PARCO D’ABRUZZO SOTTO MINACCIA DEL CEMENTO

PARCO D’ABRUZZO SOTTO MINACCIA DEL CEMENTO

Una colata di cemento minaccia di abbattersi sull’Abruzzo, definito un tempo la “Regione Verde d’Europa” con il 30% del suo territorio tutelato dal sistema dei Parchi. L’allarme è stato lanciato dall’ambientalista Fulco Pratesi, fondatore del Wwf Italia, con un articolo apparso sulle pagine romane del Corriere della Sera.

Istituito nel novembre del 1921 con regio decreto-legge e inaugurato a Pescasseroli il 9 settembre dell’anno successivo, il Parco nazionale d’Abruzzo fu esteso poi al Lazio e al Molise. Nel 1989 si aggiunse quello del Sirente-Velino, a cui sono seguiti nel 1995 quello del Gran Sasso (2912 metri) e della Maiella, con l’unico ghiacciaio appenninico rimasto; e successivamente le Riserve naturali del Monte Genzana, quella delle Gole del Sagittario, gestita dal Wwf e altre ancora.

Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise si estende su una superficie complessiva che sfiora i 50.000 ettari (ultimi dati ufficiali 2010) a cavallo delle tre regioni. Ha un territorio prevalentemente montano e comprende diversi gruppi e sottogruppi di rilievi. È attraversato dal fiume Sangro (122 chilometri di lunghezza) che, per mezzo di una diga, genera con le sue acque il lago di Barrea (nella foto qui sotto).

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La Posizione centrale del Parco nella penisola italiana ne ha fatto un prezioso serbatoio di specie floristiche rare ed endemiche, diventando così il luogo di protezione degli ambienti naturali più tipici e meglio conservati di tutto l’Appennino. E perciò la riserva ospita una varietà di grandi mammiferi, come l’orso bruno marsicano (nella foto qui sotto), il lupo appenninico, la lince, il camoscio d’Abruzzo e il cervo, oltre a diversi mammiferi minori. Un “paradiso terrestre”, insomma, nel cuore dell’Italia.

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Ora, come scrive il vicepresidente del Wwf Dante Caserta citato da Pratesi nel suo articolo di denuncia, “inquietanti progetti investono vari settori”. In primo luogo, l’assalto alle aree protette che hanno alimentato il boom turistico dell’Abruzzo: tra questi, il minacciato taglio di circa 8.000 ettari del Parco regionale del Sirente-Velino. Osteggiata dal mondo ambientalista che ha già raccolto quasi 125mila firme, tra cui quella della scrittrice Dacia Maraini, la proposta si somma ad altri progetti impattanti sulle montagne abruzzesi, come la “riproposizione del vecchio modello del Circo Bianco, con nuovi impianti di risalita”, nonostante il calo del 78% degli innevamenti in tutto il mondo a causa del riscaldamento globale.

“Ma la maggiore preoccupazione per i difensori della natura – scrive ancora Pratesi – è il progetto di una strada che dal Piano delle Cinque Miglia, presso Roccaraso, tagliando foreste e aprendo tunnel nelle gole rocciose, passando per Scanno arriverebbe a Ortona dei Marsi sul versante del Fucino, con un costo di 750 milioni di euro”. E questo, sottolinea il fondatore del Wwf Italia, sarebbe in netto contrasto con gli obbiettivi ecologici del Next Generation Ue e del New Deal, concepiti per favorire un “risorgimento ecologico” contro i cambiamenti climatici e in difesa del Pianeta. Un caso non solo nazionale, dunque, ma di dimensione europea.

 

 

 

 

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