAOLO: 10 MILIARDI DI NUOVO CREDITO PER LO SVILUPPO DEL TURISMO (3 PER IL SUD)

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Con 10 miliardi di euro di nuovo credito, di cui 3 destinati alle aziende del Mezzogiorno in aggiunta ai circa 9 miliardi di liquidità già erogati dal 2020, Intesa Sanpaolo vara nuove misure per lo sviluppo del turismo. Questo ulteriore intervento a favore del settore s’inserisce tra le leve previste nel programma “Il tuo futuro è la nostra impresa” della Divisione Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese, che destina 120 miliardi di euro fino al 2026 per gli investimenti delle aziende italiane, dedicando un sostegno specifico al Turismo e all’Agribusiness, settori strategici per l’economia del Paese.

Proprio il rapporto esistente tra Banca, imprese turistiche e aziende agroalimentari – con queste ultime attraverso la Direzione Agribusiness, rete commerciale loro dedicata – concorre a far emergere nuove sinergie e potenzialità tra questi settori, con filiere sempre più complementari. Secondo le analisi del Centro studi SRM, su dati del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano relative allo scorso anno, in Italia i turisti enogastronomici rappresentano il 58% del totale, dato in crescita rispetto al 45% registrato nel 2019. Ricerca di qualità, esperienza distintiva e servizi aggiuntivi emergono come elementi comuni di competitività e molte imprese agroalimentari ed enogastronomiche crescono attraverso un’offerta di prodotti collegata a percorsi identitari, culturali e di territorio facilmente coniugabili alla ricettività turistica.

VENEZIA e turismo top

 

 

Il plafond di 10 miliardi di euro incentiverà nuovi investimenti in chiave Transizione 5.0, competitività sostenibile ed efficientamento energetico lungo tre assi: riqualificazione e aumento degli standard qualitativi delle strutture; sostenibilità ambientale dell’offerta e digitalizzazione del modello di servizio.

Cultura, ambiente, mare, identità, socialità, stile di vita, accoglienza ed enogastronomia rendono la destinazione Italia quasi unica nel panorama competitivo internazionale in tema di attrazione turistica. Dall’analisi di SRM, collegato a Intesa Sanpaolo, si evidenzia – non a caso – che nella classifica europea per numero di arrivi e presenze turistiche totali, il nostro Paese si posiziona al 4° posto con 133,6 milioni di arrivi, mentre sale al 3° posto se si considerano i giorni di presenza, ben 447,1 milioni.

Nel contesto nazionale, il Mezzogiorno esprime poco meno del 20% di arrivi e presenze. L’attrattività turistica si trasforma in una ricchezza economica rilevante per l’economia del Paese. Si stima che nel 2024 il settore turistico possa generare un valore aggiunto di circa 103,6 miliardi di euro, con un contributo al Pil del 5,9% che arriva al 10,8% se si include anche l’impatto indiretto ed indotto. Il 24% del Pil turistico nazionale è prodotto nel Sud Italia. Nello specifico, si rileva, per quest’area, un valore aggiunto turistico di 24,9 miliardi di euro, il 6,4% del Pil, che sale all’11,6% se si considera l’impatto complessivo. Pertanto, il Mezzogiorno si caratterizza per una maggiore specializzazione economica in questo settore rispetto al resto del Paese.

Significativa è anche la sua valenza sociale. In termini di occupazione, il settore turistico italiano impiega oggi quasi 1.300.000 lavoratori con circa 200.000 aziende che hanno almeno un dipendente. Al Sud si concentra il 26,4% dell’occupazione turistica nazionale (ben 340.585 addetti) ed il 31% delle imprese (60.936). Il turismo può contare su una forza lavoro sostanzialmente giovane (circa il 58,7% dei dipendenti ha meno di quarant’anni e il 36,2% meno di 30) e in prevalenza femminile (52,3%).

Colosseum in Rome, Italy

 

 

IL SOSTEGNO DEL GRUPPO AL SETTORE TURISTICO

Intesa Sanpaolo ha intensificato il supporto alle imprese turistiche durante e dopo la pandemia, venendo in aiuto alle migliaia di aziende in estrema difficoltà dopo le chiusure forzate. È stata garantita liquidità attraverso un’iniziativa straordinaria di moratorie estese fino a 36 mesi, accogliendo oltre 70.000 richieste di sospensione di pagamenti per un debito residuo di oltre 8,4 miliardi, di cui circa il 26% nel Mezzogiorno.

Tra le misure destinate al settore, le soluzioni di finanziamento S-Loan che prevedono un meccanismo di incentivi economici alle imprese che investono e realizzano obiettivi ESG. Intesa Sanpaolo ha inoltre aderito al fondo tematico per il turismo tramite Equiter, con risorse amministrate dalla BEI per conto del MEF e indirizzate alle imprese. Il Gruppo infine prevede soluzioni di noleggio operativo per avviare programmi di ammodernamento delle strutture, consentendo quindi di preservare l’equilibrio finanziario delle PMI.

Dichiara Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo: “Come banca di riferimento dei principali settori del Paese, rinnoviamo il nostro sostegno all’industria turistica, la cui crescita è determinante per rafforzare strutturalmente l’economia italiana. Il percorso intrapreso in questi ultimi anni dalle imprese del comparto verso sostenibilità, digitalizzazione e innalzamento degli standard qualitativi delle strutture mostra risultati incoraggianti e deve proseguire con maggior intensità e diffusione, grazie al potenziale delle filiere del mondo enogastronomico. Intesa Sanpaolo mette a disposizione 10 miliardi di euro per incentivare nuovi investimenti, accompagnare i passaggi generazionali di queste aziende, favorendone anche la crescita dimensionale. Il nostro obiettivo, in linea con le direttrici del PNRR, è accelerare i processi di transizione per agevolare una proposta di ospitalità più efficiente per i bilanci delle imprese e di maggiore salvaguardia per il turismo e per l’ambiente”.

MARE Amalfi

LA FOTOGRAFIA DEL TURISMO NEL MEZZOGIORNO – Sintesi report di SRM

La filiera turistica sta affrontando nuove e importanti sfide. Crisi geopolitiche, effetti climatici estremi, aumento dei costi e forte attenzione alla sostenibilità. In un contesto quindi di un “Turismo che Cambia e si Innova”, quest’anno il Rapporto SRM evidenzia quanto sia rilevante puntare su un sistema d’offerta improntato su: diversificazione, delocalizzazione, destagionalizzazione, digitalizzazione e dimensione d’impresa. Sono le 5D che possono preservare e rafforzare la competitività turistica dei territori.

Ecco, di seguito, una fotografia del turismo nel Mezzogiorno: 86,1 milioni di notti trascorse (19% dell’Italia), 3,5 giorni di permanenza media, 76,8% di stagionalità (presenze nei mesi estivi), 38,9% di presenze straniere (ancora in piena fase di recupero post covid). Un’offerta negli alberghi – in termini di posti letto – pari al 28,8% dell’Italia (sale al 37,9% nei 4 e 5 stelle) e del 23,1% in strutture extra-alberghiere. Un valore aggiunto pari a 24,9 miliardi di euro (24% del Paese). Nel 2024 si prevede nel Mezzogiorno il pieno recupero delle presenze turistiche. Rispetto al 2019, il dato è stimato in crescita del 8% per un totale di quasi 89 milioni di notti trascorse. Proseguirà, con forte intensità, la ripresa della domanda internazionale che si stima in crescita del 4,5% rispetto al 2023 superando pienamente il periodo pre-covid (105,4% rispetto al valore 2019).

VULCANO VESUVIO

Nel contesto europeo, il turismo meridionale risulta ben posizionato,  ma con ampi margini di miglioramento. Dall’analisi su 98 regioni dell’area UE4 (Italia, Spagna, Francia e Germania), tre regioni del Sud – cioè Sardegna, Campania e Puglia – sono tra le prime 30, e la Sicilia è trentunesima, per livello di competitività turistica e ben 6 comunque sono sopra la media europea. Ci sono spazi per crescere sia in termini quantitativi che qualitativi. Emerge la necessità di migliorare ed ampliare la connessione internazionale e l’accessibilità del territorio.

Nel Sud l’obiettivo dev’essere un turismo che offra destinazioni sempre più diversificate e di qualità al fine di favorire la destagionalizzazione, la delocalizzazione e l’impatto economico sul territorio. Borghi, aree interne, zone di prossimità dei grandi attrattori turistici possono essere destinazioni di qualità (per la loro storia, per le loro tradizioni e il buon cibo) utili anche per ridurre gli effetti negativi ed i disagi derivanti dai fenomeni di congestionamento. L’offerta turistica legata alla cultura, all’enogastronomia, all’ambiente ed al turismo business può essere una combinazione vincente anche al Sud: il moltiplicatore delle presenze di un’offerta così “integrata” è infatti superiore a quello monotematico ad es. di tipo balneare (156€ rispetto a 128,2€ di valore aggiunto per ogni notte trascorsa).

In questo quadro sempre più dinamico e sfidante, aumenta la consapevolezza delle imprese che investire è l’unica via per competere. Dalla survey di SRM, emerge che circa il 77% delle imprese turistiche del Sud nell’ultimo triennio ha effettuato investimenti (in Italia il 76%). Grande attenzione in particolare alla qualità dei servizi e della recettività (il 56% delle imprese intervistate ha rinnovato gli arredi e ampliato i servizi ricettivi).

Si guarda, inoltre, al futuro. Le imprese stanno comprendendo la sfida della digitalizzazione e della sostenibilità (ESG): 4 imprese su 10 nel Sud (25% in Italia) hanno investito su tali obiettivi che ad oggi nel solo Mezzogiorno si stimano essere pari a 300 milioni di euro. Le imprese indicano un’ulteriore crescita di tali investimenti nel prossimo triennio di circa il 2%. Infine, semplificazione burocratica (37%), politiche per il decoro urbano (28%), diversificazione dell’offerta (27%) ed una gestione più efficiente dei servizi pubblici (24%) sono le principali priorità che le imprese del Sud pongono alla governance pubblica per favorire la competitività del territorio.