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UNO STUDIO THEA-ENEL: 6 MLD EURO DI INVESTIMENTI ALL’ANNO SU RETE ELETTRICA IN 10 ANNI

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La rete di distribuzione ha un ruolo chiave per abilitare la transizione energetica. Si rendono quindi necessari investimenti, per permettere alla rete di gestire il cambiamento di assetto del sistema elettrico e far fronte ai cambiamenti climatici. È quanto emerge dallo Studio “Il ruolo della distribuzione elettrica per una transizione energetica sicura”, realizzato da TEHA in collaborazione con Enel e presentato a Cernobbio nell’ambito della 50° edizione del Forum “Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” di The European House – Ambrosetti.

Dichiara Gianni Vittorio Armani, Direttore Enel Grids and Innovability di Enel: “Alla luce dei cambiamenti in atto nel sistema elettrico e di quelli richiesti per raggiungere la decarbonizzazione, il consolidamento e sviluppo della rete di distribuzione come mezzo essenziale per abilitare questa evoluzione è di fatto al centro del dibattito energetico attuale. Per sostenere questa nuova importante fase di sviluppo della rete di distribuzione attraverso capitale investito e innovazione, è necessario garantire un assetto in continuità che permetta una stabilità finanziaria e una gestione sostenibile per gli operatori della rete di distribuzione”.

Commenta Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Board Member di The European House – Ambrosetti e TEHA Group: “Il progressivo aumento della generazione distribuita da fonti rinnovabili e la maggiore elettrificazione dei consumi finali richiedono che la rete di distribuzione elettrica sia adeguata e abiliti una transizione “senza strappi”. E aggiunge: “L’evoluzione del sistema elettrico e il ruolo della distribuzione richiedono nuovi importanti investimenti nella rete per garantire la continuità delle performance: in Italia nei prossimi 10 anni saranno previsti circa 6 miliardi di euro di investimenti all’anno, che potranno attivare rilevanti impatti diretti, indiretti e indotti nell’economia del Paese”.

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Secondo la Commissione europea, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050, l’Ue dovrà raddoppiare il tasso annuo di installazione delle fonti energetiche rinnovabili (FER), rispetto alla media degli ultimi 5 anni, in gran parte nel vettore elettrico che dovrà coprire il 60% dei consumi finali europei. La crescita imponente delle FER distribuite sul territorio e la maggiore elettrificazione dei consumi finali in termini di volumi impongono un nuovo sviluppo della rete di distribuzione come mezzo essenziale per abilitare questa evoluzione.

Non è un caso, quindi, che il Net Zero Industry Act (NZIA) della Commissione di Bruxelles abbia identificato la rete elettrica come una tecnologia strategica per il raggiungimento delle emissioni nette zero al 2050. La stessa Commissione, inoltre, ha recentemente evidenziato anche la rilevanza e la strategicità della rete di distribuzione elettrica (direttiva UE 2022/2557): questo settore appare essenziale per il mantenimento di funzioni vitali della società e critico per il corretto funzionamento di attività economiche produttive.

La sede dell'Enel a Roma con il logo della società in un'immagine diffusa dall'ufficio stampa, 23 settembre 2019. ANSA/UFFICIO STAMPA ENEL/Roberto Caccuri/Contrasto
(ANSA/UFFICIO STAMPA ENEL/Roberto Caccuri/Contrasto)

 

 

In Italia, la strategicità della rete elettrica è confermata dalla sua presenza nel novero delle infrastrutture strategiche definite dal Golden Power, in un contesto in cui più dell’80% dell’elettricità consumata in Italia viene fornita dalla rete di distribuzione. Si tratta di un servizio essenziale non solo per il mantenimento di funzioni vitali per la società (servendo più di 30 milioni di utenti domestici), ma anche e soprattutto delle attività economiche, con 7 milioni di utenze commerciali e industriali connesse.

Più nel dettaglio, in Italia la rete di distribuzione elettrica ha un ruolo chiave per abilitare la transizione energetica: sia per la crescente connessione di impianti distribuiti (oltre il 70% della capacità rinnovabile addizionale da installare entro il 2030 in Italia verrà infatti connessa alla rete di distribuzione); sia per il ruolo sempre più attivo dei consumatori finali nel sistema elettrico, che diventano prosumer e promotori di “attività” innovative. Queste due dinamiche – generazione distribuita e ruolo sempre più attivo dei consumatori finali – evidenziano la strategicità dell’infrastruttura: nel corso del 2023, in Italia, sono state effettuate oltre 370 mila connessioni, 7 volte il numero registrato 10 anni fa, a riprova dell’importanza che sta assumendo la generazione elettrica decentralizzata, con impianti di produzione di energia relativamente più piccoli e più vicini ai consumatori finali.

La distribuzione va adeguata, quindi, a queste nuove esigenze dettate dal cambiamento di assetto del sistema elettrico. Se nell’assetto tradizionale del settore l’elettricità seguiva un flusso monodirezionale, con i consumatori finali che ricoprivano un ruolo passivo, al contrario la rete elettrica moderna deve riuscire a far fronte – oltre che ha un crescente numero di fonti di produzione elettrica distribuite – a flussi elettrici bi-direzionali e a consumatori finali sempre più attivi.

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Il tema è al centro del dibattito non solo per questo cambiamento di assetto del sistema elettrico, ma anche per i cambiamenti climatici in atto. I fenomeni metereologici estremi possono creare infatti danni rilevanti alle infrastrutture elettriche, con ripercussioni sul sistema produttivo e sulla collettività. Al fine di garantire una costante affidabilità del servizio elettrico, sono necessari quindi investimenti per incrementare la resilienza della rete di distribuzione nei prossimi anni.

Una valutazione sul futuro della distribuzione elettrica in Italia e in Europa non può prescindere, però, dalla relativa analisi della performance attuale. Muovendo da queste considerazioni, TEHA si è posta l’obiettivo di identificare le caratteristiche salienti della performance della nostra rete di distribuzione, confrontandola con quella di altri Paesi benchmark in Europa. Dal modello di valutazione analitico sviluppato, emerge che la rete di distribuzione italiana (intesa nell’assetto attuale) è tra le più virtuose d’Europa, grazie a un efficace sviluppo del capitale investito che ha abilitato alti tassi di innovazione, efficienza e sviluppo infrastrutturale. In particolare, la rete italiana è al primo posto per economicità degli oneri di rete e per tasso di penetrazione e funzionalità degli smart meter. L’efficienza, l’efficacia, l’economicità e l’innovazione del settore della distribuzione sono state supportate da un sistema normativo-regolatorio sviluppato su più livelli, evoluto e particolarmente adeguato alle reti.

L’evoluzione del sistema elettrico e il ruolo della distribuzione richiedono però nuovi importanti investimenti nella rete per garantire la continuità delle performance. In Italia, nei prossimi 10 anni, saranno richiesti circa 6 miliardi di euro all’anno di investimenti, con conseguenti importanti benefici per il sistema-Paese. Gli investimenti medi annui attesi nella rete di distribuzione elettrica in Italia potranno generare oltre 13 miliardi di Valore Aggiunto nel sistema ogni anno, circa lo 0,7% del PIL italiano, abilitando oltre 170mila posti di lavoro e garantendo oltre 12 miliardi di redditi per le famiglie italiane.

Alla luce dell’attuale performance del settore della distribuzione in Italia, che si sostanzia in capacità ed efficacia di investimento, qualità del servizio, innovazione ed economicità per gli utenti finali, è auspicabile che, a partire dall’assetto attuale, l’evoluzione futura preservi e valorizzi, in una prospettiva di lungo termine, gli importanti benefici garantiti finora da un sistema normativo-regolatorio. Occorre quindi che in prospettiva l’evoluzione del sistema normativo-regolatorio non costituisca, nella seconda metà del decennio in corso, un freno agli investimenti di cui necessita l’evoluzione della rete.

INTESA SANPAOLO PRIMA IN EUROPA, PER EXTEL. L’AD MESSINA MIGLIOR CEO PER IL 7° ANNO

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Intesa Sanpaolo si conferma prima in Europa per le relazioni con gli investitori istituzionali e gli analisti finanziari e per gli aspetti ESG, secondo la classifica 2024 stilata dalla società di ricerca specializzata Extel (precedentemente Institutional Investor Research). Nell’ambito del settore bancario europeo, Carlo Messina – Consigliere delegato e CEO del Gruppo – è il miglior Chief Executive Officer per il settimo anno dall’introduzione, nove anni fa, della classifica che tiene conto sia del voto degli investitori istituzionali che degli analisti finanziari. Negli altri due anni, Messina s’era classificato al secondo posto.

Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo si è classificato al primo posto, per il terzo anno, tra quelli delle banche europee nella specifica graduatoria, introdotta per la prima volta tre anni fa. Stefano Del Punta, da aprile Senior advisor del CEO, è risultato miglior Chief Financial Officer per l’ottavo anno consecutivo. Il team di Investor Relations, guidato da Marco Delfrate e Andrea Tamagnini, è risultato il migliore tra quelli delle banche europee per il settimo anno. Delfrate è anche primo tra gli Investor Relations Professionals per il settimo anno consecutivo.

Per il quinto anno consecutivo, Intesa Sanpaolo si è confermata al primo posto tra le banche europee per gli aspetti ESG (strategia, engagement e disclosure). I riconoscimenti assegnati da Extel – basati sui risultati di un sondaggio condotto tra circa 1.800 investitori istituzionali e analisti finanziari – testimoniano il forte apprezzamento della comunità finanziaria internazionale per un’eccellenza italiana con forte capacità di innovazione e una grande attenzione alla sostenibilità e all’impegno sociale. E confermano la qualità del CEO e del management team, da tempo al vertice europeo nelle preferenze degli investitori e degli analisti finanziari.

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Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo

Dichiara nell’occasione Carlo Messina, CEO e Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo: “E’ motivo di grande soddisfazione e orgoglio ricevere, ancora una volta, riconoscimenti tanto importanti che testimoniano la leadership di Intesa Sanpaolo in Europa. Questo è stato possibile soprattutto grazie all’impegno di tutte le nostre persone, cui va il mio sentito ringraziamento, a un management team preparato e coeso, a un modello di business unico, ben diversificato e resiliente e a elevati investimenti in tecnologia”. E lo stesso Messina aggiunge: “La trasparenza e la comunicazione responsabile rappresentano parte essenziale nel confronto con tutti i nostri stakeholders. Ciò è stato e continua a essere motivo di forte apprezzamento da parte di investitori e analisti finanziari che da diversi anni ci riconoscono la capacità di raggiungere e superare gli impegni presi e la marcata sensibilità verso le tematiche ESG, con una posizione ai vertici mondiali per impatto sociale”.

 

SICCITÀ, LE CAUSE DEL DISASTRO IN SICILIA E IN SARDEGNA: “ABUSO DI FONTI FOSSILI”

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Non tutti gli eventi di grande impatto ambientale sono provocati dal riscaldamento globale. In alcune casi, come nelle nostre due isole maggiori, la siccità è causata dall’uomo e deriva dall’abuso di fonti fossili: petrolio, carbone e gas. L’indagine del World Weather Attribution, il più autorevole gruppo internazionale di esperti specializzati dell’Imperial College di Londra, rivela che ciò aumenta del 50% la probabilità di questi fenomeni atmosferici, rendendoli più frequenti e più forti.

“Secondo la scala più usata nello studio delle siccità (quella di Us Drought Monitor – scrive Ferdinando Cotugno sul quotidiano Domani – quella che ha colpito le isole è una siccità ‘estrema’ (livello di impatto 3 su 4). Senza emissioni di gas serra, sarebbe stata invece ‘moderata’ (livello di impatto 1 su 4) in Sardegna e ‘grave’ (livello di impatto 2 su 4) in Sicilia”. Ed è proprio su quest’ultima che punta il dito lo studio iglese.

La nostra isola principale, particolarmente danneggiata nell’agricoltura e nel turismo dalla carenza di acqua, è la regione più estesa d’Italia e con oltre quattro milioni e mezzo di abitanti è la quinta per popolazione (dopo Lombardia, Lazio, Campania e Veneto). Ma proprio qui l’Eni ha annunciato recentemente l’avvio di un nuovo giacimento di gas, denominato Argo Cassiopea, nel canale di Sicilia, con una riserva di circa 10 miliardi di metri cubi e un picco di produzione previsto di 1,5 miliardi di metri cubi all’anno. E si dà il caso anche che in questa regione, a Siracusa, sia nata la responsabile della Comunicazione dell’Ente, Erika Mandraffino.

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Per quanto riguarda l’agricoltura, come si legge nello stesso articolo citato sopra, a causa della siccità quest’anno in Sicilia la produzione di frumento è crollata del 50%, mentre per l’olio si prevede un calo del 40% e per i dati sul vino bisognerà attendere l’autunno dopo la vendemmia. Nel frattempo, gli allevamenti di bestiame hanno dovuto affrontare sia la mancanza di acqua sia di foraggio. E perciò è stato necessario provvedere alle macellazioni straordinarie.

Secondo il dirigente del servizio agrometeorologico della Sicilia orientale, Luigi Pasotti, “gli invasi sono al minimo storico”. E, con un autunno secco come quello dell’anno scorso, le riserve di acqua potabile in alcune città potrebbero esaurirsi già a dicembre.

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Quanto ai provvedimenti da assumere per fronteggiare la siccità, il gruppo di scienziati inglesi indica – oltre alla riduzione del gas serra a lungo termine – la necessità di intervenire nel breve termine sugli sprechi della rete idrica, superiori al 50% in entrambe le isole. Poi, l’impianto di sistemi di precisione nell’irrigazione. E infine, il contenimento del consumo pro capite di acqua sul territorio nazionale: con una media giornaliera di 220 litri a persona, risulta il più alto in tutta Europa.

A VENEZIA, IL PROGETTO “FUTURA” CONTRO LA POVERTA’ DELLE GIOVANI DONNE CON INTESA SANPAOLO

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Nell’ambito della rassegna “Dritti sui Diritti”, ha fatto tappa a Venezia il Progetto “FUTURA”, attivo anche a Roma e Napoli. L’iniziativa, promossa da Save the Children, Forum Disuguaglianze e Diversità e YOLK, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, intende contrastare la povertà educativa e materiale. L’obiettivo è quello di rimuovere concretamente gli ostacoli che impediscono alle ragazze e giovani donne (13-24 anni), nei percorsi scolastici e formativi, di esprimere a pieno titolo talenti, capacità e desideri con un’attenzione particolare al delicato passaggio in cui diventano madri (foto in alto di Monkeybusinessimages).

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Sono stati 300 i percorsi attivati da “FUTURA” fino a oggi nei tre diversi territori, di cui 100 solo nel capoluogo veneziano. A livello nazionale Il 49% di tutti gli interventi si concentra nelle azioni rivolte alla ripresa o consolidamento degli studi e l’avvio professionale (47% nel territorio di Venezia). Il 27% si rivolge a speranze e aspirazioni (il 23% nel territorio di Venezia), proponendosi di realizzare obiettivi specifici rivolti al raggiungimento dell’autonomia e del benessere attraverso una pianificazione concreta dei propri obiettivi. Il 19% riguarda il benessere emotivo (il 20% nel territorio di Venezia), includendo la partecipazione ad attività sportive, culturali, ricreative e, quando necessario, sostegno psicologico. Il restante 5%, rivolto alle relazioni sociali e alle reti di supporto (il 10% nel territorio di Venezia), promuove la conoscenza degli strumenti per esercitare cittadinanza attiva, conoscenza dei luoghi, delle istituzioni, delle possibili reti di supporto sul territorio.

Secondo i dati PISA 2022, il punteggio medio in financial literacy (conoscenza e comprensione dei fenomeni finanziari) ottenuto dai 14 Paesi OCSE è stato di 498 punti. L’Italia, con 484, è risultata tra quelli con un punteggio statisticamente più basso rispetto alla media internazionale. Dalla rilevazione emerge anche che in Italia, il punteggio medio in financial literacy presenta un divario di genere a favore dei ragazzi. A livello medio OCSE, infatti, i ragazzi superano le ragazze di 5 punti. Tale differenza è decisamente più marcata in Italia dove tra ragazzi e ragazze raggiunge i 20 punti. In particolare, la percentuale di maschi in grado di risolvere compiti più complessi, corrispondenti ai livelli 4 e 5 della scala, è significativamente maggiore di quella delle coetanee femmine (di 7 e 5 punti percentuali, rispettivamente); al contrario, la percentuale di ragazze che si collocano nel livello minimo di competenza (livello 2) o nel livello 3 è significativamente maggiore di quella dei coetanei maschi (di 6 e 4 punti percentuali, rispettivamente). Non si osservano invece differenze significative tra le quote di ragazzi e ragazze che non raggiungono il livello minimo di competenza.

Sottolinea Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia: “Il progetto ‘FUTURA’ apre la strada a nuovi orizzonti tutti al femminile. Le ragazze e le giovani donne coinvolte hanno l’opportunità di imparare nuove competenze che saranno fondamentali per il loro percorso professionale e la loro emancipazione. Questo passa anche e soprattutto dall’acquisizione di strumenti di educazione finanziaria che le renderanno indipendenti e libere di poter prendere decisioni importanti e in grado di investire e di scommettere su se stesse”.

Commenta Paolo Bonassi, Chief Social Impact Officer Intesa Sanpaolo: “Uno dei punti di forza del progetto ‘FUTURA’ è il lavoro congiunto di soggetti diversi che mettono a fattor comune le rispettive esperienze e risorse per aiutare giovani donne le cui difficoltà di oggi rischiano di avere ripercussioni serie in futuro. Intesa Sanpaolo interviene a sostegno del contesto sociale proprio con questo approccio: partecipa attivamente alla progettazione e allo sviluppo delle iniziative, contribuisce a promuovere reti, genera un impatto positivo di lungo termine per il contrasto delle povertà e a favore dell’inclusione sociale”

Aggiunge Silvia Vaccaro del Coordinamento nazionale del Forum Disuguaglianze e Diversità: “I dati e le storie raccolte ci dicono che l’intuizione e la scommessa iniziale del progetto ‘FUTURA’ erano giuste: pensare a strategie in grado di contrastare il nefasto intreccio tra disuguaglianze educative e disuguaglianze di genere. Il progetto dà indicazioni precise alla politica, una fra tutte che per agire su fenomeni complessi servono interventi flessibili, capaci sia di partire dai bisogni e dai desideri delle persone per cui sono pensati, sia di adattarsi ai diversi contesti territoriali in cui vanno realizzati”.

Conclude Clementina Cordero di Montezemolo, Fondatrice e Presidente Fondazione YOLK: “Investire sui singoli progetti di vita e sui desideri differenzianti è una scelta preziosissima perché la persona è davvero protagonista, perché sceglie e perché la sua scelta viene riconosciuta. Mi piace pensare alle tante storie di ‘Futura’ come a tanti romanzi di formazione.”

In generale, tutti i percorsi attivati si sviluppano e consolidano nel lungo periodo, la durata media è di un anno e mezzo con un accompagnamento durante i percorsi. Il 72% dei piani prendono avvio su proposta e grazie alla sinergia con le associazioni del territorio; il 16% in contatto con i servizi sociali e il rimanente 12% con le scuole di diverso ordine e grado.

Attraverso la piattaforma di raccolta fondi di Intesa Sanpaolo www.forfunding.it/progettofutura tutti possono sostenere il progetto “FUTURA” con il proprio contributo.

VIDEO: https://vimeo.com/1016006063/615f431d5c?share=copy

CAMPIONATO DI CALCIO SERIE A E COPPA ITALIA: ENEL, OFFICIAL ENERGY PARTNER DELLA LAZIO PER DUE ANNI

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Per due anni, Enel è il nuovo Official Energy Partner della società sportiva Lazio. Nel corso della prima giornata di campionato, ha già fatto il suo ingresso in campo allo Stadio Olimpico di Roma (nella foto in alto) comparendo sui led, maxischermi e backdrop per le interviste pre e post-partita.

 

Il Gruppo elettrico sarà al fianco dei biancocelesti per le prossime due stagioni in tutte le gare casalinghe di Campionato e Coppa Italia, offrendo ai tifosi del club un portafoglio di prodotti e servizi energetici dedicati. Un ulteriore segnale del grande impegno di Enel che da oltre 60 anni gioca un ruolo cruciale per l’indipendenza e sicurezza energetica dell’Italia.

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Dichiara Nicolò Mardegan, Head of External Relations di Enel: “La collaborazione con la S.S. Lazio rafforza la nostra presenza nel calcio in qualità di partner energetico di uno dei club di maggiore tradizione del nostro Paese. Grazie a questa nuova sinergia, che si aggiunge a quelle già avviate con le squadre più seguite della Serie A come Juventus, Inter, Napoli, Roma, Torino e Atalanta, Enel diventa il player energetico con il maggior numero di partnership nel massimo campionato di calcio italiano”. E aggiunge: “Come per lo sport, anche per Enel passione e dedizione sono valori fondamentali da mettere in campo ogni giorno per portare energia agli italiani connettendo il Paese da nord a sud attraverso reti sempre più intelligenti, moderne e digitalizzate”.

“Siamo molto soddisfatti di questa importante partnership”, commenta Marco Carnigiani, responsabile marketing della Lazio: “Leader del settore dell’energia e delle rinnovabili, Enel rappresenta un’eccellenza italiana nel mondo e la scelta di sposare la S.S. Lazio per consolidare la propria presenza nel calcio ci rende particolarmente orgogliosi”.

CONCESSIONI BALNEARI: ALTRI TRE ANNI DI PROROGA A CANONI IRRISORI. LO SCANDALO CONTINUA

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Sono arrivati in spiaggia, hanno piantato tranquillamente il loro ombrellone e hanno aperto le sedioline. E quando il gestore dello stabilimento ha contestato la loro “irruzione”, chiedendogli di allontanarsi dallo spazio riservato ai suoi clienti, i due turisti arrivati a Massa Carrara dalla Svizzera hanno eccepito che le concessioni balneari in Italia sono scadute a dicembre e quindi al momento non sono più in vigore. A nulla è valso l’intervento della Polizia municipale: anche i vigili urbani hanno dovuto arrendersi all’occupazione dell’arenile.

SPIAGGE TOP

La singolare protesta dei forestieri ha rimesso così all’ordine del giorno la questione della proroga concessa dal governo, in modo da dilazionare i termini fissati dalla direttiva europea alla fine dello scorso anno in forza dell’apertura alla concorrenza. Ma i nuovi bandi di gara non sono stati ancora emessi, per tutelare la lobby dei balneari che pagano importi irrisori per le concessioni demaniali. Secondo Infocamere, la società delle Camere di Commercio per l’innovazione digitale, su un totale di 7.224 imprese del settore soltanto 2.270 presentano i bilanci: il canone versato allo Stato incide per appena il 2%, l’utile ante-imposte è di 26,035 euro, l’utile netto di 10mila euro all’anno. E ora – a quanto pare, con il consenso della Commissione europea – il governo ha ulteriormente prorogato di tre anni le concessioni, fino al 2027, data in cui terminerà questa legislatura; il sospetto è che si voglia passare eventualmente ad altri questa “patata bollente”.

L’esecutivo aveva “allungato” artificialmente l’estensione del litorale italiano (8mila chilometri), comprendendo nel calcolo altri 3mila chilometri di coste rocciose e quindi inaccessibili o impraticabili, “diluendo” così la percentuale degli stabilimenti privati. Nel frattempo, il Consiglio di Stato e l’Autorità Antitrust hanno riconosciuto e confermato la legittimità delle indicazioni di Bruxelles. E il diritto europeo prevale, comunque, sulle norme nazionali.

SPIAGGIA sola

Nel clima torrido di Ferragosto, la querelle ha suscitato un vespaio di interventi sui social network. Particolarmente attivo su “X” di Mare libero (@mare_libero), il profilo ufficiale del Coordinamento nazionale, su cui si legge: “Lottiamo per il mare libero e accessibile, per una gestione delle spiagge rispettosa della Natura”.

Come ha spiegato al fattoquotidiano.it il presidente dell’associazione, Roberto Biagini, avvocato ed ex assessore al demanio a Rimini, è innanzitutto utile fare una distinzione. C’è un’area di bagnasciuga generalmente di almeno 5 metri, distanza che i Comuni possono ampliare ma non ridurre, e inclusa quella antistante ai lettini di uno stabilimento, che è libera a prescindere da qualsiasi concessione. Qui ciascun bagnante può transitare, stendersi temporaneamente a prendere il sole, arrivare a nuoto o fare il bagno senza che nessuno possa aprire bocca.

TOZZI Mario
Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico

È stato il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi, volto noto al pubblico televisivo, a lanciare il sasso nello stagno con questo appello: “Comune per Comune, spiaggia per spiaggia, liberiamo il mare. Concessioni ai privati al massimo al 30%, il resto spiaggia libera, attrezzata e ripulita dai Comuni. Per il bene collettivo. Come nei Paesi civili”.  E poco dopo ha rincarato la dose: “Sfruttiamo l’occasione: le concessioni non devono superare mai il 50% della spiaggia effettivamente fruibile. Ma spiaggia per spiaggia, Comune per Comune. Poi a bando”.

ALESSANDRO GASSMAN
L’attore e regista Alessandro Gassman

“In Corsica – ha osservato polemicamente con un post su “X” l’attore e regista Alessandro Gassman,  da sempre impegnato sul fronte ambientalista – tutte le spiagge sono libere, si trovano chioschi e ristorantini per mangiare e la manutenzione delle spiagge è a carico dei Comuni”.

Di rincalzo, joz3f ha confermato: “Francia, Spagna, Croazia, Grecia, Portogallo, Albania. Nostri vicini e concorrenti. Hanno le spiagge gratuite. Che tonti, vero?”.

IL “PREMIO LEONARDO DA VINCI” DELLA NIAF A CARLO MESSINA CEO DI INTESA SANPAOLO (BUSINESS)

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Da una sponda all’altra dell’oceano Atlantico, quello fra Italia e Stati Uniti è un legame radicato nella storia, nella politica, nell’economia. E proprio a rinnovarlo e a rinsaldarlo punta il “Premio Leonardo da Vinci” assegnato a Washington per il business a Carlo Messina, Consigliere delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, dalla NIAF (National Italian American Foundation), l’organizzazione fondata nel 1975 per rappresentare gli oltre 20 milioni di cittadini italo-americani che vivono in Usa.

Carlo Messina, chief executive officer of Intesa Sanpaola SpA, poses for a photograph following a Bloomberg Television interview in London, U.K., on Wednesday, Aug. 3, 2016. Banca Monte dei Paschi di Siena SpA is still a big problem of Italy's banking system, Messina said in the interview. Photographer: Chris Ratcliffe/Bloomberg via Getty Images
Carlo Messina, Consigliere delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, posa per un’intervista a Bloomberg Television. Fotografo: Chris Ratcliffe/Bloomberg via Getty Images

In occasione della cerimonia di premiazione, intervenendo in collegamento, Messina ha commentato così questo riconoscimento: “Mentre ci avviciniamo alla celebrazione del duecentocinquantesimo anniversario degli Stati Uniti, è importante ricordare che il rapporto tra Italia e America si basa su valori condivisi, connessioni culturali e una duratura partnership economica. La National Italian-American Foundation dà voce a milioni di americani di origine italiana, che hanno contribuito a rendere gli Stati Uniti un grande Paese ed è impegnata a mantenere forti i legami tra Italia e America.

La relazione unica tra i due Paesi porta benefici a entrambi, così come all’Europa e al mondo intero: Intesa Sanpaolo è un attore di primo piano in questa relazione. I legami tra il nostro Gruppo e gli Stati Uniti risalgono a oltre cento anni fa, quando aprì il primo ufficio americano a New York. Tutto ebbe inizio con il successo delle comunità di immigrati italiani, come Little Italy a New York, che attrasse le banche italiane in America. Da allora, Intesa Sanpaolo ha svolto un ruolo chiave nel rafforzare le relazioni bilaterali. Il nostro gruppo gestì i fondi del Piano Marshall per l’Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Oggi, la nostra filiale di New York è un ponte per la promozione degli scambi commerciali e degli investimenti tra Stati Uniti e Italia, sostenendo l’economia reale su entrambe le sponde dell’Atlantico. Molti dei nostri investitori hanno sede negli Stati Uniti, con BlackRock come nostro azionista numero uno. Siamo la banca con la maggiore capitalizzazione di mercato in Europa. Gestiamo un trilione e trecento miliardi di euro in attività finanziarie e abbiamo venti milioni di clienti in Italia e all’estero.

Sono convinto che esiste uno spirito unico che unisce gli italiani in tutto il mondo e che definisce le nostre azioni: una generosità radicata nella visione, sempre accompagnata da un profondo senso di umanità e dalla capacità di creare relazioni durature. Questi valori guidano l’impegno di Intesa Sanpaolo con i nostri stakeholder e con le comunità che serviamo, ci permettono di giocare un ruolo chiave nella vita economica, civica e sociale del nostro “Paese condiviso” e ci rendono la prima Social Impact Bank al mondo. Ci ispira il pensiero di Raffaele Mattioli, un banchiere italiano che guidò la Banca Commerciale Italiana, poi parte di Intesa Sanpaolo: “Non solo per generosità, ma per lungimiranza, abbiamo sempre posto gli interessi dell’economia nazionale al di sopra degli interessi immediati e transitori dell’azienda”. Queste parole riflettono il nostro lavoro oggi in Intesa Sanpaolo”.

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Il “Premio Leonardo da Vinci” per il business, assegnato dalla NIAF (National Italian American Foundation)

Messina ha concluso quindi il suo intervento: “Ringrazio il Presidente Allegrini per il ‘Premio Leonardo da Vinci’ per il Business, che ricevo con gratitudine e orgoglio anche a nome delle centomila persone che lavorano per Intesa Sanpaolo. Credo che questo premio sia un tributo alla crescita del nostro Gruppo, a cui ho dedicato gran parte della mia vita, un riconoscimento del nostro sostegno ai valori dell’eccellenza italiana nel business”.

DILUVIO CONTINUO

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A poco più di un anno dall’alluvione del maggio 2023, in Emilia-Romagna è tornato l’incubo: piogge torrenziali, esondazioni dei fiumi, allagamenti, frane e smottamenti. Molti abitanti hanno dovuto abbandonare le proprie case o rifugiarsi ai piani alti: finora sono oltre mille gli sfollati. Due dispersi a Bagnacavallo. In tutta la regione, è scattata l’allerta rossa per la violenta ondata di maltempo causata dal ciclone Boris che ha investito l’Europa centrale. Ma poi il “diluvio continuo” s’è trasferito anche nelle Marche e in Toscana (nella foto in alto), dove in un giorno è caduta la pioggia di un mese. E così è stato pure, a conferma degli effetti del cambiamento climatico, in mezz’Europa: dall’Ungheria alla Francia e all’Inghilterra.

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Giorgia Meloni nel sopralluogo del maggio 2023 (foto TPI)

In Emilia-Romagna è ancora vivo nella popolazione il ricordo della visita di Giorgia Meloni, in stivali e camicia a maniche rimboccate, che a suo tempo promise l’interessamento del governo e l’erogazione di contributi per un miliardo di euro (nella foto sopra). Ma, purtroppo, le promesse sono state tradite. Scrive Mauro Evangelisti in un reportage pubblicato sul quotidiano Il Messaggero: “Molti interventi – sia pubblici sia privati – per riparare i danni del 2023 sono ancora in corso”.

“Meloni è un’irresponsabile, si copre gli occhi di fronte alla crisi climatica”, incalza Angelo Bonelli, deputato verde di AVS, arrivando al cuore del problema. E all’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, riferiscono la situazione dei fiumi: “Sono sopra allo soglia rossa il Senio a Casola Valsenio (Ravenna), il Lamone a Strada Casale, vicino a Brisighella sempre nel Ravennate, il Corecchio nell’Imolese e il Savena a San Ruffillo, alle porte di Bologna”. Segno tangibile che, da un anno all’altro non è cambiato niente: l’acqua scorre impetuosa tra gli argini cementificati e i bacini o le vasche di recupero restano ancora sulla carta.

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La cittadina di Modigliana, 4.500 abitanti, sulle colline in provincia di Forlì-Cesena, è stata invasa dal Marzeno esondato (nella foto in alto). Spiega il sindaco, Jader Dardi: “Il fiume è esploso, la situazione è più grave rispetto al 2023 e abbiamo evacuato diverse persone”. Il paese è isolato e i mezzi di soccorso faticano a raggiungerlo.

A Brisighella, uno dei borghi più belli della Romagna, colpito da oltre 450 frane, sono scattati gli ordini di evacuazione e gli inviti a salire ai piani più alti delle abitazioni. Sono 130 gli sfollati accolti in un convento. La disperazione dei cittadini s’intreccia con la rabbia per gli aiuti promessi e mai arrivati. Protesta il sindaco Massimiliano Pederzoli, esponente di centrodestra, nella trasmissione Storie italiane su Rai Uno: “Dalla gestione commissariale, eccetto un po’ di somme per le urgenze dell’anno scorso, non ci è arrivato un soldo per quanto riguarda i progetti di consolidamento delle frane e delle strade”.

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Nella conferenza stampa tenuta a Palazzo Chigi, il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, non risparmia critiche all’Emilia-Romagna. “L’Ispra ci dice che l’Emilia Romagna è tra le regioni che maggiormente hanno consumato suolo negli ultimi decenni. Cementificare significa facilitare l’effetto ruscellamento quando piove abbondantemente perché l’acqua non viene assorbita”.

Replica al fattoquotidiano.it  la presidente reggente della Regione, Irene Priolo: “Sono stati fatti tantissimi cantieri, sto già vedendo delle polemiche e mi dispiace anche perché ormai è un leit-motiv, nei momenti di maggiore emergenza. Lo sciacallaggio per quanto mi riguarda non è ammesso, soprattutto quando ci sono territori che stanno dando l’anima e il sangue attraverso i propri sindaci e amministratori”. E lei stessa ha aggiunto: “Tutta la manutenzione possibile sui fiumi è stata fatta. La polemica non aiuta i cittadini, le istituzioni, dovremmo essere tutti dalla stessa parte. Ma ormai è da un anno e mezzo che va così”. Ma, intanto, l’ex presidente Stefano Bonaccini è diventato parlamentare europeo (Pd) e s’è trasferito a Bruxelles.

ENEL CEDE A SOSTENEO LA QUOTA DI MINORANZA DI LIBRA FLEXSYS (49%) PER 1,1 MILIARDI DI EURO

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Per un controvalore di 1,1 miliardi di euro, Enel Italia S.p.A. ha ceduto a Sosteneo Energy Transition 1 la quota di minoranza, pari al 49% del capitale sociale, di Enel Libra Flexsys S.r.l., società costituita per la realizzazione e la gestione di un portafoglio di progetti destinati ai servizi regolati di capacità, nello specifico:

  • 23 progetti di stoccaggio di energia a batteria (Battery Energy Storage Systems, BESS) per una capacità totale pari a 1,7 GW;
  • 3 progetti di rifacimento di impianti a gas a ciclo aperto (Open Cycle Gas Turbines, OCGT) per una capacità totale pari a 0,9 GW.

L’operazione è in linea con il modello di “Partnership” delineato nel Piano Strategico 2024-2026 del Gruppo Enel, con la finalità di mantenere il controllo degli asset strategici e massimizzare la produttività e i ritorni sul capitale investito. La vendita della quota genera complessivamente una riduzione dell’indebitamento finanziario netto consolidato di Gruppo pari a circa 1,1 miliardi di euro, mentre non genera impatti sui risultati economici in quanto Enel continua a mantenere il controllo di Enel Libra Flexsys S.r.l. e, pertanto, a consolidarla integralmente.

Il perfezionamento dell’operazione fa seguito a quanto previsto nell’accordo di compravendita annunciato il 1° marzo 2024. In attuazione di questo, Sosteneo Energy Transition 1 ha versato per l’acquisto del 49% del capitale sociale di Enel Libra Flexsys S.r.l. un corrispettivo di circa 1,1 miliardi di euro, soggetto a un meccanismo di aggiustamento post-closing tipico per operazioni di questo genere. L’Enterprise Value riferito al 100% di Enel Libra Flexsys S.r.l. al completamento del ciclo di investimenti previsto dal progetto è stato valutato a circa 2,5 miliardi di euro.

 

UN PRONTO SOCCORSO PER I BAMBINI: IL PROGETTO DELL’OSPEDALE BUZZI CON INTESA SANPAOLO

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Si avvia alla sua conclusione il progetto “Un Grande Pronto Soccorso a Misura di Bambino” della Fondazione per l’Ospedale dei Bambini Buzzi, sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con CESVI. Obiettivo è quello di dotare l’Ospedale Buzzi di Milano (nella foto in alto) di un grande Pronto Soccorso speciale, a misura di bambino, per offrire alle famiglie assistenza per l’infanzia, dedicata alle loro specifiche esigenze. Il progetto prevede l’allestimento e la fornitura di attrezzature per il nuovo Pronto Soccorso pediatrico e la Pediatria d’urgenza, dove i bambini potranno trovare competenza, affidabilità e velocità d’intervento.

I fondi raccolti serviranno per dotare di 6 posti letto in Osservazione Breve Intensiva (OBI), un’area sub intensiva di osservazione dove vengono trattenuti i bambini che non possono essere mandati a casa ma necessitano di un’osservazione assistita per traumi, convulsione o ingestione di sostanze. Al termine dell’osservazione il bambino potrà rientrare a casa, oppure essere ricoverato in reparto o in terapia intensiva.

Nel dettaglio, grazie al progetto è stato possibile l’acquisto di: 6 letti articolati, 6 monitor multiparametrici, 1 defibrillatore, 1 cardioline portatile, 6 piantane, 3 barelle, 3 sedie a rotelle, 6 carrelli materiali sanitari, 6 pompe siringa, 6 saturimetri portatili, 2 glucometri, 1 carrello per emergenza (materiale per intubazione, sistemi di accesso rapido alla tracheotomia, termometri digitali) e arredi vari (armadietti, comodini e sedie) e decorazioni per l’ambiente.

Il progetto è stato finanziato attraverso una raccolta fondi attiva da aprile a giugno 2023 su For Funding, la piattaforma di crowdfunding di Intesa Sanpaolo dedicata a sostenibilità ambientale, inclusione sociale e accesso al mercato del lavoro per le persone in difficoltà. In tre mesi, sono stati raccolti oltre 120.000 euro grazie alle contribuzioni di privati cittadini, imprese, della Banca e delle società del Gruppo Intesa Sanpaolo.

OSPEDALE BUZZI 2
Un reparto dell’Ospedale Buzzi di Milano per i bambini

Nessun bambino dovrebbe, in caso di necessità, recarsi in un pronto soccorso per adulti. A causa della carenza di strutture adeguate sul territorio, spesso le cure pediatriche d’emergenza sono gestite da pronto soccorso per adulti, non sempre adatti alle esigenze specifiche del bambino.

All’interno dell’edificio in costruzione del Nuovo Grande Buzzi, situato in via Castelvetro 32 a Milano, è prevista la realizzazione del nuovo Padiglione per l’Emergenza, di cui farà parte un nuovo Pronto Soccorso al piano terra, permettendo così di curare i bambini che ne hanno bisogno.

Il nuovo piano di Pronto Soccorso permetterà di raddoppiare l’attuale numero di piccoli pazienti, passando così da 30 mila a 60 mila in un anno d’età compresa entro i 12 anni. Un pronto soccorso speciale dedicato ai bambini, accogliente e che non fa paura e dove il dolore viene controllato anche nelle procedure invasive, con i genitori sempre vicini.

È quindi fondamentale che i bambini ricevano le cure di primo soccorso e di emergenza pediatriche in ambienti adeguati alle loro specifiche esigenze, come quelle offerte dall’Ospedale dei Bambini Buzzi di Milano, unico in Lombardia, il più antico degli 11 ospedali pediatrici italiani.

FONDAZIONE BUZZI
I dirigenti della Fondazione Buzzi

“La Fondazione Buzzi – dice il presidente Stefano Simontacchi – ringrazia Intesa Sanpaolo e CESVI che hanno sostenuto il progetto “Un Grande Pronto Soccorso a Misura di Bambino” per dotare l’Ospedale dei Bambini Buzzi di una parte vitale del nuovo Pronto Soccorso: le 6 postazioni di Osservazione Breve (OBI). I prossimi mesi saranno decisivi, in quanto potremo donare a tutti i bambini di Milano un grande ospedale pediatrico. Con il vostro aiuto abbiamo potuto così proseguire il nostro viaggio spaziale per un ospedale all’avanguardia, sempre più a misura di bambino e rispondente alle necessità di tante famiglie”.

Afferma Pierluigi Monceri, direttore regionale Lombardia Milano, Monza e Brianza Intesa Sanpaolo: “Abbiamo creduto in questo progetto fin dal suo nascere. Intesa Sanpaolo è un’istituzione a servizio del territorio e abbiamo sostenuto la Fondazione Buzzi con l’obiettivo comune di mettere al centro il benessere dei bambini, offrire un supporto concreto alle loro famiglie e raggiungere un numero sempre maggiore di piccoli pazienti all’interno dell’Ospedale dei Bambini”.