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“IN NOME DEL POPOLO INQUINATO”: TOUR DELLE ASSOCIAZIONI CATTOLICHE E LAICHE DEL TERZO SETTORE

“In Italia 6 milioni di persone vivono in aree gravemente inquinate ma le bonifiche sono ferme al palo, mentre in queste aree industriali contaminate aumentano tumori e morti”. La denuncia, ripresa e rilanciata da un articolo apparso sul quotidiano Avvenire a firma del giornalista Antonio Maria Mira, proviene dalla campagna “Ecogiustizia subito: in nome del popolo inquinato”, annunciata dalle associazioni cattoliche e laiche del Terzo settore. E cioè, Acli, Agesci, Arci, Azione cattolica italiana, Legambiente e Libera. L’appello sarà diffuso nel tour partito da Casale Monferrato che toccherà i 42 Siti di interesse nazionale (Sin) più inquinati della Penisola.

MARGHERA Petrolchimico
Il petrolchimico di Porto Marghera (Venezia)

Si comincia dal Piemonte, una delle aree su cui erano installati gli stabilimenti ex Eternit che producevano amianto. Il 15 gennaio sarà la volta del Sin Ilva di Taranto e poi il 22 di Porto Marghera (Venezia), la più grande area petrolchimica d’Italia; quindi il 12 febbraio il cosiddetto “quadrilatero della morte” in Sicilia (nella foto in alto) con i Sin di Priolo (produzione di ammoniaca), Augusta (fabbricazione di laterizi e all’estrazione del sale), Melilli (inquinamento da pioggia oleosa) e Siracusa (mercurio). Il 12 marzo il tour ambientalista tornerà al Nord nell’area dell’ex Caffaro di Brescia, sito industriale e discariche con una contaminazione diffusa di metalli pesanti. La prima fase dell’iniziativa si concluderà il 3 aprile a Napoli Orientale, dove si trova il Sin con il polo petrolifero e altri siti industriali.

ILVA di Taranto
Lo stabilimento ILVA di Taranto (Puglia)

“Le associazioni promotrici – riferisce l’articolista del quotidiano d’ispirazione cattolica – ricordano come nel nostro Paese a una persona su dieci viene negato il diritto alla salute, a un ambiente salubre e allo sviluppo sostenibile dei territori”. E lui stesso aggiunge: “Un dramma che ha visto negli ultimi anni il forte impegno della Cei (Conferenza episcopale italiana – ndr) su salute e lavoro e delle 78 diocesi dove si trovano i 42 Sin”. In totale, i siti ancora in attesa di bonifica coprono una superficie di 170mila ettari a terra e 78mila a mare, a cui s’aggiungono i 36.814 dei Siti di interesse regionale (Sir), per un totale di 43.398 ettari.

Nel corso di questa campagna contro l’inquinamento, conclude Avvenire, le associazioni promuoveranno in ogni tappa forum di progettazione partecipata per il futuro delle aree, coinvolgendo le comunità locali. Si tratta, dunque, di una vera emergenza nazionale di cui si parla poco sui mass media. Sul piano economico e occupazionale, secondo una stima di Confindustria, un investimento di 10 miliardi di euro nelle bonifiche di questi Sin potrebbe creare 200mila nuovi posti di lavoro. E nello stesso tempo, lo Stato incasserebbe così 4,7 miliardi attraverso maggiori entrate e contributi sociali.

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