LA SALUTE E IL CLIMA: RAPPORTO SYMBOLA-ENEL 100 STORIE D’INNOVAZIONE

LA SALUTE E IL CLIMA: RAPPORTO SYMBOLA-ENEL 100 STORIE D’INNOVAZIONE

La pandemia ha cambiato le nostre vite e ha riportato la salute al centro di molte scelte, individuali e collettive. Sarà questo, insieme alla crisi climatica, il tema più ricorrente del percorso della presidenza italiana del G20, avviato a dicembre 2020 e che culminerà il 30 e 31 ottobre a Roma con il vertice dei capi di Stato e di Governo. È perciò che la Fondazione Symbola ed Enel, in collaborazione con Farmindustria, hanno deciso di dedicare l’annuale viaggio nell’innovazione italiana proprio alle tecnologie per la salute con il Rapporto 100 Italian Life Sciences Stories.

Dopo aver indagato l’innovazione made in Italy nelle filiere delle energie rinnovabili, dell’economia circolare, dell’e-mobility e dell’automazione, quest’anno il Rapporto esplora – attraverso il racconto di cento storie – un sistema che somma 1,8 milioni di lavoratori, un valore della produzione di 225 miliardi di euro nel 2018, un valore aggiunto di 100 miliardi di euro e raggiunge, considerando anche l’indotto, il 10% del PIL nazionale. La Lombardia è la regione più sviluppata con un valore aggiunto di 25 miliardi di euro e 355mila addetti.

Dietro questi numeri, sono molti i primati industriali. Nel settore farmaceutico, con gli oltre 66.500 addetti (200.000 con l’indotto) e un valore della produzione pari a 32,2 miliardi di euro (valore 2018 che nel 2019 ha raggiunto i 34 miliardi), l’Italia rappresenta il secondo Paese produttore in Europa subito dopo la Germania (32,9 miliardi), seguito da Francia (23,2 miliardi), Regno Unito e Spagna. Negli ultimi dieci, questo comparto ha registrato l’incremento dell’export più alto tra i big europei (+168% rispetto al +86% della media UE). Primo per qualità come evidenzia l’indicatore del valore aggiunto per addetto: fatto 100 il valore aggiunto per addetto in Italia, la Germania segue con un valore poco superiore a 90 mentre Francia, Spagna e Regno Unito sono sotto questa soglia. Valori che trovano spiegazione negli importanti investimenti in ricerca del settore, cresciuti del 35% negli ultimi 5 anni, e in competenze nelle aree R&S + 3,1% (rispetto al 2017).

Si tratta di un settore molto articolato, fatto di multinazionali, imprese a capitale nazionale grandi e piccole, con forte specializzazione nello sviluppo di farmaci (sempre più innovativi, in particolare biotecnologici), vaccini, plasmaderivati e nella produzione in contract and development manufacturing. Un sistema con tanti motori che lo rende quindi estremamente competitivo, adattivo e resiliente. E anche una peculiarità importante dell’industria farmaceutica in Italia, non comune negli altri Paesi europei.

Le regioni che hanno la presenza più importante di stabilimenti produttivi sono Lombardia, Lazio, Toscana ed Emilia Romagna. Ma si trovano eccellenze anche in Abruzzo, Sicilia, Campania. La Capitale di questo sistema è la Lombardia, ai vertici della produzione nazionale e non solo: in Europa, la regione emerge tra le prime regioni farmaceutiche insieme alla Cataluña, al Baden-Württemberg e all’Île de France.

L’Italia può vantare in questo campo tanti primati: siamo ai primi posti in Europa, insieme alla Germania, nella produzione farmaceutica (primi tra i grandi Paesi per valore aggiunto per addetto), che negli ultimi dieci anni ha registrato l’incremento dell’export più alto tra i big europei (+168% rispetto al +86% della media UE). Siamo il primo Paese al mondo per numero di citazioni e per produttività della ricerca scientifica in termini di pubblicazioni per ricercatore. Abbiamo, a Mirandola, il più importante distretto biomedicale d’Europa e terzo nel mondo, dopo quelli di Minneapolis e Los Angeles negli Stati Uniti d’America.

È italiano il primo acceleratore lineare di protoni per la cura delle neoplasie, la prima terapia genica approvata in Europa, la prima al mondo a base di cellule staminali e il primo approccio genomico per lo sviluppo di un vaccino contro il meningococco. Sono numerose, infatti, le aree di competenza presidiate da imprese, start-up, università, ospedali e centri di ricerca pubblici e privati: dalla farmaceutica ai dispositivi medici, dalla medicina rigenerativa alla salute di precisione e alla diagnostica, dalla ricerca biotecnologica alla genomica, dalla telemedicina alla robotica e allo sviluppo di software e strumenti di data analysis.

“Affrontare con coraggio la crisi prodotta dalla pandemia da Covid-19 e la crisi climatica – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – non è solo necessario ma rappresenta, come affermiamo nel Manifesto di Assisi, una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro. È una sfida di enorme portata che richiede il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali. Va portata avanti senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno. L’Italia gioca un ruolo di protagonista anche nella filiera delle scienze della vita come raccontiamo in questo dossier attraverso 100 esperienze che testimoniano la qualità delle istituzioni, delle imprese e della ricerca italiane, che sempre più vanno messe al servizio anche di un rafforzamento della medicina territoriale. È un patrimonio di grande valore strategico per il Paese, che concorre a creare buona economia e posti di lavoro nella direzione di una visione umanistica del futuro”.

Commenta Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale Enel: “La filiera delle scienze della vita rappresenta un patrimonio di grande valore strategico per il Paese che concorre a creare sviluppo economico e posti di lavoro nella direzione di una visione umanistica del futuro. La pandemia ha portato a ripensare molti aspetti della nostra vita quotidiana, a partire dall’attenzione alla salute. Per questo motivo abbiamo deciso insieme a Symbola, in collaborazione con Farmindustria, di raccontare 100 storie di aziende, ricercatori, scienziati, università, start-up e strutture sanitarie che ogni giorno lavorano per garantire la salute delle persone e permettono di avere a disposizione i migliori strumenti per la cura e il miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Il rapporto mette in luce una vera e propria eccellenza per il nostro Paese, un patrimonio di competenze, innovazioni e tecnologie apprezzato e riconosciuto in tutto il mondo”.

 

 

Share this: