TAP, VIA AL GASDOTTO DELLA DISCORDIA

TAP, VIA AL GASDOTTO DELLA DISCORDIA

Il Tap, il gasdotto transnazionale che dalla Grecia attraversa per 878 chilometri il Mar Adriatico e raggiunge la costa pugliese, diventa operativo. Ora partono le attività commerciali. La Trans Adriatic Pipeline (Tap) ha annunciato che s’è conclusa la fase di realizzazione dell’infrastruttura energetica con approdo a San Foca (Comune di Melendugno, in provincia di Lecce), progettata per trasportare il gas dall’Azerbaijan fino all’Italia e risalire quindi fino al Nord Europa.

“Sono estremamente orgoglioso di questo risultato – ha dichiara alla Gazzetta del Mezzogiorno Luca Schieppati, managing director di Tap – reso possibile dall’impegno delle donne e degli uomini di Tap, dalla solida fiducia e dal sostegno dei nostri azionisti, di tutti i governi presenti lungo la catena del valore e dell’Unione Europea, così come dei fornitori e degli appaltatori che hanno lavorato al progetto”. Per il presidente del Consiglio di amministrazione, Murad Heydarov, “il corridoio meridionale del gas è uno dei sistemi più affidabili per il trasporto di energia. Componente essenziale dei tremila e cinquecento chilometri del Corridoio meridionale del gas, Tap garantisce all’Europa una fornitura strategica e competitiva”.

Il gasdotto può trasportare 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas ed è stato progettato per potenziare la capacità fino a 20. I lavori sul territorio pugliese sono durati quattro anni, installando 3.500 chilometri di tubi sotto la superficie. Così l’incantevole spiaggia di San Foca (nella foto) e gli ulivi circostanti sono salvi.

Ma le proteste della popolazione locale, arrivate in passato a bloccare più volte l’opera, non sono finite. Ora la vertenza dei No Tap si sposta sulle compensazioni che dovrebbero essere erogate ai residenti della zona che lamentano un deprezzamento delle proprie abitazioni: tanto più che la Procura di Lecce, guidata da Leonardo Leone de Castris, ha accusato la società Tap-Snam e 18 persone di aver realizzato il gasdotto su aree sottoposte a vincolo paesaggistico, sversando acque reflue industriali che avrebbero contaminato con sostanze nocive le falde acquifere. E il processo è ancora in corso.

“Non vorrei che questa notizia sull’inizio delle attività commerciali – dice il sindaco di Melendugno, Marco Potì – fosse priva di fondamento com’è stata, nel 2013, quella sull’avvio dei lavori”. E aggiunge: “Con il gasdotto, l’Italia e l’Europa si legheranno a Paesi e governanti che si sono contraddistinti per il mancato rispetto dei diritti civili”. A suo parere, “non è vero che sono stati rispettati i livelli di sicurezza: un operaio è morto nel cantiere Snam per la realizzazione del metanodotto di collegamento al Tap. Le due opere sono collegate. E Tap non ha stabilito rapporti di fiducia con il territorio”.

Lo stesso Potì si appella poi alle implicazioni giudiziarie della vicenda: “Sindaci e Regione Puglia sono parti offese e civili in un processo penale contro Tap, i suoi dirigenti e le ditte che hanno lavorato per suo conto. Secondo la Procura di Lecce, sono stati prodotti danni ambientali e realizzate attività violando le leggi. Se i rubinetti del gas si apriranno, Comune e associazioni chiederanno un risarcimento danni a livello nazionale e internazionale”.

Share this: