CORTINA ’26, UN DISASTRO ANNUNCIATO: 324 MILIONI NON BASTANO PIU’

CORTINA ’26, UN DISASTRO ANNUNCIATO: 324 MILIONI NON BASTANO PIU’

È un disastro annunciato quello che incombe su Cortina d’Ampezzo, in vista delle Olimpiadi invernali organizzate con Milano per il 2026. Un “disastro economico e ambientale”, secondo Tomaso Montanari, storico dell’arte e autore di un polemico articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano, sotto il titolo “Cortina ’26, i Giochi assurdi che lasceranno solo macerie”. Amate Sponde, come ricorderanno i lettori del nostro sito, s’era già occupato in passato del degrado che minaccia la “perla delle Dolomiti”, in due articoli sul progetto di un mega-resort sul Passo Giau e sul riscaldamento globale che provoca lo scioglimento dei ghiacciai in tutto l’arco alpino.

Ora, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, i presidenti di Lombardia, Veneto e Provincia di Trento, nell’ordine Attilio FontanaLuca Zaia e Maurizio Fugatti, chiedono di ridiscutere la ripartizione dei 324 milioni di euro stanziati nella legge di bilancio per la realizzazioni delle nuove infrastrutture (strade, ferrovia e trasporto pubblico locale), legate ai Giochi olimpici. La valanga di cemento, insomma, è destinata a ingrossarsi..

 

 

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L’articolo di Montanari parte dal caso della nuova pista da bob che dovrebbe sostituire il vecchio tracciato, costruito per le Olimpiadi nel 1956: “61 milioni di euro per cementificare un’area verde”. In pratica come si può constatare dal rendering, un serpentone di cemento che attraverserebbe la zona ai piedi delle Tofane (vedi riproduzione qui sotto). “Senza contare – aggiunge lo stesso autore – i 400.000 euro all’anno che si prevedono per ripianare i costi futuri di una struttura che, passati i giochi, rimarrà ovviamente semideserta”.

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Il fatto è che il governo Draghi, dichiarando l’opera di “preminente interesse nazionale” e affidandola a un commissario, l’ha sottratta in pratica a tutte le valutazioni d’impatto ambientale e paesaggistico. E questo ha suscitato, di conseguenza, le proteste delle associazioni ambientaliste con in testa Italia Nostra: anche perché, fanno notare gli ecologisti, in tutt’Italia si contano 34 praticanti tra bob, slittino e skeleton, maschile e femminile. A loro parere, rifare la pista nell’attuale sito comporterebbe la distruzione di una grande fascia boschiva nella parte nord e di case, strade e attrezzature urbane nella parte sud. Insomma, “un ecomostro di cemento” sullo sfondo delle Tofane e a ridosso del sito Dolomiti dell’Unesco (qui sotto, la riproduzione del progetto).

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Ma gli interventi in programma per le Olimpiadi a Cortina, come aggiunge lo stesso Montanari, non si limitano alla pista da bob. C’è anche il Villaggio olimpico per 1.200 persone, in località Fiammes. E poi, lo stravolgimento dell’attuale stazione di Cortina che verrebbe trasformata in un grande complesso con parcheggi sotterranei, un centro commerciale e abitazioni; la costruzione del resort da 40mila metri cubi a Passo Giau, a duemila metri d’altezza e in una zona vincolata; l’edificazione di un villaggio turistico in località Fedara Vecchia, nel Comune di Auronzo; e inoltre la realizzazione della vecchia proposta di un tunnel, da scavare sotto il Monte Sella, per collegare Arabba con Selva di Val Gardena e Canazei. Al centro, infine, è prevista una grande rotatoria per smistare il traffico, costo 600 milioni euro.

“Come si vede – conclude con una battuta l’autore dell’articolo apparso sul Fatto Quotidiano – qua lo sport non c’entra nulla: l’unica disciplina premiata sembra quella del getto di cemento”. Ma, per fortuna, “le associazioni ambientaliste non si stancano di lottare, di far sapere a tutti cosa c’è in gioco”. E cioè, la tutela di un patrimonio naturale e ambientale unico al mondo, minacciato ora da una valanga di cemento.

 

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