IL BOOM DELLE ECOSPIAGGE

IL BOOM DELLE ECOSPIAGGE

Almeno un terzo del litorale italiano, per una lunghezza complessiva di oltre tremila chilometri di spiagge, sta già subendo processi di erosione o potrebbe subirli nei prossimi anni. Sono 33 le aree più a rischio: tra cui Trieste e Ravenna, la laguna di Venezia, le pianure costiere della Versilia e di Fiumicino, le Piane Pontina e di Fondi, le Piane del Sele e del Volturno, l’area costiera di Catania e quelle di Cagliari e Oristano, fino al Mar Piccolo di Taranto. Il pericolo di inondazioni, in seguito al riscaldamento globale e all’avanzata del cemento, riguarda in totale circa 5.500 chilometri quadrati di territorio. Il Rapporto Spiagge 2019 di Legambiente documenta in modo allarmante la situazione e i cambiamenti in corso sulle nostre coste, ma lancia anche alcune proposte costruttive per affrontare questa sfida in un’ottica di qualità e sostenibilità ambientale.

La prima fotografia scattata dal dossier dell’Associazione indica che nel Belpaese le spiagge libere sono sempre meno. I dati differiscono fra Nord e Sud, ma la tendenza è univoca: aumentano ovunque le spiagge in concessione e laddove non avviene è perché non ci sono più spiagge libere.

La seconda fotografia rivela un vero e proprio boom degli stabilimenti che puntano su un’offerta green. Dal Cilento al Salento, da Ravenna a Viareggio, passando per il Parco di Migliarino San Rossore per arrivare all’area protetta di Torre del Cerrano, sono numerosi gli esercizi balneari che hanno scelto di diventare “plastic free” e di puntare sulle energie rinnovabili, di salvaguardare le dune e recuperare specie autoctone, di valorizzare prodotti a “chilometro zero”, di utilizzare solo legno e materiali naturali per le loro strutture, di eliminare ogni barriera per l’accesso, di privilegiare e aiutare con spazi “ad hoc” chi si nuove in bici o con mezzi elettrici. Ed è importante sottolineare che queste scelte sono state premiate dai clienti, italiani e stranieri, che oggi prediligono proprio questo tipo di offerta di qualità e attenta all’impatto ambientale.

“Il problema – si legge nel Rapporto di Legambiente – è che in Italia si parla solo della Bolkestein”, la famigerata direttiva europea 2006/123 che prevede l’assegnazione delle concessioni tramite gara, mentre “dovremmo invece discutere di come valorizzare queste straordinarie potenzialità e di come affrontare i problemi”. Nel frattempo, attraverso la legge di bilancio, il governo italiano ha prorogato di 15 anni le concessioni senza gara. “La sfida che vogliamo lanciare ai balneari – dicono i rappresentati dell’Associazione ambientalista – è di ragionare insieme sul futuro delle spiagge italiane: sono loro i primi interessati ad avere prospettive credibili di lavoro e di sicurezza”. Da qui, la proposta di aprire un confronto sulle regole per garantire un’offerta di qualità e nello stesso tempo l’accessibilità dei cittadini alle spiagge, valorizzando il patrimonio ambientale e le strutture a impatto zero.

IL TESTO COMPLETO DEL RAPPORTO:

https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/Rapporto-Spiagge-2019.pdf

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