quell’albergo della vergogna

quell’albergo della vergogna

Inserito dal 1997 tra i patrimoni mondiali dell’umanità dall’Unesco, il comune di Porto Venere (scritto anche Portovenere) è una perla incastonata in quel paradiso

terrestre costituito dalle Cinque Terre, in Liguria. Un meraviglioso pezzo d’Italia che comprende altrettanti incantevoli borghi: Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore. Siamo nel golfo di La Spezia, denominato il “Golfo dei Poeti” perché nel corso del tempo ha ospitato molti scrittori e letterati, tra cui Lord Byron, la poetessa George Sand e lo scrittore Percy Shelley, annegato qui nel luglio 1882 durante una tempesta mentre navigava verso San Terenzo dove risiedeva.

Fra l’estremità della penisola su cui sorge Porto Venere e l’isola di Palmaria, c’è appena un braccio di mare. E proprio su questo “anfiteatro d’acqua” s’affaccia un vecchio e suggestivo albergo che una volta era frequentato da una raffinata clientela di turisti stranieri e in particolare americani. Ma da molti anni ormai l’albergo è chiuso. Abbandonato e diroccato: tanto che il proprietario è stato costretto, per motivi di sicurezza, a puntellarlo con una gabbia di ponteggi.

“VERGOGNA: da 27 anni e +” , si legge su una lamiera arrugginita che circonda l’albergo. Ed effettivamente si tratta di uno sfregio a tutto l’ambiente e al paesaggio. Chissà che cosa c’è dietro. Qualcuno conosce la storia di questo ennesimo caso di degrado? Perché l’albergo non viene ristrutturato o al limite espropriato? Sono pronto a scommettere che si tratta di un altro mistero glorioso della nostra burocrazia.

Giorgio Sansa (Genova)

 

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