L’ALTA MURGIA VUOLE DIVENTARE UN GEOPARCO DELL’UNESCO

L’ALTA MURGIA VUOLE DIVENTARE UN GEOPARCO DELL’UNESCO

Un patrimonio geologico, incastonato nel cuore della Puglia, da valorizzare all’insegna della biodiversità. Con questo ambizioso obiettivo, il Parco dell’Alta Murgia ha presentato la sua candidatura come Geoparco dell’Unesco, per promuovere un territorio che comprende siti di interesse mondiale come le cave di bauxite, il Pulo, la Valle dei dinosauri e la Grotta di Lamalunga, con l’Uomo di Altamura. Ha dichiarato il presidente dell’Ente, Francesco Tarantini, al quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno: «Se lavoriamo tutti insieme possiamo farcela. Abbiamo tante idee e progetti, ma serve un lavoro di squadra con le istituzioni, le associazioni e le imprese. Solo così riusciremo a valorizzare questo immenso bene di biodiversità».

Con un paesaggio naturale sassoso e primitivo, il Parco dell’Alta Murgia si estende su una superficie di 68mila ettari che comprende 13 comuni a cavallo di due province, quelle di Bari e di Barletta-Andria-Trani (BAT). Ma, come spiega lo stesso Tarantini, soffre da anni problemi che non ha creato e che subisce: a cominciare dall’invasione dei cinghiali. “Voglio ricordare a tutti – dice il presidente dell’Ente – che sono animali introdotti nel territorio per rispondere alle richieste dei cacciatori e che nel tempo non si è saputo gestire. Oggi sono un problema per gli agricoltori, ma anche per la sicurezza di ciclisti o automobilisti in transito”. Secondo un censimento dell’Università di Bari, infatti, al momento si contano circa 5mila esemplari, con una media di 42 animali per 100 ettari mentre la soglia massima dovrebbe essere di 12 per 100 ettari. Tanti cinghiali sono un danno per la flora e la fauna del Parco: ogni anno l’Ente paga 93mila euro per risarcire i danni agli imprenditori agricoli. Per questo, burocrazia permettendo, si punta ad aumentare le catture.

La questione dovrebbe essere affrontata, però, a livello regionale. I cinghiali si spostano attraverso i corridoi naturali e quindi, anche se si riuscisse a contenerli all’interno del Parco, continuerebbero ad arrivare dalle zone limitrofe. Da qui, appunto, la richiesta dell’Ente di fare rete con le altre aree protette regionali, per creare una cabina di regia unica in Regione. L’obiettivo è quello di favorire una migliore fruibilità dell’area, in modo da incrementarne il valore turistico a livello internazionale.

Altri due problemi emergenti da risolvere sono l’abbandono dei rifiuti che trasformano il Parco in una discarica a cielo aperto e la scarsa connettività. In alcune zone non arriva il segnale telefonico e questo rappresenta un rischio per i turisti. Perciò è stato firmato recentemente un protocollo per ampliare la rete WiFi e ammodernare le masserie in versione tecnologica 2.0.

Un sistema di comunicazione più avanzato può contribuire anche a contrastare gli incendi e l’abbandono selvaggio di rifiuti. Durante la notte il Parco è terra di nessuno e una sistema di telerilevamento potrebbe essere un’arma importante per contrastare questi fenomeni che danneggiano l’ambiente e l’agricoltura.

Per promuovere la candidatura del Parco Alta Murgia come Geoparco Unesco, sostenuta anche dal ministro Sergio Costa in occasione di una sue recente visita, è stata avviata un’iniziativa promozionale sul piano dell’immagine, in collaborazione con il ministero dello Sviluppo economico: una serie di 5 francobolli che rappresentano i tesori geologici di questo territorio.

«Il Parco – conclude il presidente Tarantini nella sua conversazione con Rita Schena per la Gazzetta – rappresenta un valore e questo ormai è un concetto acquisito: tanto che abbiamo ricevuto la richiesta di Comuni come Acquaviva delle Fonti che vogliono farne parte. L’obiettivo è quello di cogliere un’occasione di sviluppo per tutta la Regione, in senso turistico e ambientale. Per riuscirci servono risorse, impegno e buona volontà nel lavorare tutti insieme».

 

 

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