LUNA PARK FIRENZE: LE POLEMICHE SULLA RUOTA PANORAMICA

LUNA PARK FIRENZE: LE POLEMICHE SULLA RUOTA PANORAMICA

Firenze, un Ponte per una ruota panoramica. Una ruota da luna park, 52 metri, la più alta d’Italia, inaugurata lo scorso dicembre, che minaccia di alterare tutto lo sky line urbano. Ecco una vicenda emblematica che riguarda una delle nostre più importanti città d’arte, ma rappresentativa della cultura o meglio incultura che domina sul governo del territorio. Un caso che, proprio per questo, può essere considerato a pieno titolo d’interesse nazionale, in un Paese che custodisce da Nord a Sud un deposito monumentale di storia e di cultura: da Roma a Venezia, da Torino a Napoli, da Verona a Matera.

Racconta Tomaso Montanari, storico dell’arte, sul Fatto Quotidiano: “Durante le feste di Natale, il Comune aveva fatto montare – dopo anni di tentativi – una enorme ruota panoramica in un piccolo parco ottocentesco, a pochi passi dalla rinascimentale Fortezza da Basso. Una roba da Luna Park strapaesano, salutata come la manna da una città consegnata mani e piedi al turismo, e dunque ora provatissima dalla sua crisi dovuta alla pandemia. I permessi richiesti dal Comune alla Soprintendenza erano temporanei, la richiesta esplicitamente limitata alle festività: ciò nonostante, il sindaco Nardella ha chiesto di prorogarne la presenza, e ovviamente il soprintendente ha risposto di no. Apriti cielo”.

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Una veduta di Firenze dall’alto della ruota panoramica

Nell’articolo di Montanari, si legge poi questa incredibile dichiarazione rilasciata dal presidente di Confartigianato: “Lo stop alla ruota va ad allungare la lista delle partite su cui la città rischia di rimanere paralizzata. Penso alla vicenda dello stadio, alle pensiline della tramvia, ai parcheggi interrati in centro, alla riconversione di tanti luoghi. È l’ennesimo simbolo di una città che ha paura della modernità, non certo per demeriti dell’amministrazione, che ci ha provato fino all’ultimo. Occorre superare la logica della città-museo, se questo significa chiudersi al presente. Firenze si merita di guardare avanti”.

Secondo lo storico dell’arte, questo è “un perfetto selfie della classe dirigente della città: convinta davvero che la ruota panoramica sia un’alternativa alla città-museo, quando invece ne è ovviamente l’estremo sintomo di decomposizione. La confusione tra la modernità e la vita di rendita, tra il consumo speculativo del territorio e l’imprenditoria aperta al futuro, tra la spettacolarizzazione del passato e la produzione di futuro, è una confusione culturale e politica, ed è quella che legittima questa amministrazione mediocrissima, incapace di una idea che sia una”.

Nel frattempo, il Partito democratico a cui appartiene il sindaco Dario Nardella ha votato in questi giorni una mozione che impegna la giunta ad “attivarsi per individuare un’area nella città di Firenze dove possa essere collocata la ruota panoramica, anche in modo permanente e comunque per un periodo idoneo a soddisfare la domanda dei cittadini e dei visitatori”. Un’installazione “permanente”, dunque, per “spettacolarizzare” la città di Michelangelo, di Dante Alighieri e dei Medici, come se non contenesse già abbastanza “tesori” da ammirare, con il rischio di trasformarla – appunto – in un luna park. Una capitale dell’arte e della cultura che non avrebbe alcun bisogno di altre “attrazioni”.

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Una panoramica di Firenze da Piazzale Michelangelo

Sulla scia delle polemiche innescate a suo tempo dall’ex sindaco Matteo Renzi, Nardella attacca la soprintendenza in quanto non legittimata dal consenso popolare, chiedendo polemicamente: “Le città chi le deve governare, i sindaci eletti dai cittadini o altre persone che non rispondono ai cittadini e rispondono a se stessi?”. E Montanari, da parte sua, replica criticamente: “Qua si spalanca l’abisso di una visione padronale del governo del territorio: in un momento in cui le voci più alte e illuminate (da papa Francesco a Greta) ci dicono che non siamo padroni, ma custodi, e che dobbiamo garantire gli interessi di chi non vota (le prossime generazioni, non ancora nate), Nardella invoca il diritto di modificare il volto storico della città (permanentemente, chiede il suo partito) a colpi di governo della maggioranza. Una visione miope, che scardina il lungimirante articolo 9 della Costituzione, che consegna alla Repubblica (e non solo alla politica, alle maggioranze) il compito della tutela, accogliendo e proiettando nel futuro il sistema delle soprintendenze, sorta di magistratura del territorio”.

La vicenda della ruota panoramica richiama il caso clamoroso dell’”Andrea del Sarto”, la Società di mutuo soccorso che occupa fin dalla sua costituzione l’immobile ceduto nel 2016 dallo Stato al Comune di Firenze. Di fronte alla situazione di morosità, il sindaco ha deciso lo sfratto esecutivo dell’associazione, da far eseguire dalla forza pubblica. E così rischia lo sfratto sarà anche la redazione della gloriosa rivista Il Ponte, fondata nel 1945 da Piero Calamandrei, promotore del Partito d’Azione, rivista che ha tuttora in quei locali la sua sede e la sua biblioteca. Il “cuore” della Firenze resistenziale, liberal-socialista, azionista. “

“Nel 1924 – conclude Montanari nel suo articolo – furono i fascisti a gettare per la via i libri e le carte del Circolo di Cultura dei Rosselli e di Calamandrei: un secolo dopo sarà la pallida giunta ‘democratica’ di Nardella a fare altrettanto con gli eredi di quella storia”?

 

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