RICICLO PLASTICA: L’UMBRIA E LA SARDEGNA IN TESTA

RICICLO PLASTICA: L’UMBRIA E LA SARDEGNA IN TESTA

La plastica inquina quando finisce nelle discariche o peggio ancora nei fiumi e nel mare. Ma, attraverso la raccolta differenziata, può anche essere riciclata per trasformarsi in nuovi prodotti o in nuovi imballaggi. O magari, recuperata sotto forma di energia.

Umbria e Sardegna sono in testa alla classifica del riciclo della plastica. Il dato è fornito da Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta degli imballaggi. “L’Italia chiuderà l’anno con un milione mezzo di tonnellate raccolte dai Comuni italiani”, dichiara il presidente Giorgio Quagliuolo, in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera.

Rispetto a una media nazionale di 25 chili per abitante, contro i 23,7 dell’anno scorso, le due regioni più virtuose ne hanno raccolti rispettivamente 35,8 e 32,1. Sotto la media, la Lombardia con 24,1 chili e il Lazio con 21,9. In coda alla classifica, invece, il Molise (13,2), la Basilicata (20,5) e il Trentino-Aldo Adige (21).

“Quando si parla di materie plastiche – dice Quagliuolo al Corriere – si fa spesso riferimento all’inquinamento degli oceani, all’impatto negativo sulla fauna e anche ai rischi per la salute dell’uomo. Ma, come dico spesso, la plastica non ha gambe. Se arriva in mare, non è certo colpa sua”. Secondo il presidente di Corepla, insomma, “piuttosto che vietarla, bisogna educare a usarla in maniera responsabile dal punto di vista ambientale”.

Di quanto viene conferito al Consorzio, circa il 60% va a riciclo mentre il 40% va a recupero energetico: nel 2020, a quest’ultimo scopo ne sono state destinate 377.807 tonnellate. Per quanto riguarda gli imballaggi in plastica non riciclabili, per il 75% vengono inviati a cementifici e il resto alla termovalorizzazione. Ma il recupero viene solo dopo il riciclo, un settore nel quale l’Italia detiene il primato in Europa.

 

 

 

 

 

 

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