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UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO

Arriva il tram. O meglio, ritorna. Questo mezzo di trasporto urbano – elettrico, sostenibile ed efficiente – si accinge a vivere una nuova stagione in Italia, e in molte città dell’Unione europea, secondo un ampio e documentato Rapporto di Legambiente. “A Streetcar named desire”, un tram chiamato desiderio, s’intitolava un celebre film del 1951 diretto da Elia Kazan e interpretato da Marlon Brando e Vivien Leigh, tratto da una pièce teatrale con cui Tennessee Williams aveva vinto il Premio Pulitzer nel 1948. E si chiamava desiderio perché venne accusato di essere una rappresentazione lasciva delle pulsioni carnali, considerata fuori luogo per i costumi dell’epoca (nella foto sotto, il manifesto originale e una scena in bianco e nero).

Ma oggi il tram non è più un “oggetto oscuro” del desiderio. Anzi, è un mezzo pubblico che sta tornando di moda, ai tempi della crisi energetica e della transizione ecologica. Sono 250 chilometri di rete in costruzione che si aggiungeranno agli attuali 397,4, riducendo il gap con gli altri grandi Paesi europei: la Germania ne ha 2.044,5 e la Francia ne ha 878,2. Seguono Spagna e Regno Unito, rispettivamente con 302,8 e 256,6. E in Portogallo, dove i chilometri sono 31 a Lisbona, il tram è anche un motivo di richiamo turistico a cominciare dal mitico “28” che attraversa la Capitale da un capo all’altro (nella foto sotto).

I progetti in cantiere nel nostro Paese ammontano complessivamente a 5,4 miliardi di euro. Provengono in buona parte dai fondi europei del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), anche se al momento – a causa dei ritardi di esecuzione – prevale l’incertezza in vista della scadenza del 2026 stabilita dall’Ue. Le città interessate all’estensione della rete tranviaria sono, nell’ordine: Palermo con 64,2 nuovi chilometri, Milano (35,9), Roma (34,2) Bologna (23,4), Padova (30,3), Firenze (25), Bergamo e Brescia (entrambe con 23,2), Cagliari (6,), Napoli (4,1) e Sassari (2,2).

Nel Rapporto, curato da Roberto Scacchi, responsabile nazionale mobilità di Legambiente; Simone Nuglio, coordinatore ufficio nazionale mobilità dell’Associazione; Giulia Verboso, ufficio nazionale mobilità; Amedeo Trolese, responsabile mobilità Lazio; e Gabriele Nanni, Ufficio Scientifico, si legge: “Un tempo i tram erano un pilastro del trasporto di massa nelle città europee. Oggi, questa ‘vecchia idea’ sembra essere un’ottima soluzione ai nuovi problemi. Nelle città europee, una nuova generazione di tram migliora la vita dei cittadini e la sostenibilità degli spostamenti”. A Firenze, per esempio, nel 2024 i passeggeri sono stati più di 39 milioni.

Si tratta, insomma di “una scelta che si sta dimostrando strategica ed efficace, non solo nel ridurre il traffico e la congestione assorbendo una buona quota di domanda di mobilità, ma anche nell’abbattimento dell’inquinamento atmosferico che soffoca le città”. Secondo gli esperti di Legambiente, “Il tram sembra infatti essere in grado di liberare lo spazio urbano dalle automobili, riqualificando e riconnettendo interi quadranti delle città, contribuendo così ad una radicale trasformazione dello spazio urbano verso un assetto più salubre e vivibile. Una vecchia idea in grado di vincere le nuove sfide”.

Non mancano, naturalmente, le polemiche (come a Roma, in merito al tracciato) e le incognite economiche. Osservano gli autori del Rapporto: “I tram non sono la risposta all’intera domanda di mobilità urbana, ma di certo si stanno dimostrando in grado di rispondere adeguatamente alle sfide della transizione. Per questo, l’attività di policy making deve essere guidata da una visione orientata a favorire sempre e prioritariamente il trasporto pubblico, senza dimenticare la necessaria risolutezza che questa visione richiede”.

Il testo integrale del Rapporto si può consultare cliccando su questo link:

https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2025/04/Dossier-Tramvie.pdf

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