LA BANCA DEI TERRITORI: IN 5 MESI 20 MILIARDI PER LA CRESCITA SOSTENIBILE

LA BANCA DEI TERRITORI: IN 5 MESI 20 MILIARDI PER LA CRESCITA SOSTENIBILE

Nei primi cinque mesi dell’anno, la Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo – dopo la fusione con UBI – ha effettuato erogazioni a medio lungo termine per un valore di circa 20 miliardi di euro a favore di famiglie e imprese, con una crescita del 12% rispetto ai primi cinque mesi del 2020. Di questi, 11 miliardi sono stati erogati a PMI e imprese piccolissime. Una parte significativa, pari al 30%, ha interessato le regioni meridionali del Paese, che costituiscono per il Gruppo un importante territorio nel quale sono in atto numerose iniziative per le circa 350 mila imprese clienti che includono 160 filiere e iniziative dedicate quali il supporto alle ZES (Zone economiche speciali) e allo sviluppo dei distretti tecnologici.

Formata da 12 direzioni regionali, con una nuova direzione dedicata all’Agribusiness accanto alla direzione Impact e quelle dedicate ai clienti retail e alle PMI, la Banca dei Territori ha ampliato la propria struttura consolidando la storica vocazione del Gruppo a valorizzare le peculiarità dei territori italiani e dei settori industriali che trainano la nostra economia. È questa la forma della Banca dei Territori a valle dell’integrazione e della migrazione delle strutture di UBI in Intesa Sanpaolo, che hanno riguardato 2,4 milioni di clienti, circa 1.000 filiali e 15mila dipendenti. L’intervento è stato reso possibile con il contributo di tutte le funzioni aziendali di Intesa Sanpaolo e di UBI, che hanno gestito con successo una complessa transizione sotto il profilo tecnologico, operativo e formativo.

Oggi la Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo (nella foto, la sede di Milano illuminata dal tricolore) conta su un organico di circa 50mila dipendenti, dei quali oltre la metà donne, una rete di 3.700 filiali e 13,5 milioni di clienti, una raccolta complessiva di oltre 550 miliardi di euro e impieghi per circa 250 miliardi di euro. Una struttura rinnovata e rafforzata, nel segno dell’integrazione fra la tradizione di Intesa Sanpaolo e quella di UBI che ha generato l’aumento delle direzioni regionali e nazionali allo scopo di rispondere alle specificità dei vari territori e con l’impegno di rappresentare il punto di riferimento per la crescita sostenibile dei territori al servizio di imprese e famiglie.

Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, afferma: “Con il completamento dell’integrazione di UBI, la migrazione della sua clientela e l’ingresso dei nuovi colleghi siamo ancora più vicini a famiglie e imprese per compiere insieme il percorso fondamentale di ripresa post Covid e per partecipare alla realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza in virtù dell’impegno delle quasi 50mila persone della Banca dei Territori. Grazie alla competitività e al dinamismo di 1,2 milioni di eccellenze imprenditoriali che vediamo crescere e che affianchiamo nei loro progetti, la nostra economia sarà di nuovo in grado di realizzare un forte recupero dei valori di Pil ed export per riportare il nostro Paese ai vertici delle economie internazionali”. Aggiunge Barrese: “A tutte queste imprese, Intesa Sanpaolo sta dedicando nuovi strumenti di intervento finanziario e di consulenza, per favorirne – anche attraverso la creazione di nuove filiere – il percorso nell’innovazione, nell’internazionalizzazione e nel raggiungimento di quei parametri di sostenibilità e di impatto necessari per assicurare una crescita costante nel futuro”.

In previsione di una crescita del Pil pari al 4,6% quest’anno e del 4% nel 2022, secondo la Direzione Studi e Ricerche del Gruppo guidata da Giorgio De Felice, l’economia nazionale potrà contare su una ritrovata competitività, con un diffuso guadagno di quote di mercato dei settori manifatturieri e nel balzo della propensione all’export. La transizione verso un’economia più digitalizzata e sostenibile offrirà opportunità di rafforzamento a tutto il manifatturiero (elettronica, elettrotecnica, meccanica, autoveicoli e moto). Tornerà a essere trainante la filiera delle costruzioni, grazie alla ripresa degli investimenti pubblici e agli incentivi statali. Particolarmente alto è il potenziale dei territori con specializzazioni eterogenee e complementari, forti anche di filiere di prossimità ramificate a livello locale e particolarmente diffuse nei distretti industriali. Qui nascono infatti i successi italiani sui mercati esteri, particolarmente significativi nel settore agro-alimentare, che nel 2020 ha conseguito un avanzo commerciale pari a circa 3,5 miliardi di euro.

Per aumentare strutturalmente il nostro potenziale di crescita è necessario ridare slancio alla domanda interna, sbloccando i risparmi accumulati da famiglie e imprese. Il PNRR dovrà attuare un intenso processo di riforme per poter rilanciare investimenti in digitale, transizione ecologica, infrastrutture, formazione e ricerca, con un’attenzione particolare ai giovani, le donne e al Mezzogiorno. Gli obiettivi strategici della Banca dei Territori sono quelli di rilanciare la fiducia delle PMI con investimenti verso digitalizzazione, transizione ecologica, internazionalizzazione e sistemi di filiera; sostenere la ripartenza accompagnando famiglie e giovani nelle scelte immobiliari, di protezione e di gestione del risparmio; estendere i servizi digitali e multicanale evoluti a supporto dei clienti.

Ecco i responsabili delle 12 direzioni regionali:

Cristina Balbo (Emilia Romagna e Marche), Roberto Gabrielli (Veneto Ovest e Trentino Alto Adige), Pierluigi Monceri (Lazio e Abruzzo), Giuseppe Nargi (Campania, Calabria e Sicilia), Marco Nava (Lombardia Sud), Francesca Nieddu (Veneto Est e Friuli Venezia Giulia), Tito Nocentini (Lombardia Nord), Alberto Pedroli (Basilicata, Puglia e Molise), Andrea Perusin (Piemonte Sud e Liguria), Luca Severini (Toscana e Umbria), Teresio Testa (Piemonte Nord, Val d’Aosta e Sardegna), Gianluigi Venturini (Milano e provincia).

 

 

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