“L’amore rende ciechi. Ma a volte anche stolti, a giudicare da quanto si legge sui muri nei Sassi. Sono di innamorati romantici quanto incivili le scritte con vernice spray che hanno deturpato alcuni angoli degli antichi rioni di tufo, patrimonio mondiale dell’umanità”. Ne ha dato notizia La Gazzetta del Mezzogiorno, in una corrispondenza giustamente indignata di Emilio Oliva da Matera. “Quattro le zone del Caveoso – si legge ancora nel testo – dove grafomani in preda a deliri letterari hanno lasciato traccia dei loro sentimenti, ma anche della loro stupidità. Esibizionismo elevato al grado di follia!”.
Non si può che essere d’accordo con l’autore dell’articolo, stigmatizzando l’incultura e diciamo pure l’inciviltà di questi “graffittari” in calore. Un conto sono i “writers” che abbelliscono con i loro murales artistici le nostre periferie degradate; un altro conto sono i vandali che imbrattano i muri delle nostre città: spesso anche le facciate di modesti e dignitosi condomini appena ridipinte a spese dei proprietari o inquilini. Questi sono i nemici giurati del decoro urbano, armati di pennello e bombolette spray.
Ma quando la grafomania arriva ad accanirsi sui muri dei Sassi di Matera, dichiarata Capitale europea della Cultura per il 2019, allora siamo allo sfregio, all’oltraggio, alla barbarie. Bisognerebbe cercare d’individuare e di punire questi irresponsabili che così danneggiano un’intera città, la sua storia e il suo futuro. Ancor prima, però, sarebbe opportuno rafforzare la sorveglianza e la prevenzione, da parte dei vigili urbani e magari delle associazioni di volontariato, contro questo genere di attentati a un patrimonio che appartiene alla collettività.