CONCESSIONE REVOCATA PER LA CERTOSA

CONCESSIONE REVOCATA PER LA CERTOSA

“Giù le mani dalla Certosa di Trisulti”, avevamo titolato qui nei mesi scorsi, sollecitando un intervento del Ministero dei Beni culturali e ambientali e del Turismo per tutelare lo storico monastero costruito nel 1200 e ristrutturato nel ‘700 a Collepardo, in provincia di Frosinone, dichiarato monumento nazionale. E il Mibact, sotto la direzione di Alberto Bonisoli (M5s), aveva avviato l’iter per la procedura di revoca. Adesso, con il cambio della guardia che ha riportato Dario Franceschini (Pd) su quella stessa poltrona, il Ministero ha annullato il provvedimento di concessione della Certosa all’Associazione “Dignitas Humanae Institute”, considerata vicina a Steve Bannon, ex braccio destro del presidente americano Donald Trump, che voleva trasformare l’abbazia in una scuola internazionale di formazione politica d’impronta sovranista. “Il provvedimento – spiega un comunicato stampa – è giunto al termine del procedimento avviato nell’agosto 2019 dal quale è emerso che, contrariamente a quanto dichiarato al momento della candidatura, l’Associazione non risultava in possesso dei requisiti richiesti dal bando per la concessione a privati di immobili del demanio culturale dello Stato”.

Non erano infondati, dunque, gli allarmi e le preoccupazioni di tutti coloro che si erano opposti alla concessione, a cominciare dagli “Amici della Certosa di Trisulti”, l’associazione di volontari fondata nel 2015 a sostegno del monastero, puntualmente registrati e pubblicati da “Amate Sponde” nel corso del tempo. “È una vittoria della legalità, del buonsenso e delle popolazioni di quel territorio che si erano viste scippate un bene comune di cosi inestimabile importanza e bellezza”, aveva già commentato Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), autore di un’interpellanza e di un “Question Time” al governo, aveva anche partecipato alle due marce di protesta Collepardo-Trisulti. E non c’è dubbio che la revoca decisa dal Mibact rappresenti una buona notizia per chiunque abbia a cuore la tutela del patrimonio artistico e culturale italiano.

Ma ora, scongiurato il pericolo della “scuola sovranista”, la questione si riapre. Occorrerà capire come, da chi e con quali mezzi la storica Certosa possa essere rilevata e gestita, trattandosi di un complesso che è grande e articolato come un borgo. La sua funzione naturale, di carattere culturale e turistico, dovrà essere affidata a un soggetto o a un centro che sia in grado di ridare vita a questo straordinario monumento, per trasformarlo magari in una scuola di formazione, un luogo di studio o comunque di incontro, in modo che non deperisca ulteriormente e anzi venga adeguatamente ristrutturato.

Anche in questo caso, però, la parola d’ordine è “valorizzazione”. Cioè conservazione, tutela e destinazione d’uso. Non c’è Stato o Regione che possa finanziare “a fondo perduto” il mantenimento della Certosa di Trisulti. Senza arrivare a uno sfruttamento commerciale di tipo alberghiero, è necessario immaginare – magari attraverso un concorso internazionale di idee, riservato a ingegneri, architetti e operatori turistici – un progetto in grado di conciliare l’origine storica di questo meraviglioso complesso con una moderna funzionalità, contro l’abbandono o il degrado e a favore della sua sopravvivenza.

 

 

 

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