EMERGENZA RIFIUTI, LA DISPUTA INFINITA SUL TERMOVALORIZZATORE DELLA CAPITALE

EMERGENZA RIFIUTI, LA DISPUTA INFINITA SUL TERMOVALORIZZATORE DELLA CAPITALE

Rifiuti sì o rifiuti no? Cassonetti stradali o raccolta differenziata? Discariche o riciclo? Inceneritori o termovalorizzatori?

Con la crisi energetica provocata dalla guerra Russia-Ucraina, con il conseguente aumento dei prezzi di gas e petrolio e il rischio del razionamento che si profila all’orizzonte, torna d’attualità la questione dei rifiuti e della loro possibile utilizzazione. È stato il nuovo sindaco di Roma, Roberto Gualtieri (Pd), a suscitare in proposito un vespaio di polemiche, anche all’interno del suo stesso partito, annunciando l’intenzione d’installare un termovalorizzatore per segnare “una svolta di sostenibilità”. E non c’è da meravigliarsi che, in una Capitale sommersa dalla spazzatura, l’84% dei cittadini romani si pronunci a suo favore nei sondaggi.

E’ toccato così a un ambientalista di lungo corso come Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente e fondatore di Symbola, dichiarare in un’intervista al quotidiano Il Foglio che “l’inceneritore a Roma non è tabù” e che “il Movimento 5 Stelle sbaglia” ad attaccare il progetto. A suo parere, la transizione energetica non si fa con la retorica: “Si fa con una politica di visione e concretezza. E quella del M5s sembra più una politica di slogan”. Con il pragmatismo e la ragionevolezza che lo contraddistinguono, Realacci spiega poi che “Gualtieri fa male a partire dall’inceneritore: bisogna partire dalle cose che si possono fare subito, come gli impianti sulla frazione umida”. La sua conclusione è che “sicuramente Roma può aver bisogno di un inceneritore, ma a patto che sia alla fine di una politica integrata sui rifiuti”.

La “querelle” politica minaccia di spaccare anche i Cinquestelle al loro interno. L’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha annunciato una denuncia contro il suo successore, promuovendo anche una raccolta di firme contro il progetto del Campidoglio. Ma la sua collega Roberta Lombardi, assessora regionale alla Transizione ecologica nella giunta guidata da Nicola Zingaretti, s’è affrettata subito a dichiarare che si tratta di una “iniziativa non concordata”. Lei stessa, pur dichiarandosi contraria all’inceneritore, s’è mostrata tuttavia più possibilista e aperta a un confronto sul progetto dell’impianto.

Per replicare alle critiche e buttare acqua sul fuoco, Gualtieri ha inviato una lunga lettera al quotidiano Domani, illustrando in dettaglio le caratteristiche del suo controverso termovalorizzatore. “La nostra posizione – scrive il sindaco della Capitale – è in linea con obiettivi e legislazione europea”. La tesi è che l’impianto consentirebbe di ridurre drasticamente il ricorso alle discariche e quindi dell’inquinamento connesso al trasporto dei rifiuti, al nord e perfino all’estero, abbattendo così i costi. “Tutte le grandi città europee hanno termovalorizzatori, li usano e continueranno a farlo”, conclude Gualtieri assicurando che quello di Roma sarà all’avanguardia.

Al suo fianco, oltre a Realacci, sono scesi in campo anche l’ex presidente dell’Enel Chicco Testa e Patrizia Feletig, laureata in Economia ed esperta di energia, con un articolo apparso sull’edizione romana del Corriere della Sera, intitolato “Termovalorizzatore, la scelta di Gualtieri non sconfessa le direttive europee”. E ricordano che “in Europa funzionano 492 impianti di recupero energetico”. Ma forse la testimonianza più significativa è quella che offre il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, in un’intervista pubblicata dal Messaggero: “Anche qui c’era chi si opponeva, ma ora i cittadini ringraziano. A dieci anni dall’avvio del termovalorizzatore, i dati mostrano che l’ambiente ne ha beneficiato”.

Vediamo allora di fare un po’ di chiarezza, mettendo da parte gli aspetti ideologici e i pregiudizi che a volte condizionano anche le reazioni degli ambientalisti. Ma un fatto è chiaro ed evidente: non tutti i rifiuti possono essere smaltiti allo stesso modo né tantomeno bruciati in un unico calderone. E comunque, vanno sottoposti a controlli rigorosi e continui gli impianti d’incenerimento e le emissioni. A queste condizioni, i rifiuti possono anche diventare un “tesoro”, cioé una fonte di energia: dipende, però, se sono “sporchi” (cioè inquinanti) o “puliti”. Ecco perché la raccolta differenziata è determinante, tanto più se viene effettuata “porta a porta”.

TERMOVALORIZZATORI fumi

CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI

I rifiuti, secondo il Decreto legislativo 3 dicembre 2010 n° 205, sono classificati in quattro principali categorie:

  • rifiuti urbani
  • rifiuti speciali
  • rifiuti urbani pericolosi 
  • rifiuti speciali pericolosi

La definizione deriva dalla loro origine e dalla loro tipologia. E da qui dipende la loro destinazione e il loro utilizzo: la valorizzazione (termovalorizzazione), il riciclo o il conferimento in discarica. Vediamo in dettaglio.

Rifiuti urbani. Sono quelli domestici; quelli vegetali, provenienti dalle abitazioni e dalle aree pubbliche; quelli provenienti dalle strade e dalle aree pubbliche; e quelli provenienti dalla pulizia stradale.

Rifiuti speciali. A questa categoria, appartiene la stragrande maggioranza dei rifiuti provenienti da attività produttive: e cioè da lavorazioni industriali; attività commerciali e attività sanitarie; attrezzature e macchinari dismessi; veicoli a motore danneggiati o obsoleti, e le loro parti; fanghi derivanti dagli impianti di trattamento delle acque e dall’abbattimento dei fumi.

Rifiuti pericolosi. La definizione è riportata anch’essa dal D.Lgs 3 dicembre 2010 n° 205, nell’Allegato I dove si fa riferimento alle Caratteristiche di Pericolo dei Rifiuti. In tal senso viene considerato pericoloso un rifiuto: esplosivo, comburente, facilmente infiammabile, irritante, nocivo, tossico, cancerogeno, corrosivo, infettivo, tossico per la riproduzione, mutageno, in grado di sprigionare gas tossici a contatto con l’acqua, sensibilizzante, ecotossico, capace dopo l’eliminazione di dare origine a un’altra sostanza con le caratteristiche sopra indicate.

Rifiuti urbani pericolosi. Questa categoria comprende tutti quegli scarti che, pur avendo un’origine civile, presentino una di quelle caratteristiche sopra elencate. Tra gli esempi più evidenti, le batterie e i farmaci.

Rifiuti speciali pericolosi. Anche questa tipologia comprende i rifiuti speciali con le caratteristiche di pericolosità individuate dalla normativa. Vale a dire: i rifiuti derivanti da processi chimici e dalla raffinazione del petrolio, quelli provenienti dall’industria fotografica, gli oli esauriti, quelli provenienti dall’industria metallurgica, i solventi, quelli provenienti dalle attività conciarie e tessili, quelli prodotti dagli impianti di trattamento dei rifiuti, quelli medici e veterinari.

Questa minuziosa classificazione dovrebbe essere già sufficiente per comprendere che non tutti i rifiuti possono confluire indistintamente in un inceneritore o in un termovalorizzatore. È necessario, innanzitutto, separare quelli domestici da quelli speciali e avviare quelli pericolosi in altri canali. Altrimenti, si rischia di emettere fumi e sostanze tossiche, sia per l’ambiente sia per la salute collettiva, contribuendo a inquinare l’aria con polveri nocive.

QUAL È LA DIFFERENZA FRA INCENERITORI E TERMOVALORIZZATORI?

Un impianto termovalorizzatore permette la produzione di energia attraverso la distruzione di un certo tipo di rifiuti. Stiamo parlando dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti speciali. I rifiuti che non si possono trattare in un termovalorizzatore sono gli inerti (prodotti dalle demolizioni delle strutture o dalla loro costruzione) e quelli che possono essere recuperati e che, quotidianamente, differenziamo come il vetro, la plastica, l’umido-organico, la carta. Il termovalorizzatore, bruciando i rifiuti, genera vapore: è grazie a questo processo che avviene la produzione di energia elettrica. Attraverso gli impianti di termovalorizzazione, si alimenta il teleriscaldamento, sistema che porta l’acqua calda nelle abitazioni dei cittadini, come avviene per esempio a Brescia su una rete di 670 chilometri.

L’inceneritore, invece, è un impianto che ha come obiettivo la distruzione di materiali inerti, prodotti dalle demolizioni delle strutture o dalla loro costruzione, dopo un opportuno filtraggio che eviti appunto l’emissione di fumi tossici.

QUANTO INQUINANO I TERMOVALORIZZATORI?

Inquinano otto volte meno delle discariche e compensano le loro emissioni evitando quelle generate dalla produzione di energia. In Italia ce ne sono ancora troppo pochi. Spesso vengono demonizzati, ma in Italia non ci sarebbero abbastanza impianti per lo smaltimento dei rifiuti: al momento, sono in totale 37 contro i 96 della Germania e i 126 della Francia (mappa Utilitalia su dati ISPRA). Ma ne occorrerebbero almeno altri 30 per il trattamento dell’organico e per il recupero energetico delle frazioni non riciclabili. Questo consentirebbe, fra l’altro, di eliminare i 108mila viaggi di camion all’anno per trasportare i rifiuti al Nord o all’estero, con un costo di circa 75 milioni di euro in più sulla Tari. Senza calcolare gli effetti sul traffico e sull’inquinamento.

QUANTO INQUINA IL TERMOVALORIZZATORE DI BRESCIA?

L’inceneritore A2A di Brescia (nella foto sotto), in funzione dal 1998, è considerato una “carretta” per l’antiquato sistema di abbattimento dei fumi: rispetto al più moderno Silla 2 di Milano, entrato in funzione del 2001, sempre della stessa società A2A, l’impianto bresciano emetterebbe il 60% in più di ossidi di azoto e il 300% in più di monossido di carbonio, precursori delle cancerogene PM10 (particolato atmosferico), le famigerate polveri sottili.

TERMOVALORIZZATORI

CHE COSA BRUCIA L’IMPIANTO DI BRESCIA?

Il termovalorizzatore è in grado di bruciare mediamente circa 700.000 tonnellate l’anno di rifiuti, con un risparmio superiore a 170.000 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio), evitando così l‘emissione in atmosfera di più di 320.000 tonnellate di anidride carbonica (CO2), corrispondenti al risultato ottenibile con la riforestazione. Nel 2006 ha ricevuto il riconoscimento “Industry Award” del Wtert della Columbia University di New York, che lo designò a quell’epoca come il “miglior impianto del mondo”.

IL CASO DI ROMA

RIFIUTI RM cassonetti

Alla luce di questi elementi, dunque, si può concludere che il termovalorizzatore non è uno strumento del demonio: a patto, però, che tratti materiali selezionati e che non emetta sostanze nocive. Dipende da come vengono raccolti i rifiuti, dalle caratteristiche dell’impianto e dai controlli che vengono effettuati. A queste condizioni, anche una rete efficiente di termovalorizzatori potrebbe contribuire a ridurre la nostra dipendenza energetica dall’estero e a combattere l’emergenza climatica.

L’impianto annunciato dal sindaco Gualtieri a Roma, secondo un “Dossier” pubblicato sul Fatto Quotidiano a firma di Vincenzo Bisbiglia e dell’ex magistrato ambientalista Gianfranco Amendola, non corrisponderebbe tuttavia a tali requisiti. “Il termovalorizzatore è già vecchio e potrebbe essere una tecnologia superata nel 2026 quando dovrebbe essere avviato”, scrive Bisbiglia, spiegando che brucerebbe il “tal quale”, cioè i sacchetti di plastica raccolti dai cassonetti. E Amendola, da docente di Diritto, smentisce una serie di affermazioni, osservando che “bisogna privilegiare la prevenzione, il riutilizzo e il riciclaggio” dei rifiuti piuttosto che la termovalorizzazione: vale a dire ridurre gli imballaggi, usare i propri contenitori per attingere dai dispenser i liquidi come l’acqua o il latte, recuperare materiale come il vetro e le lattine.

RIFIUTI RM materasso

Intervistato da Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera, Gualtieri replica: “Con il nostro progetto, ridurremo del 90% il fabbisogno di discariche e del 45% le emissioni”. È lo stesso sindaco, però, che in campagna elettorale aveva promesso di “ripulire Roma entro Natale” (2021). Ma intanto nelle strade della Capitale i cassonetti traboccano di rifiuti e non è raro vedere, anche nei quartieri più centrali, materassi, televisori e lavatrici abbandonati accanto alla spazzatura.

MAPPA TERMOVALORIZZATORI (da “Il Sole 24 Ore)

     

 

 

 

 

 

 

 

       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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