S.O.S. ALBERI, LA DENUNCIA DELLA CORTE DEI CONTI: “FINORA SOLO SEMI” (330 MLN. IN BALLO)

S.O.S. ALBERI, LA DENUNCIA DELLA CORTE DEI CONTI: “FINORA SOLO SEMI” (330 MLN. IN BALLO)

In piena campagna elettorale, ad agosto scorso Silvio Berlusconi aveva annunciato: “Quando andremo al governo, ogni anno faremo mettere a dimora un milione di nuovi alberi, naturalmente in aggiunta a quelli già previsti nei piani nazionali e regionali esistenti”. E in preda a un raptus ecologico, aggiunse: “Il mio sogno è quello di realizzare dei boschi circolari, intorno alle grandi città, e dei boschi radiali, dei veri e propri corridoi verdi fra le case”. Con l’esperienza dell’immobiliarista alle spalle, quella della cementificazione di Milano 2 a Segrate, alle porte di Milano, l’ex Cavaliere aveva poi invitato gli elettori a votare Forza Italia con queste promesse: “Nelle nostre città il verde scarseggia, interi quartieri sono fatti di solo cemento. Eppure, vivere nel verde significa vivere meglio, in modo più naturale, circondati dalla bellezza, con un’aria più pulita e più fresca. Ne va della nostra salute, della qualità delle nostre vite”.

CITTA' DEL FUTURO 1

Sono passati più di sei mesi e gli alberi ancora non si vedono. Auguriamoci che in autunno, la stagione più adatta per piantarli durante il “riposo vegetativo”, il milione di nuovi arbusti siano messi finalmente a dimora. E così di anno in anno, secondo le promesse berlusconiane. Ma, più che di alberi, finora s’è parlato al più di semi, pinoli e ghiande da interrare. Lo denuncia la Corte dei Conti, sottolineando il rischio che l’Italia possa perdere 330 milioni di euro previsti dal Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) per piantare 6,6 milioni di alberi in 14 città italiane entro il 2024.

“Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) – si legge in un articolo di Ludovica Jona pubblicato sul Fatto Quotidiano – ha insistito nell’affermare la sostanziale equivalenza tra la semina in vivaio in luogo della messa a dimora di piante e arbusti nei siti di destinazione finale”. Tra le città che hanno scelto la semina, c’è Roma. Ma ora si scopre che il costo per ogni albero – secondo il programma del sindaco, Roberto Gualtieri, per la riforestazione della Capitale – sarebbe di 50 euro. E non è certamente quello di un sacchetto di semi da piantare.

A parte gli aspetti estetici per il verde pubblico e il decoro urbano, sappiamo tutti che si tratta di una questione ambientale che riguarda la qualità dell’aria che respiriamo e quindi la salute collettiva. Più alberi ci sono, più anidride carbonica viene assorbita attraverso la sintesi clorofilliana e più si riduce l’inquinamento atmosferico. Un grande piano di riforestazione urbana, dunque, può essere anche uno strumento per salvaguardare il benessere fisico dei cittadini, prevenire le malattie respiratorie e quelle cardio-circolatorie. A vantaggio, in particolare, dei più piccoli.

VIA MARGUTTA 1

La Corte – come scrive ancora la giornalista del Fatto – ha anche mandato i carabinieri forestali a controllare lo stato di attuazione degli interventi di riforestazione già avviati, constatando “significativi ritardi di esecuzione e, soprattutto, l’inefficacia della messa a dimora delle piante rinvenute già secche”. La delibera della magistratura contabile cita esempi concreti: “La città metropolitana di Genova, ha aggiudicato la gara per l’esecuzione dei lavori e, tuttavia, non è stata riscontrata la messa a dimora delle 868 piante che l’impresa aggiudicataria ha dichiarato di aver piantato”. Gli stessi forestali hanno verificato, inoltre, che si intendono riforestare aree già boscate e addirittura si pianifica di piantare specie “non compatibili” con il clima locale. A Milano la gara è andata deserta perché risulta impossibile aderire al bando in quanto “l’area metropolitana ha un’altissima densità abitativa e risulta quasi impossibile procedere a un’opera di rimboschimento di 3 ettari”, come previsto dal ministero. Sui progetti eseguiti dalla Città metropolitana di Torino, infine, le ispezioni hanno evidenziato “un elevato numero di piante morte, in alcuni casi in percentuale anche del 100 per cento”.

xylella-story

Nel frattempo, a dimostrazione dell’incuria e della scarsa manutenzione dei giardini e dei parchi pubblici, gli alberi delle nostre città non vengono potati regolarmente. Affogano nel cemento o nell’asfalto. Spesso le radici, non trovando abbastanza terreno in cui affondare, emergono in superficie e dissestano le strade o i marciapiedi. Oppure, esposti al vento o al maltempo, querce e cipressi diventano instabili. Clamoroso il caso di Villa Borghese (nella foto principale, da “la Repubblica”), nel cuore di Roma, dove recentemente un pino secolare è stato colpito da un fulmine nel Parco dei Daini ed è caduto al suolo ferendo una turista di passaggio. E diversi altri alberi sono stati segnati con una X rossa dai giardinieri comunali, in attesa forse di abbatterli, come gli ulivi infettati in Puglia dal batterio-killer della Xylella (foto qui sopra).

Share this: