Ventotto reati al giorno non sono pochi, tantomeno quando vengono commessi a danno dell’ambiente, del paesaggio e in particolare delle coste e del mare. È quello che accade sulle “Amate Sponde” della Penisola, secondo il Rapporto “Mare Monstrum” di Legambiente, anticipato dal quotidiano della Conferenza episcopale Avvenire, con un articolo a firma di Ilaria Beretta, a conferma della sensibilità del mondo cattolico verso la tutela del creato.
“Nel 2024, le violazioni nelle regioni costiere del nostro Paese hanno toccato quota 10.332, in aumenti dello 0,7% rispetto all’anno precedente”, come si legge nel testo: appunto 28 reati al giorno, più di uno all’ora. Sono stati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, attraverso 534mila controlli: dall’abusivismo edilizio, con edifici costruiti in zone protette senza autorizzazioni o violando norme paesaggistico-ambientali, alle occupazioni illecite di spiagge e scogliere pubbliche fino all’estrazione di sabbia o pietra da cave fuorilegge. Una cementificazione più o meno selvaggia, insomma.
In testa a questa graduatoria del Malpaese si conferma la Campania. Sul suo mare, sono stati consumati 1.840 reati nella filiera del cemento illegale, pari al 17,8% del totale nazionale. Sono gli “ecomostri”, grandi e piccoli, che deturpano le nostre coste. In aggiunta, sono stati 343 i sequestri, 2.073 le persone denunciate e arrestate. Al secondo posto, segue la Puglia con 1.219 reati accertati; quindi, la Sicilia e la Toscana, rispettivamente con 1.180 e 946 crimini ambientali; e poco più sotto la Calabria con 869 reati. “Un bilancio pesantissimo – commenta la giornalista – in tutte e quattro le regioni a tradizionale presenza mafiosa, nelle quali si concentra quasi la metà dei reati relativi alle diverse filiere del cemento illegale”.

Da questa “peste” ambientale, non è immune però neppure il Veneto, al sesto posto della classifica di Legambiente con 746 reati. A seguire, il Lazio, l’Emilia-Romagna, le Marche, l’Abruzzo e la Sardegna.
Tra le Province, la più colpita è Salerno (606 reati), con un aumento record del 104,7% rispetto al 2023. Quella di Napoli ne conta invece 378, insieme a Bari, Lecce, Foggia e Cosenza. Ma il dato più sensazionale si registra a Chieti, settima in graduatoria con 156 reati: +167,9% in confronto all’ultima rilevazione.
Anche gli illeciti amministrativi, secondo il Rapporto di Legambiente, sono aumentati dell’85% arrivando a quota 27.960. Hanno portato a 28.030 sanzioni per un ammontare complessivo di 53 milioni di euro. Qui la “maglia nera” spetta al Lazio con 7.089 sanzioni, ben oltre le 1.100 comminate nel 2023.
Ha dichiarato ad Avvenire il direttore generale dell’associazione ambientalista, Giorgio Zampetti: “Con le nostre campagne vogliamo promuovere le opportunità delle rinnovabili, del turismo sostenibile e della tutela dei preziosi ecosistemi marini e lacustri e, al tempo stesso denunciare la morsa del mattone illegale sulle coste, il problema della dispersione dei rifiuti plastici nell’ambiente e ritardi dell’Italia rispetto al trattamento delle acque reflue, che minacciano non solo la qualità delle acque ma spesso anche il turismo”. E, aggiungiamo noi, la ricaduta economica positiva sull’occupazione del settore e sul benessere del territorio.