ESTATE BOLLENTE DOLOMITI A RISCHIO

ESTATE BOLLENTE DOLOMITI A RISCHIO

Dalla Valle d’Aosta al Veneto, da Ovest a Est, sull’intero arco alpino incombe la minaccia di un disastro ambientale provocato dal riscaldamento globale e dal conseguente scioglimento dei ghiacciai. Dalla Val Ferret, dove il Commissario straordinario di Courmayeur ha disposto l’evacuazione di numerose abitazioni per il pericolo di un crollo del Planpincieux che potrebbe staccarsi dal versante italiano del Monte Bianco, l’allerta è scattata ora sulle Dolomiti, considerate Patrimonio mondiale dell’Unesco.

Con 19 giornate di temperature sopra la media stagionale, il caldo di agosto ha accelerato lo scioglimento della neve sulle cime delle montagne, facendo emergere numerosi crepacci. L’allarme è stato lanciato dall’Agenzia regionale del Veneto per la protezione ambientale. E l’Università di Padova ha diffuso un’inquietante previsione: se non s’interverrà per bloccare o rallentare questo processo, entro 15 anni il ghiacciaio della Marmolada non esisterà più. A rischio di crolli sono anche le pareti nord del Civetta e del Sorapiss.

Fino a giugno e luglio, la situazione era rimasta sotto controllo. Le temperature basse, oltre a favorire nevicate in alta quota, avevano conservato i ghiacciai delle Dolomiti. Ma in agosto l’esplosione del caldo ha accelerato un processo di regressione e assottigliamento che dura ormai dagli anni Ottanta. All’inizio di settembre, tuttavia, non sono anomale le prime nevicate che hanno già imbiancato le cime più alte.

Nell’ultima settimana, su Cortina d’Ampezzo – la “perla delle Dolomiti” – s’è abbattuto il maltempo, con piogge torrenziali, fango e frane. La prima si è riversata in centro da una località che notoriamente è considerata a rischio e che, per ironia della sorte, si chiama Acquabona. Dopo l’ultima ondata di temporali, il disastro si è esteso e in poche ore sono state chiuse le strade Sp49 di Misurina, Sp48 a Rio Gere, S.R. 348 Feltrina in quel di Carpena. Bloccati anche una decina di chilometri tra Fiames e il passo Cimabanche della strada statale 51 di Alemagna, il fulcro degli interventi milionari dell’Anas per i Mondiali del ’22 e le Olimpiadi 2026. Clima permettendo, dovrebbero proseguire intanto i lavori di ampliamento e rifacimento delle piste sotto le Tofane e dell’area tribune a Rumerlo, franata ai primi colpi di ruspa.

Alla vigilia del disastro idrogeologico, s’erano verificate anche quest’anno le assurde code automobilistiche di turisti e gitanti, soprattutto nei luoghi-cartolina: dal lago di Braies alle Tre Cime di Lavaredo, fino alle trincee della Prima Guerra Mondiale al Sass de Stria. Risultato: un traffico stradale costante e congestionato, alimentato dalla fuga dalle città e dalla ricerca di aria pulita per cercare di sottrarsi alle insidie del Covid-19.

 

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