PARTE DA TARANTO IL VENTO DEL SUD, UNA RISORSA ENERGETICA PER TUTTA L’ITALIA

PARTE DA TARANTO IL VENTO DEL SUD, UNA RISORSA ENERGETICA PER TUTTA L’ITALIA

 

 

Con l’inaugurazione del parco eolico realizzato nel mare di Taranto (Puglia), dopo ben 14 anni di attese e di lavori, il “vento del Sud” segna un progresso sulla strada della transizione ecologica e della nostra indipendenza energetica. Installato a due chilometri e mezzo dalla costa, nella rada esterna del porto, è il primo impianto di questo genere nel Mediterraneo, anche se non si può definire esattamente off shore.

Il parco comprende 10 turbine, per una potenza complessiva di 30 MW e una produzione stimata di oltre 58.000 MWh all’anno. Pari al fabbisogno di 18.500 famiglie, all’incirca 60mila persone. Investimento 80 milioni di euro. Sarà gestito dalla società Beolico srl che s’è aggiudicata i diritti, i permessi e le autorizzazioni, su uno specchio d’acqua di circa 131mila metri quadri e un’area demaniale marittima di 455 mq, concesse per 30 anni dalla Capitaneria di porto. Un altro parco è previsto al largo del Salento, confermando così che la Puglia è per motivi geografici una delle regioni trainanti per lo sviluppo dell’eolico in Italia.

Ha dichiarato recentemente il governatore pugliese, Michele Emiliano, Intervenendo in diretta da Bari a Sky Tg 24: “Sulla produzione di fonti energetiche alternative ci stiamo preparando, ovviamente con dei sacrifici, perché forse non vi piacciono i parchi eolici, ma una pala se non ti serve la smonti. E’ un sacrificio per il paesaggio che la Puglia affronterà”.

Parco eolico di Taranto

Due parchi galleggianti sono già programmati nelle nostre isole maggiori. Verranno installate 63 turbine con una capacità complessiva di 750 megawatt. Il progetto annunciato da GreenIT, la joint venture fra Plenitude e Cdp Equity (Cassa depositi e prestiti), prevede l’impianto di un parco galleggiante in Sicilia a 35 chilometri dalla costa, al largo di Marsala, con 21 turbine da 12 megawatt ciascuna, per un totale di circa 250 MW, da realizzare entro il 2026; l’altro a sud-ovest della Sardegna, con 42 turbine per un totale di 500 MW, entro il 2028.

I due parchi eolici arriveranno a produrre più di duemila gigawattora all’anno: l’equivalente dei consumi energetici di 750mila famiglie della zona. Più del 50% rispetto alla capacità media di un parco eolico a terra. E soprattutto, consentiranno di ridurre di un milione di tonnellate annue le emissioni di CO₂, nella prospettiva della “decarbonizzazione” e della transizione ecologica.

PALE EOLICHE off shore (Sicilia)

Gli impianti non saranno ancorati al fondale. Sono previste piattaforme galleggianti costruite con soluzioni tecnologiche mirate a minimizzare l’impatto ambientale e visivo e a favorire lo sviluppo dell’industria locale e nazionale.

Al momento, non si conosce l’ammontare complessivo degli investimenti e la loro ripartizione. Ma la joint venture, costituita un anno fa, ha già acquisito recentemente quattro parchi eolici in Puglia, per una capacità di 110 megawatt. Ed è orientata a sfruttare il “vento del Sud” nelle altre regioni meridionali che, disponendo di sole più di quelle settentrionali, godono di condizioni favorevoli anche per il fotovoltaico. E in futuro, potranno immettere questa energia nella rete nazionale.

PALE EOLICHE 2

In totale, lungo gli oltre 8mila chilometri delle coste italiane, sono 39 i progetti in lista di attesa che dovrebbero essere sbloccati dall’ultimo provvedimento del governo. Diversi operatori, anche stranieri, guardano all’eolico galleggiante in Italia. Recentemente è stata Faick Renewables, in partnership con BlueFloat Energy, ad annunciare un progetto per cinque parchi eolici marini al largo di Puglia, Calabria e Sicilia.

Il contributo del Sud, dunque, come volano per la ripresa e la crescita di tutta l’Italia. Le fonti rinnovabili come opportunità di riscatto per il Mezzogiorno. Sarà la transizione ecologica, accelerata dalla guerra Russia-Ucraina, a riunificare finalmente le “due Italie”?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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